unexpected
Ce l'ho fatta!
Woooh! Grande capitolo
per voi!
Un abbraccio grande a
tutti voi che ancora seguite questa storia (spero siate ancora un po'!)
e fatevi leggere, anche con poche parole, ma fatevi leggere.
Ancora una cosa, poi vi
lascio leggere in pace:
Buon viaggio Ele!!!
Buona lettura!
Northstar
ps: non ce l'ho fatta a
rileggere! Spero non ci siano grossissimi errori! Altrimenti, segnalate!
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Santana doveva ammetterlo.
Le cose si erano fatte quanto mai imbarazzanti con Rachel dal suo
altrettanto imbarazzante invito ad uscire insieme.
Coglieva sempre più spesso la brunetta ad osservarla, a tenere
gli occhi su di lei, per poi spostarli velocemente una volta colta sul
fatto.
E certo, non lo avrebbe mai ammesso, ma a sua volta si era ritrovata
guardare (con la coda dell'occhio) la ragazza.
E sotto una nuova luce.
"E allora qual è il problema?" chiese Sam sollevando le sopracciglia
confuso.
"Non è un problema... è solo che.. Non lo so... E' come
se fossimo diventate improvvisamente... impacciate.
Si, credo sia la
parola giusta..."
"Mmm..." annuì il ragazzo.
"Capisci cosa voglio dire?"
"No, non proprio..." rispose Sam scuotendo la testa.
"Come faccio a sedurla se si comporta da sedicenne imbarazzata che spia
da lontano la sua cotta?"
"Mpf! Credi di comportarti diversamente?" sorrise Quinn sorseggiando un
bicchiere di vino.
"Scusa?"
"Ti
comporti esattamente come lei, forse più discretamente, ma è cosi..."
spiegò la bionda per poi aggiungere"Ad ogni modo, se lei non agisce sai
bene cosa devi fare..."
"Credi che dovrei prendere in mano la situazione?"
"Beh, sei stata tu a proporle di uscire..." rispose Sam.
"Esattamente." annuì Quinn.
"Giusto... Giusto..."
"A proposito... hai per caso pensato a cosa fare?" chiese ancora la
ragazza.
"Non proprio... Non voglio portarla nei soliti posti... ma allo stesso
tempo non voglio fare niente di esagerato..."
"Beh, fossi in voi eliminerei il cinema. Avete decisamente bisogno di
parlare." rispose Sam guadagnandosi un'occhiata stupita da parte delle
amiche, per poi aggiungere arrossendo "Che c'è? E' vero..."
"E' vero..." ripetè Santana sospirando.
"Beh, è già qualcosa, sai che devi portarla in un posto
in cui è a suo agio e in cui potrete parlare liberamente."
sorrise Quinn.
"Certo..." sbuffò la latina per poi guardare l'orologio e tirare un
sospiro "Sarà qui fra poco...".
"Santana Lopez..." cominciò Quinn divertita "Non sarai
mica nervosa perchè la tua coinquilina sta per tornare a
casa... vero?".
"E' imbarazzante!" protestò Santana "Ed io non sono una che si
imbarazza facilmente! Ma lei è sempre così- così-
timida! E io lo so che non è timida! Anzi... quando vuole
sa essere tutto meno che timida..."
"Dimmi di più... per favore..." provò Sam con un sorriso.
"Sta zitto, Sam..." sorrise Quinn dando una gomitata al ragazzo.
"Ogni tanto penso che sta succedendo tutto troppo velocemente..."
"NO!" esclamarono in coro i due ragazzi spalancando gli occhi, per poi
guardarsi a vicenda.
"Quello che vogliamo dire-" cominciò Sam.
"Lo so quello che volete dire..."
"San, non farlo. Non farlo e basta. Non- No. No." disse Quinn
sfidando lo sguardo della latina.
"E' permesso?" sorrise Rachel aprendo la porta dell'appartamento
"Cavolo..." sospirò Santana.
"Ehi Rachel." rispose Quinn per poi guardare divertita Santana "Stavamo
giusto preparandoci ad andare.".
"Di già!?"
"Già... Domani si lavora..." annuì Sam con una falsa espressione
afflitta..
"Beh, almeno è venerdì!" sorrise ancora la brunetta "Grazie a Dio è
venerdì! TIGF!"
"Non dirmi che stai per cantare Katy Perry, ti prego..." sospirò
Santana suonando forse un po' più pungente di quello che aveva
pensato, guardando Rachel cambiare improvvisamente espressione.
"Beh!" disse velocemente Sam rompendo l'atmosfera tesa "Buona notte
ragazze, ci sentiamo per il week end!".
"'Notte Sam." rispose la brunetta accennando ad un sorriso.
"Ti chiamo domani." sillabò muta Quinn alla latina, per poi dire
ad alta voce "'Notte Rachel, a domani!" e seguire Sam fuori dalla porta.
Dopo un veloce scambio di sguardi con Rachel, Santana si alzò
veloce a raccogliere i bicchieri usati, per poi lasciarli nel lavandino
cercando di evitare la brunetta.
Mentre raccoglieva i tovaglioli dal tavolino del salotto, Santana sentì
l'acqua scorrere nel rubinetto della cucina.
Voltandosi trovò Rachel a sciacquare i bicchieri che aveva appena
posato.
"Ber-Uhm, Rachel, non devi farlo."
"E' la mia settimana di pulizie... e poi se non si sciacquano subito il
vino lascia l'alone..." spiegò Rachel cercando di sorridere.
