Pt. 3: Goodbye my lover,
Goodbye my friend
Addio Amore mio,
addio Amica mia
Tu sei stata l’unica
Tu sei stata l’unica
per me.
(James
Blunt – Goodbye My Lover)
E lei disse
“Baciami e ti farà guarire”
Ma non dimenticare
“Baciami e ti farà guarire”
Ma non dimenticare…
(Marilyn
Manson – Heart-Shaped Glasses)
Giaccio accanto a
te,
ascoltandoti respirare,
la luce che scorre
in te
brucia dentro me…
Trattienimi e
parlami
di amore senza una
parola
Dimmi che vivrai attraverso tutto
questo
Ed io morirò per
te…
(Evanescence –
Understanding)
Lily giaceva con la testa
appoggiata al petto di Severus, ascoltando il ritmo pacificato del suo cuore
mentre lui a occhi chiusi si andava assopendo, il respiro ogni volta un po’ più
profondo. Le lenzuola ingrigite adesso profumavano di loro due e di ciò che
avevano fatto insieme, ed era un odore dolce, ma portava con sé strascichi
sinuosi di vergogna. Lily tentò di scacciarli, di richiamare quel corso di
pensieri che aveva fatto apparire così giusti e puri i gesti che aveva compiuto
con lui pochi minuti prima, ma adesso che tutto era finito e che c’era
silenzio, assordante, intorno a lei, quei pensieri sembravano stranamente privi
di senso, e la piccola fascia d’oro intorno al suo dito bruciava come fuoco. Si
alzò e si rivestì in silenzio: adesso, scioccamente, si vergognava della
propria nudità. La porta era accanto a lei, e di sicuro avrebbe potuto
smaterializzarsi, ma non riusciva ad andarsene, non ancora. Risalì sul letto e
cercò un po’ di conforto nel volto di lui, chinandosi per guardarlo meglio:
l’amore che avevano fatto aveva infuso dolcezza alla sua espressione di solito
accigliata, per una volta sembrava riposare senza incubi che lo tormentassero e
perfino tra i tratti aspri del suo volto, così rilassati, si coglieva una certa
armonia. Sembrava addirittura bello, così abbandonato, e Lily gli accarezzò una
guancia con infinita tenerezza, posandogli un bacio sulla fronte, sentendo più
forte e vero che mai l’affetto che la legava a lui, indissolubile nonostante
tutto. Questo la rincuorò, ma non servì a lenire il suo tormento, che anzi
cresceva di momento in momento. Lily lasciò scorrere lo sguardo sul corpo magro
di Severus, cercando invano una risposta, e fu allora che lo vide. La manica
sinistra della camicia che lui ancora indossava si era sollevata, lasciando
scoperto l’avambraccio e la grande forma nera che lo occupava. Sapeva fin
troppo bene che cos’era. Lo sfiorò con un dito e vide Severus digrignare i
denti, una smorfia di dolore dipinta sul volto. Lily iniziò a tremare, incapace
di distogliere gli occhi, percorrendo il marchio con lo sguardo avanti e indietro,
ancora e ancora, dal teschio al serpente, dal serpente al teschio. Fu come se
un argine dentro di lei si fosse rotto, e il peso di tutto ciò che era
successo, di tutto ciò che aveva detto, provato, e fatto da quella mattina le
crollò addosso come una valanga, schiacciandola. Prima che se ne rendesse
conto, si ritrovò seduta sul bordo letto, lontana da lui, in preda a singhiozzi
quasi isterici, tremando come una foglia. Si premette una mano sulla bocca,
cercando di placare i singulti: non voleva che lui si svegliasse, che la
vedesse così, adesso davvero voleva solo andarsene, scomparire per sempre da
quella stanza. Ma quando poi sentì dietro di sé il fruscio di lenzuola
spostate, e un attimo dopo il tocco leggero di Severus sul braccio, si voltò e
gli gettò le braccia al collo e si strinse a lui, soffocando i propri
singhiozzi, sempre più forti e disperati, contro il suo petto. Lui ricambiò la
stretta senza esitazione, passandole le braccia intorno alle spalle, e le
appoggiò il mento sulla nuca. Non le disse niente, non le chiese cosa le avesse
preso, né provò a calmarla con vuote parole di conforto; invece, rimase fermo
ad attendere che si sfogasse, limitandosi a stringerla e accarezzarla sulla
schiena, facendole sentire che lui era lì, tutte cose di cui Lily gli fu
profondamente grata. Alla fine, quando si fu calmata, le chiese semplicemente:
“Vuoi tornare da lui adesso, non
è vero?”
