Bene bene… questa volta vi ringrazio una per una:
_Marty94_: Piaciuto?
Bene, sono felice! Hehe, un po’ di confusione ci
vuole… sennò che storia sarebbe?
Titty90: Ryelsi rules forever and ever!!!! Muhuahuahuahua!!! Spero che questo
capitolo ti faccia felice… questo e l’8 sono particolarmente ryelsosi….
armony_93: bella la mia chaylor?
Non preoccuparti, ce ne sarà ancora… e forse anche un po’ di zekepay, ma non prometto niente.
miss_ka: grazie
dell’esortazione… e io adoro la parte di Ryan gay! Mi
sono divertita troppo ad immaginarmela! Comunque stai
tranquilla: non lo è, perché sta con me XD
romanticgirl: cìcì, Ryan è dolcioso
dolcioso… ma non troppo, sennò poi viene il diabete!
Vitto_LF: ma sai che la tua storia mi è
arrivata il giorno dopo aver scritto questo cap… e
anche a me lo ha ricordato! Te l’ho detto, io, che siamo telepatiche!!!! E per la mancanza di Washy…
ho messo una storia nuova nella sezione dei Cesaroni,
giusto per colmare il vuoto…ora tocca a te mandami i
capitoli nuovi di Choc!!!
marki: guarda,
ho preso seriamente in considerazione l’idea di farli svegliare da Jason… ma c’è già una scena simile nel capitolo 8, quindi
ho preferito variare. Beh, capita spesso, no, di fraintendere? Soprattutto
quando viene comodo capire male.
Sono felice che questa storia vi stia piacendo così tanto: è una grande soddisfazione!
Per tutte le fan della Ryelsi: è
probabilmente in arrivo (in ritardo) la traduzione di una shot
su san Valentino di Danny Phantom,
il ragazzo che pubblica Go the Distance.
Temperance
6 – In which the guys have a bath
Kelsi aprì gli occhi al suono
della sveglia, puntata sul cellulare di Ryan, e si
ritrovò a fissare gli elaborate punti del dolcevita di lana panna che il suo compagno di tenda
indossava per dormire.
Il respiro di lui era tranquillo e
regolare e la ragazza si accorse di non essere l’unica sveglia solo quando
sentì la sua mano accarezzarle i capelli.
Per un attimo, l’idea di rimanere abbandonata sul petto di Ryan, fingendo di dormire per potersi godere ancora un po’
di quell’affetto raramente ricevuto prima le parve
molto allettante, ma poi si ricordò che c’erano degli orari da rispettare e,
stiracchiandosi, si mise a sedere.
“Buongiorno!” La salutò Ryan,
allegro, alzandosi a sua volta. “Lieto di vedere che il mio maglione non ti ha
soffocato.”
“Scemo. Sai che ti dico? Il tuo maglione, caro il mio Billy Elliott, è comodissimo e
credo proprio che continuerò ad usarlo come cuscino ogni notte.”
“Con o senza me all’interno?”
chiese il giovane con aria giocosa e maliziosa allo stesso tempo, avvicinandosi
a lei.
“Attento, Evans, o mi toccherà
dire a Gabriella che
avanzi proposte indecenti a una delle sue migliori amiche.”
“E a me dovrebbe importare di quello che dici a Gabriella
perché….?”
“Beh, perché lei ti piace, no?”
Ryan si raddrizzò, stupito,
guardando Kelsi con il disappunto dipinto negli occhi
celesti.
“Tu… pensi che mi piaccia Gabriella?”
“Non è così?” Domandò Kelsi, se
possibile ancora più sorpresa di lui.
“Assolutamente no! Voglio dire, Gabriella è carina e tutto
quanto… ma non è decisamente il mio tipo!”
“Io credevo… tu hai detto di essere
innamorato di una ragazza molto dolce e io…”
“Questo è vero, ma quella ragazza
on è Gabriella Montez. Pensavo che avessi capito…”
“Anche io lo pensavo, ma, evidentemente, mi sono sbagliata.” Kelsi si strinse nelle spalle,
tornando a sorridere. “Potresti dirmi tu la verità,
visto che come investigatrice non valgo una cicca.”
“Non credo proprio che sia possibile.” Biascicò lui,
arrossendo violentemente.
“Ehi, calmati: sei bordeaux! Guarda che non sei costretto a
parlarne, se non ti va.”
“Non è che… io vorrei dirtelo, ma non posso… proprio… non ce
la faccio.”
Kelsi accarezzò teneramente il
viso del ragazzo davanti a lei, che sembrava essere tornato improvvisamente
bambino.
In ginocchio sul sacco a pelo, si torturava le mani,
appoggiato sulle gambe e il suo sguardo era fisso sulle pieghe della tela
impermeabile sotto alle ginocchia della ragazza.
°Semplicemente adorabile°
Pensò lei, per poi scuotere energicamente quelle parole via dalla propria mente.
