In nomine Patris

di Amarie
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In nomine Patris


In nomine Patris



In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.

Sai che stai sognando, Lucrezia, perché il tuo Djem non è mai stato cristiano. Ora è inginocchiato di fronte a te, le mani color cenere giunte in preghiera, gli occhi spenti come finestre vuote su un cielo notturno.
Amen.
Sai che stai sognando, Lucrezia, perché il tuo Paolo sta leggendo per te la Commedia, e lui non ha mai imparato a leggere.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona.
Sei stata la sua Francesca, per qualche settimana di sorrisi e silenzi e segreti.
Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Sai che stai sognando, Lucrezia, perché sai che non potrà mai più imparare a leggere. Hai baciato le sue labbra fredde, e gli hai detto addio in un mattino in cui il vento era pungente come le lacrime.
Quando infine apri gli occhi, senti il calore del corpo di Alfonso accanto al tuo, sorridi. Ascolti il suo respiro, segui con le dita la linea della sua mascella.
Capisci che stai ancora sognando, Lucrezia, quando vedi il suo viso bianco sgretolarsi al tuo tocco, e senti il tuo cuore spezzarsi mentre la realtà ti raggiunge come un pugno nel dormiveglia, e come ogni mattino ti ricorda che dormi in un letto freddo e vuoto.
Sai che stavi sognando, perché è ciò che sogni ogni notte, che ti porta la nausea la mattina, che ti fa consumare le ginocchia in preghiere perché il Signore possa liberarti dai tuoi fantasmi.
Sai che stavi sognando, Lucrezia, perché eri serena e sorridevi e non provavi alcun desiderio di uccidere. Sai che stavi sognando perché non ti sentivi le guance consumate dalle troppe lacrime.
In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.
Sai che stavi sognando perché non mandavi nessuna maledizione a quel Dio tanto crudele da lasciarti assaggiare una briciola di paradiso per portartela via subito dopo. Quello stesso Dio che ha fatto di te una Borgia.
Sai che stavi sognando, Lucrezia, perché per il tempo di una notte, ogni notte, davanti ai tuoi fantasmi non desideravi più morire.
Amen.




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