Lily annuì tra i singhiozzi
contro il suo petto, e tirò su col naso. Sentendo poi che lui si preparava a
parlare nuovamente, mormorò in fretta: “Io…sono molto felice con James”, lo
sentì fremere di rabbia quando pronunciò il nome. “ Dico davvero. Lui, sai, non
mi farebbe mai soffrire.”
“Non come me”, concluse lui,
liberandola dalla sua stretta e scostandosi un po’ da lei, lo sguardo basso
sulle lenzuola.
Lily non aveva voluto ferirlo, ma
alla fine il senso delle sue parole era quello, non poteva negarlo. Così, si
limitò a poggiargli una mano sulla sua, e quando sollevò lo sguardo su di lei,
cercò di sorridergli.
Rimasero in silenzio diversi
minuti, ognuno seguendo il proprio corso di pensieri, poi Lily disse, arrivando
di straforo all’argomento che più la tormentava:
“Immagino che anche tu tornerai
dal tuo “lui”, no?”
Severus la guardò con un sopracciglio
inarcato, non capendo, o facendo finta di non capire.
Lily tirò un forte respiro, poi
disse tutto d’un fiato:
“Ho visto il marchio sul tuo
braccio, Sev. So cosa significa, non sono una stupida. E’ andata come avevo
previsto, non è così?”
A quelle parole, lui si strinse
forte l’avambraccio sinistro, quasi conficcandovi le unghie e guardando il
marchio che vi era impresso con tanto disgusto che sembrava stesse per
vomitare. Si morse forte il labbro e Lily pensò di vedere il sangue da un
momento all’altro. Vedendolo così sconvolto, non osò nemmeno sfiorarlo, finché
lui non disse, parlando come se ogni parola gli costasse uno sforzo immane:
“Io non…Tu eri tutto il mio
mondo. Quando sei andata via, non mi hai lasciato alternative.”
La sua voce si era spezzata quasi
subito e aveva pronunciato le parole di corsa, rifiutandosi per tutto il tempo
di guardarla. Il cuore di Lily perse un battito. Sapeva che lui aveva detto la
verità. Faceva male, ma aveva ragione. Ogni giorno dopo quel maledetto pomeriggio,
guardandolo da lontano, sempre più irretito dalle frottole di quegli animali,
sempre più perduto e distante da lei, ogni singolo giorno si era chiesta
cosa sarebbe successo se lei si fosse comportata diversamente: se avesse
creduto al suo pentimento, se ancora una volta l’avesse perdonato, e se in
cambio di quel perdono lo avesse costretto a tagliare con quei suoi cosiddetti
amici…se, in una parola, fosse rimasta a lottare per loro due.
Ma il mondo non si regge sui se,
e la verità era che Lily era stanca e aveva avuto paura. Paura di lasciar
crescere quei sentimenti che al tempo solo intuiva dentro di sé (non capendo
che, come era successo, essi avrebbero comunque continuato a esistere e
crescere nelle zone d’ombra del suo cuore), paura che alla fine di tutto lui
avrebbe comunque scelto loro, paura di essere rifiutata e lasciata sola.
Così, da vera vigliacca, aveva
preferito ferire prima di essere ferita, era stata lei a respingere e
abbandonare lui, ed era consapevole già allora che, se proprio non l’aveva
spinto giù, comunque non aveva fatto nulla per tirar via Severus dal baratro su
cui era affacciato.
Il tempo però l’aveva aiutata a
nascondere e sotterrare anche quel senso di colpa: via via era riuscita a
rifiutarsi di guardare indietro verso di lui, a negare di star soffrendo, ed
era stato tutto tanto più facile perché ogni volta che il rimorso guadagnava
terreno su di lei arrivava James a salvarla…James, che era bello, eroico,
semplice da trattare e perdutamente innamorato…e adesso James era la realtà, e
Lily lo amava, lo amava davvero, e pur sapendo di non averlo davvero tradito in
quella stanza non poteva evitare di sentirsi impura e sporca, vergognandosi da
morire.
