my pubblication 42
Era
così timida e io
anche, non sapendo come avvicinarla decisi che gli avrei costruito
una cosa che a me riusciva tanto bene, una marionetta, semplice, di
legno, che lei avrebbe
potuto tenere per ricordarsi di me....
28 Maggio 2006
Roma
"Quella mattina avevo uno strano presentimento, come se sarebbe
successo
da un momento all'altro qualcosa che avrebbe sconvolto la mia
vita. Oddio, non esageriamo, però... c'era qualcosa di
strano"
Solito percorso a piedi per raggiungere scuola, faticoso è
vero, ma anche molto bello; passavo sempre vicino al Colosseo. Mi piace
quel posto, in particolare d'estate, quando il sole illumina i resti
della Roma antica.
Era una giornata come tante si può dire, fino a quando non
sentii delle urla. Tanta gente si era accalcata intorno a qualcosa e
una donna urlava spaventata; mi avvicinai curiosa, pessima mossa ora
che ci penso, ma la curiosità era tanta. Mi feci largo tra
la
folla e vidi una cosa che mi spaventò molto: tre ragazzi si
stevano picchiando, uno con i capelli rossi era a terra
incapace ormai di reagire, gli altri due, uno moro e uno
con i capelli arancioni, lo picchiavano
continuamente. Il
ragazzo a terra non si muoveva più e con spavento mi accorsi
che era svenuto!
Quando i due se ne andarono la folla si diradò e
rimasi
solo io a guardare quel poverino, non sopportavo di vederlo
abbandonato in quel modo; così mi avvicinai e mi misi in
ginocchio vicino a lui, presi il suo viso tra le mani e, come
prevedibile, vidi che era pieno di
lividi, tagli e graffi. Con un fazzoletto impregnato d'acqua cominciai
a pulirlo fino a quando di colpo non si svegliò.
- calmati, ti stò rinfrescando - dissi dolcemente
Lui non rispose, non ringraziò. Mi guardava e basta mentre
lo disinfettavo, poi notò il mio zaino.
- devi andare a scuola? - mi chiese atono
- Uh? In effetti... -
- Allora vai, rischi di fare tardi -
- No, non è un problema, entro dopo -
Anche questa volta non rispose. Dopo che ebbi disinfettato le ferite lo
aiutai ad alzarsi, cosa ardua visto che non si reggeva in piedi.
- Ce la faccio -
- Non si direbbe -
Si fermò a guardarmi ancora una volta.
- Perchè mi stai aiutando? -
- Bè, ecco...è una storia lunga da spiegare -
- Daccordo. Da adesso ce la faccio da solo -
- Sicuro? -
- Si -
- Ok, io vado. E mi raccomando...vedi di non rifare a botte - dissi
sorridente
Lui mosse leggermente le labbra come ad accennare un sorriso e pensai
che fosse una cosa rara per lui. Da quando si era svegliato era stato
serio tutto il tempo.
- Grazie - disse, poi si girò e sparì tra la
folla.
Mi dovevo sbrigare. Ero in ritardo. E dire che quella mattina mi ero
anche svegliata presto per arrivare in orario. Ma non
potevo lasciare quel ragazzo in quelle condizioni, avrei
solo voluto fare qualcosa di più per lui.
"Fu un incontro fugace il nostro, ma sentivo che lo avrei rincontrato.
Ne ero quasi certa."
Le ore di lezione sembrarono non passare mai e quando suonò
la
campanella dell' ultima ora ringraziai mentalmente quell' adorato
bidello che comprendendo la nostra stanchezza la faceva suonare sempre
un pò prima.
Uscii da scuola di corsa, lo stomaco brontolava come non mai. Per
tornare a casa decisi di prendere una scorciatoia scoperta da
poco. Passai per qualche vicolo laterale e dopo non molto mi
ritrovai in un vicoletto semideserto.
Mi guardai attorno, c'era qualcosa di diverso dal solito, ma
cosa? Rimasi per qualche minuto sovra pensiero e
poi me ne accorsi. Un nuovo negozio. Lessi l'insegna, "Matsuo".
Che strano
nome, pensai. Osservai le vetrine, erano interessanti e a
prima vista delicate. Deliziose direi. C'erano tante marionette fatte
in legno, a
mano, veramente bellissime. Sarà che adoro le cose
artigianali,
ma mi piacevano molto!
Era tardi e non potevo fermarmi; mia sorella a casa mi aspettava e
dovevo preparare il pranzo, una seccatura avrebbe detto un mio
amico. Ma dovevo andare. Osservai un altra volta le vetrine
poi scappai, sarei comunque ripassata.
Quando arrivai a casa mia sorella mi investì come una furia.
- Hinata! Finalmente, ci hai messo tanto -
- Lo so, mi sono fermata un attimo a guardare un nuovo negozio
-
- Cosa vende? Vestiti? - mi chiese lei con occhi sbrillucicosi.
- No, marionette! Artigianali... -
- Uff, che schifo -
- Sono bellissime! - risposi sorridente.
- Solo a te può piacere quella roba -
Sorrisi e gli scompigliai i capelli; a volte era proprio una bambina
nonostante facesse ormai il primo superiore.
- Vado a preparare il pranzo, tu intanto apparecchia -
- Si si, uffa! -
Sorrisi.
Dopo pranzo mia sorella si buttò sul divano a guardare la
televisone mentre io decisi di riandare a vedere quel negozio; mi
aveva colpito dato che non se ne trovavano in giro.
Uscii di casa e mi diressi verso quel vicoletto. Trovai subito il mio
obbiettivo; mi feci coraggio ed entrai.
La luce era fioca e c'era odore di legno lavorato, un profumo che
amavo. Mi avvicinai al bancone.
- Salve, desidera? - chiese una voce alle mie spalle, e mi girai di
scatto.
Ci guardammo un attimo sorpresi, poi all' unisono
- Tu? -
Bene, finita la mia prima ff " Per la prima volta" parto con
quest'altra. Nonostante debba completarne ancora un altra in sospeso
da un bel pò (ti ho appena vista e già sei
mia). Purtroppo la scuola e la mancanza di ispirazione sono un
problema, ma la continuerò al più presto!!!
Per quanto riguarda questa ff probabilmente ci sarà da
ridire
sull' ambientazione, ma, visto che mi è venuta in mente
mentre
ero in giro per i fori imperiali, ho deciso di ambientarla
lì. Spero che come inizio non sia malvagio.
Per la cronaca saranno tre capitoli, ma non so con quale frequenza
aggiornerò, spero spesso!!!
Grazie a chi ha letto!
ciaooooooooo!!!!
saku
P.S.: nel prossimo capitolo metterò anche i ringaziamenti
per le
ultime recensioni della ff "Per la prima volta"
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