Chi pecora si fa, il lupo se lo mangia.

di ToraStrife
(/viewuser.php?uid=44143)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Chi pecora si fa, il lupo se lo mangia. La saggezza popolare lo ricorda sempre: non allontanatevi mai dal sentiero.
Lo insegna la favola di Cappuccetto Rosso, lo insegna "In compagnia dei Lupi", che poi è l'unico film dove è Angela Lansbury a morire, e non qualcun altro.
Perché non mi hai voluto ascoltare?
Guardo, per ultima, la tua lapide, mentre la folla finalmente si allontana
.
Di nuovo soli, io e te.
Ricordo ancora di come ti hanno trovato. Quel che rimaneva.
Ma è colpa tua. Solo tua.
Eri famoso presso tutto il  paese per la tua insana fame di lussuria.
Non ti stupire se, quando alla proposta di accompagnare in piena notte qualche ragazza lungo il sentiero solitario, quello che si diceva fosse infestato dai lupi mannari, tutte rifiutavano.
Che ti credi? Non avevano paura dei lupi mannari: avevano paura di te.
E allora, non avendo trovato nessuna da accompagnare, avevi scelto di accompagnare una pecora.
Una pecora!
Palesemente era solo una scusa. Ad un certo punto l'hai presa di peso, hai lasciato il sentiero e ti sei appartato in un cespuglio.
Non so se rimproverarti di più per le perversioni sessuali o per l'irresponsabilità di aver lasciato il sentiero, ben illuminato dalla luna piena.
Ignorando le proteste velate, pardon, belate della poverina, ti sei spogliato e hai cominciato i tuoi schifosi comodi.
Eri così concentrato che scommetto che non ti sei mai accorto di nient'altro.
Forse gli ululati che udivi li avevi scambiati per ululati di piacere del partner (?).
E mentre tu pensavi di affondare la tua fame nella carne tenera alla.... pecorina, ignoravi che qualcuno affondava le sue zanne affamate nella tua, di carne, non meno tenera.
Uno spruzzo di sangue, il tuo, andò a macchiare la lana della pecora.
Avresti potuto con soddisfazione ridacchiare sul fatto che non fosse più lana vergine.
Come ti hanno trovato domattina... E' stato un lauto pasto.
Sicuramente ti chiedi, dal tuo paradiso, come faccio a sapere tutti questi particolari.
Beeeeh, che ti devo dire?
Forse ho sempre avuto un debole per i pervertiti.
E forse non ti ho mai raccontato di quel lupo che mi morsicò un mese fa. Non era un lupo comune, come avrai immaginato.
Ma nonostante tutto, non ti odio, nonostante la verginità che mi hai strappato: eri davvero buono.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2101392