http://www.youtube.com/watch?v=LfNVfiqKBeM
-I
will follow you into the dark-
“Stiles,
abbiamo un problema. Ha preso anche il padre di Allison.”
Stiles
rilesse il messaggio di Isaac per altri interminabili secondi, nella
speranze che quelle parole si dissolvessero sotto il suo sguardo,
come polvere al vento. Ma quelle rimasero lì: ferme,
impassibili e terribilmente reali.
Il
ragazzo sentì la voce di Lydia pronunciare il suo nome,
chiedendogli il perché della sua espressione.
Stiles
alzò lo sguardo dal suo cellulare e lo posò sul volto
della ragazza.
Aveva
completamente dimenticato che lei gli era proprio di fronte da minuti
ormai. E pensare che c'era stato un tempo in cui la vicinanza di
quella ragazza si sarebbe sempre fatta sentire attraverso un brivido
che gli serpeggiava lungo la colonna vertebrale.
“È
un messaggio da parte di Isaac. Jennifer ha preso anche il padre di
Allison.” rispose Stiles, muovendo la mano per poter mettere il
cellulare dentro la tasca dei jeans. Non voleva più vederlo;
sapeva che il suo inconscio avrebbe insistito affinché
tornasse a guardare quello schermo, nella speranza che si trattasse
solamente di un'oscura illusione, un incubo che presto sarebbe
terminato.
“Li
ha tutti e tre ora.”
La
mano iniziò a tremare visibilmente, senza che lui potesse
controllarla. Riuscì miracolosamente a inserire il cellulare
dentro la tasca, nello stesso momento in ci Lydia sbarrò gli
occhi per l'incredulità.
Vedendo
l'espressione di Stiles, la ragazza cercò subito di
riprendersi dallo shock e di trovare le parole più giuste per
poter cancellare dal volto dell'altro quell'espressione paonazza.
Quest'ultimo
intanto iniziò ad avvertire una sensazione di peso a livello
del petto. Gli sembrò come se tutto l'ossigeno attorno a sé
venisse risucchiato da un vortice oscuro, lasciando i suoi polmoni
privi dell'aria di cui necessitavano per sopravvivere.
“C'è
ancora tempo.” disse Lydia, abbassando lo sguardo e scuotendo
lievemente la testa. Cercò di essere il più convincente
possibile, ma non riuscì a trattenersi nel momento in cui il
dubbio di star dando una falsa illusione si fece largo in lei. “C'è
ancora tempo, giusto?”
Stiles
alzò lo sguardo su di lei, ma l'ipotetica risposta che la sua
mente elaborò gli morì in gola.
La
bellezza di Lydia, quella da cui troppe volte non era riuscito a
distogliere lo sguardo, appariva appannata. Come s'egli si trovasse
sott'acqua e la ragazza lo stesse osservando oltre la superficie
d'acqua che li separava. Si guardò attorno e si rese conto che
tutto attorno a lui aveva preso quell'aspetto; gli studenti che
camminavano per i corridoi della scuola, gli armadietti scuri in
contrasto con il tonaco giallo paglierino delle pareti, le luci al
neon accese sul soffitto.
Tutto
era movimentato.
Tutto
era irreale.
Tutto
era soffocante.
Sì,
stava annegando.
“Oh.”
Si lasciò sfuggire quell'espressione, scuotendo la testa con
un colpo secco e portandosi la mano al viso.
Desiderò
che il mondo smettesse di capovolgersi.
Desiderò
che il cuore la finisse di martellargli con ferocia dentro la gabbia
toracica.
Desiderò
che l'ossigeno non lo abbandonasse e che riprendesse a fluirgli
liberamente attraverso le vie respiratorie.
“Stiles?
Stai bene?” La voce di Lydia continuò a essere lontana
anni luce da lui, malgrado la ragazza si trovasse a pochi centimetri
di distanza e stesse guardandolo con un'espressione confusa sul
volto.
Stiles
impose a se stesso di non risponderle: un po' perché possedeva
quell'orgoglio necessario per non decidere di non farla preoccupare,
un po' perché non aveva fiato per poterle spiegare.
“It's
not just a feeling though. It's like it's a panic attack. You know, I
can't even breathe.” “Like
you're drowning?” “
Yeah.”
Suo
padre.