Adesso avrebbe voluto rispondere
a Severus, spiegargli tutto questo, chiedergli scusa per il suo dolore e
implorarlo di capire, ma le mancavano le parole, e si sentiva soffocare mentre
nuove lacrime le sgorgavano dagli occhi, rigandole le guance. Lui la attirò
nuovamente a sé e Lily tornò a nascondere la testa nel suo petto come una
bambina spaventata. Severus le baciò la nuca più volte, chiedendole scusa senza
motivo, le accarezzò i capelli e la cullò piano. Dopo un po’ le sollevò il
mento con una mano, delicatamente, e col pollice dell’altra le tolse le lacrime
dagli occhi, in modo da potervi fissare dentro i suoi pozzi neri. Rimasero
stretti l’una all’altro, occhi negli occhi, come già era successo in quello
stesso letto, e Lily pregò che lui capisse, che vedesse in qualche modo nel suo
sguardo tutto ciò che con la bocca non sapeva dirgli. Alla fine fu lui a
chinare il capo, distrutto, come se davvero avesse visto e assunto su di sé
tutto il dolore della ragazza, e tirò un lungo respiro.
“Non andare, Lily. Resta, ti
prego.” Le prese le mani nelle sue.
“Non posso”. Lei scosse la testa,
abbassando lo sguardo.
Severus cercò di attirarla ancora
una volta a sé, di baciarla sulle labbra, ma Lily gli premette due dita sulla
bocca, fermandolo. “No, non…non possiamo”, disse voltando il capo, negandogli
ogni possibilità di accesso alle sue labbra. “Non può esserci futuro per noi a
questo punto, Severus. Io ho fatto una promessa, e tu…tu non sei un uomo
libero”.
Gli sfiorò il Marchio, e lui
sussultò, scostando il braccio.
“Allora…se non fosse per questo…”
mormorò col pugno stretto, guardandosi l’avambraccio.
“Se non fosse per quello nemmeno
avremmo mai litigato, Sev, riflettici. Tutto ciò che è successo tra noi negli
ultimi cinque anni è stato per quello, in effetti.”
Lui balbettò qualcosa,
gesticolando nervosamente.
“Ma…quando tutto questo sarà
finito…”
Le parole erano state un mugugno
talmente impastato che Lily dovette concentrarsi per capirne il senso, e dopo
desiderò ardentemente non averlo fatto. Era un’affermazione così assurda che
non sapeva nemmeno come rispondergli, e quasi aveva voglia di urlargli contro.
Cercò di contenersi, ma quando parlò, la sua voce era piuttosto concitata.
“Finito! Finito…! Severus, quando
tutto questo sarà finito, sempre ammettendo che ne usciamo entrambi vivi, io
sarò una donna sposata, e tu…!”
…tu marcirai a vita in una
cella di Azkaban, brutto idiota…
Non potendo esprimere
quell’ultimo pensiero ad alta voce, Lily lo scacciò agitando una mano a
mezz’aria, stizzita, e continuò con foga crescente:
“Tu sei un dannato Mangiamorte,
Severus, e per Merlino, io sono un membro dell’Ordine della Fenice!”
Lo vide ritrarsi, sorpreso da
quell’ultima rivelazione, mentre le rivolgeva uno sguardo colmo di apprensione:
“Davvero tu…?”
“Sì, sì! Noi siamo nemici,
lo capisci? Dovremmo combattere, ucciderci anche, e invece siamo stati qui, e noi…”
Le parole si erano fatte così
stridule e veloci che alla fine le mancò il fiato. Chinò il capo e se lo prese
tra le mani, dondolandosi avanti e indietro sul bordo del letto. Le scoppiavano
le tempie, non riusciva a pensare e a malapena a respirare, sballottata tra ciò
che provava per Severus e la consapevolezza sempre più pressante dell’assurdità
di ciò che aveva fatto.
Rimase diversi secondi in quella
posizione, raccogliendo il fiato nel disperato tentativo di calmarsi, il sangue
che pulsava così forte nella testa da impedirle perfino di piangere. Alla fine,
il mormorio di lui le giunse lontano, ovattato.
“…Perdonami, Lily”
A quelle parole, Lily riuscì
finalmente a sollevare la testa e a guardarlo. Le sembrava svuotato, assorbito dal
proprio dolore, e provò pena per lui. Dopo aver tirato un lungo respiro, gli
prese il volto tra le mani, facendogli alzare il capo per guardarla. Parlò con
voce pacata, come una mamma a un bambino dopo un terribile rimprovero:
“Ti perdono, Sev. Non cambia le
cose tra noi, ma ti perdono.”
