07. Gli Smith
Ci alzammo silenziosamente dai banchi per non disturbare ulteriormente i lettori e ci dirigemmo verso il lungo corridoio.
Arrivati alla porta uscii fuori e alzai il viso per godermi il calore
del sole. Davvero una bella giornata, pensai, poi sentii i passi di
Christopher dietro di me e senza pensarci troppo mi fiondai su di lui
abbracciandolo e cercando di coprirlo.
Gli parlai a bassa voce. “Chris non uscire, c’è troppo sole. Potrebbero scoprirti”
Ero davvero imbarazzata per la posizione, ma qualcuno avrebbe potuto
vedere la sua pelle brillare. Come avevo fatto io quel giorno nella
radura… nella nostra radura. Sentii un colpo al cuore.
Poi una risata, la sua risata, attirò la mia attenzione.
“Che c’è da ridere? Su forza, andiamo dentro”.
“Bella non ce n’è bisogno” Quasi non
riusciva a parlare dalle risate, intanto le mie braccia si staccarono
dal suo torace. “In che senso?”
“Nel senso che io non brillo al sole come gli altri” disse piegandosi in due dalle risate.
Non riuscivo a crederci. “Vuoi dire che ti sono saltata addosso
senza motivo? Oh mio Dio!! Ma perché non me l’hai detto?
Potevi anche fermarmi” chiesi dandogli un cazzotto sul braccio.
“Bè non credevo che fosse importante dirtelo… e poi
non si rifiutano mai le avances di una bella ragazza” disse
facendomi l’occhiolino. Arrossì in un minuto. Che
imbarazzo… solo io riesco a mettermi in queste situazioni con
tanta semplicità.
“Dai ora andiamo. Ho così tanta fame che ti mangerei tutta” disse con sorriso malizioso.
“Haha… davvero divertente. Vieni, il mio pick-up è qui dietro”.
“No no. Io sono un gentiluomo e non potrei mai lasciarti
guidare.” Disse divertito. Pensandoci, forse era meglio
così. Vista la mia scarsa conoscenza della città mi sarei
persa anche con lui che mi indicava la strada.
“Vieni andiamo con la mia moto”.
“C-cosa? Hai una moto?”
“Si, Bella. E’ una cosa abbastanza comune nel ventesimo
secolo” disse sorridendo. Per me non era affatto divertente.
Sapevo come la pensava Charlie sulle moto e se mi avesse scoperto non
avrei visto la luce del sole per un mese.
“N-non intendevo questo. E’ che io non potrei salirci,
cioè mio padre non vuole, ha paura che mi succeda
qualcosa” dissi imbarazzata.
“Non ti preoccupare Bella. Non permetterei mai che ti succedesse
qualcosa” i suoi occhi color mare, che al sole si tingevano di un
verde chiaro, mi guardavano sicuri. Era la verità, non avrebbe
mai permesso che mi succedesse qualcosa.
Chris sapeva guidare la moto molto bene, era sicuro in ogni curva.
Guidava tra le macchine ferme nel traffico come se stesse volando.
Mi aveva detto di tenermi stretta a lui, perché sarebbe andato
molto veloce. Casa sua era abbastanza lontana da Seattle e voleva
arrivare in tempo in modo da farmi conoscere suo padre.
Ogni volta che accelerava sentivo le mie braccia serrare in una morsa
la sua vita. Avevo una paura pazzesca, avevo tenuto gli occhi chiusi
per tutti il viaggio, solo una volta li avevo aperti per guardarmi
intorno, ma non ero riuscita a capire granché, le case, le
strada erano sfocate per la velocità. Finalmente sentì la
moto fermarsi.
“ Bella siamo arrivati”
Alzai gli occhi e davanti a me trovai una bellissima villa immersa nel verde.
Era alta due piani, dipinta di un giallo chiaro che risaltava le
finestre in legno, non molto grande, dall’esterno sembrava una
costruzione nuova, aveva un bellissimo portico con un’altalena e
un piccolo giardino davanti con tantissimi fiori, tutti bellissimi.
Chris aprì la porta e insieme entrammo.
L’interno della casa era molto grande e molto confortevole.
