Pairing/Characters: Abigail
Hobbes, Hannibal Lecter, Garrett Jacob Hobbs, Alana Bloom;
Rating: PG13
Warnings: AU,
implicati cannibalismo e abuso su bambini.
Word
Count: 1086
(fdp)
N/A: Scritta
per la Maratona
in Piscina #2 @ piscinadiprompt prompt
“Abigail/Hannibal, AU!Abigail è una bambina con un
amico immaginario di nome Hannibal” e per il COWT
#3.5 @ maridichallenge,
settimana due, missione #3, prompt “Altrove”.
Simon
Says
C'è
qualcosa di sbagliato in suo padre.
Abigail
non ne è pienamente cosciente, ma c'è una parte
di lei ─ quella guidata dal suo istinto di bambina, probabilmente ─ che
di tanto in tanto si irrigidisce quando lui la prende tra le braccia o le scosta
con dolcezza una ciocca di capelli dalla fronte. Non sa il
perché.
E
poi ci sono i sogni. Incubi dove il Lupo Cattivo ha la meglio su
Cappuccetto Rosso e il Cacciatore, solo che per ingannarli non si
traveste da nonnina, ma da papà. E a guardarlo bene il babau
nell'armadio ha addosso qualcosa che somiglia molto al giubbotto da
caccia di suo padre.
Abigail
non fa davvero caso a queste cose. Non di giorno, e non
volontariamente. Dopotutto è del suo papà che si
sta parlando. Dell'uomo che le compra le bambole e le caramelle gommose
a forma di denti da vampiro, l'uomo che la mette a letto e le legge le
favole della buonanotte, l'uomo che bacia sua madre sulla bocca
strappandole risatine divertite, l'uomo che la lancia in aria
così in alto che le sembra di volare, e che la riacchiappa
sempre senza esitazioni, facendola urlare di gioia e mai e poi mai di
paura.
Però
gli incubi rimangono, così vividi e terribili che qualche
volta le capita ancora ─ con sua somma vergogna ─ di bagnare il letto.
E la mamma comincia a preoccuparsi.
Le
cose non migliorano nemmeno dopo che i suoi genitori decidono di
portarla da una signora gentile che le fa un sacco di domande mentre
lei disegna seduta al tavolino colorato nel suo studio, due volte a
settimana per un'ora e mezza.
Il
fatto è che Abigail non conosce il problema, ed è
impossibile per tutti gli altri rendersene conto.
Perché
il problema ─ quello che mette in guardia istinti che lei non riconosce
perché non sa nemmeno di avere ─ è il modo in cui
suo padre la guarda:come
se volesse mangiarsela con gli occhi.
E se anche Abigail riuscisse a formulare coerentemente questo pensiero,
nessuno lo troverebbe davvero allarmante. La gran parte dei padri
stravede per le loro bambine e non è raro che diventino un
po' possessivi. Sempre meglio di quelli che picchiano i figli, no?
È
a questo punto che Abigail s'inventa l'Altrove e l'uomo che vi abita.
*
L'Altrove
è ─ a dispetto del nome ─ un posto piuttosto preciso, e
Abigail ci va tutte le volte che rimane da sola: le basta semplicemente
chiudere gli occhi.
È
un ufficio ─ uno studio,
anzi: così lo chiama la mamma ─ molto simile a quello della
dottoressa Alana, ma più cupo, senza disegni colorati sui
muri e senza fotografie di bambini sorridenti sparse un po' ovunque. Ci
sono tanti libri, però. Scaffali altissimi, fitti di tomi
dall'aria importante, proprio come in biblioteca. Eppure Abigail non ne
è intimidita, anzi le piace parecchio.
E
le piace anche Hannibal.
Hannibal
è gentile, alto, molto intelligente. E non ha paura di
niente.
«Insegnerò
anche a te a non aver paura, Abigail», le dice di solito.
Lei
non ci crede molto, ma fa finta di sì perché non
vuole che lui si arrabbi. Solo che lui non si arrabbia mai.
È sempre buonissimo con lei e anche se non la lancia in aria
per riacchiapparla subito dopo, riesce comunque a farla sentire al
sicuro.
Ad
esempio anche Hannibal le racconta delle favole (di solito le sere in
cui i suoi genitori sono troppo distratti per farlo loro stessi). Solo
che le sue favole sono diverse da quelle originali, molto
più eccitanti. Hannibal non cambia il colore dei capelli di
Cappuccetto Rosso in modo che somigli di più a lei (come fa
suo padre), anzi le racconta di quanto quella bambina sia brutta e
maleducata, e di quanto bene abbia fatto il Lupo Cattivo a mangiarsela
(anche a costo di un mal di pancia con i fiocchi!, aggiunge Hannibal
subito dopo, spalancando gli occhi in un'espressione comica, e Abigail
puntualmente ride con le manine schiacciate sulla bocca
perché l'idea di un Lupo Cattivo col mal di pancia
è senza dubbio molto divertente).
La
verità è che Abigail ha una piccola cotta per
Hannibal. Ma anche in questo non c'è nulla di allarmante:
tutte le bambine da piccole hanno una cotta per il loro papà.
*
Seduta
sul divanetto del corridoio, Abigail ascolta senza troppo interesse il
colloquio tra i suoi genitori e la signora gentile.
«Non
è preoccupante il fatto che abbia un amico
immaginario», spiega la dottoressa Bloom. «Quasi
tutti i bambini ne hanno uno, è una fase normale della
crescita. Considerando che Abigail è anche figlia unica,
poi, non è affatto insolito che si sia creata un amico che
giochi con lei.»
Seduto
al suo fianco, Hannibal alza gli occhi al cielo e li fa roteare in
tondo, facendo ridere Abigail. Dall'altra stanza un breve silenzio teso
accoglie la sua risata, ma lei non ci fa caso. Hannibal di solito
è sempre così serio, è divertente
vederlo fare le boccacce.
«Certo
è un po' strano che si tratti di un adulto»,
continua Alana, dopo qualche momento. «Ma Abigail
è una bambina molto tranquilla e introspettiva, e non credo
che abbia problemi con gli altri bambini, penso che semplicemente
preferisca una compagnia meno... chiassosa», c'è
l'accenno di un sorriso nella sua voce, e Hannibal sorride a sua volta,
congiungendo indice e pollice per fare il segno dell'okay. La bambina
ride di nuovo.
«Comunque
siamo solo all'inizio. Sono sicura che tra qualche seduta, quando ci
conosceremo meglio, Abigail mi dirà qualcosa di
più su questo suo Hannibal, e...»
Abigail
smette di ascoltare e alza il viso verso quello di Hannibal, che ora
è tornato serio e scuote con fermezza la testa.
«Meno
sa di me, meglio è per entrambi», le sussurra
piano. «L'Altrove non la riguarda», dice con un
tono un po' minaccioso.
E
non la riguarda nemmeno il mio altro papà,
aggiunge mentalmente Abigail, scuotendo la testa a sua volta. Si tratta
solo di tenere un segreto in fondo, e lei è bravissima a
tenere i segreti.
Ad
esempio non ha mai detto a nessuno che a volte, quando lei e suo padre
vanno allo zoo o al luna-park, lui le chiede di fare amicizia con
qualche bambina vestita come lei o che le somiglia un pochino. Non ha
detto niente nemmeno quando visto la foto di una di quelle bambine in
televisione, con sotto la scritta scomparsa in
grandi lettere rosse.
Ha
mantenuto il segreto perché il suo papà le ha
detto di farlo, e lei obbedisce sempre al suo papà. Sempre
quell'istinto che non è consapevole di avere le suggerisce
che è molto meglio così.
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