Santana prese un lungo respiro prima di avvicinarsi e sedersi su uno
degli sgabelli del bancone alle spalle della ragazza.
"Così non va." sospirò Santana toccandosi nervosamente le mani,
"Oh, grazie avevo bisogno del tuo illuminante quadro della situazione!
Grazie per essere scesa a salvarmi dalla mia ignoranza, Santana,
credimi non lo avevo capito..." sbottò Rachel voltandosi
a guardare la latina, per poi tornare a lavare i bicchieri.
"Rachel-"
"No, ascolta Santana. Lo avevo preventivato. Avevo immaginato che- che
potessi avere un ripensamento. Quindi è ok. Non fa niente.
Davvero. Facciamo veramente finta che non sia successo niente. D'altro
canto non avrei mai pensato che una ragazza come te potesse anche
solamente guardarmi..."
"Sei seria!? Veramente?".
"Serissima." replicò la brunetta dando di nuovo le spalle alla latina.
"Non ti capisco, Rachel..." sbuffò Santana.
"Tu!? Tu non capisci me?!" esclamò Rachel "Tu!? Che a momenti mi
tratti a pesci in faccia e a momenti mi guardi con l'aria di una che ha
intenzione di rimettere in scena Basic Instinct!?! Veramente, Santana?".
La mora rimase qualche secondo con la bocca socchiusa, confusa.
"Non hai intenzione di dire nulla?" provò Rachel tornando a dare le
spalle alla latina.
"Io... uhm... Non so se sono più stupita dal fatto che tu abbia
effettivamente usato un immagine cinematografica piuttosto spinta per i
tuoi standard- o dal fatto stesso che, suppongo, tu abbia visto Basic
Instinct...".
Santana continuò a guardare la brunetta di fronte a lei, finchè non
sentì un suono ben distinto.
Una risata.
E non una risata di cortesia.
No.
Una risata piena e ricca e divertita.
Dopo qualche secondo Santana si rese conto di due cose: non solo che
anche lei stava ridendo, ma che non ricordava quanto fosse piacevole e
liberatorio essere tornata alla solita routine. Di quanto
fosse semplicemente bello.
Qualche minuto dopo, una volta ripreso il fiato ed asciugate le
lacrime, le due ragazze tornarono a guardarsi.
Stavolta con occhi diversi.
"Rae..." cominciò Santana "Voglio che sia chiaro che non ci ho
ripensato. Niente affatto, credimi. E' solo che... tutta questa storia
comincia a diventare troppo imbarazzante... Insomma le occhiatine, i
sorrisi, è intrigante ed eccitante ma- ma è tutto
diverso dal solito.
E per quanto non lo voglia ammettere, mi mancano le nostre
normali conversazioni mattutine- beh, per quanto normali possano
definirsi... Insomma... voglio uscire con te, lo voglio, per
quanto non abbia la benché minima idea di dove portarti... ma
devo essere sincera e vorrei che le cose tornassero... non lo so...
semplicemente, normali..."
"Normali." ripetè Rachel.
"Normali." annuì Santana.
"Questo posso farlo. Beh, possiamo farlo..."
"Grazie al cielo..." sospirò Santana tornando a sedere sul divano.
"Da domattina. Da domattina si riprende la nostra solita routine.
Quella consolidata.".
"Ma ti prego niente te con quelle erbacce dentro domattina... E'
nauseante..."
"Va bene, domani semplice tè verde..."
"Grazie."
"Comunque..." cominciò Rachel sedendosi sulla poltrona di fronte a
Santana "Per la cronaca... Ho visto Basic Instinct..."
"E ti è piaciuto?"
"Non
particolarmente..." replicò la brunetta alzando le spalle "Ma devo
ammettere di aver provato e riprovato il famoso accavallamento di gambe
di Sharon Stone..."
Gli occhi di Santana volarono incontrollati alle gambe della diva.
"Il che non significa che lo farò ora, Santana... Ma magari un
giorno..." commentò divertita Rachel.
"Buonanotte, Rachel." sbuffò Santana arrossendo, alzandosi astiosa dal
divano.
"Te lo avevo detto che avevi voglia di rimettere in scena Basic
Instinct!".
"Buonanotte!" ripetè la latina dirigendosi veloce in camera sua.
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Santana era già pronta ad uscire di casa quando sentì la
voce di Rachel.
"Buongiorno."
"Buongiorno." replicò la mora preparando velocemente la sua borsa.
"Stai già uscendo?" chiese la brunetta sorseggiando il suo tè.
"Devo andare a lavoro..."
"Sei in anticipo oggi."
"Ah si?" domandò curiosa Santana
"Di solito esci di casa alle otto e mezza, mentre ora sono
appena le otto..."
"Wow... Sapevo che eri ossessiva ma non fino a questo punto..." sorrise
la latina "Comunque, devo fare dei giri..."
"Non starai mica cercando di evitarmi... vero?" sorrise la brunetta
cercando evidentemente di provocare la mora.
"Per tua informazione sto cercando un bel posto dove portarti per il
nostro appuntamento..."
"Oh allora hai ancora intenzione di uscire con me..." continuò
divertita Rachel.
"Non
sei divertente..." sbuffò Santana "Questa storia mi sta mettendo in
difficoltà... ci sono così tante cose che potremmo fare, eppure nessuna
sembra quella giusta..."
"Non stare ad impazzire sul dove portarmi o meno. Qualunque cosa
sceglierai, sono sicura che andrà più che bene, Santana."
"Lo dici solo per consolarmi."