L’arredamento era classico, ogni cosa sembrava antica e di
valore, c’erano grandi vetrate che illuminavano il salotto e si
affacciavano sullo splendido giardino, in un angolo c’era un
grande camino con affianco una sedia a dondolo.
Di lato c’era un grande tavolo, a cui seduti c’erano, penso, la madre e il padre di Christopher.
“Mamma, papà vi presento Bella”
L’uomo si alzò e ci venne incontro. Era robusto e alto,
con dei splendidi capelli color cenere, che incorniciavano i suoi
lineamenti perfetti.
“ Felice di conoscerti Bella e benvenuta. Io sono Clarence
Smith” sfoderò un sorriso, sembrava davvero felice di
conoscermi.
“Grazie mille sig. Smith”
Vidi la donna avvicinarsi. Era bellissima, aveva dei lunghi capelli
biondi, che la sua pelle bianca faceva sembrare dorati, un fisico
slanciato e affusolato come una modella. Restai impietrita, sembrava
davvero la madre di Chris.
“Sono davvero lieta di conoscerti Bella. Io sono Emily”la
sua voce melodiosa la faceva diventare ancora più bella.
“Anche io sono lieta di conoscervi, scusate per il poco preavviso” mi rivolsi ad entrambi con un sorriso.
“Non ti preoccupare Bella. Christopher ci ha avvisato del tuo
arrivo. Noi riusciamo a comunicare anche a grande distanza”
Poi senti Chris appoggiarmi una mano sulla spalle e indicarmi l’uscita sul retro.
“Vieni. Ti presento il resto del gruppo. Sono tutti nel garage.” Lo ascoltavo mentre camminavamo.
“Vedi, mio fratello William è un patito di motori. Soprattutto di moto. Quella era un suo regalo, un
Honda CBR600. E spesso io, Elizabeth e Jamie, ci riuniamo e lo
guardiamo lavorare” aveva un espressione felice mentre parlava
della sua famiglia, devono essere davvero uniti.
Ci fermammo davanti a una piccola porta in alluminio. Chris gli diede due colpi, poi si girò verso di me.
“Non fare caso al comportamento di Jamie.” E mi fece l’occhiolino.
Quando la porta si aprì davanti a noi c’era un ragazzo dai
capelli nero corvino, il fisico asciutto e due occhi magnetici. Fece un
segno di saluto a Chris e con passo felino venne da me e fece un
inchino.
“Piacere di conoscerti principessa. Io sono Jamie.” Mi prese la mano e ne baciò il dorso.
“P-piacere mio. Io sono Bella” la voce mi si fermò in gola.
Dopo alcuni secondi una ragazza dal viso piccolo e dal fisico minuto si affiancò a Jamie e alzò gli occhi al cielo
“Ma la smetti di fare il farfallone? Hai 150 anni, non puoi fare ancora il ragazzino”
“Bè? Cosa ho fatto di male? Ho dato solo il benvenuto a questa deliziosa fanciulla”
Sentì un coro di rimproveri “Jamie!!”
La ragazza si avvicinò, aveva degli splendidi boccoli color cioccolato, e mi porse la mano.
“Felice di conoscerti Bella. Io sono Elisabeth”
“Piacere mio”
“E io sono William. Benvenuta tra noi”. Mi voltai e trovai
un ragazzo molto muscoloso e alto, tutto sporco di olio e con i jeans
strappati. Sembrava un modello di una pubblicità.
“Grazie mille” risposi.
“Su forza, andiamo in cucina. Io e Bella stiamo morendo di fame”
Tutti uscimmo e ci dirigemmo verso la cucina.
Era proprio una bella famiglia, tutti erano cordiali con me… in
quei pochi minuti in cui ero stata con loro mi avevano trasmesso
calore, come se li avessi sempre conosciuti.
Qualcosa in loro mi ricordava molto i Cullen, cercai di non pensarci, meglio evitare di riaprire la mia ferita.
Quando arrivammo c’erano già due bei panini ad aspettarci
sulla tavola, per la prima volta mangiavo con un vampiro, anzi mezzo.
Ecco un nuovo capitolo! Spero vi piaccia =o)
ciaoo.
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