DON’T TOUCH MY COOKIES
Era stata una lunga giornata di
viaggio. Le terre dolci e ospitali che avevano incontrato appena fuori dalla
Contea stavano ora trasformandosi, degradando in una landa brulla e desolata. I
pochi alberi presenti erano radunati in gruppetti qua e là, mentre i bassi
cespugli intralciavano il cammino.
Il terreno era incolto e cosparso
di buche, nelle quali ogni tanto qualche pony finiva per infilare una zampa,
rischiando di farsi del male e sottoponendo il suo povero cavaliere a scossoni
poco graditi.
Quando finalmente, a sole già
calato, Thorin diede ordine di fermarsi per la notte, i viaggiatori accolsero
la notizia con un sospiro di sollievo stando attenti, ovviamente, a non farsi
sentire dal capo della compagnia per evitare che intendesse il loro
comportamento come una critica nei suoi riguardi e nei confronti delle sue
decisioni.
Thorin era parecchio nervoso in
quei giorni, più del solito, insomma. Probabilmente perché, come tutti gli
altri, percepiva l’urgenza di raggiungere al più presto nuovi territori meno
esposti, dove avrebbero potuto viaggiare senza correre il rischio di essere
avvistati dal nemico da un momento all’altro.
« Il mio povero sedere! »
borbottò Bilbo, massaggiandosi il fondo schiena non appena fu sceso da cavallo.
« A chi lo dici… » commentò Bofur
accanto a lui, stiracchiandosi.
« Bombur, prepara la cena. »
l’ordine insindacabile di Thorin suonò all’interno del cerchio che i nani, lo hobbit,
lo stregone e i pony avevano costituito accanto al piccolo boschetto che era
stato scelto come riparo notturno.
« Sarà meglio non fare rumore e
tenere il fuoco basso. » li avvertì Balin, premuroso « Siamo abbastanza allo
scoperto, meglio non correre troppi rischi. »
Gli altri nani annuirono e ognuno
si diede da fare per preparare il campo per la notte, liberare i pony dai
pesanti bagagli o aiutare Bombur che si stava occupando della cena.
« Manca ancora tanto? » reclamò
dopo alcuni minuti Dwalin che, stravaccato a terra e con gli occhi semichiusi,
stava morendo di fame.
« Un attimo, non ha ancora finito
di cuocere! » borbottò Bombur, inchinato sul pesante calderone che emanava un
denso fumo.
Balin sorrise a Bilbo, che era
seduto accanto a lui: « Ha sempre avuto poca pazienza, mio fratello… »
sentenziò il vecchio nano con una nota di divertimento nella voce.
« Che ci vorrà mai per cucinare
quel po’ di carne che ci è rimasta. » continuò Dwalin sbadigliando.
Fili e Kili lo osservavano in
silenzio, con un’espressione stanca ma ammirata nei confronti di quel nano così
forte e valoroso, grande amico di Thorin.
« E poi quell’affare fa troppo
fumo, ci farà beccare nell’arco di pochi minuti, gli orchi lo vedranno da
miglia di distanza. » continuò il nano.
A quell’affermazione, Bilbo
rabbrividì, mentre qualche nano alzava gli occhi al cielo e Bombur, dal canto
suo, rimaneva in silenzio come sempre. Non valeva la pena di mettersi contro
Dwalin, specie nei momenti come quello, in cui era particolarmente nervoso.
L’unico che avrebbe potuto permettersi di correre un simile rischio era
Gandalf, ma lo stregone era comodamente seduto con la schiena appoggiata al
tronco di un albero mezzo rinsecchito, e stava caricando la sua pipa. Doveva
essere in uno di quei momenti in cui la compagnia di sé stesso era l’unica cosa
che desiderava.
« Un’ora per cucinare due pezzi
di carne, che non basteranno a sfamare nemmeno un quarto della compagnia, un
fumo da far invidia a un vulcano, che ci farà scoprire da un momento all’altro,
perfetto direi! » borbottò ancora Dwalin con voce roca.
