Amy don't you go

di _MelodramaticFool_
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Oakland.
Provini per ottenere un contratto dall'Adeline Records, un'importante casa discografica Americana.
Quella mattina ero nella sala d'attesa insieme agli altri aspiranti musicisti. Su una delle pareti della stanza c'era una porta di un nero opaco che ogni cinque o dieci minuti veniva oltrepassata da un artista preceduto dall'eco del suo nome.
Fortunatamente (per gli esaminatori), la stanza in cui si tenevano i provini era insonorizzata, come si poteva capire dai cartelli d'avvertimento appesi al muro.
Infatti nella sala d'attesa c'era un vero casino: cantanti che praticavano vocalizzi, chitarristi che accordavano il proprio strumento, ragazzi che usavano il tavolino come una batteria colpendolo ripetutamente con le bacchette e gente che discuteva confrontandosi suoi propri gusti musicali.
Poi c'ero io, seduta su quella poltroncina rossa a mangiarmi le unghie per il nervoso.
Quei rumori entravano a malapena nelle mie orecchie. L'unico suono che riuscì a catturare la mia attenzione era il battito assordante del mio cuore: il rimbombo, ormai, era giunto fino al cervello.
 Al diminuire dei candidati che mi separavano dal mio provino, aumentava la potenza del mio battito.
Sarebbe stata la prima volta che mi esibivo di fronte a persone talmente competenti in materia, perciò sarebbe bastato un solo errore, una piccola incertezza per mandare a monte la mia possibilità di firmare quel contratto.
La gente che mi circondava, invece, aveva un'aria piuttosto tranquilla, quasi annoiata, come se fosse stata tutta la vita che partecipava a provini di ogni genere. Per alcuni di loro, credo fosse stato davvero così. Per me, invece, quella era solo la mia prima esperienza.
Stavo cercando di realizzare il mio sogno: vivere di musica, lavorare ogni giorno su parole, note e accordi. Comporre canzoni come hobby non mi bastava, volevo che diventasse qualcosa di più: il mio mestiere.
Ad un tratto sentii pronunciare il mio nome con tono deciso e le mie riflessioni vennero interrotte.
"Amy Blake"
Il mio nome, il mio turno.




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