The
Lady of Thrymsgard
Jette ne ha visti tanti, di tipi come lui.
Oh, loro non le hanno mai regalato fiori, ma in effetti a Jette i fiori
non sono mai piaciuti: lei è una donna degli Jotunn, una
creatura nata in sale di pietra e cresciuta nel gelo, e le sue mani
rovinate e piene di calli e di rughe non saprebbero tenere gli steli
con la giusta delicatezza, né accarezzare i petali senza
strapparli.
Utgards-Loki sta di fronte a lei con la schiena dritta, il petto gonfio
d’orgoglio, capelli e barba pettinati e veste di un bianco
abbagliante, sul viso un sorriso da lupo pieno di promesse
irrealizzabili e di pericoli. Non è diverso da Thrym, o da
tutti quegli uomini che l’hanno presa a calci e a pugni, che
le hanno sputato addosso e che non l’hanno guardata mentre le
ordinavano di portare birra e idromele, che hanno disprezzato il sudore
della sua fronte e la curva della sua schiena.
- Mia cara – le dice uno dei più ricchi e potenti
tra gli Jotunn, e ciò che vuole dire in realtà
non è diverso da quanto le hanno detto per tutta la sua vita
i più miserabili, i più poveri e sporchi nei loro
abiti rattoppati e nelle loro barbe infestate dalle pulci.
Puttana. Scansafatiche.
Cagna. Debole donnetta. Vecchia inutile.
- Fuori – risponde Jette con la testa alta e la schiena
dritta, guardando negli occhi il re senza corona né titolo
degli Jotunn: - Fuori da casa mia. Ora.
La sua voce è calma, è forte e salda come una
barra d’acciaio. Nemmeno le sue mani tremano, ed è
questo a stupirla fino a gelarle il sangue nelle vene, a impedirle di
parlare ancora – sa che, se parlerà di nuovo, la
sua voce si spezzerà come un ramo secco, e lei
crollerà, crollerà e andrà in
frantumi, e a quel punto toccherà a Utgards-Loki ricomporre
i pezzi e tutto tornerà come prima.
Ma è solo un momento, e poi il portone si richiude con uno
schianto, e Utgards-Loki non può sentire il sollievo nel suo
sospiro, o vedere il modo in cui le sue spalle si incurvano di nuovo. E
Jette ride e ride e ride, perché per la prima volta non ha
paura, per la prima volta può respirare davvero e la
libertà le riempie i polmoni.
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