« Tieni… » sussurrò ad un tratto
Bilbo con un filo di voce, e porse al nano un piccolo fagotto. Non seppe
nemmeno lui se lo fece per gentilezza o perché era stufo di sentire Dwalin
lamentarsi o, ancora, perché non voleva più sentire quei continui discorsi sul
fumo e sugli orchi che avrebbe attirato. Forse tutte queste cose insieme.
Il nano osservò ciò che lo hobbit
gli stava porgendo.
« Sono biscotti. » gli spiegò
Bilbo « Ne sono rimasti pochi, ma per placare la fame fino a che non sarà
pronta le cena penso che basteranno. »
Balin sorrise sotto i baffi, e
così fece lo stesso Gandalf, mentre Dwalin osservò cupo lo hobbit, quindi
afferrò il fagotto grugnendo un “Grazie” tra i denti.
Sciolse il nodo che lo teneva
chiuso, rivelando quattro piccoli biscotti, secchi e mezzi rotti.
Ne afferrò uno e cominciò a
masticarlo. Nel giro di due morsi era già sparito e Dwalin si accinse a
mangiarne un altro. Lo sollevò, e stava per gettarlo tutto intero in bocca
quando qualcosa attirò la sua attenzione.
« Balin. » mormorò serio Dwalin.
Il fratello più anziano, che
stava scambiando qualche parola con Bilbo Dori, e Ori si voltò verso Dwalin,
preoccupato dal tono della sua voce.
« Cosa c’è? »
« Dov’è la tua mazza? »
« Cos… »
« Dammi la tua mazza! » ripeté il
più giovane senza dare spiegazioni.
Balin afferrò la sua mazza e la
passò al fratello. Anche Oin e Gloin, che stavano cercando di decifrare un
discorso di Bifur, si zittirono e osservarono i loro compagni con apprensione.
La tensione nel gruppo salì alle
stelle, tanto che lo stesso Bombur rimase con il cucchiaio, con cui stava
assaggiando la cena, sollevato a metà e la bocca aperta, mentre Bilbo, con gli
occhi spalancati come un gufo, tremava dalla testa ai piedi, peli compresi.
Quando Dwalin parlava con quella
voce, significava che stava per succedere qualcosa e, il fatto che avesse
chiesto a Balin la sua mazza, non lasciava presagire nulla di buono.
Il possente nano si sollevò in
piedi, stringendo più forte la presa sulla mazza del fratello.
Lo stesso Thorin gli si era
avvicinato, allarmato, scrutando l’oscurità alla ricerca di qualche nemico. «
Dwalin che cos’ hai… » il capo della compagnia non fece in tempo a terminare la
frase, che Dwalin lanciò un grido di battaglia, cominciando a prendere
letteralmente a mazzate il fagotto di Bilbo, compresi i biscotti che vi erano
rimasti all’interno.
Il nano continuò a lungo
nell’impresa, mentre i suoi compagni lo osservavano, immersi nello
sbigottimento totale.
Quando finalmente decise che il
suo pericoloso nemico non poteva più nuocere a nessuno, smise di prenderlo a mazzate,
si erse in tutta la sua statura appoggiandosi alla mazza del fratello e tirò
alcuni profondi respiri per riprendere fiato.
« E… questo cosa significava? »
domandò Thorin, con gli occhi ancora leggermente spalancati, cercando di
mantenere un contegno. Era già sufficiente il suo migliore amico che dava i
numeri, non voleva dare a vedere quanto ne fosse rimasto scioccato.
Gli altri nani, Bilbo e Gandalf
erano a loro volta come pietrificati e tutti fissavano Dwalin.
« Loro non possono avere i miei
biscotti! » sbottò lui con aria soddisfatta.
« Loro… chi? » continuò Thorin.
« Le formiche! » esclamò Dwalin «
Ce n’era una sul biscotto! »
Se non fosse stato che tutti
temevano la reazione di Dwalin, in molti si sarebbero rotolati a terra dal
ridere, ma si trattennero. Gli unici che si permisero di lasciarsi sfuggire un
risolino furono Fili e Kili.
« Bene fratello… » iniziò Balin
cercando di risolvere quella situazione di stallo che si era creata: Thorin era
rimasto talmente tanto scioccato che stava fissando l’ex-fagotto del signor
Baggins con la bocca semi aperta e gli occhi spalancati, incapace di reagire.
