Fra cinque minuti sarebbe andato in onda, con una nuova puntata del suo programma.
Era posizionato al centro del palco, nel punto prestabilito, con le perfette luci puntate addosso, così come le telecamere che lo registravano di fronte.
Henley se n'era andata da un bel po' oramai, si era messa in carriera, stava spopolando, aveva persino un sito web e Daniel, doveva ammetterlo, ogni tanto mandava giù qualche drink e lasciava domande anonime piene di frustrazione nei suoi confronti, solo per cercare di metterla in imbarazzo o in difficoltà.
Due minuti prima dell'inizio.
A consolarlo, però, ora c'era il suo spettacolo, che nel frattempo lo teneva occupato affinché tutto andasse secondo i suoi piani, con la consapevolezza che appena sarebbero finite le riprese, qualche provocante fan sarebbe finita nel suo letto.
Era questa la vita di Daniel Atlas, l'illusionista.
Era diventato così perché a parer suo era più facile dare speranza alla gente, farla sognare e tenerla all'oscuro della verità; riusciva ad ingannare meglio tutti, affascinandoli, e poi gli era più facile fuggire dai problemi. Scompariva, come il coniglio nella scatola. Il suo lavoro era lo specchio che lo copriva.
Fama e donne, aveva tutto sotto controllo.
Ma era veramente quella la vita che voleva?
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