Did he fall? No, he jumped
Era
caduto. Era caduto, ed era diventato umano.
Quella
era la prima volta che Dean lo vedeva umano. Aveva appena capito cosa
significasse sentirsi messo a nudo davanti a un'altra persona,
perché si sentiva proprio in quel modo mentre Dean lo
guardava, palesemente indeciso tra il picchiarlo e l'abbracciarlo.
-Non
ti sei fatto vedere per mesi, Castiel. Sei un'idiota.
-Io...
-Sta
zitto. Solo sta zitto, o ti prendo a pugni, ok?
Neanche
il tempo di annuire che Dean già lo aveva abbracciato,
stringendolo più forte che poteva. Castiel gemette appena
quando le sue mani gli sfiorarono le cicatrici che aveva sulle scapole,
ma fu abbastanza per far staccare da lui Dean.
-Che
succede?
-Le
cicatrici che hanno lasciato le ali.
-Cicatrici?-
ripeté Dean, senza capirci un granché, ma si
morse la lingua appena vide gli occhi dell'ex-angelo diventare lucidi.
-Fanno male?
-Bruciano.
In ogni momento.
Dean
abbassò lo sguardo, ma disse, deciso ad avere una
spiegazione: -Castiel, figlio di puttana, perché non ti sei
fatto vedere per tutto questo tempo?
-Dean,
sono caduto. Sono un umano. Non servo più a niente.
-Sei
solo un cretino.- replicò il cacciatore, dopo un momento di
silenzio. -Noi... Io non ho bisogno delle tue ali! Io ho bisogno di te!
E
lo abbracciò di nuovo, questa volta attento alle cicatrici,
lasciandolo letteralmente senza parole.
Note
dell'autrice (?):
Giuro che prima o poi
aggiorno quella raccolta che sto rimandando e rimandando;
intanto scrivo Flangst che non leggerà nessuno per mettere a
tacere i miei feelings.
No comment sul titolo.
Reichenbach
feels. Già.
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