Il
mondo prese a vorticare più forte e la sensazione imperiosa di
non riuscire a respirare si unì a un senso di nausea.
Stiles
fece un giro su se stesso, provando ancora una volta a porre fine a
quella sensazione fisica così opprimente.
Ma
non riuscì.
Lei
li aveva tutti e tre.
Il
mondo circostante sembrò rallentare, per poi riprendere a una
velocità irreale. Intanto gli unici suoni che Stiles riuscì
a percepire furono il violento battere del proprio cuore e il
martellare di parole e pensieri dentro la sua testa, mentre una mano
invisibile si stringeva attorno al suo collo, impedendogli di
respirare.
Era
certo che il cuore sarebbe uscito dal petto e ciò che
turbinava nella sua mente lo avrebbe preso il sopravvento.
Stiles
sapeva cosa stava succedendo, ed era sempre stato capace di
affrontare quel tipo di situazioni.
Perché
aveva il suo migliore amico.
Ma
in quel momento egli non era più al suo fianco.
Perché
aveva suo padre.
Ma
in quel momento egli non era più al suo fianco.
E
probabilmente non lo sarebbe più stato; non sarebbe stato che
un altro cadavere da ritrovare.
Avrebbe
perso anche lui, oltre che sua madre.
Quel
pensiero non fece che incrementare il peso di quel macigno che pesava
sul petto di Stiles, e il ragazzo si ritrovò improvvisamente a
perdere tutto il coraggio e l'ostinazione della speranza di cui si
era disposto per fermare quella situazione.
“Credo
che sto avendo un attacco di panico.”
§°§°§°§°§°§
“So,
if you're drowning and you're trying to keep your mouth closed until
that very last moment. But if you choose to not open your mouth, to
not let the water in.” “You
do it anyway. It's a reflex.”
Passarono
secondi, minuti...
Tic
Tac. Tic tac.
Ogni
istante che passava portava via un pezzo di speranza
Tic
tac. Tic tac.
Ogni
istante che passava rubava un altro respiro.
Stiles
sentì che ormai le forze stavano per venirgli meno. Si lasciò
condurre da Lydia negli spogliatoi della palestra; la ragazza sperava
che sottraendolo alla folla di studenti, quell'attacco potesse
cessare.
Ma
lui stava soffocando da dentro. Stava affogando nelle sue
stesse paure.
“Ok,
ok...” Lydia ripeté quelle parole; emise un leggero
sussulto quando vide Stiles spingersi contro la parete, per poi
adagiarvi la schiena e lasciarsi scivolare sul pavimento.
Posso
farcela, posso farcela....
Il
ragazzo rielaborò quel concetto dentro la sua testa almeno una
decina di volte, malgrado sapesse che non c'era nulla che potesse
fare per non soffocare. Si portò una mano tra i capelli,
afferrandone un ciuffo, e iniziò a dondolare avanti e indietro
nascondendosi il viso dietro il palmo della mano.
“Allora...ehm...pensa
a qualcos'altro. Qualsiasi cosa!” Lydia fece del suo meglio
affinché la situazione potesse risolversi. Restò in
ginocchio di fronte a lui, torturandosi ripetutamente le labbra piene
e lasciando vagare il proprio sguardo lungo lo spazio buio e angusto
dello spogliatoio. Si muoveva con gesti agitanti e convulsi, presa
dalla smania di controllare al più presto la situazione.
“But
if you hold off until that reflex kicks in. You have more time,
right?” “Not
much time.” “But
more time to fight your way to the surface.” “I
guess.”
Stiles
tirò la testa all'indietro. Il petto si alzava e abbassava in
visibili e rapidi scatti; eppure, malgrado stesse cercando di
respirare, non era aria quello che gli entrava dentro. Erano paure,
paure e solamente paure.
“Ti-tipo
cosa?”
“Pensieri
felici. Cose belle.”
Stiles
si piegò su se stesso, adagiando entrambe le mani sul
pavimento, sperando che così facendo potesse riprendere a
respirare. Il cuore batteva dolorosamente, la testa rimbombava come
un tamburo e i suoi occhi erano talmente appannati da far risultare
lo sporco di quel pavimento troppo lontano.
Era
cose si si stesse trovando sopra un precipizio da cui presto sarebbe
precipitato.
