Nota:
Questa è una commedia tendente alla parodia,
pertanto tutti i personaggi sono un po' OOC. E' ambientata durante la
terza serie ma non ci sono spoilers. O per essere più
precisi ce ne sono un paio ma vi sfido a riconoscerli in un contesto di
questo genere.
Dedicato a chiunque condivida
l'antipatia per la piagnucolosa patologa britannica.
Stella meditava vendetta. Miss
Britannia l'aveva scacciata dalla sala autopsie.
“Strega!”, pensò senza un filo di
rimorso. Sicuramente adesso era nell'ufficio di Mac a fargli gli occhi
dolci. Il segreto peggio mantenuto del laboratorio. Eccola li, la
vipera che guardava tutti dall'alto in basso solo perchè
veniva da quella piccola e boriosa isoletta nell'Atlantico.
“E tocca pure!” Pensò stizzita vedendo
la donna che posava la mano sulla guancia del “suo”
Mac. Prontamente fece finta di arrivare in quel momento e si
congratulò con se stessa per il tempismo quando Mac si
scosto dalla patologa come se si fosse scottato e mentre Stella si
mordeva l'interno della guancia per non scoppiare a ridere Peyton
faceva altrettanto per non mettersi a piangere. Certo che l'integerrimo
detective Taylor avrebbe anche potuto capire che intendeva se stessa
quando aveva insistito che riprendesse ad uscire. Pazienza, aveva perso
il primo round ma non la guerra. Stella si rivolse a Mac con un gran
sorriso e cominciò a elencare tutte le scoperte sul caso che
il suo team aveva fatto e lui prontamente si incamminò con
lei verso il laboratorio lasciando indietro Miss Lacrima Facile.
Più
tardi Mac era andato a scusarsi con Peyton. Lindsey opportunamente
appostata in un angolo aveva ascoltato tutta la conversazione ed aveva
subito riferito a Stella l'esito. L'esclamazione vittoriosa di
quest'ultima era stata di una frequenza di poco inferiore a quella
necessaria per far saltare i vetri.
Il
giorno seguente Stella si premunì di essere tutta dolcezza e
comprensione con il povero Mac, che nonostante fosse stato sposato per
più di 10 anni, capiva le donne quanto un bambino
dell'asilo. Il malcapitato aveva già abbastanza a che fare
con musi lunghi e lacrime furtive ogni volta che doveva scendere
all'obitorio, lei gli avrebbe fatto passare i momenti migliori della
giornata regalandogli calorosi sorrisi e offrendogli pure il pranzo.
“E che le lacrime ti soffochino, inglesina dei miei
stivali!” pensò Stella godendosi la compagnia
dell'uomo che era intenzionata a conquistare con ogni mezzo.
Che
qualche giorno dopo le due donne si scontrassero nel bel mezzo del
laboratorio stupì soltanto quei pochi, come Danny Messer,
che non avevano idea di cosa stesse accadendo. Nessuno, purtroppo, era
stato testimone dell'inizio della lite, ma non c'erano dubbi su quale
fosse il soggetto della contesa:
-
E' inutile che ti affanni, detective Bonasera, non l'avrai vinta.
-
Non sarei così pronta a scommetterci, fossi in te, piccola
ipocrita!
-
Ipocrita a chi? Sei tu che fingi di essere sua amica!
Inevitabilmente
le due donne passarono dagli insulti alle mani. E in questo campo,
anche senza l'addestramento dell'accademia di polizia, Stella era in
netto vantaggio. Mentre l'altra cercava, da donnetta isterica quale
era, di prenderla per i capelli, Stella molto più
efficacemente la immobilizzò in un attimo.
-
Che diavolo succede qui? - tuonò secca la voce di Mac,
facendo scappare tutti i tecnici che non avevano minimamente pensato di
interrompere la lite.
-
E' stata lei! - singhiozzò con quel suo accento cantilenante
Peyton districandosi dalla presa dell'altra donna e avvicinandosi a Mac
con gli occhioni opportunamente sgranati e carichi di lacrime
-
Stella? - Non avrebbe potuto sembrare più sorpreso nemmeno
se ci avesse provato.
