Dolce vita

di biberon
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Biberon prese la penna.

Sentiva che la poesia da sempre era la sua vita, la sua acqua, il suo cibo, e tutta la sua dolcezza.

Ecco!

Dolcezza.

Ecco su cosa si sarebbe incentrata la sua nuova poesia.

Sulla dolcezza, la dolcezza del vivere e della vita.

Prese un foglio e sospirò.

Le dita le pizzicavano e si sentiva al massimo dell'energia.

Era questo l'effetto che le faceva la poesia.

Si spostò una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio e inizò a scrivere mordicchiandosi il labbro superiore.



"Forse è solo un mio pensiero,

forse è solo un’impressione,

fatto sta che io vedo qualcosa all’orizzonte,

forse una zattera,

una nuvola, un gabbiano,

si avvicina sempre di più.

“Ehi, ehi tu! fermati, te ne prego”

Ma che cosa sarà mai?

Ah! È una porzione del tuo manto celeste,

frizzante, magico,

è una porzione di dolce vita,

preziosa e bella,

che regala a me e a tutti gli altri

uno dei suoi raggi,

pieni di gioia, così profumati, deliziosi e ambiti,

nessuno li ha mai capiti,

nessuno ha mai captato

qualche suono,

perché arrivano svelti,

come un tuono,

non sono raggi qualunque,

sono speciali

e ti regalano

la cosa più bella,

più importante di tutte,

cioè

la dolce vita,

che ti aiuta a vivere bene ogni cosa, e,

come ho detto prima,

arriva lenta,

 silenziosa

e penetra

nel profondo del cuore. "




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