Gli scherzi del destino

di Dragon_Flame
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Nome: Tomoko Maki
        Età: 15 anni
        Segno: Vergine (22 Settembre)
        Indole: E' una ragazza dolce e ingenua che sogna di diventare medico per aiutare gli altri.



Salve a tutti!! Mi scuso per l'imperdonabile ritardo che mi ha portata a pubblicare oggi il primo capitolo ma sono stata via per una settimana e la sera prima della partenza non mi è stato possibile aggiornare... perdonatemi!!! Sono sdatta DD: 
Beh, grazie alle già due utenti che hanno recensito la storia! E un grazie anche a chi leggerà questo capitolo o inserirà a storia tra le preferite/seguite/ ricordate/da recensire... ^.^
Per ora è tutto dalla sdatta The_Dragon_Flame e da Nanako_Sama



Inizi di aprile, precisamente il 4.
Me ne sto seduto sulla scomoda sedia del mio banco in fondo alla classe, osservando intorno a me i frenetici tram tram di gente che non conosco e che è capitata in classe con me. Già, sono al liceo. oggi iniziano tre anni di scuola superiore, spero non infernali come quelli passati vicino ad Akemi Misono. Chissà dov'è finita quella ragazza ramata. Faccio spallucce, dimenticandomela presto: mi basta che non sia nel mio stesso istituto.
Le ragazze mi passano davanti, sorridendo e ammiccando come cretine. So di essere interessante, con i capelli scuri come l'ebano e profondi occhi verdi, ma loro non m'interessano. Non sono dell'altra sponda, per carità; semplicemente, odio le donne. Aborrisco il loro ciarlare a vanvera, le risatine idiote, la vacuità del loro comportamento da oche, le loro chiacchiere sdolcinate sugli amori romantici e smielati, le stupide scaramucce femminili di invidia e gelosia. Sono loro che sono sbagliate, non sono io che erro a giudicarle così.
Non una di queste cretine mi si avvicina, come se credessero che io sprechi il mio tempo con loro. Poi, con le braccia conserte e l'espressione diffidente, osservo una di esse che mi si avvicina. Ha i capelli lucidi e blu cobalto. Con quello sguardo ingenuo e innocente dipinto sulle iridi azzurre può passare benissimo per la portavoce di quelle schiocche femminucce. Mi lancia un sorrisetto che non raccolgo. Senza scomporsi, si accomoda sulla sedia del banco accanto al mio, posando delicatamente lo zaino sulla sua superficie. Mi tende una mano e io resto lì a fissarla, sbigottito. Ma quant'è scema questa ragazzina?
"Piacere, sono Tomoko Maki. Tu come ti chiami?" mi chiede coraggiosamente. Ancora non deve aver capito con chi ha a che fare, evidentemente. Che stupida.
"Kozue Kojiro" rispondo laconico, voltando lo sguardo sulla porta della classe, senza accettare la stretta di mano. La ragazzina rimane imbambolata, con la mano a mezz'aria, quindi l'abbassa, intuendo finalmente che non voglio fare amicizia con lei. Le lancio una breve occhiata e mi accorgo che mi fissa con un'espressione ebete su quegli occhioni del colore del cielo. Ma che vuole da me?
"Posso sapere che ci fai tu qui?" mi dice improvvisamente una voce familiare e odiosa. Mi volto di scatto e quasi cado dalla sedia per lo stupore: quella voce, quei capelli ramati mossi, quegli occhi freddi e ostili di una sinistra sfumatura castana appartengono solo ad una persona. All'ultima che vorrei rincontrare in quel momento. Ed è nella mia stessa classe, a quanto si può capire. Perché devo sempre rincrociare Akemi Misono?
 
