The
Girl in the Mirror
Lo
specchio è sempre lì.
Osservi
la ragazza riflessa sulla superficie, la guardi negli occhi arrossati
e gonfi ma non riconosci nulla in lei. È un'estranea che
possiede lo stesso colore dei tuoi occhi, la stessa sfumatura castana
dei tuoi capelli, la stessa forma ovale del tuo viso.
Ascolti
lo scrosciare dell'acqua prendendo un respiro profondo e, come ogni
giorno, lo fai. Ti infili due dita in gola e ti liberi dalle angosce.
È così che appare nella tua mente.
Ti
convinci che è l'unica soluzione, il solo modo per sentirti
meglio. Ed è così, almeno per i primi cinque minuti.
Ti
ripeti che stai bene, che sei felice, che sei bella,
ma non ne sei convinta. Pensi che, almeno, non ti sei buttata nella
droga o nell'alcool. Vomitare ciò che mangi non è poi
così terribile e ne sei sicura a tal punto da credere che sia
la cosa giusta, che quel semplice gesto sia normale.
Bulimia.
Sai cos'è, di cosa si tratta, ma ti convinci che non ne
soffri.
E
così vai avanti, giorno dopo giorno, nascondendoti dietro a
quella maschera fatta di sorrisi e finta felicità. Ti
chiedono: “come stai?” e tu annuisci, ripeti che
stai bene, come se lo stessi ripetendo anche a te stessa.
Stai
male, hai preso la strada dell'autodistruzione ma non te ne sei
accorta. I tuoi occhi chiedono aiuto, ma sei talmente
orgogliosa e sicura di te non accorgertene.
Affoghi
la tua rabbia, la tua angoscia, la tua disperazione nel cibo. Mangi
ad ogni ora del giorno, perché quel semplice atto riempie il
vuoto nel tuo cuore. Poi arriva il pentimento, ti guardi allo
specchio e non riconosci quella ragazza riflessa. È allora che
vai in bagno e apri il rubinetto dell'acqua. Aspetti, mentre le tue
dita si bagnano per rendere meno doloroso quell'atto.
Cerchi
un modo per appagare quel senso di vuoto, quel bisogno di benessere e
sicurezza. È come se, buttando fuori quello che hai
ingurgitato, riuscissi a sentirti meglio, libera.
Non
importa perché lo fai, se per sentirti bella o per piacere
agli altri, sai che quella è la sola via d'uscita.
Continui
così, fino al giorno in cui qualcuno capisce che quel sorriso
è falso. Ti guarda e, diversamente dagli altri, ti dice: “tu
non stai bene”. Afferma, non domanda, perché
ti conosce e sa cosa stai passando.
Una
parte di te vorrebbe ringraziarlo, chiedergli aiuto, ma non lo fai.
Alzi una barriera, tieni lontano tutto e tutti, ti nascondi in quella
convinzione che ti sei creata, quelle false scuse che non reggono.
Non
vuoi sembrare debole.
Non
vuoi sentirti debole.
Ma
quella persona sa che dentro stai morendo.
Ti
stai distruggendo, cadendo in un vortice troppo forte per te. Hai
iniziato a farti del male per sentirti meglio, perché il
dolore che ti porti dentro è troppo grande e, l'unica
soluzione, è creare un malessere altrettanto forte.
Fai
male a te stessa perché è il male stesso che vive
dentro di te.
Vorresti
ucciderlo, ma quello che fai, il cibo, il vomito, la finzione, non
fanno altro che nasconderlo.
E
quella persona lo sa. Ti capisce e cerca di starti accanto e tu,
finalmente, afferri la sua mano, accetti il suo aiuto. Capisci che da
sola non puoi farcela, ciò che fai è sbagliato e devi
smetterla.
Sai
che la strada per tornare a vivere è lunga e tortuosa, ma non
ti spaventa, adesso non più, perché hai conosciuto
l'inferno, l'hai visto, ci hai vissuto, all'inferno sei
sopravvissuta e sai che quella scala ti porterà fuori da
lì. Alla tua rinascita.
Sei
una ragazza forte e non sarà di certo la bulimia o il
bullismo, per colpa del quale sei caduta nel vortice, a fermarti.
Nessuno
può dirti chi sei, come essere, perché tu sola sei
artefice della tua vita.
Sai
che ce la farai, sai che questo periodo nero finirà.
E
lo specchio è sempre lì.
Ma
c'è un'altra ragazza nel suo riflesso. L'immagine di una nuova
te stessa, una che non ha paura, una che non si ferma, una che ama sé
stessa.
La
guardi attentamente, sfiori la superficie fredda e sorridi. Sei
consapevole di essere una “sopravvissuta”, sai che
l'inferno esiste, ma non ci ricadrai mai più.
Hai
combattuto la tua guerra personale, hai visto l'oscurità nel
tuo cuore, nella tua anima, ti sei rialzata dal fango ed hai lottato.
Hai vinto, sei rinata ed hai imparato ad amarti.
Oggi
c'è una ragazza nuova nello specchio e sei tu.
Angolo
Autrice:
questa
è una piccola introspezione che scrissi anni fa, quando ammisi
a me stessa di non stare bene. Solo adesso ho deciso di condividerla
con voi.
È
solo una OS, trattare l'argomento bulimia non è facile, anche
per chi l'ha vissuta sulla sua pelle. Spero non abbia offeso nessuno
e, per qualsiasi chiarimento io sono qui.
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