« A questo punto cosa credi di
aver risolto? »
« La formica non c’è più! »
esclamò Dwalin come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo.
« Oh sì… ma anche i biscotti ora
saranno polverizzati! »
Il più giovane dei due fratelli
abbassò di scatto la testa in direzione dei biscotti, e rimase a fissare il
lavoro che aveva appena fatto, senza proferir parola.
« Senza contare che ora avremo di
sicuro gli orchi alle calcagna! » intervenne Nori. Bilbo deglutì a vuoto.
A quel commento, Dwalin si
riprese e attaccò Nori, cercando di distogliere l’attenzione dalla figuraccia
che aveva appena fatto: « Stai forse insinuando che li ho attirati qui? »
sbraitò « Se dovessero davvero arrivare gli orchi sarà per colpa di quel fumo,
non certo per via delle formiche! »
« Ah no certo, le formiche non
attirano gli orchi, quelli vengono attirati di più dal rumore di una mazza
nanica che prende a mazzate delle formiche indifese! »
Fili si portò una mano a coprire
la bocca, mentre Kili si nascose dietro la spalla del fratello, incapace di
trattenersi un secondo in più dal ridere.
« Cosa vorresti dire con questo?!
» urlò Dwalin stringendo la presa sulla mazza che teneva ancora in mano.
« Dwalin, calmo! » esclamò Balin
stringendogli una spalla.
Finalmente, Thorin si riprese
dallo shock e si decise ad intervenire: « Smettetela. Se continuate così, tra
poco avremo davvero degli orchi alle calcagna! »
A quel richiamo, Dwalin si calmò,
e restituì la mazza al fratello, borbottando qualcosa di incomprensibile,
quindi prese con due dita il povero fagotto e controllò all’interno: i biscotti
erano completamente sbriciolati e anche sporchi di terra.
Tese il braccio in direzione di
Bilbo porgendogli quello straccetto lurido: « Grazie comunque. »
Lo hobbit lo fissò per qualche
secondo, quindi annuì un paio di volte, per poi controllare a sua volta il
contenuto del fagotto. Accortosi che ormai i biscotti erano completamente
immangiabili, rivoltò il fagotto e rovesciò le briciole a terra.
« Cosa stai facendo? » gli
domandò Kili, curioso, osservandolo col capo leggermente inclinato di lato.
« Visto che ormai non si possono
più mangiare ho pensato che potevo lasciare le briciole a terra per le
formiche, così… »
Gandalf alzò gli occhi al cielo
mentre Bilbo, dal canto suo, si accorse di aver detto la cosa sbagliata quando
ormai era troppo tardi.
« Tu! » sbraitò Dwalin facendo
sussultare lo hobbit « Con tutta la fatica che ho fatto per neutralizzare
quella formica… »
Fortunatamente, Balin lo afferrò
per un braccio e cercò di calmarlo. Kili, dal canto suo, era seduto a terra che
rideva come un matto, mentre Fili si teneva la testa fra le mani e Thorin li
fulminava con lo sguardo.
« La cena è pronta! » esclamò
Bofur.
« Non è vero! » protestò Bombur «
Manca ancora… »
« Fidati, » disse di nuovo Bofur
allungando una scodella al fratello « La-cena-è-pronta! » scandì, in modo da
assicurarsi che l’altro comprendesse.
Se, anche quella sera, Bilbo non
ricevette da parte di Dwalin lo stesso trattamento che aveva ricevuto il suo
fagotto, lo dovette solo all’intervento provvidenziale di Bofur.
Ecco… questo è quello che succede quando, mentre si
fa colazione, si trova una formica nel sacchetto dei biscotti. Ovviamente, io l’ho
gentilmente accompagnata in giardino, non mi sarei mai sognata di reagire come
Dwalin, ma il mio pensiero poi è stato: come si sarebbe comportato Dwalin se
una formica avesse cercato si rubargli una briciola dei suoi amatissimi
biscotti? J
Spero che la fan fiction vi sia piaciuta! Grazie per
aver letto! J
A presto!
Eowyn 1
p.s. Bilbo è sempre il solito tenerone combina-guai!
XD Sì, lo so, sono di parte. Ma io amo quell’hobbit! J