"Lo
dico solo perchè, in quanto nostro appuntamento, non importa dove
andremo o cosa faremo. L'importante sarà passare del tempo insieme.
Possibilmente tempo di una certa qualità, speciale e in maniera
diversa, ma ripeto... l'importante è
stare insieme."
"Ugh, mi stai facendo venire il diabete..." commentò Santana mimando
un'espressione disgustata.
"Per fortuna sei un medico..."
"Posso farti una domanda?"
"Certo che puoi."
"Noi ci siamo già baciate... Due volte..."
"Si... Ma non è una domanda." osservò la brunetta.
"Si, lo so che non è una domanda, Rachel... Quello che volevo
domandarti è questo: supponendo
che, magari,
volessi baciarti... Potrei farlo o dovrei aspettare il famoso "primo
appuntamento"?".
"Mmm...
Il fatto che ci siamo già baciate non ti dà automaticamente il permesso
di baciarmi di nuovo. Specialmente calcolando che la prima volta io non
ero proprio in me e la seconda volta lo hai fatto a tradimento."
"A tradim-" cominciò Santana per poi fermarsi "Quindi devo aspettare la
sera dell'appuntamento?"
"Si, mi piacerebbe. Mi piacerebbe proprio essere baciata fuori casa."
"Casa in cui poi entrerò anche io..." osservò Santana.
"Esatto!"
"Sei seria?"
"Certamente."
"Non- Non lo stai facendo per prendermi in giro?"
"No... perchè?"
"Per la miseria, Rachel, mi farai impazzire..."
"Non capisco- non vedo qual è il probl-"
"Smettila di parlare." ordinò Santana prima di avvicinarsi e lasciare
un singolo,
delicato, bacio sulle labbra della brunetta, per poi sospirare "Stasera
fatti trovare pronta per le otto. Ti porterò da qualche parte. Da
qualunque parte."
"O-ok..."
"Ti
auguro una buona giornata, Rachel..." continuò santana per poi
raccogliere la sua borsa ed uscire
dall'appartamento.
"Beh..." sorrise Rachel sfiorandosi la bocca "Se il buongiorno si vede
dal mattino..."
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Santana non ne poteva più.
Raramente aveva giornate lente come quella che stava passando.
Niente operazioni programmate, niente emergenze, niente scartoffie da
sistemare.
Nella noia aveva preso il telefono ed aveva cominciato a scrivere a
Quinn e Sam.
Santana: "Idee per l'appuntamento ?"
Dopo qualche secondo aveva sentito il telefono vibrare.
Sam: "Vino, vino, vino, sesso."
Santana: "Perchè continuo ad includerti nelle nostre conversazioni?"
Sam: "Perchè non potete vivere senza di me."
Quinn: "Farò finta di non aver letto Sam. San, vuoi andare tranquilla?
Portala a cena fuori!"
Sam: "E falla bere (:"
Santana: "Non siete d'aiuto... cercavo qualcosa di più particolare..."
Sam: "Chiedi all'amico google."
Quinn: "Squallido, Sam."
Sam: "Non mi sembra che tu ti sia mai lamentata dei nostri
appuntamenti... eppure..."
Quinn: "Sei triste."
Santana: "Ok, ora tolgo le notifiche. Uccidetevi pure."
La latina tornò ad accomodarsi sulla sua sedia, poggiando i piedi sulla
scrivania.
Doveva trovare qualcosa che potesse lasciarle parlare... ma che le
facesse anche far colpo su Rachel.
Avvicinandosi
al pc Santana cominciò a cercare tutti i migliori locali con karaoke,
tralasciando quelli di puro country e rap, fino a quello che le
sembrava fosse il migliore.
La latina riprese velocemente il
telefono, e dopo aver evitato la sfilza di insulti volati fra i sue due
amici scrisse: "Cena in un ristorante con karaoke... Che ne pensate?"
Sam: "Ottimo (;"
Quinn: "Le piacerà da morire"
Santana: "Non è un po' scontato?"
Sam: "Puoi portarla a cena sotto il Taj Mahal?"
Santana: "No... Non stasera perlomeno (;"
Sam: "Allora non è scontato"
Quinn:
"Già, scontato è riportare due sabati di fila una ragazza nello stesso
locale solo per rubare ancora un sottobicchiere..."
Sam: "Erano in pelle!"
Santana: "Ecco. Grazie. Continuate pure.".
Ok,
forse portarla in un ristorante non era la cosa più originale del
mondo... Ma era sicura che col karaoke avrebbe totalizzato almeno un
centinaio di punti...
Così Santana si decise a prenotare.
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Santana stava finendo il quarto cruciverba della giornata, quando sentì
il suo telefono vibrare nella tasca.
"Berry", lesse la latina, segnandosi come promemoria mentale di
cambiare il nome sulla rubrica entro la serata.
"Pronto?"
"Spero che la regola
"Chiamare solo in caso di emergenza" sia sospesa..."
cominciò Rachel.
"Perché dovrei sospenderla? Anzi, c'è un'emergenza in corso?"
"No, ma- beh- voglio dire, visto che-"
"Sto scherzando, Rachel... Cosa succede?"
"Per stasera..."
"Si?"
"Cosa devo indossare?"
"Quello che vuoi, Rachel, non è importante..."
"Si, ma- Ecco, mi chiedevo... è un pub? Un ristorante chic? Una
discoteca? Un-"
"Non ti rivelerò dove andremo. Vestiti casual."
"Mmm...
