Assecondarla

di FitzChevalier
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Assecondarla

– la vendetta è un piatto che va scolato caldo –

 

Era iniziato tutto quando Kushina si era piazzata a gambe larghe tra Minato e la televisione, con le braccia incrociate e un vago ghigno sul volto. «Lo sai che l'acqua di cottura della pasta fa bene ai fiori?»

«Ah sì?» aveva risposto Minato. «Ce l'hai una vaschetta dove metterla?»

«No, no, ma che vaschetta? La versiamo direttamente sui fiori.»

E Minato si era ritrovato sul balcone a reggere lo scolapasta sopra il vaso di gerani della nonna, sospirando mentre Kushina guardava giù, scuoteva la testa e scolava la pasta. Questa storia andò avanti ogni qualvolta Kushina cucinava la pasta, anche dopo che i gerani era morti, dopo essere stati bolliti più e più volte, ma Minato non proferì mai una parola. Checché ne potessero dire gli altri, la pentola bollente era un'arma.

Ma un giorno, dopo aver controllato di sotto, Kushina sorrise e rovesciò oltre il vaso acqua e pasta con sommo orrore di Minato che, già affamato dopo una mattina di lavoro, sentì lo schianto dell'acqua ben prima che potesse raggiungere il marciapiede, e soprattutto lo sentì attutito da un materiale che non poteva essere cemento. Un'orribile, orribile sensazione si fece strada. «Kushina, amore, cos'hai fatto?»

Ma Kushina non lo stava ascoltando. Guardava giù, cosa che Minato non osava fare, e ridacchiava. «Ooooh, ma che peccato!» disse rientrando. «Ma come sono incivili gli Yamanaka del piano di sopra, fare uno scherzo del genere! E forse aveva pure bisogno di quelle mutande, magari quelle che indossa sono l'ultimo paio pulito. Davvero, davvero uno scherzo di cattivo gusto.»

E Minato, sentendo l'orribile, orribile sensazione crescere, chiese: «Tesoro, quelle erano le mutande di chi?»

«Ma di Fugaku, naturalmente!»

Minato si lasciò cadere sul divano con un gemito strozzato, guardando la moglie con gli occhi sbarrati. Lei si strinse nelle spalle. «Così impara a fare multe alle vicine!»

 




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