Odio
Ti odio Edward Cullen. Ti odio con tutta me stessa.
Questo gli avevo gridato quando se n’era andato lasciandomi da
sola nel bosco, sapevo che poteva sentirmi e l’ho gridato con
tutto il fiato che avevo in gola, perché sapevo che quelle
parole gli avrebbero fatto del male. In realtà io odiavo
l’amore smisurato che provavo nei suoi confronti. In quel momento
odiavo quanto l’amavo, odiavo me stessa per l’infinito
bisogno che avevo di lui.
Ricordo le sue parole a memoria, quasi fossero stampate dentro di
me, come fossero marchiate a fuoco sul mio cuore, quell’organo
che ormai, come unica funzione ha quello di pompare sangue nel mio
corpo.
Non sei la persona giusta per me.
Mi era bastato questo per cadere a pezzi, queste parole mi arrivarono
dritte allo stomaco, provai una sensazione di vuoto, come quando, da
bambina andavo sulle montagne russe e c’era una discesa
inaspettata.
A distanza di tre mesi questo vuoto mi è ancora dentro,
ormai fa parte di me. Non riesco a liberarmene, come il rancore che
porto dentro. Io odio Edward, ma non posso fare a meno di amarlo.
E’ possibile questo? Amare ed odiare la stessa persona? Forse
fingo di odiarlo? Un’altra domanda mi assale. Riuscirò mai
a farlo?
“Buongiorno papà” dissi scendendo le scale.
“Buongiorno Bells”. Charlie ormai non faceva neanche
più caso alla mie parole inespressive. A volte cercava di fare
ancora una conversazione normale, ma bastava che guardasse il mio
disinteresse per chiudere immediatamente l’argomento.
A scuola era come a casa. Mi aggiravo per i corridoi e le aule
come un fantasma, incurante di chi avevo intorno. Non m’importava
di niente e di nessuno, volevo solo che la mia agonia finisse, ma non
c’erano speranze.
Le lezioni finirono, tornai a casa con il mio fidato pick-up, mio
inseparabile amico. Entrai in casa e buttai lo zaino sul divano. Non
avevo voglia di fare niente, come al solito, ma qualcosa attirò
la mia attenzione. Una bottiglia di Whisky nella vetrina del salotto,
non ci avevo mai fatto caso. Non sapevo che Charlie era un amante di
liquori, poi ricordai che quella gliela regalarono i suoi colleghi per
fargli uno scherzo, visto che sapevano che non è un tipo che
beve.
Decisi di provarlo. Che male c’era? Solo un bicchierino, per
provare. Se qui ci fosse stato Edward me lo avrebbe vietato
sicuramente, ma visto che ha deciso di andarsene, non vedo
perché non possa provare. Presi un bicchiere e ne assaggiai un
po’. Era buono. Iniziai a riempire il bicchiere e a provarne
sempre di più, mi stavo abituando a quel sapore così
forte.
Senza rendermene conto finì quasi tutta la bottiglia e la
testa iniziò a girarmi, però era bello, non sentivo
più dolore, mi sentivo leggera. Vidi le chiavi del pick-up sulla
console e decisi di andare a trovare Jake, era una settimana che non lo
vedevo. Gli avevo detto che in questi giorni avrei avuto da fare con i
compiti, e che quindi non potevamo vederci, in realtà avevo solo
voglia di crogiolarmi nel mio dolore.
Misi in moto il pick-up e sfrecciai via...
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