Call
me maybe
Non si sarebbe mai aspettato una
situazione del genere.
Lui, Roronoa Zoro, era nel panico per
un semplice foglietto.
Un foglietto però non comune,
precisiamo.
Carta arancio, inchiostro nero, grafia
precisa e femminile. Le lettere si raggruppavano a formare un
semplice nome.
Con sguardo un po' preoccupato, cercò
nella stanza il suo cellulare.
Erano passati circa tre giorni da
quando aveva fatto quel singolare incontro e non riusciva a
dimenticarlo.
Non provava grande interesse per le
donne, le trovava, quelle di sua conoscenza, noiose e fastidiose.
L'incontro con quella ragazza però,
era tutta un altra storia.
C'era stato impatto, sorpresa e l'aveva
in qualche modo, conquistato, attirando così la sua
attenzione.
L' impatto in un certo senso, c'era
stato sul serio.
-Cosa devo fare?-Mormorò Zoro
sedendosi sul letto a fissare con una mano, il bigliettino sgualcito.
Forse era il caso di chiamarla?
Le aveva lasciato il suo numero di
telefono no? Un motivo c'era.
Non si lascia di solito un numero ad
uno sconosciuto se non si vuole essere contattati.
Le aveva detto con voce squillante:
“Questo è il mio numero” e dopo che se ne era
andata, aveva scorto anche il suo nome.
-Nami-Sospirò il verde, indeciso
sul da farsi. -Penserà che io sia uno stupido...- Sporse
all'infuori il labbro inferiore. Non era decisamente un asso con le
ragazze.
-Potrei chiedere a Sanji-Si lisciò
il mento-O a Ace...-Ci pensò su-Law, no.-
Non si fidava di quello lì.
Molte volte, le poche ragazze che avevano attirato la sua attenzione,
venivano attirate come una calamita invisibile, verso la parte del
bel moro.
Bello era bello. Non poteva certo
criticarlo, ma se avesse avuto anche solo un terzo del carisma e del
sex appeal dell'amico, sarebbe riuscito ad apparire meno spaventoso e
più alla mano.
La materia: Ragazze, era fuori dalla
sua portata.
Si fissò per un attimo il gesso
alla mano e sospirò per l'ennesima volta.
Ricordò il modo in cui tutto era
successo e grugnì.
Doveva chiamarla. Punto.
Non voleva stancarla però, coi
suoi discorsi su come stava o che e non voleva nemmeno apparirle un
maniaco o uno che vuole essere risarcito.
Voleva solo strapparle un appuntamento,
un uscita, un pretesto semplice e sincero per rivederla.
Sbarrò gli occhi cogliendo un
intuizione.
E se Nami avesse pensato che,
chiedendole un appuntamento, fosse una specie di sfigato?
E se accettando l'invito, l'avesse
fatto perchè si sentiva in debito?
Si lasciò cadere all'indietro e
fissò il soffitto.
Come erano complicate le donne.
-Mi hai toccato il culo-
-Cosa?- La metropolitana era
affollata quel fine settimana. I posti a sedere erano tutti occupati
e l'unico modo di rimanere in piedi e non cadere, era grazie a delle
maniglie che pendevano dal soffitto.
-Ho detto-La sua voce si fece più
bassa e letale.-Mi hai toccato il culo-
-Stai scherzando ragazzina?-Con un
grugnito e una faccia infastidita, cercò di evitare quella
sottospecie di furia.
-Ti pare che io stia scherzando?-Lo
fulminò all'istante-L'ho sentita la tua manaccia cosa credi!-
-Qua è pieno zeppo di
gente-Ribattè prontamente Zoro-Perchè dovrei essere
stato io?-
-Perchè sei quello più
vicino!-Alzò le spalle e il mento-Chiedimi scusa e voglio un
risarcimento!-
-Risarcimento?-Spalancò gli
occhi per quella parola.-Risarcimento per cosa rossa?!- Infuriato, si
avvicinò a lei.
-Per avermi palpata, razza di maiale
schifoso!- La gente accanto a loro iniziò a vociferare.
-Io non ti ho fatto proprio niente!-
-Ho chiesto di chiedermi
scusa!-Iniziò ad urlare- Altrimenti chiamo il dirigente del
treno!-
-Ma sei scema?-Sbuffante, volse lo
sguardo altrove, volendo in tutti i modi troncare quella disputa.
Ignorarla, era la cosa migliore da
fare. Il treno si fermò e le porte si aprirono rivelando una
stazione a lui anonima.
-Allora la fai finita!?-Mormorò
di nuovo la ragazza non appena la gente, si mosse per uscire.
-Ma insomma che vuoi?-Nemmeno il
tempo di voltarsi del tutto che con una mossa di judo, l'aveva
spedito fuori dal treno. Per sua enorme sfortuna, era finito contro
una delle automobiline utilizzate dagli addetti alla pulizia.
