Pairing/Characters: Isaac/Cora,
Derek.
Rating: PG
Warnings: Het,
Lime, Fluff, Humor;
Word
Count: 1131
(fdp)
N/A: Scritta
per la Maratona
in Piscina #2 @ piscinadiprompt prompt
“Teen Wolf, Cora/Isaac, "Secondo te come la
prenderà Derek?"” e per il
COWT #3.5 @ maridichallenge,
settimana due, missione #3, prompt “Altrove”.
Cena per tre
«Non
credi sia meglio andare... altrove?», domanda Isaac con una
punta di nervosismo, mentre insinua una mano al di sotto della sua
canottiera. L'appartamento di Derek è vuoto per adesso, ma
non è sicuro per quanto ancora lo sarà, e
l'ultima cosa che Isaac vuole dalla vita è essere beccato da
Derek mentre lui e sua sorella ci danno dentro. Non gli dispiacerebbe
arrivare ai diciotto anni tutto intero.
«No»,
risponde però Cora, inarcandosi contro di lui. Poi affonda
una mano nei riccioli chiari del ragazzo e ne stringe con forza una
ciocca, avvicinando il volto al suo. «È anche casa
nostra dopotutto», gli sussurra contro la bocca.
Isaac
la bacia mordendole e succhiandole le labbra, con tanta veemenza da
spingerla ancora di più contro il muro. Intanto continuano a
spogliarsi il più velocemente possibile, ed è
quasi un miracolo riuscire a non strappare niente.
«Non
penso sia anche casa mia», replica lui dopo un po',
sottovoce, quando sono costretti a staccarsi perché ormai
quasi a corto di fiato.
Cora
si stringe nelle spalle. Ormai i loro vestiti sono solo un mucchietto
colorato ai loro piedi e interrompere le cose in quel momento
è fuori discussione. Osserva Isaac mordersi un angolo della
bocca e si rende conto che si sono comunque fermati, pur rimanendo
schiacciati l'uno contro l'altra.
«Forse
non è nemmeno casa mia», ammette poi,
accigliandosi appena. «Ma se comincio a pensarla in questo
modo, per come sono messe le cose, Derek potrebbe anche non essere mio
fratello, Peter potrebbe non essere mio zio ─ e non mi lamenterei
troppo in questo caso ─ e io potrei anche non essere una Hale. Nomi e
definizioni ad un certo punto perdono importanza, Isaac.»
Per
un istante lui la guarda con gli occhi leggermente spalancati, poi
inclina appena la testa di lato, come se stesse assimilando le sue
parole. Un attimo dopo le sorride in quel suo modo particolare ─ in
quel modo che, se lei fosse una di quelle smielate ragazzine che amano
le robacce di questo tipo, definirebbe “da scioglierti il
cuore”.
Isaac
la salva da quelle disgustose romanticherie facendole scivolare le mani
lungo la schiena fino a stringerle i fianchi, per poi sollevarla
improvvisamente da terra, strappandole un gridolino di sorpresa.
«Meglio
non perdere altro tempo», mormora lui, e Cora ride e allaccia
le gambe intorno alla sua vita.
«Finalmente
hai detto qualcosa di sensato», commenta, baciandolo di nuovo.
*
«Secondo
te come la prenderà Derek?», domanda Cora un'ora e
mezza più tardi, quando ormai sono entrambi rivestiti e,
spalmati scompostamente sul divano, si dividono un pacchetto mezzo
vuoto di patatine.
«Uhm»,
replica Isaac, che fino a quel momento non aveva affatto preso in
considerazione l'ipotesi che Derek dovesse venire a sapere della cosa.
«Forse agevoleremo il lavoro agli Alpha», continua,
scherzando solo per metà. Non è sicuro di che
tipo di fratello sia Derek e non è pronto ad escludere a
priori la gelosia omicida.
«Io
non credo farà storie. All'interno di un branco succede
spesso», continua la ragazza, leccandosi dalle dita gli
ultimi rimasugli di sale.
«Mh-mh»,
le concede Isaac senza sbilanciarsi.
Cora
gli lancia un'occhiata furba da sopra la spalla e poi gli batte la mano
su un ginocchio in modo esageratamente cameratesco.
«Non
preoccuparti Isaac, in caso le cose si mettessero male ti
difenderò io», lo rassicura. Isaac ride e scuote
la testa.