Era il fratello di Sharpay Evans, accidenti, non un barboncino!
Il fratello di Sharpay Evans che, nel giro di nemmeno due giorni passati insieme,
era riuscito a far cambiare radicalmente l’opinione che aveva di lui.
Forse un abbraccio non ci sarebbe stato
poi così male… erano amici, ora, no?
No?
Certo che erano amici, che razza di domande si faceva?
Il suo cuore non avrebbe dovuto battere così forte, però…
Non fece in tempo a decidere che abbracciarlo non sarebbe affatto stata una buona idea che Ryan si alzò, in viso un’espressione imbarazzatissima,
prese lo zaino con i propri vestiti e uscì, biascicando un inudibile
“Vado a lavarmi”.
Kelsi si abbandonò a terra con la
schiena, chiudendo gli occhi per cercare di calmarsi.
La sua mano, gettata all’indietro, inciampò in uno dei
cappelli di Ryan. Senza pensare a quello che stava
facendo, lo prese e se lo portò davanti al viso, cercando il buon profumo che
l’aveva cullata in quella notte dolce come il miele.
Profumo di lui.
Sospirando, aprì gli occhi e si rimise a sedere, sempre
stringendo il copricapo a sé.
Che diavolo le stava succedendo?
Taylor, accovacciata dietro ad un
cespuglio, osservava divertita i ragazzi in pantaloncini da bagno che giocavano
nel laghetto che, situato a poche centinaia di metri dal campeggio, era la loro personale vasca da bagno.
Un sorriso malefico le passò sul volto al pensiero di quante
scene avrebbe fatto Sharpay quando, nel primo pomeriggio, sarebbe stata costretta ad
entrarvi a sua volta.
Stava giusto immaginando la sua compagna di tenda in preda
ad una crisi isterica, quando un rumore alle sue spalle la fece sobbalzare.
Si rilassò, tuttavia, subito, quando vide che la nuova
arrivata non era altro che Kelsi.
“Ehi, ciao.” La salutò, mentre l’altra si sistemava accanto
a lei. “Che fai qui? Spii i maschietti?”
Kelsi scosse la testa, divertita.
“No… sono venuta per cercare di capire che cosa provo nei
confronti di uno di loro… che però ora non vedo.”
“Come non lo vedi? È lì.” Sussurrò Taylor,
indicando Jason, inento a
schizzare Chad con l’acqua gelida.
“Ah, sì… grazie…” Rispose Kelsi,
continuando, però, a scandagliare il laghetto in cerca del vero oggetto dei
suoi pensieri, che trovò, seduto sulla riva, già rivestito e intento a guardare
qualcosa che lei non poteva vedere.
Un sorriso increspò le labbra della pianista, mentre
constatava quanto lui fosse meravigliosamente diverso dagli altri.
“Sorella, a giudicare dal tuo sguardo, sei
proprio cotta!”
“Deve essere così…” Replicò Kelsi
al commento dell’amica, tornando alla realtà. “E tu
che ci fai qui?”
“Io spio.”
Entrambe impiegarono qualche secondo cercando di mantenere
le risate al più basso tono che riuscissero a
raggiungere, poi Taylor parlò di nuovo.
“Chad è stato
carinissimo con me ieri, al Diamone. Nemmeno sembrava lui…
però ancora non gli ho detto quello che provo.”
“Hai fatto bene, Tay,
tienilo sulle spine. Dici che dovrei aspettare
anche io a parlare con R… con lui?”
Taylor scosse la testa.
“Non ne hai motivo: si vede lontano un miglio che Jason è pazzo di te… e scommetto che non sai che anche
qualcun altro lo è.”
“Ah sì?” All’improvviso, tutta l’attenzione di Kelsi,
curiossissima di conoscere il nome di
questo ammiratore segreto, si rivolse all’altra ragazza.
“Sì: Ryan Evans.
Sharpay dice che è stracotto
di te da un sacco di tempo.”
“Ry.. Ryan?” Balbettò la pianista, incredula.
Non poteva essere lei la ragazza di cui Ryan
le aveva parlato… però quelle carezze, l’essere
diventato di mille colori quando gli aveva chiesto il nome della sua
innamorata…
“Sì! Riesci a crederci? Lui e sua sorella ci trattano come
creature inferiori dai tempi dell’asilo e ora questo ha la bella pretesa di
volerti piacere.”
“Già… che idiota…” Ridacchiò Kelsi,
nervosamente.
Il perché di quel nervosismo, poi, avrebbe voluto tanto
poter dire di non conoscerlo, ma a che serviva fingere?
Insomma, a lei piaceva Jason da
sempre, ma, sebbene di certo provasse ancora qualcosa per lui, ignorare il
battito del proprio cuore che quadruplicava in velocità e forza ogni volta che
vedeva un certo paio di dolci ed allegri occhi azzurri stava
diventando davvero impossibile.
Continua…