Casual come "Heidi Klum esce a fare la spesa" o casual in
stile
"non voglio sembrare troppo sciatta ma non ho voglia di scegliere gli
abiti, quindi prendo le prime cose che trovo sperando che siano
abbinate"?"
"Sei consapevole del fatto che ci vestiremo nello stesso
appartamento e che, probabilmente, verrai comunque da me a chiedere
"Cosa ne pensi?" come ogni santa mattina?"
"Si, ne sono consapevole. Ma preferirei che rispondessi
semplicemente alla mia domanda."
"Rachel,
per quanto sia difficile ammetterlo, sai vestirti. Ti vesti sempre
molto bene. Quindi qualunque cosa deciderai di indossare andrà bene."
"Una gonna?"
"Rachel ti ho appena detto che va bene tutto..." osservò Santana.
"Si, ma ho notato stamattina che hai un evidente debole per le mie
gambe."
"Uhm... Io-"
"Sei arrossita?" rise divertita Rachel al telefono "Dimmi che sei
arrossita!"
"Io non arrossisco."
"Certo... come non sei arrossita ieri sera..." replicò ironica Rachel.
"Mi raccomando, pronta per le otto." tagliò corto la latina.
"Dovrei
sentirmi offesa da questa frase. Lo sai che faccio delle puntualità uno
dei miei punti più forti... Io sono sempre puntualissima."
"Ricordartelo non fa male, però..."
"Allora ci vediamo più tardi..."
"A più tardi, Rach..."
"Santana?"
"Mmh?"
"Non vedo l'ora che arrivi stasera..."
"Anche io..."
"Stavolta sei arrossita, vero? Non provare a negarlo!"
"Ci
vediamo più tardi Rachel..." sorrise Santana terminando la telefonata,
per poi guardare l'orologio e sospirare "Ancora qualche ora..."
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Era così tanto tempo che non si sentiva così.
Sulla metro, tornando a casa, continuava a pensare e ripensare
all'appuntamento con Rachel.
Continuava
a ripetere mentalmente il programma che aveva meticolosamente preparato
durante le 8 noiosissime ore in ospedale, dai mezzi che avrebbero
preso, a cosa le avrebbe raccontato per fare colpo (come se servisse, a
questo punto), fino alle domande da fare alla brunetta sulle (poche)
cose che ancora non sapeva di lei.
Quando la latina sentì il
telefono vibrarle nella tasca si lasciò subito sfuggire un sorriso,
convinta al cento per cento che non poteva essere altri che Rachel,
pronta a chiederle dove fosse o qualcun altra delle sue mille domande
giornaliere.
Invece, sfilato il telefono dalla tasca, Santana rimase di pietra nel
leggere sul display il prefisso dell'ospedale.
"No... ti prego, no." sospirò la mora prima di prendere un respiro e
rispondere "Santana Lopez."
"Abbiamo un problema..."
Santana riconobbe subito la voce di Sugar Motta, una delle sue
studentesse.
"Avete un problema, hai detto bene..."
"Uhm... In effetti il problema è anche suo..."
"Cosa c'è ora?!"
"La dottoressa Pillsbury ha avuto un'emergenza familiare e-"
"No. Non sono disponibile, non pensateci nemmeno. Ho un appuntamento
stasera."
"Ma dottoressa Lopez io-"
"Io cosa?!"
"Io sto solo... Beh, eseguendo gli ordini..."
"Chi ti ha detto di chiamarmi? E' stato il tipo filippino?"
"No, è stato il primario..."
"Il prim- Stai scherzando!?"
"No, dottoressa. Mi dispiace."
"Cazzo!" sbottò la latina "Ho un appuntamento stasera, Sugar!"
"Mi dispiace dott-"
"Smettila di dire "mi dispiace"! Non mi stai aiutando! Fa qualcosa di
concreto"
"Ho
già controllato se c'erano altri medici nella fascia di
disponibilità... ma a quanto pare lei è l'unica disponibile questa
sera..."
"Merda..." sospirò Santana abbattuta.
"Cosa riferisco al primario?"
Santana
non aveva nemmeno ascoltato le parole della ragazza, continuando invece
a pensare a come avrebbe detto a Rachel che il loro appuntamento,
atteso e sudato, era saltato.
"Dottoressa?"
Santana prese un lungo respiro, cercando di calmarsi, per poi
rispondere "Arrivo." ed attaccare.
Alla prima fermata la latina scese velocemente andandosi a sedere sulla
prima panchina libera.
Lasciata
cadere astiosamente la borsa, riprese il telefono per digitare quel
numero che ormai conosceva più che a memoria, quasi per istinto.
Dopo
qualche secondo di indecisione Santana avviò la chiamata, cercando
disperatamente qualcosa da dire che non sembrasse una stupidaggine o,
peggio, una scusa.
"Salve! Avete chiamato Rachel Barbra Berry!"
"Maledizione!" mormorò Santana nel sentire la segreteria telefonica.
"Lasciate un messaggio dopo il mi bemolle!"
Dopo
quello che doveva trattarsi di un assordante mi bemolle Santana provò
"Rachel? Avanti Rachel, rispondi, sono io... Rachel? Maledizione sei
già in bagno!? Sono le sei!" protestò la latina "Ascolta Rachel, non so
esattamente come dirtelo quindi tanto vale che lo dica e basta.
