VI.
Epilogo
Ha
intrecciato le dita a quelle di Liliane e si è seduto nella
penombra
confortevole della camera da letto, mentre fuori infuriavano le
esplosioni. Le voci della rivolta sono arrivate fino alla sua porta,
si sono infiltrate sotto lo stipite consumato e hanno accarezzato le
sue orecchie, seducenti, ma Pindar si è rifiutato di
ascoltarle. Ha
chiuso gli occhi, respirando piano.
«Andate
via. Io stavo bene anche prima».
Le
lenzuola sono intrise di sangue scuro, un sangue che, per quanto il
tempo passi, non accenna a seccarsi. E non c'è nessuno che
venga a
salvarlo dalla sua follia: Calypso è sparita, lei e la sua
piacevole
allegria posticcia, persino Berglund non si è fatto
più vedere. Ha
paura di mettere il naso fuori dalla porta e scoprire che il vecchio,
amato secondo anello non è più quello di una
volta.
Ha
paura che, vista la recente penuria di inondazioni, qualcuno scenda
nelle caverne e trovi il cadavere della donna del Sud che Liliane gli
ha detto di non aiutare. E capiranno, tutti capiranno e sapranno chi
è davvero. Sapranno che ha ucciso anche lei, e innumerevoli
altre
prima di lei.
Si
stringe al corpo sottile di Liliane e piange come un bambino. Nella
notte senza fine, gli ha detto lei prima che il suo ventre si
squarciasse come per un'inesorabile forza interna e le viscere ne
fuoriuscissero come quel giorno, presto gli Elelu
verranno a
rapire il suo spirito.
Gli
Elelu avranno la loro rivalsa sul piccolo Anello Debole.
«Staremo
insieme per sempre, vero?». Liliane appoggia la testa contro
la sua
spalla e strofina il naso sulla stoffa della maglietta, sorridendo
«Ti proteggerò dagli spiriti, Pindar. Loro mi
ascolteranno».
«Combatterò
anche contro di loro se servirà. Non ti lascerò
mai».
ᵜ
Calypso
rigira tra le mani la foto segnaletica che ha strappato da uno dei
registri dell'Archivio, indugiando con le dita su un viso che conosce
dolorosamente bene. Lo sguardo di Pindar, stampato in bianco e nero
su carta bianca e un po' ruvida, è vuoto, scialbo e
impersonale:
niente a che vedere con il placido fuoco azzurro che per tanti anni
ha visto ardere nei suoi occhi e che, volente o nolente, ha imparato
ad amare. L'uomo ritratto nella fotografia è Pindar, e allo
stesso
tempo non lo è.
Semplicemente,
ha capito che dietro il quarantenne svampito e un po' matto che
riaccompagnava a casa tutti i sabati sera c'è una persona di
cui lei
non ha mai sospettato l'esistenza. Non sa cosa provare al riguardo,
se una fascinazione profonda mitigata dallo scorno o un orrore tanto
viscerale da sconvolgerla. Non conosce mezzi termini, Calypso.
Sospira,
piega la foto in quattro parti e la infila in tasca. Brucia come se
fosse incandescente, una piastra di metallo appena tirata fuori dal
fuoco.
"Devi
denunciarlo. Sai chi è e che cosa ha fatto. Proteggerlo
ucciderà
quella povera donna un'altra volta".
Cielo...
pensare che lui le parli e la veda, persino, le fa venire i brividi.
Posa la mano sulla cornetta del telefono, un cordless arancione
squillante che ha acquistato nella speranza di aggiungere un tocco di
colore all'appartamento e che adesso le ricorda un pulsante rosso da
premere per attivare l'autodistruzione della sua vita. La coscienza
punge, insistente.
Però,
nonostante tutto, non riesce ad odiarlo. Gli ha voluto bene per
troppo tempo, e quel sentimento ha messo radici in lei come
un'erbaccia infestante.
«Ah,
vaffanculo!».
