"Ne più mai..."
Le piaceva, quel sonetto. Era struggente,
sentimentale.
Tamburellò con la matita sul libro, riflettendo. I suoi
occhi fissi al di là dello spesso vetro dell'infisso metallico.
Osservava il vuoto, aspettando che il filo dei suoi
pensieri riprendesse la retta via. Alle sue spalle, un'accattivante voce
femminile pubblicizzava cioccolato di San Valentino.
Tutti felici, tutti felici, tutti felici...
Richiuse il libro di letteratura, avrebbe pensato un
altro giorno a Foscolo.
Fissò il cellulare.
Inutile, non aveva nessun uomo che potesse ricordarsi di
lei, se non quando c'era bisogno di qualcosa.
La ferita inferta dall'atteggiamento dei compagni
di classe nei suoi confronti, la sera precedente, le bruciava ancora, ai
margini. O molto, molto più profondamente?
Eppure era cresciuta condividendo le sue ore con la
disillusione.
Non sei bella, non sei magra, nessun individuo
di sesso maschile si interesserà mai a te, nemmeno per esserti amico.
Perchè il tuo affetto è stato represso troppo a lungo per essere moderato, e gli
uomini sono solo interessati per raggiungere l'obiettivo generale.
Sbuffò, malinconicamente. L'essere costretta a portare
una spessa maschera di cordialità la stancava, più di ogni altra cosa. Era
morbosamente attenta a non far trasparire nulla; ogni tanto il sorprendersi a
emettere frivole e vuote risate le provocava i conati di vomito.
A volte le piaceva crogiolarsi nella letteratura, trovando
versi o brani adatti alla sua situazione. La sua scelta cadeva quasi
sempre su Saffo.
"Sono tramontate le Pleiadi,(...)e io dormo
sola"
...
Era stanca, stanca di essere la confidente delle
ragazze; non le interessava niente di quello che facevano quelle quattro
sgualdrine.
Stava con loro solo per essere integrata nel gruppo,
perchè aveva avuto sempre paura di rimanere totalmente sola.
Pensò alle bugie di cui riempiva i genitori, alla
fastidiosa sorella, al suo gattino, a Jacopo Ortis, al ragazzo per cui le si
stringeva il respiro.
Che in quel momento era a cena, a divertirsi con
altre stupide, per San Valentino.
Un forte soffio di tramontana scosse gli alberi,
fuori.
La tramontana. Le piaceva,il freddo vento
del nord.
Una luce perversa le baluginò negli occhi, guardò la
matita e il quaderno riposti sul tavolo.
Ripensò ai genitori, alla sorella, all'amato animaletto. In
fondo, avrebbe lasciato un'eredità d'affetti sufficiente a rimpiangerla.
Li amava, ma il suo era un amore
strano. Era forte, ma voleva qualcosa in cambio.
Spalancò l'infisso. La tramontana l'avvolse,forte,
ghiacciata, le frustava il viso, il corpo massiccio, i capelli
ingarbugliati.
Strappò un foglio, scribacchiandovi una parola
frettolosa. E uscì in terrazza, sorridendo .
Sarebbe sembrato appassionato, sarebbe sembrato
commovente.
L'ultima cosa che sentì, fu una lacrima ghiacciata sul
viso, mentre si gettava nel vuoto sotto di lei.
Amatemi,
aveva scritto.
Anche se credo sia chiaro, voglio ribadirlo per evitare equivoci:
Nota 1: "nè più mai" è l'incipit di " A Zacinto",Ugo Foscolo
Nota 2: "sono tramontate...sola" è una parte di uno dei frammenti di Saffo
L'autrice |