Undeniable truth

di mercatone
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Abbiate pietà di me, è la mia prima storia.



A tutti quelli che hanno stretto un contratto faustiano.



Irania camminava a passo svelto per le vie sotterranee ampiamente illuminate.
Ormai conosceva la cartina della base segreta come casa sua. Piuttosto, sarebbe più veritiero definire tale base come casa sua.
Avanzò spedita tra cunicoli e ascensori, salutando di tanto in tanto qualche conoscente.
Sentiva il fiato pesante e le gambe doloranti, ma nonostante ciò non decelerava il passo. Fece un rapido conto mentale: erano almeno trentotto ore che non dormiva. Sentì la stanchezza scendergli improvvisamente sulle spalle, allora portò la mano destra dietro il collo, massaggiandolo. Perse l’equilibrio, sbattendo violentemente con il muro adiacente. Imprecò rialzandosi, raddrizzò le spalle e furiosa assestò un pugno contro la parete. Sentiva il bisogno di dormire aumentare considerevolmente a ogni passo.
Una pausa. Le serviva una pausa.
Riprese a camminare, questa volta più lentamente. Si ritrovò di fronte all’uscio di una sala.
I sensori reagirono al movimento del corpo spalancando le porte e la donna si ritrovò all’interno di una stanza luminosa. Il ticchettio delle dita sulle tastiere riempiva l’aria all’interno di quell’ambiente circolare, al centro del quale vi era un uomo in camice dai capelli grigi e gli occhiali da vista intento a parlare a un altro uomo seduto di fronte a un computer.
Si guardò intorno: nessuna delle persone si era voltata a vedere chi fosse il nuovo arrivato, erano tutti assorti nel proprio lavoro.
- Matt! – la voce squillante di Irania si diffuse per tutta la stanza.
L’uomo dai capelli grigi si voltò, incrociando i suoi occhi.
Anche da quella distanza la donna si accorse che nel guardarla aveva spalancato gli occhi da dietro le spesse lenti.
L’uomo in questione tossì gravemente. – Lady Irania!
Improvvisamente tutti gli occhi della sala le furono addosso, per poi ritornare ai loro schermi luminosi, battendo più rumorosamente di prima le dita sulle tastiere.
Irania fece una smorfia, rivelando un’aria alquanto confusa. Avanzò verso Matt. – Che sta succedendo?




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