-
Solo una piccola divergenza di opinioni, Mac – gli rispose
mentre cercava di risistemarsi in qualche modo i capelli.
-
Mi ha aggredita senza ragione! - insistette Peyton cercando di
convincere Mac della propria innocenza.
Lui
guardò entrambe le donne. Peyton aveva il viso solcato di
lacrime mentre i riccioli di Stella sembravano aver preso vita. Stella
aveva un brutto carattere, lo sapevano tutti, mentre Peyton era sempre
dolce ed educata.
-
Stell? - chiese dubbioso
Lei
ribolliva di rabbia. “Se credi a Miss Albione forse sei tu
che dovrei picchiare!” pensò indignata incrociando
le braccia e aspettando che Mac prendesse una decisione.
-
Non so cosa sia successo tra voi, ma vi pregherei di risolvere le
vostre divergenze in privato. La prossima volta non lascerò
correre. - fu la sua diplomatica scelta.
-
Ma... mi ha picchiata! - insistè Peyton con aria da vittima
sacrificale.
-
Ora basta! - esclamò Stella al colmo dell'esasperazione. -
Mac, tienimi lontano la tua ragazza perchè la prossima volta
non esiterò a fare quello che sostiene di aver subito!
Detto
questo uscì dal laboratorio lasciando Mac senza parole. E
Peyton con abbastanza da stancare persino un sordo.
Dire
che i rapporti fossero tesi nei giorni seguenti sarebbe prendere il
problema alla leggera. Peyton non perdeva occasione per andare da Mac a
lamentarsi di Stella. Stella non gli parlava a meno che non si
trattasse di lavoro. Messer faceva il broncio perchè era
stato l'unico a non sapere della tresca con la bella patologa e Mac
appena possibile andava a nascondersi, metaforicamente date le pareti
di vetro, nel suo ufficio dove trangugiava pastiglie per il mal di
testa e caffè.
Così
non si poteva andare avanti. Ma nemmeno i migliori detective della NYPD
sembravano in grado di trovare una soluzione. Flack proponeva di
chiudere in una stanza Stella e Peyton fino a quando non ne sarebbe
uscita solo una, Stella, vittoriosa. Lindsey, la solita romantica,
pensava che sarebbe bastato rinchiudere insieme Stella e Mac. Una volta
risolto tra loro, per Peyton non ci sarebbe stato più posto
nell'equazione. Hawkes pensava che rinchiuderli tutti e tre in una
volta avrebbe dato risultati migliori, mentre Adam, il solo tecnico di
laboratorio a cui venne permesso di esprimere un'opinione, pensava che
in quel caso le due donne avrebbero cavato gli occhi e anche qualcosa
di più “vitale” a Mac. L'unica cosa che
si proponeva Messer era di consolare la straniera, quando tutto fosse
finito.
A
decidere alla fine fu il caso. E la fretta. Una fretta tale che
imprigionò in uno stesso ascensore Mac, Stella e Peyton. Ad
accorgersene fu il detective Angell, debitamente informata da Don
durante il loro ultimo appuntamento. La giovane non ci pensò
due volte a correre nello stanzino della vigilanza e bloccare
quell'ascensore tra due piani. E adesso c'era solo da aspettare le
scintille.
Intanto
dentro alla piccola scatola di metallo Mac se ne stava infelicemente in
mezzo alle due donne cercando di contattare la sicurezza. Che
ovviamente non si lasciava contattare visto che gli addetti erano stati
cacciati dallo stanzino per ospitare i detective della scientifica e
della omicidi interessati allo sviluppo.
-
Mac, fa qualcosa! - esclamò Peyton.
-
Ci sto provando – rispose con tutta la calma e ragionevolezza
di cui era capace
-
Provaci di più! - insistè la giovane donna pronta
a scoppiare in lacrime
Stella
borbottò un'imprecazione in greco. La patologa la
guardò di sbieco. Mac riprovò a chiedere
assistenza.
Passarono
trenta secondi.
