Noi siamo infinito.

di nephilim_
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"Noi siamo infinito."
 
Capitolo 1




 
La città che poteva benissimo avere il nome di una razza di cani si prospettava sempre più brutta metro per metro che percorrevamo con il taxi rigorosamente nero e sporco, nemmeno ci vivesse un barbone.
Non appena andai a sbattere contro il sedile di fronte a me capii che eravamo arrivati, uscii dal covo per topi subito dopo mio fratello osservando esterrefatta la graziosa casa bianca dinanzi a me. C’era un piccolo porticato in legno rialzato che faceva da veranda, la ringhiera era in ferro ma colorata dello stesso colore della casa. Una bambina con delle lunghe trecce bionde era seduta intorno al tavolino mentre giocava con una bambola che si poteva definire uguale a lei. Alison.
Una bambina di sette anni tutta rosa e fiori, figlia della mia tutto meno che cara zietta, erano il prototipo di una famiglia perfetta -secondo la mia famiglia- per me invece sapevano di falso.
Saltò per il vero senso della parola giù dalla sedia aggrappandosi a Niall che salutò in primis come sempre. Li sorpassai disgustata entrando in casa dalla quale proveniva un forte profumo di lavanda lì trovai mio zio seduto sulla sua vecchia poltrona in pelle che sfogliava il giornale. Sinceramente era l’unico normale in questa famiglia di squinternati amanti del rosa.
« Ciao zio Jerrard.» lo salutai posando una delle due valigie accanto alla porta, alzò lo sguardo salutandomi con un cenno col capo per poi riposare lo sguardo sul giornale. « Dov’è la mia stanza?» chiesi vedendo che se ne stava lì impalato ignorandomi completamente.
« E dai Liz, ce lo ha detto mamma prima di partire che dormiremo nella specie di soffitta.» sbuffò Niall trascinando le valigie e la chitarra. Fantastico vivremo con i topi.
Salii le scale arrivando al secondo piano ed aprendo la porta che praticamente segnava la fine della rampa di scale, la aprii girando la chiave nella serratura. Oh almeno si erano degnati si sistemarla.
Mi avvicinai al letto accanto al muro che era stato sistemato con delle lenzuola color panna ricamate ed un copriletto blu, posai le valigie ai piedi del letto osservando il vasto armadio bianco.
« Minchia Niall, sembra una camera d’albergo! Cioè ci sono due letti, due armadi ed anche il bagno.» dissi saltandogli in braccio per poi stampargli un lieve bacio sulla guancia.
« Si Liz ho capito. Non dare di matto prima del dovuto.» commentò sarcastico dandomi un buffetto alla guancia, gli morsi la mano facendolo gridare e tramutare il suo viso in una smorfia indescrivibile. « Liz tu sei pazza.» 
 

 
Molly.
 

« Non se ne parla Patrick, scordatelo!» sbottai sbattendo i piedi a terra. Mi sistemai il cerchietto verde che si era appena spostato in qualche modo a me sconosciuto. La casa era deserta, come al solito, e mio fratello o meglio fratellastro aveva combinato di nuovo qualche guaio come al suo solito.
« Molly ti prego! Ti giuro che questa sarà l’ultima volta.» disse spazientito il moro arricciando le labbra in una smorfia supplichevole, non dovevo cedere non di nuovo. Improvvisamente le pupille gli si ingrandirono facendolo sembrare quel grazioso gatto di un film del quale al momento mi sfugge il nome. Sospirai. « Dovrai solo fare qualche lavoro socialmente utile per scontare la mia pena, ti prego Molly.» riprese a fare quell’adorabile smorfia facendomi cedere. Non appena se ne rese conto mi stampò un rumoroso bacio sulla fronte e su entrambe le guance.
« Combina un altro guaio e ti spedisco direttamente al riformatorio a forza di calci nel didietro Patrick, ricordatelo.» lo avvertii indossando il grazioso cappotto beige che mi era stato regalato per il compleanno qualche mese fa.
« Te lo prometto.» concluse dandomi il mignolo come erano soliti fare i bambini.  Sbuffai nuovamente uscendo di casa con il manico della borsa stretto saldamente con la mano destra, mi fermai un secondo sullo zerbino dinanzi alla porta di casa abbassando gli occhiali da sole sul naso.
« Quando torno a casa non voglio più vederti seduto su quel divano, quindi prepara le valigie e fila all’università. I tuoi corsi sono già cominciati da un mese.» dissi sbattendo la porta per chiuderla.
 

 
Noel.
 

