Bratja

di chocobanana_
(/viewuser.php?uid=240877)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


6#Out There
 
Arthur si mosse pigramente, stanco e assonnato, verso l’altro lato del letto.
Cercava di afferrare le coperte con le dita, per coprirsi.
Appena sentì il pile morbido sotto la mano, strinse la presa.
Non riusciva a ritrovare il calore che aveva perso durante la lunga dormita; si era tolto più e più volte il lenzuolo da dosso.
Ancora spossato, rotolò piano verso la figura che stava al suo fianco.
Sbadigliò.
Avvertì il proprio corpo aderire alla schiena del fratello maggiore e si avvinghiò a lui come aveva fatto tante e tante volte, magari in circostanze diverse.
Ian, dal canto suo, per quanto burbero fosse, non aveva mai rifiutato gli abbracci del minore, al massimo sbuffava, fingendo di essere seccato da quel modo di fare da bambino.
“Svegliati, pigrone.” Borbottò lo scozzese, voltandosi verso Arthur.
L’altro spalancò i grandi occhi verdi e sbuffò, insonnolito. “Che noia che sei.”
Arthur amava godersi quei ritagli di mattinata, quelli in cui entrambi erano sereni, in cui non aleggiava nessuna tensione e non c’era traccia di nervosismo.
Ian sembrava perfino essere più dolce –sempre se quella era la parola adatta a lui-.
L’inglese cercava di vivere ogni attimo come potesse essere l’ultimo passato così, stesi l’uno al fianco dell’altro, vicini.
Il respiro del biondo si scontrava sulla pelle di Ian.
Il rosso si alzò sulle braccia. “È tardi.” Mormorò.
Diede una bacio sulla fronte del fratellino e sgusciò via dalla presa, si sarebbe concesso altri cinque minuti se l’orologio non avesse segnato le dieci in punto.
Arthur protestò. “Poi sono io quello antipatico e sempre di fretta.”
“Non sono frettoloso, sono puntuale e basta.” Ribatté Ian, seccato.
L’inglese bofonchiò qualcosa che il più grande non riuscì a recepire.
Lo scozzese si vestì velocemente, non staccando gli occhi dalle lancette della sveglia.
Arthur lo fissò qualche minuto, continuando a recuperare le forze perdute durante la notte.
Tra poco si sarebbe alzato anche lui. Sarebbe stata una giornata come le altre, all’insegna del lavoro.
Ian gli accarezzò i capelli, in un goffo segno d’affetto, poi uscì.
Arthur lo vide sparire dall’altra parte dell’uscio. “Là fuori non è così.” Borbottò, quasi rammaricato.
Prima Ian era sempre pronto a confortarlo, adesso Arthur doveva aspettare che lui tornasse a casa e che la porta si chiudesse alle sue spalle. Fuori da quella casa, Ian preferiva ignorare quello che provava per il fratello minore.
L’inglese si chiedeva ancora perché, ma sapeva di essere ad un passo dalla risposta. Soluzione che lo portava a ragionare su quanto quel loro rapporto fosse sbagliato. 
Meglio tenerlo chiuso tra quattro mura.

####


.:Angolo dell'autrice:.

Seraaa-- dopo un sacco di tempo ecco l'aggiornamento di questa raccolta cwc
ultimamente mi è venuta voglia di ScotEng-- e quindi ho scritto.
Sì. Tutto ciò è stato partorito in nave, mentre tornavo a casa dopo quindici giorni di mare e sole  -bruciature coffcoff-.
grazie a Reby che ha controllato che fosse tutto a posto, ultimamente sono insicura su quello che scrivo cwc
Esco da un altro bruttissimo blocco-- 
Però sono felice di essere, mh, tornata (?).
Spero vi sia piaciuta-- ora corro già a scrivere il prossimo capitolo gn.
camy





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2056942