Coffee, keys and mistakes.

di Gracedanger
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Credits: Sara_Scrive



31 gennaio 2018
New York
Queens
River Street
Condominio n.46
Terzo piano senza ascensore
Pianerottolo appartamenti 3G-3H
2:47 a.m.

 
“Non credevo sarei finita qui, quando mi hai chiesto di andare a prendere un drink.” dice la biondina ridacchiando con la sua voce stridula.
“Scusa, non trovo mai le chiavi.”                                    
 
Sempre la stessa storia.
Ogni sera una diversa, ecco la filosofia di vita del ragazzo che vive nell’appartamento di fronte al mio.
Credo non abbia altri pensieri.
Esce la sera tardi e rientra a notte fonda, quasi sempre quando torno dal lavoro. E allora mi nascondo dietro le scale e aspetto che lui e l’ochetta di quella sera, entrino nell’appartamento e si chiudano la porta alle spalle per poi tornare in casa mia.

“Stavolta ci mettono più tempo del solito” sussurro tra me e me.
Sospiro e mi siedo sulle scale ma mi accorgo di avere qualcosa di appuntito sotto di me. La chiave dell’appartamento di… Joseph, credo si chiami così.
Sono troppo stanca a causa del lavoro per riflettere su quello che sto per fare. Mi alzo e esco dal mio nascondiglio. Mi avvicino silenziosa ai due, con le occhiaie e la faccia stravolta, prendo il braccio di Joseph e gli tiro fuori la mano dalla tasca. Rivolgo il palmo della mano verso l’alto, e ci metto sopra la chiave, intanto gli do una rapida occhiata. Non l’avevo mai visto da vicino, e anche con i capelli arruffati e quell’aria beffarda da cattivo ragazzo, è davvero attraente.
Mi guarda ammutolito, come se fossi una specie di essere interessante da osservare, probabilmente non mi aveva mai vista, anche se vivevamo nello stesso palazzo da cinque anni.
Lo guardo ancora una volta.
“Era sulle scale.” sussurro con un filo di voce. “Buona serata.”
Mi giro prima che potesse parlare, faccio un paio di passi verso la porta, poi mi volto di nuovo verso la porta dietro di me e squadro da capo a piedi la sua conquista della serata, che si è addormentata sbavando con metà faccia sul muro mentre stavo parlando con lui, Joseph se ne accorge e si volta verso di lei poi rivolge il suo sguardo di nuovo verso di me.
“E buona fortuna.” dico con un velo di sarcasmo e sgattaiolo in casa, per evitare di ricevere risposte indesiderate che potessero rovinare la mia scena madre, mentre mi giro intravedo sul volto di Joseph un sorrisetto divertito.
Chiudo la porta dietro di me, e sento passi sulle scale e dopo una decina di minuti, un taxi si allontana per la strada, ancora passi sulle scale, avvicino l’orecchio alla porta. Mi sembra di sentire un respiro dall’altro lato.
 
“Buonanotte Amy.”




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