«Sicuro,
come no. Sono molto più tranquillo adesso che─»
«Ma
solo se adesso vai a prendere qualcosa da mangiare. Il frigo
è vuoto e io muoio di fame», lo interrompe Cora.
Per
un momento si guardano e basta, lei accoccolata nello spazio tra le sue
gambe e lui mezzo seduto e mezzo sdraiato contro i cuscini del divano.
Poi Cora solleva un sopracciglio in un'espressione che potrebbe essere
sia di divertita aspettativa sia di divertita minaccia.
«...e
va bene», sospira Isaac, divincolandosi per riuscire a
mettersi in piedi. C'era da aspettarselo, in fondo. È pur
sempre di una Hale che stiamo parlando.
«Qualcosa
con la carne! Hot dog o cheeseburger o quello che vuoi, basta che ci
sia dentro un sacco di carne!», gli urla dietro lei.
«Okay!»,
esclama Isaac, afferrando la giacca.
«E
della coca-cola!», grida ancora la ragazza quando lui
è ormai arrivato sulla soglia.
Il
ragazzo sospira di nuovo e si chiude la porta dietro le spalle. Meglio
correre via prima che lei decida di volere chissà cos'altro.
Sta
giusto per scendere le scale quando la sensazione di essere osservato
lo spinge ad alzare gli occhi sulla rampa di fianco, quella che va
verso il tetto.
«Uhm»,
mormora ancora (a quanto pare è diventata la sua parola del
giorno... pur non essendo neanche una parola), poi deglutisce appena.
«Ciao
Derek.»
Seduto
su uno degli scalini più bassi (e comunque ben
più in alto rispetto a dove si trova lui), Derek non
risponde al saluto, ma lo fissa con un sopracciglio inarcato e un'aria
pacatamente divertita, e Isaac si domanda come può Cora
dubitare anche solo per un secondo di essere sua sorella. Sono
identici, santo cielo. Fanno quasi paura.
«Stavo,
uhm, andando a prendere qualcosa da mangiare per me e─», non
dire “tua sorella”, non dirlo, non dirlo,
pensa Isaac, leggermente in panico. «Uhm, tua
sorella», continua, odiandosi non poco. Si sente il volto
caldo. Caldissimo. E se non conoscesse bene Derek direbbe che l'altro
si sta seriamente sforzando di non ridere. La cosa non migliora affatto
la sua situazione.
Dal
canto suo Derek sta davvero cercando
di trattenere una risata. Ma è comunque rimasto seduto su
quelle scale per più di due ore e non è per
niente propenso a mostrare alcun briciolo di pietà.
«Sì,
ho sentito», commenta quindi, alzandosi finalmente in piedi.
Ha
sentito, pensa Isaac. Ommioddio.
«Da
quanto temp─, cioè, cosa stavi facen─, uhm», panico,
panico, panico.
Derek
scende lentamente le scale, gli si avvicina e gli posa una mano sulla
spalla. Un leggero sorriso gli inclina l'angolo della bocca, ma fa del
suo meglio perché risulti comunque ancora abbastanza
minaccioso.
«Prendi
dei cheeseburger per tutti, d'accordo?», gli dice e Isaac
annuisce subito, quasi sollevato.
«E
della birra, se riesci a procurartela», aggiunge Derek,
serrando un po' di più la presa intorno alla sua spalla.
«D'accordo.
Perfetto», borbotta Isaac, sorridendo in modo alquanto
isterico. «Vado.»
Derek
lascia che il ragazzo si allontani di qualche passo verso le scale, poi
lo afferra per un gomito e lo trascina di nuovo indietro.
«Tanto
per la cronaca... nonostante questa sia anche
casa vostra, sì, dalla prossima volta credo sia meglio per
voi due andare altrove»,
lo informa.
«Ri-ricevuto»,
balbetta Isaac, e a quel punto la sua faccia ha raggiunto una
gradazione di rosso più che soddisfacente, quindi Derek
decide che può anche lasciarlo andare, cosa di cui il
ragazzo è estremamente grato, tanto che comincia a scendere
le scale quasi correndo.
«E
sarà meglio per voi che abbiate usato delle
protezioni!», gli grida dietro Derek, e a quel punto Isaac
inizia a correre davvero, senza sapere se ridere o impiccarsi e
maledicendo in blocco la famiglia Hale.
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