"Kozue! Ma che ci fai tu qui??" è la domanda della sorpresa Akemi. La ramata evidentemente non s'era aspettata di ritrovarsi in classe con me. E certamente neppure io, che sono anche più sbigottito di lei. Mi terrorizza la possibilità di passarci altri tre anni di scuola.
"Misono" riesco a dire con un filo di voce. Dal mio tono traspare una nota di spiacevole fastidio che proprio non riesco a mascherare.
Quella sciocca di Maki Tomoko si mette in mezzo, attirandosi l'ira malevola di Akemi. Si alza in piedi e si fa avanti ingenuamente, tendendo pure la mano nella sua direzione.
"Sono Tomoko Maki..." comincia l'azzurra, bloccandosi però alla terza parola. Misono Akemi l'ha fulminata con uno dei suoi famosi sguardi inceneritori. Pochi riescono a sopravvivere. In quelle occhiate la ragazza esprime tutto il suo odio per le persone. Odia anche sé stessa. E' androgina e disprezza tutti i maschi, a cominciare da me (sono il primo della lista); è misogina e detesta tutte le femmine, compresa sé stessa. Nella sua vecchia classe era chiamata la 'snob complessata'. E infatti lo è.
"presumo che tu sia in classe con me" mi apostrofa, sedendosi nel banco a sinistra del mio. Oh no, che intenzioni ha? Dovrò stare attento: chissà quali maligni intenti ha contro di me...
Annuisco senza lasciar trapelare il mio disappunto.
"Taciturno come al solito" brontola tra sé Akemi, lanciandomi un'ultima, raggelante occhiata. Quindi sembra ignorarmi, sistemando le sue cose sul ripiano del banco. Avverto una presenza accanto a me: è Tomoko. Si è alzata in piedi e mi scruta con un curioso sorrisino da cretina stampato sulle labbra. Cos'avrà da sorridere sempre, diavolo! I sorrisi mi innervosiscono: mi fanno pensare all'espressione idiota di mio fratello Ichiro. Ichiro ha vent'anni, un bel sorriso e un sacco di ragazze. Strano, riesce ad essere amico di quella vipera di Akemi. Non è raro vederla circolare per casa mia insieme a Ichiro e un paio di altri suoi amici. Mah. Io in mio fratello non ci vedo nulla di speciale. Sarà per il fatto che mi è antipatico, che è il preferito dei miei genitori (a giudicare dal mio carattere scontroso si può pure comprendere il motivo), sarà semplicemente perché le persone come lui mi danno sui nervi, ma Ichiro mi sembra così banale. Come i nostri nomi, del resto: Ichiro significa letteralmente 'maggiore' (nel senso di figlio primogenito - N.d.A.) e Kojiro 'secondo figlio'. Complimenti a mamma e papà per la fantasia.
Tomoko continua a fissarmi con insistenza, con i suoi occhioni azzurri da cerbiatta, quasi in adorazione. Sembra sia stata colpita dal classico colpo di fulmine. Peccato che non l'abbia centrata un fulmine di natura diversa. E' fastidiosissima.
"Posso essere la tua compagna di banco, Kozue?" mi chiede con aria innocente.
Io strabuzzo gli occhi per la meraviglia: davvero ha avuto il coraggio di pormi una domanda simile? O è incredibilmente stupida o è straordinariamente audace. Sto per dirle sgarbatamente di toglierselo di testa, tuttavia lo sguardo diabolico di Akemi mi ferma a riflettere un momento. Forse ha in mente qualcosa per farmi uscire dai gangheri... per darmi noia, sarebbe capace di starci tre anni di banco con me. No, non posso lasciarle via libera per rovinarmi gli anni di liceo. Così faccio una scelta, sebbene dura da accettare. Io odio le femmine, anche il solo contatto fisico mi è rivoltante.
"D'accordo, Maki, siediti pure accanto a me" concedo sospirando rassegnato.
Tomoko lancia un gridolino di gioia, quindi si rimette a sedere sulla sua sedia. D'altra parte, il posto accanto a me l'ha già occupato, penso perplesso. Perché chiedermi il permesso? Ah, le femmine... non le capirò mai.
Akemi smette di sorridere e china il volto sul quaderno nuovo aperto davanti a lei, scarabocchiando un ideogramma sulla pagina bianca. Io sorrido soddisfatto: ho messo un bastone fra le ruote alle sue intenzioni bellicose nei miei confronti. Uno a zero per me.

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E si va per il secondo capitolo.... vi giuro che arriverà presto, prometto!! ^^"
E per ora è tutto... mi raccomando, leggete e recensite ;)

The_Dragon_Flame & Nanako_Sama




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