Le notti sto sveglia per te.

di biberon
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“è dura spettare per qualcosa che non accadrà mai, ma è ancora più brutto arrendersi se quella cosa è tutto il tuo mondo.”
 
Rilessi quelle parole tenendo le labbra praticamente chiuse, nel disperato tentativo di non mettermi a piangere di nuovo.
 
Guardai con astio il cuscino bagnato di lacrime e lo schermo del mio cellulare vibrò.
 
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“fottiti” sussurrai allo schermo mentre si faceva lentamente nero.
 
Il cellulare non poteva capire.
 
Nessuno poteva.
 
Beh, a parte tutte le altre directioner al mondo.
 
Però io mi sentivo diversa, mi sentivo diversa da tutte le altre, e non sapevo nemmeno spiegarmi il perché.
 
Faceva caldo, quella sera.
 
I miei lunghi capelli castani si rivelavano, in estate, più un difetto che un pregio.
 
Mi davano la sensazione di avere in testa un pechinese.
 
Presi un elastico, mi feci una coda storta e mi misi a sedere, liberandomi con un calcio dal mucchio di coperte che mi stava addosso.
 
Incredibile, che mia nonna, dalla quale stavo a dormire allora, riuscisse a mettermi piumino e coperte di lana anche ad agosto.
 
Sbuffai.
 
Buffo, come i sogni cambiano.
 
Da piccola volevo essere una scrittrice di fama mondiale, tipo la Rowling.
 
Verso gli otto anni volevo essere una spia.
 
Tipo Tom Cruise in Mission Impossible.
 
Agli undici volevo un castello con la piscina.
 
Tipo il conte Dracula.
 
Allora volevo solo Harry Styles.
 
Tipo un milione di altre ragazze.
 
Già, in quel momento milioni di ragazze, alcune più carine di me, altre più simpatiche, altre più dolci, stavano pensando a lui.
 
 
 
 
“TIAMOTIAMOTIAMOTIAMOTIAMO” fissai quel foglio appeso alla parete, quel foglio pieno di scritte.
Un mio disegno.
Harry in versione manga.
Era così buffo.
Dopo aver visto il video di “Best song ever” ero certa di volere Harry in qualunque forma si presentasse.
Rotolai su letto e posai la testa sul palmo della mano.
Ridacchiai per non piangere.
Osservai la luna attraverso il vetro pieno di ditate.
Volevo solo Harry, dopo tutto, mica chiedevo la luna.
No, infatti.
Non chiedevo la luna.
Chiedevo molto di più. 




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