Lo sentì tremare sotto le sue
dita, e pensò che forse avrebbe pianto anche lui. Poi Severus chinò il capo, si
ricompose, e quando sollevò gli occhi la guardò con dolcezza. Le sfiorò ancora
le labbra con le dita, e provò di nuovo ad avvicinarsi a lei. Ancora una volta,
Lily dovette scostarsi, si allontanò da lui e un sospiro tremulo fu l’unico
testimone di quanto le stesse costando tutto ciò.
“Mi dispiace”, gli disse
soltanto, ed era vero.
Lui la guardò, lo sguardo nuovamente incupito e sofferente, ed
espirò pesantemente. Si passò le mani sul volto e sulle tempie più volte,
tormentato.
“Almeno…Lily, ti prego, non lo
sposare” sembrava quasi disperato.
Lily sospirò profondamente, e si
preparò a parlare. Sapeva che prima o poi ci sarebbero arrivati. Aveva cercato
di tenere James il più possibile lontano dalle quattro mura malamente
intonacate di quella stanza, di non pensare a lui, come se tutta quella storia
non lo riguardasse affatto. Lo aveva fatto per se stessa, anche, perché non
riusciva a sopportare il pensiero della propria colpa, ma soprattutto lo aveva
fatto per Severus, perché sapeva che nulla più di quanto stava per dire lo
avrebbe fatto soffrire. Adesso, però, proprio Severus la costringeva ad
affrontare il problema, e Lily sapeva che cosa dire. Aveva provato per un
istante a immaginare la sua vita senza James, cosa avrebbe significato
sconvolgere tutto e rinunciare a lui, e subito aveva capito che era
impossibile, irrealizzabile, quasi ridicolo. Perché effettivamente quanto
era successo in quella stanza non riguardava James, era una questione tutta e
solo tra lei e Severus, non avrebbe avuto il potere di cambiare le cose. Sentì
nuovamente la verità di questa sensazione, forte come l’aveva sentita nella
radura quando tutto era iniziato, e vi trovò forza. Non voleva ferire Severus,
ma era bene e giusto che anche lui si rendesse conto della realtà al più
presto. Così, rispose, con le parole che già sapeva da tempo:
“E rinuncerei a James per cosa,
Sev? Per aspettarti invano, per sperare un futuro che non si realizzerà mai?”
Severus aprì e richiuse la bocca
più volte, rimangiandosi parole che ancora non aveva pronunciato, poi disse:
“…Ma tu non lo ami”.
Gli tremava la voce, ma la sua
non era una domanda, e aveva il tono definitivo dell’affermazione. Lily gli
rivolse un sorrisino mesto, e scosse piano la testa.
“E’ qui che ti sbagli, Sev”
disse. “Io…io amo James. Lo amo molto.”
Era stato difficile ammetterlo
davanti a lui, ma non aveva dubbi sulla veridicità delle proprie parole. Amava
James, davvero, e si accorse che già le mancava moltissimo. I nomignoli
affettuosi che inventava per lei, il modo gentile e giocondo che aveva di fare
l’amore, le piccole cose giornaliere che avevano condiviso in quei due mesi di
convivenza…non avrebbe saputo rinunciare a tutto questo, lo voleva, voleva che
continuasse e durasse. Amava anche Severus, innegabilmente, con un sentimento
tanto perfetto quanto utopico, e apparentemente indistruttibile proprio perché
irrealizzabile, ma era con James che voleva passare la propria vita. Saperlo,
finalmente, aver pareggiato i conti con se stessa, la rincuorò moltissimo, e
finalmente si sentì serena e salda. Nondimeno, vedeva Severus soffrire
moltissimo, le labbra sottili strette fin quasi a scomparire e gli occhi fondi
e vuoti, e si sentiva morire per lui. Avrebbe voluto poter trasmettergli la
propria serenità, il proprio senso di accettazione…avrebbe voluto rendere lui
libero come libera si sentiva lei. Severus scosse la testa, incredulo o forse
solo scorato, e disse a capo chino:
“Lui non ti merita, sai.”
Lily gli portò una mano sulla
guancia, sollevandogli il volto quel tanto che bastava perché i loro occhi si
incontrassero di nuovo. Senza interrompere quel tocco, gli rispose:
“Forse è vero. Forse lui non mi
merita, ma io lo amo.”