Dobbiamo rimandare il nostro appuntamento, io- Stavo tornando
a
casa e mi hanno chiamato per un altro turno d'emergenza... Devo andare,
sono l'unica disponibile stasera fra i medici di ruolo... Mi dispiace
tanto, Rachel... Ma non voglio rovinare la serata, magari chiama Quinn
o Kurt e andate voi nel ristorante che avevo prenotato, è un
ristorante-karaoke, ti piacerà... Si chiama The sound of music, è tra
la- BIIP."
Santana ricompose velocemente il numero aspettando di
nuovo il mi bemolle per continuare "E' tra la 14 e la 36 a Brooklyn...
Mi dispiace Rachel, mi spiace così tanto... Chiamami appena puoi... Se
vuoi... Buona serata." terminò la latina attaccando, per poi riprendere
le sue cose e ritornare sulla metro, direzione ospedale.
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Da quando era arrivata in ospedale due ore prima, nessuno aveva osato
rivolgere la parola a Santana.
Nessuno.
Se
già normalmente era raro che qualcuno andasse a disturbare Santana
senza alcun motivo, in quel momento era quanto mai
facile afferrare quanto la mora fosse fumante di rabbia.
"Sugar?"
"Si, dottoressa?"
"Che ore sono?"
"Le 8 e 15 minuti."
"A quest'ora sarei dovuta essere su taxi per il ristorante che avevo
appositamente scelto e prenotato. Lo sai?"
"Mi disp-"
"Non dirlo. Abbiamo qualche emergenza?"
"No."
"La Pillsbury aveva qualche operazione decente programmata?"
"Uhm... No..."
"Perfetto, quindi sono qui a farvi da babysitter?"
"Beh... si, direi di si."
"Grandioso. Semplicemente grandioso..."
"Uhm... Dottoressa Stavo per andare a prendere qualcosa giù alla mensa,
vuole che prenda qualcosa anche per lei?"
"No."
"Ma-"
"Non ho fame, Sugar. Ora alza i tacchi e va pure a strafogarti della
robaccia che servono quà dentro."
"Si, dottoressa. Per qualunque cosa-"
"Lo so come funzionano i cercapersone, grazie Motta."
"E' sempre sic-"
"Non ho fame." ripetè la latina lanciando un'occhiata fulminante alla
ragazza che praticamente fuggì via terrorizzata.
Come
vide Sugar scendere le scale, Santana tornò a poggiare i piedi sulla
sua scrivania, sporgendosi indietro sulla sedia nel tentativo di
chiudere gli occhi e magari distrarsi.
"Credevo che avessimo già avuto la discussione sul "mangiare è
importante almeno quanto dormire"..."
Santana per poco non cadde dalla sedia riconoscendo la voce.
"Rachel?! Cos- Cosa ci fai qui!?"
"Ho
ricevuto il tuo messaggio nella segreteria e ho pensato di venirti a
trovare." spiegò semplicemente la brunetta "Tra l'altro, Santana,
permettimi di dirti che un messaggio in segreteria dovrebbe
essere quanto mai conciso ed incisivo... il tuo sembrava un flusso di
coscienza della miglior imitazione dell'Ulisse di Joyce..."
"Rachel mi dispiace per-"
"A me non dispiace..."
"No?"
"Te
l'avevo detto... non mi interessava dove mi avresti portato o cosa
avremmo fatto... L'importante era stare insieme in un modo speciale e
diverso dal solito..."
"Ma il ristorante-"
"Oh lascia stare il ristorante... ti sei involontariamente salvata da
una figuraccia, lo sai?"
"Ah si?"
"Sono già stata in quel locale col mio storico ex... ed è lì
che ha pensato bene di lasciarmi..."
"Oh... Che fortuna..."
"Già...
Hai visto? Non tutti i mali vengono per nuocere... Tra l'altro ho
pensato di lasciare la nostra prenotazione a Quinn e Sam. Così nulla è
andato sprecato."
"Ottimo..." sorrise Santana "Beh... ora... Ora che facciamo?".
"Ho portato la cena!" sorrise Rachel sollevando un cestino da pic nic
"Dove possiamo accomodarci?"
Santana rimase un istante impietrita, per poi alzarsi veloce e scusarsi
"Aspetta un momento solo, Rachel. Torno subito.".
Afferrato il telefono, la latina compose velocemente il numero della
sua fedelissima studentessa.
"Motta?"
"Arrivo dottor-"
"No,
ascolta bene: io ho da fare. Ho da fare e non voglio essere disturbata,
quindi fa in modo che nessuno, ripeto nessuno, provi a cercarmi a meno
che non si tratti di vere emergenze. Ti ricordi cosa intendo per "vere
emergenze"?"
"La lista delle "vere emergenze" è appesa fuori ogni stanza del pronto
soccorso e dei ricoveri."
"Appunto.
Se qualcuno prova a disturbarmi perchè non trova una vena, giuro sulla
mia carriera che troverò il modo di uccidervi tutti senza che la colpa
ricada su di me."
"Ma-"
"Non ho finito. Non deludermi Motta,
e ti prometto che sarai la mia ombra in tutte le operazioni cui vorrai
assistere. E' chiaro?"
"Cristallino, limpido, dottoressa- Grazie per l'opport-"
Santana attaccò velocemente per tornare da Rachel e dire con un sorriso
"Vieni con me.", per poi offrirle una mano.
"Santana Lopez, mi stai veramente suggerendo di prenderti per mano?"
"Lo so cosa stai facendo..." replicò Santana evitando di guardare la
brunetta.
"Ah si? E cos'è che starei facendo?"
"Stai provando a farmi arrossire."
