Rescue me.

di Donoma
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5 del pomeriggio.
Non avevo ancora letto la lettera che mi avevano consegnato all'ora di pranzo. Dopo un po', l'idea che fosse stato Matt a rispondermi mi sfiorò, ma la avevo eliminata subito. Non volevo illudermi troppo, ero convinta che fosse mio padre. Il professore parlava, io ero in ultima fila. Sfilai la lettera dalla borsa. La aprii e tirai fuori il foglio. Riconobbi la scrittura.

Ciao Amy. Ti porterò fuori di lì. E se non potrò,appena uscirai, sarò lì e resterai con me. Vivremo insieme, ci proveremo di nuovo. E nessuno, ripeto nessuno, ci dividerà questa volta.
Tua madre non c'è più, Amy. Sei al sicuro. Ricordati, ci sono io. Ci sarò sempre,per te.
Devi promettermi che non farai più cazzate del genere però. Sei una ragazza fantastica, non devi buttare via la tua vita così.
Mi manchi. Davvero. E non solo a me. Manchi anche agli altri.
Non ci siamo neanche salutati, ricordi?!
Vivrai con noi. Starai con noi,proprio come ai vecchi tempi, te lo prometto.
Resisti lì dentro, ti prego. Ci vedremo presto.
Ti voglio bene.

Matthew.”

«Amy...Amy vuoi uscire?»mi chiese il professore
«Come? Perchè dovrei uscire?!» risposi
«Ferguson stai piangendo.»
Mi toccai le guance, erano bagnate e gli occhi mi bruciavano. Sì, stavo piangendo. Prima non me ne resi conto. Ero troppo presa dalla lettera.
Uscii dall'aula. Mi ritrovai nel lungo corridoio bianco, chiusi la porta e mi sedetti per terra, con la lettera in mano.
La rilessi. Non ci credevo. Non era possibile.
Si ricordava di me e gli mancavo.

è un sogno, cazzo. È un sogno!” mi ripetevo. Ma più leggevo la lettera più realizzavo che era tutto vero. Mi avrebbe salvato, per la secondo volta.

 

«Weila, Ferg... come va?!» Simon era davanti di me, in piedi e sorrideva.
«Simon » dissi, con un gran sorriso «benissimo, va benissimo.»
«Oh finalmente una bella notizia» si sedette vicino a me «e cos'è successo di così bello che ti fa fare questo stupendo sorriso?»
«Toh, leggi!» E gli porsi la lettera.
«È quel tuo amico? Quello di cui parlavi a pranzo?». Annui e sorrisi di nuovo. Dopo aver parlato un po', Simon se ne andò e rimasi di nuovo sola fino al suono della campanella.
Volai in camera. Mi buttai sul letto, continuando a sorridere come un'idiota.

« Johnson, Ferguson e Dickinson! In sala grande, veloce!» urlò una voce dal corridoio.
Ma che cazzo?!” pensai. Johnson e Dickinson erano i due ragazzi che avevano preso con me per quel furto. Non li volevo vedere. Era anche colpa loro se ero lì dentro.
« Salve ragazzi, come state?» chiese uno dei poliziotti, che ci stavano aspettando nella sala. « Scusate, non abbiamo molto tempo... dobbiamo solo dirvi che il vostro processo verrà svolto nuovamente. Abbiamo trovato nuove testimonianze e probabilmente per voi, Dickinson e Ferguson, ci sarà uno sconto della pena.»


 





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