-
Che cosa facciamo? - chiese Peyton
-
Aspettiamo che qualcuno sistemi questo ascensore – rispose Mac
Stella
si sedette per terra, aprì la borsa e ne tirò
fuori una rivista, come se fosse stata sulla metropolitana. Peyton
cercò di trafiggerla con lo sguardo. Dal momento che l'altra
non guardava servì a poco. Quindi le strappò la
rivista di mano.
-
Potresti anche cercare di renderti utile!
Stella
la guardò in cagnesco e il suo sguardo andò a
segno perchè l'altra rabbrividì e cerco di
nascondersi dietro a Mac
Lui
si chiese perchè le donne fossero così complicate
e riprovò a chiamare. Nulla.
-
Cosa starà succedendo? Perchè nessuno viene a
salvarci? - chiese Peyton la cui voce cominciava a tremare
-
Scommetterei che c'è lo zampino dei nostri colleghi
– rispose serafica Stella
-
Se si sono azzardati a fare uno scherzo del genere... -
cominciò Mac
-
Adesso capisco tutto! - esclamò la patologa con occhi
scintillanti – sei tu che hai organizzato tutto! Speravi di
restare sola con Mac, ma ti è andata male!
Mac
guardò Peyton come se le fossero spuntate due teste. Come
poteva pensare che Stella volesse restare sola con lui?
-
Ma che diavolo avete voi due? - Sbottò al limite della
sopportazione.
Peyton
lo guardò come se fosse pazzo. Stella sospirò,
chiedendosi, non per la prima volta, perchè aveva scelto una
causa persa come Mac Taylor. Ma di certo non l'avrebbe data vinta a
Miss Oxford.
-
Guarda che non ne ha davvero la più pallida idea –
disse rivolta alla rivale.
-
Ma non è possibile, lo sanno tutti che sei innamorata di
lui! - rispose l'altra scandalizzata
Stella
scrollò le spalle - Tutti non comprende il detective di
primo grado qui presente. Davvero, Mac, per essere un così
bravo poliziotto sei un disastro in questo campo!
Mac
non ci credeva - Non puoi dire sul serio! Noi siamo amici da anni, hai
conosciuto mia moglie, santo cielo!
-
Ed era davvero una donna meravigliosa, con una pazienza che nessuna di
noi due saprà eguagliare – replicò lei.
Peyton,
che non amava essere tagliata fuori, sgranò gli occhioni, e
diede il suo ultimatum.
-
A questo punto devi scegliere Mac, o lei o io. Non intendo restare un
giorno di più in questo posto se sceglierai lei.
Mac
era allarmato come se gli avessero puntato addosso una pistola
-
Se scegli Stella io me ne torno a Londra – aggiunse per
dimostrargli che era seria.
-
E se scegli Peyton io accetto la proposta di Horatio Caine di andare a
lavorare per lui alla scientifica di Miami –
sentenziò Stella che se avesse perso la faccia non aveva
nessuna intenzione di restare.
-
Voi due siete pazze! - esclamò lui appoggiandosi alla parete
dell'ascensore.
-
Mac, o lei o io, è semplice – insistette Peyton
-
Non per lui - si intromise di nuovo Stella – l'ultima, unica
volta che si è sposato è stato perchè
sua moglie gli ha fatto la dichiarazione
Mac
si volse verso di lei, indignato.
-
Tu come lo sai? E con che diritto lo vai a raccontare in giro?
-
Peyton ha diritto di sapere che dovrà fare la prima mossa se
sceglierai lei. - rispose con un sorriso ironico.
-
Stella! Non ti riconosco più!
-
Ecco, lo vedi? Te lo avevo detto che era falsa! - esclamò
trionfante Peyton
-
Ha parlato Miss Lacrima a Comando – ribattè Stella.
A
questo punto la situazione era decisamente fuori controllo. Peyton si
era avventata contro la rivale che, questa volta non si era limitata a
parare i colpi. Mac era pietrificato. Sapeva di doverle fermare ma il
suo cervello stava ancora cercando di processare quello che era stato
detto.
Ding
La
porta dell'ascensore si aprì improvvisamente sul piano del
laboratorio.