"Oh no, non ci sto provando... Ci sto riuscendo... è differente..."
sorrise Rachel sollevando le sopracciglia divertita.
"Avanti,
Rachel! Mi vedrai arrossire altre mille volte questa sera e non dovrai
nemmeno impegnarti, ora prendi la mia maledetta mano e seguimi..."
"Ok..." replicò sorridente Rachel stringendo la mano della latina.
"Dove stiamo andando, esattamente?"
"Non preoccuparti."
"Non mi preoccupo, infatti. Volevo solo sapere dove stavamo andando."
"In un'aula."
"E quanto manca ancora?"
"Una
rampa di scale o due... Non dirmi che sei stanca Rachel, altrimenti
comincerò a chiedermi cosa fai tutte quelle mattine in cui ti alzi alle
sei per fare esercizio..."
"Santana!"
"Chi è che arrossice ora?" replicò vittoriosa la mora.
"Sei come i bambini, devi sempre avere la tua rivincita..."
"Non pensavi davvero che ti avrei fatto vincere così facilmente, vero?"
"Non si tratta di vincere o perdere è che-"
"Rilassati, Rachel. E' qui il posto."
"Il posto?"
"Diventerà un'aula il prossimo anno, per ora è una stanza come tante...
di cui ho rubato la chiave..."
"Santana! Stiamo violando la legge?!"
"No."
"Santana!"
"E
va bene! Tecnicamente si... ma nessuno lo verrà a sapere
calcolando che sono l'essere più temuto in questo ospedale.
Beh,
dopo il primario ovviamente... E la cuoca polacca, ma solo perchè lei
ha un uncino ed è alta un metro e novanta..."
"Sei una criminale..."
"Anche se lo fossi con tutte le vite che salvo credo che il karma
ri-sistemerebbe le cose per me..."
"Forza, mangiamo prima che la lasagna diventi un mattone..."
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"Sai cosa manca?" cominciò Rachel.
"Cosa?"
"Ho dimenticato di pensare ad un dolce..."
"Oh, per questo non c'è problema..."
"Cosa intendi?"
"Guarda quà." sorrise
Santana prendendo il telefono "Sugar? No, è tutto ok, ma avrei bisogno
di un favore..."
"Santana!" protestò Rachel comprendendo le intenzioni della latina.
"Che dolce hanno giù in mensa? ... Poi? ... Ok, ne voglio due. Sono
nell'aula R. Ovviamente ora. Ti aspetto." terminò la mora.
"Sei terribile..."
"Per così poco?" sorrise la latina.
"Non puoi sfruttare così i tuoi sottoposti! E' atroce e ingiusto!"
"Atroce
e ingiusto è fare i compiti di chimica della figlia del tuo capo.
Atroce e ingiusto è fare il cagnolino per poi non vedere nemmeno
l'ombra di un bisturi. Scherzi a parte, tutto quello che fanno per me è
ripagato... Sono terribile ma non fino a questo punto..." spiegò
Santana per poi aggiungere "E poi sta per portarci il gelato ti stai
veramente lamentando del mio potere qui dentro?"
"Lo fai solo per impressionarmi o sei sempre così?" provò Rachel.
"Ho davvero bisogno di impressionarti?"
"No... Non ne hai mai avuto bisogno a dir la verità..."
"Davvero?"
"Beh, a parte il primo mese in cui ti avrei volentieri strangolato nel
sonno con del filo da pesca..."
"Cosa!?" esclamò Santana quasi strozzandosi col vino.
"Ammetterai anche tu che non sei stata la migliore delle coinquiline...
inizialmente..."
"Mi sembra abbastanza giusto comunque. Ho pensato diverse volte di
riempirti di sonniferi..."
"SANTANA!"
"Non preoccuparti non l'ho mai fatto..." replicò la mora "Non ancora ad
ogni modo...".
"Non oseresti..."
"Lo dici tu..."
"Oh! Non sono così insopportabile come lo fai sembrare!"
"Rachel quando cominci con i tuoi monologhi ci sono tre modi per farti
smettere."
"Oltre al sonnifero?"
"No, il sonnifero è uno di quelli."
"Allora quali sono gli altri due?"
"Una possibile soluzione è una padellata sulla nuca."
"Non sei simpatica."
"Non dovevo risultare simpatica, infatti."
"Lo
sai? A volte credo che tu sia schizofrenica. O almeno bipolare. E'
l'unico modo in cui riesco a spiegarmi questi tuoi repentini quanto
inaspettati cambiamenti di comportamento!"
"Certo..." sospirò Santana.
"E'
come se un momento fossi Bruce Banner e quello dopo ti trasformassi in
Hulk, o da Jekyll a Mr. Hyde! O ancora meglio, sei una specie di
Smeagol che di tanto in tanto si fa sopraffare da Gollum-"
"Cosa?!" esclamò la latina sorpresa.
"Si, Smeagol e Gollum!"
"No, volevo dire, da quando in quà conosci Smeagol e Gollum?"
"Beh... A forza di chiamarmi Hobbit mi hai incuriosito."
"Non dirmi che stai leggendo Il signore degli anelli..."
"Non proprio... Ma ho visto i primi due film..."
"Sorprendente..." sorrise Santana "Veramente sorprendente..."
"A questo punto potresti cominciare a tua volta a farti una cultura in
proposito della sola e unica."
"Oh, no..."
"No? Io sto cercando di... partecipare ai tuoi interessi. Perchè tu non
dovresti?"
"Perché
ho già praticamente imparato a memoria ogni battuta di ogni film della
Streisand solo vivendo con te. Non voglio che cominci a comparire nei
miei sogni... Anzi, incubi..."