“Gli
amici, la famiglia...”
Oddio
Lydia, non puoi averlo detto sul serio.
Stiles
alzò lo sguardo su di lei, e la ragazza si accorse subito
dell'enorme errore commesso.
Batté
un pugno nell'aria e morse più a lungo il suo labbro
inferiore, palesemente imbarazzata.
“Non
volevo dire...famiglia, dannazione. Ok, devi...devi provare a
respirare più lentamente.”
Lydia
si fece più vicina a lui, con una mano gli accarezzò la
spalla sinistra, la quale tremava fortemente sotto il suo tocco
delicato.
Per
un secondo, Stiles provò a fare quanto lei gli aveva detto.
Cercò di rallentare i tentativi di afferrare il proprio
respiro, ma non riuscì: più provava e più le
inspirazioni e le espirazioni prendevano a susseguirsi con feroce
rapidità.
E
lui continuava a soffocare.
“More
time to be rescued.” “More
time to be in agonizing pain. Did you forget about the part where you
feel like your head's exploding?”
“If
it's about survival, isn't a little agony worth it?”
“Non...non
ci riesco.”
Si
sentì una completa nullità, un fallimento, il nulla,
mentre pronunciava quelle parole.
Lo
era sempre stato.
Sempre.
Da
quando era stato seduto nella sala di aspetto di un ospedale, con il
viso tra le mani, in attesa che gli comunicassero la morte di sua
madre.
Aveva
continuato a sentirsi a quella maniera per gli anni a seguire, tutte
le volte che deludeva suo padre o che gli mentiva pur di
tenerlo lontano dalla realtà che lui e Scott avevano scoperto
tempo addietro.
Voleva
dimostrare più a se stesso che agli occhi del padre che lui
sarebbe stato capace di salvare almeno uno dei suoi genitori.
Ma
aveva fallito.
Di
nuovo.
Non
voleva perdere nessuno dei due ma aveva lasciato che entrambi gli
venissero portati via.
“Stiles?
Stiles guardami!”
Lydia
slittò più vicina a lui, tanto che le mani poterono
salire a stringergli il viso. Quel tocco avrebbe potuto privare
davvero Stiles del suo respiro, se le circostanze fossero state
diverse: avrebbe respirato solamente il profumo di Lydia, e sarebbe
sopravvissuto. Ma, in quel momento, era l'oscurità a prendere
il sopravvento e nemmeno la presenza della ragazza che amava da
sempre avrebbe potuto salvarlo dall'oblio.
“Shh
guardami. Guardami.”
Lydia
gli accarezzò dolcemente la guancia sinistra, lasciando
scorrere i polpastrelli lungo la sua cute con fare dolce e delicato,
quasi temesse che il viso del ragazzo potesse sgretolarsi sotto il
suo tocco.
Stiles
non riuscì a vedere il suo volto, oltre lo schermo di nebbia
che li separava: continuava ad andare sempre più in
profondità, ad affogare sempre più. Il respiro,
il battito cardiaco e i pensieri nella sua mente non apprestarono a
regolarizzarsi.
“Stiles...”
Stiles
sgranò lo sguardo per la sorpresa, nel momento in cui Lydia
premette le labbra contro quelle di lui, unendole in un bacio
inaspettato. Sembrò anche lei stessa sorpresa da quel gesto,
vista la rigidità del suo corpo, quasi quello non fosse nato
da una sua reale intenzione, ma da un'avventatezza che aveva preso
vita in lei nel momento in cui i suoi occhi avevano incontrato quelli
impauriti di Stiles.
Il
ragazzo chiuse gli occhi e si accorse di non respirare più.
E
Lydia con lui: si era tuffata nello stesso medesimo mare di paure in
cui egli stava annegando. Si era mossa nella sua direzione per
poterlo portare in salvo, per trascinarlo fuori dall'abisso in cui
stava precipitando.
Lasciando
che entrambi soffocassero nel tocco delle loro labbra.
Lasciandoli
morire insieme.
Le
labbra di Lydia erano morbide e delicate; permettevano a Stiles di
trasportare i suoi pensieri verso un abisso in cui si sarebbe fatto
piacevolmente spingere. Entrambi si abbandonarono in quel gesto,
cullandosi nel momento di un silenzio senza respiro.