Questa volta, vide chiaramente
Severus rigettare il pensiero, rifiutare le sue parole, e quando aprì la bocca
con impeto lo interruppe prima che potesse replicare.
“Severus, ascoltami.” Parlava in
fretta, per non dargli il tempo di ribattere, ma mantenne un tono dolce,
conciliante. “Io e James stiamo insieme da tre anni, e ci sposeremo tra una
settimana. Mi dispiace, mi dispiace, che le cose siano dovute andare
così tra noi, ma questo è stato. Forse…forse, se quello che c’è stato oggi
fosse successo prima, magari…non so che cosa sarebbe successo. Forse avrei
dovuto ascoltarti, quella sera davanti al ritratto, forse tu avresti dovuto
trattenermi…forse. Ma non lo abbiamo fatto, Sev, nessuno di noi due ha
fatto ciò che avrebbe dovuto, abbiamo rovinato tutto, e questo è quanto. E
adesso io ho James, e lo amo, e non posso rinunciare a lui, né voglio
permettere che soffra per…per i nostri errori. Mi dispiace.”Gli toccò
una mano con la propria, e cercò di sorridergli quando lui sollevò lo sguardo,
ma trovò gli occhi neri freddi e distanti, nuovamente persi nella rabbia e nel
dolore. Alla fine, furioso e sfiancato, le chiese:
“E allora, quello che è successo
oggi? Che cos’era, Lily? Una specie di regalo d’addio, un…contentino? O forse
un regalo di nozze per te?”
Sapeva che le sue parole lo
avrebbero ferito, e si era aspettata una risposta dura, ma quelle insinuazioni
riuscirono comunque a turbarla, e con foga rispose:
“No! Io non…Severus, come puoi credere una cosa simile?” Si sentì
ferita e bruciata dalle sue parole, non riuscendo a credere che lui potesse
considerarla così meschina, pensarla capace di idee tanto squallide. Ciò che
aveva provato mentre si stringeva a lui non era stato opportunismo o lussuria e
nemmeno una sorta di “carità” nei suoi confronti. Era qualcosa di molto più
grande, molto più puro, e per Merlino, giusto. Aveva amato Severus ed
era stata felice di ciò che avevano fatto insieme, pur sapendo fin dall’inizio
che sarebbe rimasta un’esperienza unica, senza futuro. Ma non sapeva come
spiegarlo a lui senza rovinare ulteriormente la loro situazione, senza
aggiungere altro dolore al suo cuore.
Severus intanto la incalzava,
determinato a non lasciar cadere il discorso:
“E allora che cos’era?
Rispondimi, Lily, cos’ha significato per te?”
C’era una nota di disperata
urgenza nel suo tono aspro, come se da quella risposta dipendesse la sua stessa
vita. Lily prese un profondo respiro, cercando le parole migliori per
spiegargli, poi cercò di iniziare a parlare:
“Io non…Severus, guardami.”
Lui aveva distolto lo sguardo, fissava le lenzuola a labbra strette, gli occhi
foschi e spenti. In quello stato, non avrebbe avuto importanza qualsiasi cosa
avesse detto Lily. Lei invece voleva che lui capisse, perché era importante,
perché forse dopo avrebbe sofferto di meno.
Quando finalmente sollevò lo sguardo su di lei, Lily si aggrappò ai suoi
occhi, li incatenò ai propri, costringendolo a guardarla finché non ebbe finito
di parlare.
“Quello che c’è stato oggi tra
noi è stato meraviglioso, e non lo dimenticherò mai, ma…” lui provò a
interromperla, ma lei glielo impedì, gli premette velocemente un dito sulle
labbra, “…ma non è ripetibile, non…è troppo tardi, Sev. Non possiamo tornare
indietro, adesso.”
Lui annuì meccanicamente,
accettando infine la realtà. Lily vide lo sforzo che stava compiendo, e gli
prese le mani nelle sue per rincuorarlo. Ma Severus si negò inaspettatamente a
quella stretta, allontanando le braccia da lei. Con voce roca, evitando
accuratamente di guardare verso di lei, disse:
“Allora non c’è altro da dire.
E’…è meglio se te ne vai, adesso.”
Lily vide che aveva gli occhi
lucidi, e cercò di sfiorargli il volto.
“Severus…”
Lui scosse la testa con forza,
rifiutando le sue carezze:
“No…No! Non ha senso continuare a
prendersi in giro. Vattene, Lily. Dimenticami.”
