Detective Silvia - Misteri di un mondo (quasi) innocuo

di Mosale
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Silvia era seduta di fronte ad un gatto. Un gatto molto inquietante di nome Girolamo.
Le faceva ricordare quell’altro tizio, Remo, che aveva fatto quasi le stesse domande che stava facendo ora Girolamo.
Sempre i soliti “Come ti chiami?”, “Dove vai?”, come se i due animali avessero un contatto telepatico per mettersi d’accordo sulle domande.
Silvia rispose al gatto con i soliti “Ciao, sono Silvia!”, “Mi sto trasferendo e vado a vivere a Fiore!” finche non arrivò il “tragico momento dell’addio”.
Al contrario di Remo, Girolamo non sembrava molto triste, anzi.
La salutava con un’aria un po’ maliziosa e Silvia, per accertarsi, lo guardò fin quando la portiera non si chiuse lasciando Silvia in quella piccola stazione, vicino a una scimmia col cappello.
“Benvenuta a Fiore!” salutò allegramente la scimmia “Mi chiamo CiufCiuf e sono il capostazione!”
Silvia ricambiò il saluto, poi si concentrò su un armadietto accanto al capostazione.
“Scusi se disturbo” chiese Silvia “Mi potrebbe spiegare cosa serve quell’armadietto?” Poi, per “scusarsi” dell’ignoranza, disse: “Nella mia città non l’ho mai visto”.
CiufCiuf sorrise, poi iniziò a spiegare: “Allora, carissima … come hai detto di chiamarti, se te l’ho chiesto?”
“Silvia” rispose la ragazza.
“Allora, carissima Silvia” riprese la scimmia “In quest’armadietto puoi depositare tutte le tue cose!”
“Solo questo?” disse incredula Silvia “Pensavo ci fosse un congelatore per cibo!”
Il capostazione rise, per poi continuare: “Per quello c’è benissimo il frigorifero!” smise di ridere “Devi sapere, cara Silvia, che quest’armadietto è collegato a tutti gli armadi che possiedi in casa!”
Shock totale. Se quello che la scimmia diceva era vero … non osava pensarci.
“Strano ma utile” disse CiufCiuf facendole l’occhiolino. “Vuoi fare una prova?”
Detto questo, Silvia si tolse il suo amato cappello rosso, rivelando una folta chioma dello stesso colore.
Mise il berretto dentro l’armadietto sperando che ciò che diceva la scimmia era solo una bufala per i nuovi arrivati.  
Nella sua vecchia città, Areland, almeno le persone erano serie.
Faceva eccezione il sindaco, che qualche volta faceva il pazzo e si vestiva da ghianda.
“Perfetto!” disse CiufCiuf “Appena i tuoi mobili saranno arrivati potrai verificare tu stessa la cosa!”
L’orologio battè le tre di pomeriggio.
“Oh, no, devo andare!” disse Silvia “Ci vediamo CiufCiuf!”
“Ci vediamo!” la salutò la scimmia.
Poi, a bassa voce, aggiunse “Spero che non scoprirai il nostro segreto ...”
Appena uscita dalla stazione, Silvia si sentì angosciata.
Non era per il nuovo ambiente, ma per la folla di animaletti che l’aveva circondata.
Una di questi, una barboncina molto carina, le disse due parole che a Silvia parvero due spade conficcate nel cuore.
Non poteva credere a quelle parole. Stava sognando, sì, solo un sogno.
Presto si sarebbe svegliata. Si diede un pizzicotto sulla guancia per velocizzare la cosa, ma niente.
“Benvenuto Sindaco!” ripeté la barboncina, più felice che mai.
Panico.
Il panico la stava soffocando, tanto da offuscarle la vista e farle perdere i sensi.




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