Dimmi di te.

di Dulcamara_KR
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- Dimmi di te.



Dimmi di te,
dei tuoi telegrammi sbiaditi
tra le righe di un utero saturato,
dei colloqui scalzi sulle corsie
di un ripetitore organico.

Dimmi delle effusioni patologiche
ingurgitate nei bistrot
con merlature di cloroformio,
del branco di capsule
che coagula le tue impronte
crocefisse in cantina.
Dimmi degli ascensori
sui tabernacoli:
il vagone per l'alfabeto suicida,
un'atmosfera esclusiva
di eiaculazioni in scatola
come pietanza natalizia,
la maestranza del palinsesto
a verniciare la pineale,
l'anginofobia che strangola
il tuo ego
in una metastasi verbale.
Dimmi di te,
delle tue sospensioni
mai esalate,
dell'insetticida disseminato
sulla cute dei tuoi spazi,
il blaterare di un mutismo
incluso nel prezzo
che pulsa;
l'arresto fecondo
di un rantolo inarcatosi
all'abitacolo ipotermico
di un bitorzolo ostruito.
Dimmi dell'infezione
indotta dai tuoi sguardi
abortiti,
il brulicare
di sequenze mnemoniche
miopi
a calcificare il tuo emigrare:
la diramazione di un suono contuso
che ti accoglie
sotto il suo riflettore soffuso
ad intonare il tuo omicidio
con il tuo canto distratto.
Dimmi dei piedistalli,
dei balli funebri,
dei calli sui denti
a masticare dulcamare
che non ti appartengono.
Dimmi di te,
perché di me
io
non voglio sapere.

 




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