-Non mi avevi sentito?- Una ragazza
dai capelli celesti, parlò con quella furia dai capelli rossi.
-No che non ti avevo sentito!-Urlò
spazientita.-Come facevo a sentirti Bibi!?-
-Ma io ti chiamavo!-Si scusò
chinando il volto-Ma non arrivavo alla tua spalla per via della
moltitudine di gente e per sbaglio, la mia mano, ti ha toccato la
gonna...-
-Due volte?!-La fissò
esterrefatta.
-Due volte-Le diede conferma la
ragazza.-Sarà meglio che torni a casa, mio padre è un
po' in pensiero.-La salutò con un sorriso.-A domani-
-Si...-L'osservò andare via.
Con enorme fatica, riportò l'attenzione a Zoro. -Senti... mi
dispiace...-
-Ah, adesso ti dispiace!?-Ribattè
come un idiota-Guarda-Le indicò il braccio-Si sta gonfiando! È
sicuramente rotto!-
-Oh, non è colpa mia se c'era
quel mezzo in mezzo...-
-Si che è colpa tua!-Si erse
di fronte a lei minaccioso.-Non si scaraventano fuori dai treni le
persone!-
-Pensavo che fossi un maniaco, scusa
tanto!- A sentire quella frase, Zoro si calmò.
-Oh, ti sei scusata-Ghignò
soddisfatto.
-N-Non di proposito!- Ribattè
serrando i pugni.
-Però l'hai fatto...-
-Senti tu...-Era già pronto
per dirgliene quattro ma si fermò.-Bha...-Prese dalla borsetta
un piccolo block notes e lo strappò. Scribacchiò veloce
qualcosa e glielo mollò in mano.
-Questo è il mio
numero...devo andare. Ciao.-
E come un idiota, era rimasto lì
a fissarla andare via.
Fissò nuovamente quel piccolo
foglietto e a memoria, pronunciò i numeri che ormai, aveva
imparato. Ma sul serio voleva scucire un appuntamento a lei?
Si.
Voleva conoscerla. Sicuramente, non si
sarebbe annoiato con lei.
-La chiamo!-
Con decisione, afferrò il
telefono e iniziò a comporre i tasti. Con coraggio, premette
il tasto di chiamata e attese in linea.
Il bip che ogni secondo si faceva
sentire, lo mandava in tachicardia...
-Pronto?-Una voce femminile che
riconobbe all'istante, gli fece mancare un battito.
-Ah, s-sei Nami?- Attese conferma
tornando eretto con la schiena.
-Si, chi parla?-Ah, era lei!
-Sono Zoro...- Mormorò il suo
nome in imbarazzo stropicciando il piccolo foglietto.
-Zoro?-Ripetè il suo nome-Mai
sentito...-
Che idiota. Era logico, lei non sapeva
il suo nome...
-Il tizio della metro-Chiuse gli
occhi-Quello che hai scaraventato fuori...- Attese la sua risposta e
si rilassò nel sentire la sua risata.
-Oh si-Ridacchiò sonoramente
alleggerendo il cuore di Zoro.-Il maniaco...-
-Non sono un maniaco!-Sospirò un
po' offeso.
-Bhe, Zoro...-Accentuò la
pronuncia del suo nome.-Che cosa vuoi?- Ecco una brutta domanda...
-Io, emh...mi stavo chiedendo- “Non
balbettare, non balbettare”urlò il suo io interiore.
-Si?-
-Se...ecco...-Chiuse gli occhi e prese
un bel respiro-Se potevi rispondere ad una mia domanda!- Il silenzio
riempì la stanza. C'era quasi!
-Ti ascolto- Gli concesse di procedere.
-Ecco...co...come mai mi hai dato il
tuo numero?- Che razza di domanda era? Iniziò a sentire tutte
le sue possibilità di uscita svanire nel cesso.
-Ma è logico no?-Rispose Nami in
modo allegro.
-Eh?-Si strinse maggiormente il
telefono all'orecchio.
-Bhe, sei carino e in un certo senso è
stato divertente-Ridacchiò lasciandolo sbigottito.-Usciamo?-
3 giorni di pippe mentali. Ahh! Povero
Zoro!
Siete fortunate perchè io
questa, l'avevo in mente LAWNAMI!
Quindi adoratemi come una dea e
baciatemi i piedi!
Non è niente di che come
fiction, anche perchè nemmeno la volevo pubblicare. Dopo le
continue minacce di Place e del forum, alla fine ho deciso di
riservarla per i momenti critici.
Oggi è uno di quelli.
Perchè direte voi?
Mah, vedo un sacco di fic su altre
coppie e personaggi. Le zonami scarseggiano un po' con questo caldo.
Bisogna annaffiare i fiorellini!
Quindi, una shottina senza pretese.
ANCHE SE LA VOLEVO FARE LAWNAMI ç____ç
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