In nomine Patris
In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.
Sai che stai sognando,
Lucrezia, perché il tuo Djem non è mai stato cristiano.
Ora è inginocchiato di fronte a te, le mani color cenere
giunte in preghiera, gli occhi spenti come finestre vuote su un cielo
notturno.
Amen.
Sai che stai sognando,
Lucrezia, perché il tuo Paolo sta leggendo per te la Commedia, e
lui non ha mai imparato a leggere.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona.
Sei stata la sua Francesca, per qualche settimana di sorrisi e silenzi e segreti.
Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Sai che stai sognando,
Lucrezia, perché sai che non potrà mai più
imparare a leggere. Hai baciato le sue labbra fredde, e gli hai detto
addio in un mattino in cui il vento era pungente come le lacrime.
Quando infine apri gli
occhi, senti il calore del corpo di Alfonso accanto al tuo, sorridi.
Ascolti il suo respiro, segui con le dita la linea della sua mascella.
Capisci che stai ancora
sognando, Lucrezia, quando vedi il suo viso bianco sgretolarsi al tuo
tocco, e senti il tuo cuore spezzarsi mentre la realtà ti
raggiunge come un pugno nel dormiveglia, e come ogni mattino ti ricorda
che dormi in un letto freddo e vuoto.
Sai che stavi sognando,
perché è ciò che sogni ogni notte, che ti porta la
nausea la mattina, che ti fa consumare le ginocchia in preghiere
perché il Signore possa liberarti dai tuoi fantasmi.
Sai che stavi sognando,
Lucrezia, perché eri serena e sorridevi e non provavi alcun
desiderio di uccidere. Sai che stavi sognando perché non ti
sentivi le guance consumate dalle troppe lacrime.
In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.
Sai che stavi sognando
perché non mandavi nessuna maledizione a quel Dio tanto crudele
da lasciarti assaggiare una briciola di paradiso per portartela via
subito dopo. Quello stesso Dio che ha fatto di te una Borgia.
Sai che stavi sognando,
Lucrezia, perché per il tempo di una notte, ogni notte, davanti
ai tuoi fantasmi non desideravi più morire.
Amen.
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