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di funny_orange18
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“Più a destra. Non quella destra, l'altra destra!”
“Che si chiama sinistra, Stiles.” sibilò Scott
“Come ti pare. Fermi! Mettete giù. Perfetto!”
I ragazzi indietreggiarono per guardare come sembrasse il tutto, Isaac battè una pacca sulle spalle ai suoi amici:
“Grazie dell'aiuto ragazzi. È tutto perfetto e vi devo un enooorme favore.”
Scott sorrise e lasciò intendere che era tutto okay, mentre Stiles partiva in quarta:
“Beh io avrei un paio di idee...” Isaac guardò l'orologio
“DEVO ANDARE!” correndo prese al volo la giacca e la sciarpa e si dileguò prima che qualcuno potesse ribattere
“Non avevo finito.”
“Glielo dirai un'altra volta.”

“Vuoi stare un po' ferma? Anne santo cielo!”
“Ti ho detto mille volte che non sopporto tanto trucco in faccia.” l'alfa cercava invano di allontanare i pennelli da trucco di Lydia che si sembravano svolazzare intorno al suo viso. La rossa truccatrice, per far fronte all'evenienza aveva chiamato anche Cora che, insieme ad Allison, bloccavano l' “inglesina” sulla sedia, dalla sua espressione sembrava che stesse subendo una tortura invece che una seduta intensiva di trucco.
“Liberatela, ho finito.” Lydia chiuse la palette di ombretti con un gesto teatrale per riporla poi nella borsetta. Allison e Cora si complimentarono con l'amica per il risultato del make up, Anne non sapeva se voltarsi e guardarsi nello specchio. Alla fine si voltò e per un momento sembrò non riconoscersi nemmeno, sgranò gli occhi e ringraziò di cuore le ragazze che tanto si erano impegnate per lei.
Pochi minuti dopo era sola nella camera mentre infilava in borsetta le ultime cose, le altre erano scese a salutare Jackson passato a prendere la truccatrice.
“L'ho sempre detto che il blu ti dona molto.”
Anne alzò lo sguardo e trovò il mannaro biondo appoggiato allo stipite della porta “Sei davvero bellissima.”
“E tu sei davvero esagerato.” gli andò in contro e lo abbracciò forte
“Se osa farti del male giuro che non sarà più capace di riprodursi.” la ragazza gli lanciò uno sguardo di avvertimento e Jackson alzò le mani “Mannaro avvisato mezzo salvato!”
Il campanello suonò, le 8.30 precise.
Anne si precipitò giù dalle scale per evitare che le sue amiche aprissero ma sii fece male a un piede, i tacchi a spillo non erano il suo forte. Ma comunque era troppo tardi: Isaac si era trovato davanti le ragazze e alle spalle i suoi amici, era letteralmente circondato.
Anne si aggiustò il vestito blu senza spalline e dopo che Jackson l'ebbe salutata scese le scale attirando l'attenzione generale, a metà della scala si fermò:
“Beh? Che c'è da guardare?” e prese a gesticolare come a cercare di sfatare l'attenzione.
I suoi amici ridacchiarono e scese velocemente gli ultimi gradini, afferò al volo la giacca di pelle e la sciarpa che Cora le aveva lanciato e si affrettò ad uscire da casa.
“Credo abbiano scambiato questo appuntamento per un matrimonio o qualcosa di simile. Non la finivano più di truccarmi, hanno voluto che comprassi tutto questo” indicò come era vestita “perchè tutto fosse ASSOLUTAMENTE PERFETTO!” sottolineò particolarmente le ultime due parole perchè erano state il ritornello del giorno.
“Invece ho tormentato i ragazzi perchè fosse tutto assolutamente perfetto.”
Si stavano dirigendo verso l'auto di Isaac ma a sentire il ragazzo si fermò:
“Lahey cosa hai architettato?” il ragazzo le tese una mano
“Sorpresa.” i due si scambiarono uno sguardo dolcissimo e con altrettanta dolcezza Anne prese la mano del ragazzo, la strinse piano quando furono fianco a fianco. Isaac la guidò fino alla macchina dove, galantemente, la aiutò a salire. Una volta dentro anche lui, si tolse la sciarpa e bandò la ragazza che non sapeva se preoccuparsi.
“Isaac  lo sai che-”
“Si si, ma ti prego prova a disattivare il tuo TomTom mannro almeno per un po'.”