"Non osare insultare Barbra! Non- Non provarci!"
"Non la sto insultando è che semplicemente non riesco a vedere in lei
tutto quel che vedi tu... eccetto il naso.
Il naso è difficile da mancare."
Rachel spalancò gli occhi portandosi le mani sul petto, in
un'espressione offesissima.
"Cosa?"
"Forse
dovresti sapere che Barbra prima di sfondare ha lavorato come
centralinista, ma non si è mai persa d'animo continuando ad andare di
provino in provino fino a che non ce l'ha fatta! E' stata la prima
donna a scrivere, dirigere, produrre, recitare e cantare in un film, ti
dice qualcosa Yentl?"
"Oh adoro chiamarti Yentl!"
"Ha vinto
Oscar, Emmy, Grammy, Tony e Golden Globes! Ha il terrore della folla e
riesce comunque ad esibirsi davanti ad oltre centomila spettatori! Si è
esibita per la prima volta in un gay bar del Greenwhich Village e a chi
diceva di rifarsi il naso rispondeva "No"-"
"No, grazie." la interruppe Santana.
"Come- Te l'ho già detto?"
"No."
"Allora come-"
"Wikipedia."
"Sei andata a leggere la pagina di Barbra!?"
"Secondo te?"
"Oh!
Sono io la prima curatrice! La rileggo una volta a settimana e mi sono
ripromessa di aggiungere qualcosa almeno una volta al mese! Stavo
pensando di aggiungere i compensi ricevuti per ogni film e-"
Santana non le permise di terminare la frase prima di avvicinarsi e
rubarle un bacio.
Ed un altro.
E ancora un altro.
"Per la cronaca..." sospirò Santana "Questo è il terzo metodo che ho
scoperto, finora, per farti smettere di parlare..."
"Beh... devo ammettere che funziona..." sorrise Rachel "Significa che
devo continuare a parlare per essere baciata di nuovo?"
"Oh mio Dio..." rise la latina avvicinandosi di nuovo alle labbra della
brunetta.
"Dottoressa Lopez- OH! Mi dispiace io- Non volevo!"
"Motta..."
sospirò Santana ricomponendosi "Per essere la figlia di uno dei pezzi
grossi dell'Upper East Side è strano che tu non sappia che prima di
entrare in una stanza è buona usanza bussare..."
"Io non-"
"Tra
l'altro spiegami, ti prego, con quale stregoneria hai impiegato solo 3
minuti a salire gli ultimi dodici piani senza ascensore??"
"Io- Io ho corso..." sospirò la ragazza.
"Beh... Grazie per il gelato. Ora puoi tornare in reparto." replicò
Santana afferrate le coppette di gelato.
"Eh-Ehm..." provò Rachel attirando l'attenzione, per poi indicare con
lo sguardo la povera ragazza.
"E Sugar?"
"Si, dottoressa?"
"Per le prossime due settimane sei esentata da ogni esame rettale. E se
qualcuno obietta mandalo pure da me."
"Grazie!" esclamò Sugar "Grazie mille! Grazie!"
"Prego. Ora sparisci però. Sciò. Via."
Annuendo la ragazza si volatilizzò dalla stanza in un decimo di secondo.
"Allora?" chiese Rachel.
"Cosa?"
"Non è bello essere gentili con le persone?"
"Io sono gentile con le persone. Sono gentile con te, mi sembra."
"Sei gentile solo con chi vuoi tu e quando vuoi tu. Il che mi riporta
dritta dritta al discorso di prima-"
"Discorso
che, ti assicuro, ho afferrato. E posso dirti che non sono bipolare ne
schizofrenica, ma ho una specie di alter ego che amo chiamare Snix. La
parte più... feroce, di me."
"Quella che prevale sempre su Santana? Credo di averla conosciuta..."
"Tu non conosci Snix, al massimo puoi averla incrociata..."
"Certo..."
"Mangia il gelato, avanti... comincia a farsi tardi."
"E allora?"
"Beh, il mio turno finisce alle due... sono quasi le undici e credo che
tu debba andare a casa se domani vuoi riuscire ad alzarti per la tua
routine mattutina e per il lavoro..."
"Oh, la routine può aspettare... Quanto al lavoro..." sospirò Rachel
"Non credo che ci saranno problemi."
"Hai preso un giorno di ferie?"
"Meglio. Mi sono licenziata."
"Cosa?!" esclamò Santana "Cos- Perchè!?"
"Perchè voglio fare quello per cui sono nata. Voglio lavorare a
Broadway. Posso farcela, Santana. Sono giovane e so che questa è la mia
strada."
"E' un bel salto..."
"E' un salto nel buio..." osservò Rachel.
"Ma ne varrà la pena." aggiunse la latina con un sorriso.
"Lo pensi davvero?"
"Lo hai detto tu stessa: sei nata per questo. E col tuo talento non
vedo chi potrebbe impedirti di seguire la tua strada... di inseguire i
tuoi sogni..."
"Grazie, Santana..."
"Dico le cose come stanno..." rispose la latina sollevando le spalle.
"Non devi sempre sminuire quello che dici o che fai, lo sai? Anche se è
una cosa che trovo estremamente dolce..."
"Dolce?"
"Mhmh..."
"Non c'è niente di dolce in me..."
"Ti prego, non ricominciamo..." sorrise Rachel per poi riprendere
"Allora, qual è il programma per il resto della serata?"
