L'albero del pomodoro

di Alekxsandros
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L’ALBERO DEL POMODORO
 
Dario passeggiava tranquillo e beato sul sentiero adiacente al fiume Fermaglio. Canticchiava e osservava il paesaggio splendente e luminoso colorato da incantevoli colori. Ogni passo denotava sempre più fatica e ansimava continuamente per via della sua millenaria asma. Le mani si muovevano al ritmo imprecisato del proprio piacere e le spalle gli dolevano. Girato l’angolo e proseguendo direttamente verso il mare, udì il battito di qualche cosa che cadeva dall’alto. Si guardò intorno e vide solamente alberi freschi e svolazzanti circondati dal Sole. Poi, all’unisono della visione vide un albero differente dagli altri. Era più basso, la corteccia color verde unito alle foglie d’argento lucente incideva e infervorava un profondo sollecito al felice pensiero di Dario. Presentava inoltre dei frutti comunemente raccolti a terra negli orti a valle: pomodori, freschi, grossi, polposi e con un colore talmente vivace da far rumoreggiare il proprio vizio del cibo.
Allora Dario si avvicinò alle radici stracolme di erba fluente, e raccolse qualche frutto rosso acceso e li portò con sé in riva al mare. Sulla spiaggia giallo ocra, il rosso s'immergeva a pitturare la posizione unica del viandante. D’un tratto gli caddero dalle mani i pomodori e in poco tempo si sporcarono di sabbia immangiabile. Li prese e li immerse nell’acqua salata. Al togliere i frutti dall’acqua vide che erano scomparsi nella parte superiore. I pesci della riva gli avevano strappato e mangiato i frutti che aveva immerso e così disse: “Oggi non mangio niente.”. 




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