Con
una manata getta il telefono per terra, la base di legno si spacca e
una manciata di minuscole flussoplacche in procinto di scaricarsi si
spargono per tutto il pavimento della stanza. Poco male, le
rivenderà
a qualcuno.
E
non comprerà mai più un telefono.
Fine
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EDIT
02/09/2013: La
storia si è classificata prima al contest a cui era
iscritta! Vorrei
lanciarmi in folli esclamazioni di gioia, ma eviterò di
stressarvi e
mi limiterò a postare il giudizio e i bannerini (ah, Pindar
ha vinto
anche il premio speciale come “Miglior Personaggio
Originale”):
PRIMA
CLASSIFICATA e
VINCITRICE DEL PREMIO “MIGLIOR PERSONAGGIO
ORIGINALE”: The Weak
Link di GreedFan
Grammatica
e
sintassi: 5/5
Stile:
4/5
Caratterizzazione
personaggi: 10/10
Descrizione
delle
ambientazioni: 8/10
Trama:
svolgimento e
contenuto: (10/10, 9/10) 9.5/10
Originalità:
8.5/10
Totale:
45/50
Niente
da dire su
grammatica e sintassi. Per quanto riguarda lo stile ho avuto qualche
problema con gli incisi (spesso prolissi) e le virgole prima della
coniugazione“e”. Cose del tutto plausibili, certo,
ma che non
incontrano il mio gusto. I lunghi incisi finiscono con
l’essere
dispersivi e l’introduzione di ulteriori segni grafici (oltre
alle
solite virgolette/trattini per i discorsi diretti) sembra violare il
flusso delle parole. Mentre le virgole prima della coniugazione
“e”
appesantiscono non di poco la frase, introducendo una sommatoria di
pause di per sé inutile.
La
caratterizzazione
dei personaggi è magistrale. Sia il protagonista che i
personaggi
più secondari sono resi con un’attenzione tale da
creare una
perfetta visione a tuttotondo. Le sfaccettature di cui li hai dotati
li rendono perfettamente realistici e per questo, forse,
così
toccanti. Hai saputo sviscerare profondi legami d’amicizia e
d’amore con una sobrietà disarmante. Hai saputo
creare e
soprattutto “gestire” un protagonista che -credo di
poterlo dire-
ha dello straordinario. Pindar, infatti, è
l’apoteosi dei tuoi
personaggi. Ti sei districata tra il suo dolore, la sua follia e il
suo amore, mantenendoti su equilibri sottili. Gli hai dato voce con
misura, calando il lettore nel suo dramma senza fretta,
perché è
solo alla fine che -come Pindar- ci si accorge di esserne
completamente travolti. A lui, quindi, va il premio di miglior
personaggio originale e a te tutto il merito.
Buone
le
ambientazioni, soprattutto il modo in cui hai descritto
l’allagamento
delle strade, ma rispetto alla caratterizzazione dei personaggi ho
notato meno incisività. Spesso ne dai un’idea
generica, senza
soffermarti sui dettagli.
La
storia si svolge
in maniera davvero intelligente; le visioni che Pindar ha di Liliane
ci aprono le porte della sua follia, ma tutto viene svelato nei
giusti tempi. La certezza che la trama porti ad una svolta, in Pindar
stesso così come nel mondo in cui vive, si rivela un mera
illusione
solo nel finale. Perché il cardine portante di questa storia
non è
altro che il dramma di Pindar, tutto il resto gli fa solo da
contorno. E questo è il motivo per cui ho amato il finale. I
temi
che la tua storia racchiude, oltre a essere di per loro complessi,
vengono affrontati o anche semplicemente “toccati”
con un
particolare rispetto. Racconti le cose come stanno, senza emettere
sentenze, lasciandole sotto gli occhi del lettore nella loro
dignitosa nudità, affinché sia lui stesso a
trarre le conclusioni
dovute.
Oltre
ai personaggi,
anche il mondo che crei è sicuramente originale, ricco sia
di spunti
fantastici che crudamente realistici.
P.S.
All’inizio,
il verso tratto da Chop Suey! è stata una bellissima
sorpresa.
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