- Non
scrivevo su HP da, da. Non mi ricordo nemmeno da quando. E non è come
se io avessi scritto questa cosa volontariamente. E' una lunga storia
che ha a che fare con la simpatica Somo e questo suo metodo aggressivo e coercitivo e
vagamente minaccioso per far passare il blocco della fanwriter. Non ho
nemmeno ben capito se con l'altra persona su cui l'ha sperimentato ha
funzionato e non ho nemmeno ben capito perchè ho accettato questa cosa,
se perchè mi manca il fandom di HP o se è stato perchè era tardi ed
avevo sonno. La seconda, in effetti.
CHOCOLATE
MOON
Remus le chiamava Lune Piene ed erano
deliziose.
Raggiungevano a malapena la grandezza
di una pallina da tennis e non erano mai perfettamente sferiche, non
quelle preparate da lui almeno.
La polvere di cocco le rendeva dello
stesso colore della luna e Remus non si era mai chiesto se tutti in
famiglia le chiamassero così per via della somiglianza con il
satellite o semplicemente perché sua madre le preparava solo una
volta al mese, quando la luna era piena.
A dire il vero Remus aveva cinque anni
ed una parte di lui era fermamente convinta che se sua madre si fosse
dimenticata di preparare quei dolcetti, la luna per quel mese sarebbe
rimasta uno spicchio luminoso.
Sbagliava, naturalmente.
Ma se qualcosa laggiù sulla terra
avesse potuto cambiare la luna, quello sarebbe stato l'odore di cocco
e cioccolato e qualcos'altro di indefinito che gli entrava nelle
narici quando la signora Lupin tirava fuori le Lune Piene dal forno.
Quel profumo e i gesti lenti di sua madre sarebbero bastati a
trasformare quella piccola sfera lucente nella notte, Remus ne era
sicuro.
Gli altri bambini, quelli che vivevano
proprio in fondo alla strada, e persino la figlia del signor Smith,
che l'anno dopo sarebbe andata ad Hogwarts e sembrava sapere sempre
tutto, non facevano molto caso alla luna.
Non sapevano mai quando sarebbe stata
piena, se non nel momento in cui alzavano gli occhi al cielo e la
vedevano splendere lassù, in tutta la sua interezza; e non sapevano
nemmeno che se una volta al mese era così grande e bella, era solo
perché la sua mamma aveva trovato il tempo, anche quel mese, di
passare qualche ora in cucina.
Suo padre trovava abbastanza normale
che la maggior parte dei bambini non si preoccupasse troppo degli
affari della luna, dato che essa distava dalla terra 384, 483 km
-quando pronunciava il numero il signor Lupin assumeva sempre un tono
lievemente compiaciuto, come in effetti faceva ogni volta in cui
esponeva con estrema precisione qualche dato. Remus non sapeva come
suo padre riuscisse a ricordare così tanti numeri e così tanto
difficili; a dirla tutta Remus non aveva la più pallida idea di
quanto fossero 384,483 km, ma gli pareva d'aver capito che fossero
tanti.
Eppure, quando affondava i denti nella
pastella morbida ricoperta di cocco e il cioccolato caldo colava
ovunque e gli riempiva la bocca, 384,483 km non sembrava poi qualcosa
di particolarmente importante.
E Remus lo sapeva sempre quando c'era
la luna piena, perché il profumo inondava la casa, il cioccolato
caldo macchiava le labbra di tutti e sembrava che le stanze fossero
un po' più calde.
E il petto di Remus si gonfiava
leggermente, proprio come quello di suo padre nel pronunciare i dati,
quando, ancora con le labbra marroni, diceva agli altri bambini che
la luna quella sera sarebbe stata piena. Nessuno era particolarmente
interessato alla cosa, ad essere sinceri, ma prima che
ricominciassero tutti a correre e giocare, qualche occhiata ammirata
nella sua direzione la coglieva, perché lui era il bambino che
sapeva quello che sarebbe successo nel cielo.
Non c'era proprio niente di magico in
quello, Remus ora lo sa fin troppo bene, che di calendari e fasi
lunari è piena la sua routine.
Ha solo sei anni, ma suo padre gli ha
spiegato ogni cosa per filo e per segno, con tanto di dati -ma quel
tono compiaciuto Remus non gliel'ha sentito mai più.
Alla
luna non importa poi molto di cosa fa la Signora Lupin nella sua
cucina – Remus non sente quel profumo
da quasi un anno, ma la luna ha continuato ad essere piena ogni mese,
proprio ogni singolo mese.
Ha sei
anni Remus e non ha bisogno del calendario lunare: lui è il bambino
che sa cosa accadrà nel cielo e lo sa davvero, in un modo
inspiegabile e misterioso, fatto di pelle che brucia e si tende,
mentre ogni osso del corpo spinge per uscire -ed esce sempre qualcosa
alla fine.
Riesce sempre ad
uscire e non è magico nemmeno questo, perché la magia non può
avere nulla a che fare con tutto quel sangue e gli occhi che si
annebbiano e i denti che dolgono sin dal primo mattino, mentre la
testa martella e il cuore gli salta nel petto.
Remus sa sempre
quando c'è la luna piena, ma quella che viene strappata dai denti
ora è la sua pelle e quella sostanza calda e vischiosa che gli
riempie la bocca non sa di cioccolato.
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