Gli tremavano le labbra. In
fretta, le voltò la schiena e si prese il volto tra le mani. Lily sospirò,
crucciata. Non voleva che finisse così tra loro. Silenziosamente, scivolò sulle
coperte fino a trovarsi di fronte a lui, gli tolse le mani dal volto e lo prese
tra le sue, cercando i suoi occhi. Lui non si ribellò questa volta, limitandosi
a guardarla colmo di tristezza. Lily allora si chinò su di lui, strofinò il
naso contro il suo, cercando di indurlo a sorridere.
“Io non ti dimenticherò mai,
Severus”, sussurrò contro le sue labbra.
“Nemmeno io” mormorò lui, e
un’unica lacrima gli rotolò sulla guancia, infrangendosi tra le dita di Lily.
Lei poggiò le labbra sulle sue in un ultimo, casto bacio.
“Mi mancherai, Sev”, disse
allontanandosi da lui. “Cerca di avere cura di te”
Lui annuì, poco convinto, e le
lasciò andare la mano, che aveva stretta.
“Sii felice, Lily, promettimelo”
disse infine mentre lei si alzava dal letto.
Lily gli sorrise, e si chinò ad
accarezzarlo.
“Prometto”. Lo baciò sulla
guancia “Addio, Severus”. Indietreggiò.
Lui deglutì, le parole ferme in
gola, e non le rispose. Non volendo forzargli ancora la mano e frustrarlo
ulteriormente, Lily iniziò a dirigersi in silenzio verso il centro della stanza,
per Smaterializzarsi con più facilità. Un attimo prima che sparisse, le giunse
la sua voce, acuta e disperata.
“…Lily!”
Si voltò verso di lui, pallido
come un cadavere, stravolto.
“Ti…” ma lei lo bloccò,
sollevando una mano. Non avrebbe retto a sentire quelle parole da lui, non
adesso.
“Anch’io”, disse soltanto, e
sparì.
Riapparve in piedi al centro
della radura, circondata dalla luce aranciata del sole al tramonto. Non si
guardò intorno, non si fermò a pensare, finché non fu salita sulla sua bici e non
ebbe percorso in tutta fretta il sentiero fangoso fuori dal boschetto. Sfrecciò
a ritroso lungo sentieri e vie, lasciando che la brezza serale le sferzasse la
faccia e i polpacci, sentendosi rigenerata da quel freddo contatto. Si accorse
allora di non sentirsi devastata o sconvolta: in effetti, tutto quello che
davvero le sembrava di volere era tornare in fretta a casa. Ripensò con un
ultimo breve moto di nostalgia a Severus, all’ultima immagine che aveva avuto
di lui in quella stanza, e piano piano sentì che iniziava a lasciarlo andare.
Era finita, adesso se ne rendeva del tutto conto. Era finita, ormai tutto
quanto era rimasto così a lungo in sospeso tra loro era stato detto, o fatto. C’era
voluto il dolore, c’era voluto il peccato, soprattutto c’era voluto l’amore, ma
per la prima volta da cinque anni, Lily si sentiva davvero libera, e ringraziò
per l’opportunità, per la prova di quella giornata sotto tanti versi assurda.
Era felice, era pronta a tornare dove era il suo posto, dove era sempre stato e
dove doveva essere. Era libera, e quasi avrebbe urlato di gioia.
Mentre gli alberi della radura
scomparivano dietro una salita, sollevò le braccia dal manubrio, puntandole in
alto a salutare il sole morente, e con esso i fantasmi di un passato da cui si
sentiva finalmente staccata. Salutò per l’ultima volta anche Severus, pregò che
riuscisse anche lui, un giorno, a staccarsi da lei, e ripose con cura il suo
ricordo in fondo al cuore senza nasconderlo. Non ne aveva più bisogno. Col
cuore in pace, imboccò la strada per il suo quartiere.
Arrivò ben presto in vista di
casa sua, e con un tuffo al cuore distinse le due figure in piedi l’una di
fronte all’altra sull’uscio, una delle quali piuttosto alta e con un ciuffo
inconfondibile. James.
Lily rallentò, normalizzando
l’andatura della bici, e cercò di distendere il viso in un sorriso spensierato,
solo per rendersi conto che non ce n’era affatto bisogno: in effetti, stava
già sorridendo.