Si
separarono.
Ed
entrambi ripresero a respirare nel momento preciso in cui i loro
occhi si incontrarono.
Sorpresi.
Basiti. Vivi.
Stiles
sentì solo il silenzio.
Il
suo cuore non scalpitava più, i suoi polmoni non gridavano più
e tutti i suoi pensieri si erano nascosti in un angolo della mente,
dove lui non avrebbe potuto trovarli di fronte agli occhi luminosi di
Lydia.
Il
mondo aveva smesso di vorticare e tutto era tornato a possedere
quella parvenza di realtà che caratterizzava il suo universo.
Guardò
il volto di Lydia, ancora terribilmente vicino al suo. “Come
hai fatto?”
Niente,
eccetto il pensiero della famiglia e dell'amicizia, era stato mai
capace di fermare uno dei suoi attacchi di panico.
Niente
eccetto le labbra soffici di Lydia Martin.
“Io...”
Quest'ultima era un fuoco in viso; Stiles non seppe definire quello
che lei potesse stare pensando in quel momento. Era chiaramente
sconvolta e imbarazzata per l'accaduto. “Una volta ho letto che
trattenere il respiro può fermare un attacco di panico. E
quando ti ho baciato...tu hai trattenuto il respiro.”
Stiles
trattenne il fiato di nuovo, per un solo istante. “Davvero?”
“Sì,
davvero.”
Sei
geniale Lydia, pensò lui.
Prese
un lungo, silenzioso sospiro per accertarsi che il bacio avesse
davvero funzionato. Nessuna stretta lambiva più il suo collo e
i polmoni accoglievano al loro interno l'aria circostante con
fluidità e regolarità. Stiles Stilinski aveva di nuovo
il controllo di sé.
“Grazie.”
fu tutto quello che riuscì a dire, quando si sforzò di
non piangere per il sollievo di essere riemerso in superficie. Guardò
gli occhi da cerbiatto di Lydia e perse di nuovo il respiro, perse
diversi battiti del proprio cuore, perse la facoltà di parlare
e la capacità di pensare.
Proprio
come era successo nel momento in cui le loro labbra si erano
incontrate.
Lei
gli sorrise imbarazzata, lasciando che accanto alle sue labbra si
formassero delle piccole, adorabili fossette, le quali erano uno
degli elementi che avevano spinto Stiles a innamorarsi di lei.
Lydia
lo aveva soffocato nel suo bacio, gli aveva privato il respiro per
poi portarlo fuori dall'oscurità.
“What
if it just gets worse. What if it's agony now and then... then it's
just hell later on?”
“Then
think about what Winston Churchill once said: If you're going through
hell... keep going! “
Ed
era stato proprio camminando nell'inferno in cui era precipitato dopo
aver perso la speranza, che aveva trovato qualcosa capace di
strapparlo via a quelle fiamme che lo stavano soffocando.
Ma
Stiles non avrebbe mai potuto pensare che quel qualcosa sarebbero
state le labbra di Lydia Martin.
If
heaven and hell decide That
they both are satisfied Illuminate
the no's on their vacancy signs If
there's no one beside you When
your soul embarks Then
I'll follow you into the dark
(
I
will follow you into the dark by
Death
Cab for Cutie)
Ciao
a tutti :D
Spero
che abbiate gradito questo mio primo, piccolo, preoccupante
esperimento su “Teen Wolf”.
L'ho
scritta di getto subito dopo aver visionato la 3x11 e spero di aver
trattato la scena Stydia in questione come avrei voluto.
Sì,
sono una shippatrice incallita di questa coppia xD. L'ho sempre
adorata, e quindi non posso che aver provato so many feelings nel
momento in cui c'è stato il loro primo bacio. Oltre quel
momento, qui ho cercato anche di trattare l'attacco di panico di
Stiles che ha preceduto il bacio e spero di non averlo fatto in
maniera confusionaria come temo.-.
Le
frasi in inglese presenti all'interno della storia sono prese dalla
2x11 della serie, quando Stiles parla con la signorina Morrell
proprio riguardo questi attacchi. Pensavo fosse molto adatta viste le
circostanze.
Ringrazio
di cuore chiunque leggerà e recensirà questa storia, e
alla prossima! :D
Buona
serata, ciao a tutti ^^
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