"Beh, potremmo andare a vedere se c'è qualche operazione
interessante..."
"No."
"Ok! Allora potremmo fare un salto in maternità a cercare i prossimi
brangelina tra la nursery..."
"Per quanto questa proposta sia quantomai allettante..." cominciò
Rachel "C'è un posto dove potremmo magari... metterci più comode e...
avere un po' più di privacy?"
"Rachel, io- io non sono-" provò Santana.
"Lo so. Lo so e credimi la privacy non è per saltarti addosso, per
quanto la cosa non mi dispiacerebbe... Voglio solo... non lo so,
sdraiarmi con te e parlare di qualcosa... stupidaggini probabilmente...
Che ne dici?"
"Nel mio ufficio c'è un bel divanetto..." spiegò Santana.
"Va più che bene..."
"Andiamo allora..."
"Dobbiamo pulire qui, aspetta."
"Nah... Ci passo io domani... Questa stanza è ancora inutilizzata,
ricordi? Avanti, andiamo."
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"Dottoressa?"
Santana sentì una voce familiare chiamarla.
"Dottoressa Lopez?"
"Mmm..." mugugnò la latina aprendo lentamente gli occhi.
"Uhm..."
"Motta? Cosa ci fai qui?"
"Shh!"
"Non azzardarti a zittirmi!" replicò la latina infastidita.
"Cosa succede?" domandò assonnata Rachel alle spalle della latina.
"Vi siete addormentate... Sono le due e trenta... Pensavo voleste
andare a casa..." spiegò la ragazza.
"Maledizione..." sospirò la mora "Grazie, Motta. Puoi andare..."
"Buonanotte..." salutò la ragazza.
"Buonanotte, Sugar! Grazie di tutto!" rispose Rachel alzandosi dal
divano.
"Addormentarsi..." cominciò Santana "Ottimo modo per terminare un primo
appuntamento..."
"Hai dimenticato di aggiungere insieme."
"Cosa?"
"Addormentarsi insieme. Lo trovo un ottimo modo per terminare un
appuntamento. E poi, non per essere pignola, ma questo appuntamento
termina una volta che mi avrai riaccompagnato a casa..."
"Allora andiamo prima di ricadere in catalessi su questo divano..."
sospirò la latina alzandosi a forza dal suo divanetto.
Arrivate a casa Santana lasciò educatamente Rachel salire prima di lei
con qualche gradino di vantaggio, ed una volta arrivate alla porta
dell'appartamento le due ragazze si ritrovarono imbarazzate a guardarsi.
"Allora..." cominciò Santana "Spero che la serata ti sia piaciuta
nonostante tutto..."
"E' stata una fantastica serata, Santana, davvero. Alternativa. E poi
con la tua divisa sembrava quasi di essere ad un pigiama party!"
"Ugh, odio già la mia divisa, perché devi infierire?" scherzò la latina.
"No! Non odiarla! Fa così tanto Grey's Anatomy! E' eccitante!"
"E' eccitante solo perchè la indosso io..." sorrise Santana alzando le
spalle con nonchalanche.
"Ah, viva la modestia!" osservò Rachel.
"Viva la verità..." replicò veloce la mora.
"Ad ogni modo è stata veramente una piacevolissima serata... E mi
piacerebbe veramente tanto replicare, e presto magari..."
"Anche io sono stata bene... E si, sono d'accordo sul replicare..."
"Allora... buonanotte, Santana..." provò Rachel.
"'Notte Rachel..." sorrise la latina per poi cominciare a frugare nella
borsa.
"Cosa stai facendo?" domandò la brunetta confusa.
"Cerco le chiavi di casa."
"Ma- Un momento-"
"Cosa c'è?"
"Il bacio della buonanotte!"
"Oh.. beh, è che non pensavo fosse obbligatorio..." sorrise divertita
Santana continuando a frugare nella borsa.
"Cosa?!"
"Che c'è! Non ti è mai successo?"
"Santana!"
"E poi è il nostro primo appuntamento... Non so se dovrei farlo o
meno... Potresti prendermi per una maniac-"
"Sta zitta!" esclamò Rachel prima di mettersi sulle punte e tirare
verso di sè il volto della latina e baciarla.
Santana sorrise vittoriosa nel bacio, prima di prendere in mano la
situazione e voltare Rachel fino a premerla sulla porta del loro stesso
appartamento.
Dopo qualche minuto, in cui carezze e baci si erano fatti più audaci,
Rachel cominciò a staccarsi dalla latina tra un bacio e l'altro.
"Santana-"
"Mmm?"
"Forse- Forse è il caso di-"
"Si-"
"Dovremmo entrare... in casa..." terminò Rachel riprendendo fiato.
"Ok. Si. Le chiavi, ok. Ce le ho." balbettò Santana
imbarazzata aprendo la porta di casa.
"Eccoci qui..." sospirò Rachel seguendo la mora nell'appartamento "Casa
dolce casa..."
"Uhm..." cominciò Santana "Quindi a questo punto... buonanotte, per
davvero?"
"Si, immagino di si..."
"A meno che tu non voglia-"
"NO- Non dirlo!"
"Stavo per dire "non voglia fare direttamente mattina"..."
"Oh..."
"Beh- No..."
"Immaginavo..."
"Allora, buonanotte Rachel..." sorrise Santana avvicinandosi impacciata
alla sua porta.
"Buonanotte Santana. E grazie ancora per la bella serata."
"Grazie a te, Rachel." replicò la latina prima di chiudersi la porta
alle spalle.
E sorridere.
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