Accolse con gioia ogni nuovo
particolare che riusciva a scorgere via via che si avvicinava, e quando
raggiunse la porta aveva ormai un sorriso radioso. Ancora in sella, salutò sia
lui che sua madre con sincero entusiasmo. James si illuminò nel vederla, come
faceva ogni volta, e sua madre parve piuttosto sollevata. Lily ricordò
improvvisamente la cena con Vernon, che aveva completamente rimosso, e per poco
non si mise a ridere. Dopotutto, pareva fosse arrivata in tempo. Smontò dalla
bici, e corse a baciare prima sua madre, poi James, il cuore a mille mentre lo
sfiorava.
“Tesoro, finalmente! Ma…che hai
fatto?”
Le parole di sua madre le fecero
perdere un battito, poi si rese conto del proprio aspetto: aveva perso
l’elastico chissà dove, e i capelli le ricadevano intorno al volto scarmigliati
e sconvolti, i sandali erano tutti inzaccherati e i vestiti stropicciati e in
più punti sporchi di fango, per quando con Severus…nella radura…
“Oh…ho preso una sbandata e sono
finita per terra, dritta dentro una pozzanghera!”
Si meravigliò della rapidità con
cui la frottola le era salita alle labbra, e decise immediatamente che quella
sarebbe stata la sua prima e ultima menzogna, grata che il sole ormai
tramontato non potesse illuminare il rossore del suo viso. Almeno, parve
funzionare: James la guardò teneramente divertito, e sua madre la squadrò con
occhio critico, prima di stabilire:
“Beh, allora è un miracolo che tu
non ti sia tutta sgraffiata…Vuoi entrare a farti una doccia o qualcosa di
simile?”
Lily ci pensò su un attimo, poi
decise di declinare l’offerta:
“No, mamma, tranquilla…me la
vedrò a Londra! Anzi…forse è meglio se andiamo, eh?”
Le strizzò l’occhio, e sua madre sorrise,
annuendo mentre James, evidentemente all’oscuro del “fattore Vernon”, le
guardava interrogativo. Si salutarono, baciandosi due volte su ogni guancia e
abbracciandosi,con mille raccomandazioni e promesse di sentirsi presto, poi sua
madre diede un buffetto a James e baciò anche lui sulla guancia. Si rinnovarono
l’appuntamento al weekend per gli ultimi preparativi del matrimonio, poi sua
madre sparì dentro casa.
Appena rimasero soli, James le
cinse la vita con un braccio e la attirò a sé, lasciandole un bacio a stampo
sulla bocca e uno tra i capelli. Lily rispose con gioia a quelle attenzioni, e
si strinse a lui, inalando il suo odore. Questo era giusto, era quello
che voleva avere per sempre. Si sorprese di averne potuto dubitare anche per un
solo momento, ma poi si rese conto che non era esattamente vero, che sapeva fin
dall’inizio che sarebbe tornata lì, che il suo posto era tra le braccia di
James.Stretta a lui, le sembrava che tutto ciò che era successo quella giornata
non appartenesse che ad un sogno sempre più sbiadito, e James era la realtà, il
dolce risveglio. Si strinse più forte a lui, sorridendo contro il tessuto della
sua t-shirt. James giocherellò con un suo riccio ribelle, attorcigliandoci
intorno il dito.
“Povero il mio fiorellino tutto
infangato…” le disse, scherzoso, prima di lasciarle un altro bacio sulla nuca.
“Sei sicura di non voler tornare dentro a rinfrescarti un po’?”
“No, James” disse Lily, e strinse
forte le mani nelle sue. “Portami a casa.”
Lavami via,
pulisci il tuo
corpo da me,
cancella tutti i
ricordi,
non farebbero
altro che portarci dolore.
(Muse
– Citizen Erased)
FINIS
NdDarkElectra: Ebbene, eccoci. Les joues sont fait, siamo alla fine. Che ne dite ? Un finale non proprio felice,
almeno per il nostro povero Severus…E dopotutto, credo che la storia non
potesse finire altrimenti, penso di aver sempre saputo che le ultime battute
sarebbero state per Lily e James… che avrei dovuto scrivere quelle due precise
parole. Ciò su cui mi premeva concentrarmi, piuttosto, era il modo in cui
quelle parole siano maturate dentro Lily, il perché alla fine abbia scelto
James, come sia arrivata a una soluzione così sofferta. Perché lei amava
Severus, guardiamoci in faccia. Lo amava davvero, ne sono convinta. E così,
visto che da quando è venuta fuori la loro storia più o meno tutti i
fanfictionisti del mondo (me compresa) si sono concentrati su Severus, sul suo
amore, sul suo dolore…l’intento di questa storia è stato, dall’inizio alla fine,
mostrarvi il risvolto della medaglia, quelli che potevano essere i sentimenti
di Lily, il dolore e l’amore che sicuramente anche lei provava dentro di sé.
