Una mattina d'autunno

di Daleko
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UNA MATTINA D'AUTUNNO


Paura.


L

uca non ebbe nemmeno il tempo di prendere atto di cosa avesse appena visto, che un rumore improvviso lo fece sobbalzare. «Merda!» biascicò fra sé, riconoscendo il rumore della serratura della porta sul retro: qualcun altro aveva avuto la sua stessa idea. Si alzò, guardandosi freneticamente intorno. Soffiò sulla candela, la gettò sotto al letto ed uscì rapidamente dalla stanza cercando di non inciampare su nulla. Uscì in corridoio con il cuore in gola, mentre qualcuno trafficava in cucina. «Dove tiene le candele quella puttana?» borbottò una voce maschile al piano di sotto. Luca sbiancò; riconobbe la voce in quella dell'uomo al telefono, identificato come Leo. Si diresse verso il bagno degli ospiti, in fondo a destra, pregando che il legno non scricchiolasse. Il legno non scricchiolò, e lui richiuse lentamente la porta dietro le sue spalle. Benedì mentalmente chiunque avesse oliato i cardini l'ultima volta, e appoggiò l'orecchio alla porta per essere sicuro che l'ospite inatteso non si dirigesse lì. Con il cuore che ancora rimbombava nelle orecchie, però, la sua mente non era rivolta totalmente all'uomo, ma alla siringa che aveva trovato sotto il letto dell'amica. L'uomo salì le scale; evidentemente aveva trovato una candela. Non ci mise molto a trovare la stanza da letto; una risata rimbombò in tutta la casa.
Contò i minuti, ma la risata sembrava non finire mai. «Avrebbe dovuto continuare a succhiare!» sentì ad un tratto, sobbalzando. Leo aveva terminato la sua risata divertita, cambiando repentinamente umore. Il rumore di un bicchiere infranto gli fece gelare il sangue nelle vene. «Dove ha messo la mia fottuta roba, quella troia, devo darle quello che si merita!!» sentì ancora sbraitare, con il suono sempre più ovattato.
La luce cominciava ad entrare dalle finestre, e per una mezz'ora buona sentì l'altro rovistare nelle altre stanze. Il rumore improvviso della porta sul retro, sbattuta, lo avvertì che si trovava nuovamente solo.
Luca era già solo, era già solo da molto tempo. Era seduto sul pavimento del bagno, col viso nascosto nelle mani, a piangere in silenzio. Aveva capito molte cose, quella notte. Ne aveva capite troppe, probabilmente; ed ora, preso dallo sconforto, non aveva nemmeno la forza di andar via. Non aveva nemmeno la forza di andare via dalla casa di Laura, universitaria, amica, bugiarda.


 



Attenzione!
Nomi, luoghi e fatti narrati sono totalmente frutto della fantasia dell'autore. Riferimenti a persone, luoghi o eventi realmente accaduti è puramente casuale.




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