Nella
saletta di controllo i loro colleghi avevano ascoltato tutto con il
fiato sospeso e avevano deciso che era giunto il momento di liberarli.
-
Stella! Peyton! Fermatevi, adesso! - gridò Mac, causando a
se stesso un dolore lancinante alla testa.
Il
tono non ammetteva repliche e le due donne interruppero la rissa, si
riassestarono i vestiti e si volsero a guardarlo, in attesa.
-
Siamo liberi – dichiarò facendo un gesto con la
mano verso la porta aperta.
Tutti
e tre uscirono dalla scatola metallica che li aveva ospitati
nell'ultima mezzora e si fermarono dopo pochi passi. Indecisi.
-
Sarà meglio tornare al lavoro – disse con tono
pratico Stella e si avviò.
-
Meglio se vado anch'io – disse Peyton sperando invano che Mac
la fermasse.
Mac
rimase per un attimo fermo li. Confuso più che mai.
Soprattutto su quello che aveva detto Peyton. Aveva bisogno di sapere
se era vero.
Una
volta tanto nella vita, forse l'unica, agì impulsivamente e
a passo spedito seguì Stella.
Quando
l'ebbe raggiunta la chiamò per nome. Lei si volse, e attese.
-
Stella, quello che ha detto Peyton...
-
E' vero, Mac – rispose lei con uno di quei suoi sorrisi che
gli avevano sempre riscaldato il cuore.
-
Ma non hai mai detto niente! - protestò lui.
-
Che dovevo dire? Ti abbracciavo, toccavo, baciavo ad ogni occasione.
Francamente mi sarei aspettata un minimo in più di
comprensione da parte tua!
-
Ma lo sapevi che io...
Stella
sospirò – si, lo sapevo che sei un inetto in
amore. Ma se mi fossi esposta per sentirmi rispondere che per te ero
solo un'amica non lo avrei sopportato.
-
Ma tu non sei solo un'amica! - replicò lui con foga
Stella
aveva gli occhi lucidi come non le capitava dall'ultima volta che aveva
preparato un'insalata ricca di cipolle. Gli si avvicinò e
gli posò la mano sul braccio.
-
Davvero, Mac? Non mi stai prendendo in giro?
-
Stell, tu sei la donna più... - dovette interrompersi per
pensarci un attimo e poi continuò: - bella, forte,
intelligente, dolce, caparbia che abbia mai conosciuto.
-
E? - gli chiese speranzosa.
-
E ti amo! - esclamò lui stupito di averlo ammesso ad alta
voce.
Stella
sposto la mano dal braccio alla guancia – Finalmente! E sappi
che io non te lo chiederò di sposarmi, dovrai fare tutto da
solo!
E
poi lo baciò, lì in mezzo al corridoio, incurante
degli sguardi dei colleghi che nel frattempo erano sopraggiunti. Voleva
che tutti sapessero che Mac Taylor era suo, dopo tutto il trambusto che
c'era voluto per arrivare alla giusta conclusione.
L'unico
che si preoccupò per un attimo di che fine avesse fatto
Peyton fu Danny Messer. Avrebbe voluto andare a consolarla ma Lindsey
aveva accennato alla possibilità di accettare una sfida a
biliardo a casa sua, loro due soli, e non era certo abbastanza stupido
da lasciarsi sfuggire l'occasione!
E
vissero tutti felici e contenti, tranne la straniera venuta dalla terra
delle bianche scogliere che dovette dire addio all'America e tornare a
casa senza uno straccio di marito.
Fine
Robin, 14 febbraio 2008
Nota finale:
Spero di avervi fatto sorridere
almeno un poco. Lo so, ho maltrattato Mac questa volta, ma siamo onesti
un po' se lo merita. Inoltre giuro che non ho nulla contro
l'Inghilterra e l'accento britannico che è molto
più armonioso di quello americano, è solo il
personaggio di Peyton che non sopporto! E guardando i telefilm in
lingua originale la differenza di accento è qualcosa che
salta immediatamente all'orecchio. Peccato che il doppiaggio elimini
tutte queste sfumature.
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