Non ho pensato a questa shot necessariamente come a un “lost moment”, non so dire se quanto ho narrato sarebbe stato
davvero possibile tra loro, anche se mi piacerebbe che fosse andata così. Perché
un momento di intimità, uno solo, anche sofferto, se lo meritavano. Ommamma, ma
quanto parlo? Basta, sproloquio come al solito. Il succo della cosa come sempre
è: spero questa storia vi sia piaciuta, spero mi farete la grazia di
commentare, spero sarete buoni con gli ortaggi marci :D Detto questo…via ai
ringraziamenti!!
Grazie a Clara, la beta migliore del mondo, che nonostante l’università
e nonostante non ami la coppia ha letto pazientemente tutti i capitoli,
sopportando contemporaneamente tutte le mie psicosi e i miei momenti di blocco
letterario (senza nemmeno mandarmi a quel paese!!) Quindi, con tutto il cuore, grazie
tata!!!
Grazie a tutte quelle persone che, commentando, preferendo,
o anche solo leggendo, in qualche modo hanno partecipato a questa storia, perché
senza di loro non avrebbe senso scrivere.
Grazie in anticipo a chi commenterà questo capitolo!
E infine passiamo alle risposte alle recensioni!
Gealach: che dirti…grazie duemila! Mille
volte per avermi preferito, e mille per aver commentato!! Sono felicissima che
la fic ti sia così piaciuta, spero di non averti delusa con questo capitolo
(che è stato il più difficile da scrivere soprattutto nell’ultima parte ^.^” )
e aspetto con ansia un tuo nuovo commento!!
Bittersweet miki: e sì, un momento di passione tra
loro due ci voleva davvero…se lo meritavano, no? ;) Grazie per la recensione,
ne aspetto presto un’altra!!
Jane Gallagher: non hai idea di quanto i tuoi
commenti riescano a rendermi felice. Grazie per non avermi lasciato “due righe
insignificanti”! Riguardo a personaggi e situazioni…perdo pomeriggi a cercare
di renderli IC (credo di averlo già detto…mah) quindi sapere di esserci
riuscita al punto da farti apprezzare una coppia che non ti piace…come dire, è
un sogno! E a proposito della coppia…ho il sospetto che tu abbia particolarmente
apprezzato il finale, o sbaglio? ;)
Pulciosa: mi ricordo
la tua fic, che resta ad oggi una delle migliori che abbia mai letto sulla
coppia. E mi dispiace che tu non sia tanto d’accordo con la lemon, perché, e
spero di non sconvolgerti, l’idea embrionale di questa fic E della scena di
sesso in essa contenuta è stata in parte ispirata dal tuo primo capitolo…ho trovato
brillante l’idea di Severus perso in torbide relazioni con “signorine allegre”
dai capelli rossi, ed ho pensato che però avrebbero avuto tanto più senso se
fossero state una grottesca replica di un vero atto d’amore, di un’unica volta
con la vera Lily, la sua Lily. E volevo che Severus avesse un momento d’amore,
tra tutta la sofferenza che ha caratterizzato la sua vita. Quindi, no, non l’ho
intesa come un regalo d’addio da parte di Lily (ma questo già l’ha spiegato lei
;))…al massimo il regalo a Sev l’ho voluto fare io…no, scherzi a parte, come ho
scritto nella fiction stessa, pensavo fosse giusto, fosse un modo di chiudere
col passato, qualcosa che doveva succedere tra loro perché almeno Lily potesse
rendersi conto appieno di ciò che abbandonava e liberarsi per tornare senza
rimorsi da James, che lei ama davvero, su questo siamo tutti d’accordo. Acc,
quanto ho scritto! Scusa, ma ci tenevo a precisare il discorso della lemon…spero
sia chiaro, ora! Grazie mille, di cuore, per la tua recensione dettagliatissima…spero
me ne lascerai presto un’altra altrettanto utile!! Grazie ancora.
E adesso siamo davvero alla
Fine
Grazie mille
ancora a tutti, e non dimenticate di
RECENSIRE!!!!