Tutto era calmo quella mattina. L’ampia tenuta dei
Malfoy era deserta come sempre, e Draco camminava attraverso le stanze
ascoltando il ritmico rumore dei suoi passi riecheggiare nel salone.
I suoi bagagli erano già stati portati
all’ingresso e sua madre era lì ad aspettarlo.
-tuo padre non verrà a salutarti, ma si raccomanda di far
valere il nome della famiglia e di vincere la coppa delle case- disse
Narcissa Malfoy
Draco annuì e baciò solennemente la mano della
madre prima di smaterializzarsi con i suoi bagagli. Si trovò
al binario 9 ¾ in mezzo agli studenti del primo anno che gli
sfrecciavano accanto con i propri carrelli. Il treno sbuffava e
fischiava. Le madri abbracciavano i propri figli e li stringevano
forte. Amore sprecato. Una madre non è tenuta a dimostrare
affetto nei confronti del proprio figlio.
Salì sul treno cercando un vagone vuoto; finalmente
riuscì a sedersi in solitudine. Quegli idioti di Tiger e
Goyle l’avrebbero trovato in un paio di minuti, meglio
godersi la loro assenza pensando a qualcosa di intelligente, prima che
la sua mente fosse invasa dalle stupidaggini senza senso che sarebbero
uscite ininterrottamente dalla bocca dei due individui. Quello sarebbe
stato l’anno degli esami G.U.F.O e Draco avrebbe dovuto
studiare approfonditamente. Era intelligente ma non si applicava,
prendeva le cose con troppa leggerezza, ma quell’anno la sua
vita stava per essere sconvolta. Sapeva che suo padre
l’avrebbe costretto ad unirsi all’alleanza con il
Signore Oscuro, anche se non avesse voluto. D’altronde,
perché non doveva seguire l’esempio di suo padre?
Sarebbe diventato come lui, fido braccio destro del Signore Oscuro,
potente, temuto, rispettato. Un ghigno affiorò sulle labbra
del giovane ragazzo.
In quel momento Tiger e Goyle irruppero nella cabina seguiti da altri
ragazzi. Ridevano, urlavano e si comportavano proprio come bambini.
Forse erano ancora troppo immaturi per affrontare la vita reale. Forse
lo era anche Draco, forse nemmeno lui era pronto per crescere, la sua
innocenza gli era stata strappata prematuramente. Il viaggio fu
più lungo del solito, ma verso sera arrivarono finalmente.
Hogwarts, la scuola di magia più prestigiosa al mondo.
Alla stazione tutti gli studenti scendevano dal treno precipitandosi
alle carrozze, ansiosi di tornare a scuola. Draco invece sarebbe
tornato indietro, ma non a casa, quel luogo non gli era più
familiare. Avrebbe vissuto alla buona, avrebbe esplorato nuovi stili di
vita, avrebbe conosciuto il mondo che c’era fuori dalla sua
casa e da Hogwarts. Mentre fantasticava su luoghi sconosciuti venne
praticamente travolto da un Weasley. Una pesante valigia gli
urtò una gamba.
-non toccarmi- disse al rosso allontanandosi inorridito. Qualunque
Weasley fosse non gli importava, tanto erano tutti uguali, con quei
capelli orribilmente rossi e quelle lentiggini sparse su tutto il volto.
Ginny scostò la pesante valigia.
-alla larga da nostra sorella- gli intimarono Fred e George.
-che stia lei lontana da me- Draco continuò a camminare. Un
altro lato che odiava del tornare a Hogwarts era il rivedere i Weasley,
quella banda di straccioni che camminava sempre in gruppo, accompagnati
dalla Granger, una schifosa mezzosangue e da Potter.
Quanto odiava Potter. Strinse i pugni e scacciò dalla mente
quei pensieri, aveva di meglio a cui pensare.
Salì su una carrozza e si lasciò trasportare fino
all’entrata del castello. Prese i suoi bagagli e li
sistemò nel dormitorio.
Tutti gli alunni della scuola erano seduti nella Sala Grande per la
cerimonia di smistamento. Quelli del primo anno aspettavano con
trepidazione che la professoressa McGranitt annunciasse il loro nome,
poi si andavano a sedere e il cappello li smistava. Rituale che aveva
luogo ogni anno.
Fortuna che Ginny era l’ultima dei fratelli, non avrebbe
più avuto seccature con altri irritanti piccoli Weasley che
correvano come impazziti. Istintivamente il suo sguardo cadde proprio
sulla piccola Weasley.
Un pensiero strano gli balenò in mente, quella ragazzina
bassa ma tutta curve aveva il suo fascino. Distolse lo sguardo. Se
avesse voluto svagarsi con qualcuna non avrebbe certo scelto una sporca
rossa, gli sarebbe bastato schioccare le dita e avrebbe avuto tutte le
ragazze che voleva. Perché non divertirsi,
quest’anno?
Era ufficiale quindi: l’anno scolastico era iniziato.
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