Il giorno in cui tornai

di Evazick
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Non c’era nessuno con cui parlare. Tutto come era vuoto come le strade della mia natale città fantasma.
In cucina qualcosa bolliva in una pentola. Lo sai, era il tuo cadavere. Al posto del lesso la tua carne piena di nei e cicatrici bianche e citazioni e come fagioli i tuoi mille occhi. Continuavano a seguirmi perfino nell’agonia.
Ho alzato lo sguardo e ho visto il mio riflesso sul muro. Un mosaico di rughe, un ricordo ormai dimenticato.




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