Presi la lista della spesa attaccata al frigo con un magnete infilandola malamente nella tasca dei jeans molto attillati che avevo comprato proprio ieri nel negozio qui all’angolo.
Salutai mia nonna Clare mandandole un bacio volante.
Salii sulla mia vecchia e fedele bicicletta rossa pedalando fino al supermercato più vicino a casa, il cielo di Bradford era ricoperto da grandi nuvoloni grigi che minacciavano di scatenare una tremenda pioggia autunnale tipica di questa stagione. Sbuffai legando con la catena la mia bici ad un palo della luce per poi correre dentro.
Strinsi nella mano il manico del cestino rigorosamente blu per poi ripescare nella tasca stretta il piccolo foglietto bianco.
Riuscii a riconoscere fin da subito la buffa scrittura storta di mia nonna, della quale capivo una parola su due. Sforzai meglio la vista per cercare di capire le parole segnata.
 
~
Una volta preso tutto ciò che era segnato nella lista il cestino era diventato molto più pesante, probabilmente a causa delle scatolette di cibo per gatti di cui mia nonna faceva scorta per far si che le durassero almeno un mese.
Avanzai verso lo scaffale con i biscotti che più in assoluto preferivo, quelli con le gocce di cioccolato e la pastafrolla. Cercai il nome Cookies facendo scorrere le dita sui vari pacchi di diversi colori e forme, posai la mano sul piccolo pacchetto blu tirandolo verso di me, ma qualcosa - o meglio - qualcuno me lo impedì tirandolo allo stesso tempo verso di se.
Rimasi con il braccio disteso cercando di avere la meglio su chi dovesse prendere l’ultimo pacchetto di biscotti, avevamo tutti e due la confezione in mano.
Alzai gli occhi trovando un ragazzo che mi sembrava di aver già visto da qualche parte…occhi azzurri, maglie a righe…oh si. Louis Tomlinson.
Frequentava insieme a me il corso di francese lo scorso anno, probabilmente lo farà anche quest’anno se non vorrà rischiare di essere bocciato - di nuovo.
« Scusa potresti mollare i mie biscotti?» domandai stizzita. Scuote la testa, figuriamoci se adesso mollo i miei biscotti a questo tizio che si crede figo indossando maglie tutte uguali. « Mollali.» dissi a denti stretti tirando velocemente la scatola verso di me, sorpreso dalla mia azione mollò la presa lasciando il pacchetto. Annuii soddisfatta andando verso la cassa per pagare.
Louis mi seguì piuttosto irritato, praticamente quasi lancia il pacchetto sul nastro facendo sentire il sonoro “bip”, segno che ora erano ufficialmente miei. La ragazza riccia alla cassa mi guardò abbastanza male continuando a masticare rumorosamente la cicca che teneva in bocca.
Riempii la busta di plastica uscendo dalla porta automatica. Posai la busta al manubrio della bicicletta salendo sul sellino. Feci per cominciare a pedalare ma lo stesso ragazzo di prima mi si presentò davanti.
Alzai gli occhi al cielo sorpassandolo per poi tornare a casa.
Quando arrivai trovai di nuovo Louis, poggiato al muretto di casa mia.
« Che vuoi ancora?» chiesi scavalcando il cancellino.
« Senti quanto costano? Te li pago il doppio, ok?» esclamò tirando fuori il portafogli.
« Tu stai male.» dissi inarcando un sopracciglio per poi suonare il campanello ed entrare in casa. Nessuno può avere i miei biscotti.  
 

 
* * *
 
Ciaooooooo c:
Eccomi qui con il primo capitolo della storia.
Chiedo di nuovo scusa per il ritardo, ma come ho spiegato nell'altra storia ero in vacanza senza wifi.
Bene, in questo capitolo entrano in scena due nuovi personaggi importanti. Ovvero Molly e Noel.
Tralasciando che la cosa dei biscotti è successa davvero lòl ma fortunatamente con un mio amico che alla fine si è preso lui i biscotti a va beh...facciamo finta di niente.
In più abbiamo trovato l'entrata di Louis (djfhgvdhskjabff), di Patrick e dello zio e la cugina di Liz.
Con lavori socialmente utili no intendo cose tipo pulire la spazzatura...ma è una cosa che diciamo ha messo la scuola vecchia scuola di Patrick ovvero quella dove sono tutti i personaggi.
Il lavoro consiste nel lavorare in un bar, gelateria o cose del genere e i fondi ricavati dai ragazzi andranno alla scuola.
Bene, per oggi è tutto. Ora vado che sennò mi dilungo troppo.
Un bacio a tutti quanti.
Monica. <3
 
 




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