Anne annuì ridacchiando, cercò a tentoni la cintura di sicurezza mentre il ragazzo partiva.
“Devo avere paura?”
“Hai paura delle case disabitate?”
“No, di quello che hai architettato si.”
Giunsero a destinazione dopo pochi minuti ma Anne ancora non poteva togliersi la benda. Isaac le aprì la porta e la guidò attento:
"Da quando mio padre è morto vivo da Scott," disse aprendo con cautela una porta "ma non hai mai visto dove abitavo prima, giusto?"
"Solo da fuori, Jackson mi aveva indicato casa tua una volta, abitavate talmente vicini."
"Perfetto." Si addentrarono ancora un po', Isaac si allontanò da lei qualche istante per poi tornare dicendo "Non c'è corrente, quindi ci dovremo accontentare della luce delle candele." Le slacciò piano la sciarpa da intorno agli occhi e Anne rimase esterrefatta: in salotto il ragazzo aveva apparecchiato in maniera impeccabile un tavolino tutto circondato di soffici cuscini, le candele sui mobili e sullo stesso tavolino regalavano all'ambiente un'atmosfera molto romantica e intima.
"É davvero stupendo."
Isaac la baciò teneramente sulla guancia
"Felice che sia così. Ti piace il cibo cinese, giusto?"
"Giustissimo."
I due si accomodarono sui cuscini ed Anne si tolse i tacchi, scartarono i pacchettini del cibo d'asporto: era ancora caldo.
Come volevasi dimostrare la serata passò velocemente, la luna piena splendeva nel cielo nero ed Isaac stava imparando ad usare le bacchette cinesi con degli acini d'uva quando, innervositosi, sbattè con forza la mano sul tavolo e si alzò.
Anne non capiva cosa stesse succedendo e si avvicinò al ragazzo, una lacrima gli rigava il viso mentre con gli occhi serrati il mannaro cercava di trattenere le altre lacrime che prepotentemente cercavano di uscire. Anne gli posò una mano sulla spalla con dolcezza, lo sospinse piano verso il divano facendolo sedere, si sedette vicino a lui asciugandogli il volto.
"Sputa il rospo." gli disse piano, aveva tenuto duro duro fino a quel momento, ma tutti i sentimenti che Isaac aveva tentato di reprimere, erano stati svegliati prima dalla luna e poi da quel momento.
"Mia madre provò a insegnarmi a usare quelle stupide bacchette quando ero piccolo, non ci sono mai riuscito e stasera" Anne lo abbracciò forte interrompendo il racconto di Isaac che fu felice di fermarsi quell'istate, la ragazza gli accarezzò i capelli ricci e lo invitò a continuare.
Isaac proseguì raccontando dell'incidente che uccise sua madre, delle punizioni che gli infliggeva suo padre, come quando lo chiudeva nel freezer.
Anne rimase a bocca aperta, non avrebbe mai immaginato che il padre di Isaac fosse capace di quelle atrocità. Lo prese per mano rassicurandolo
"Non sei più da solo, adesso hai un branco, e per quanto possa valere hai me."
Isaac sorrise e le si avvicinò, la baciò dolcemente a lungo. La tensione dei giorni precedenti si era come dissipata in pochi istanti, i ragazzi su fissarono negli occhi per pochi istanti per poi tuffarsi di nuovo in un bacio appassionato. La mano di Isaac scivolò sulla cerniera del vestito di Anne, si aprì facilmente.
La mannara si allontanò un po', lo fissò dritto negli occhi e gli sorrise con un non so che di malizioso nello sguardo, si avvicinò nuovamente infilandogli una mano sotto la maglia bordeaux. Il vestito di Anne scivolò via, e così la maglia di Isaac, e i suoi pantaloni. E tutto il resto.
Resisi conto che quel divano era davvero scomodo, raccolsero i vestiti e andarono in camera da letto.
Isaac tirò fuori un preservativo da un cassetto mezzo rotto, Anne salì sopra il suo ragazzo e si "esibì" in una delle sue migliori performance in fatto di preservativi.
La notte fu lunga e quando furono stremati si distesero vicini, Anne appoggiò la testa al petto del mannaro accoccolandosi al suo fianco. Parlarono per qualche altro minuto, Isaac tirò su le coperte e si addormentarono, era davvero tardi.
Tutto trascorreva serenamente. Almeno sembrava.




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