"Cosa può essere se non amore?"
Harry è sempre stato un
bambino affettuoso. Al parco, quando la mamma lo portava a giocare il
pomeriggio, tendeva ad abbracciare tutti i bambini, avvolgendoli
delicatamente con le sue piccole braccia, stendeva le labbra rosee in
un ampio sorriso, facendo apparire le dolci fossette, e infine correva
via dalla mamma, per raccontarle le nuove conoscenze fatte.
Un pomeriggio d'inverno il piccolo passeggiava tra le vie del parco
avvolto nella sua sciarpa rosso cremisi, in assoluto la sua preferita.
Nonostante fosse piena di buchi amava metterla, perchè era di
lana, calda, morbida e molto lunga, per poterla arrotolare per bene
attorno al collo.
Quel giorno Harry era particolarmente felice, perchè quel giorno
era il suo compleanno, quel giorno aveva compiuto otto anni, ormai era
un ometto e secondo lui fare una passeggiata al parco da solo, mentre la
mamma lo aspettava, era il modo migliore per festeggiare un avvenimento
così importante. Si guardò attorno compiaciuto del fatto
che ormai vedeva il mondo da un'altra prospettiva, perchè un
anno fa non era così alto, non riusciva a guardare da sopra i
cespugli e per prendere le ghiande dagli alberi doveva per forza farsi
aiutare da qualcuno, mentre ora non più, bastava allungarsi un
po' e riusciva ad arrivare a prendere qualsiasi cosa.
Improvvisamente
qualcosa gli arrivò in testa, facendolo barcollare e cadere, si
guardò attorno e vide un pallone che rimbalzava poco lontano,
evidentemente qualcuno l'aveva tirato addosso a lui per sbaglio.
-"Va tutto bene?" Una vocetta preoccupata e squillante attirò
l'attenzione di Harry, che si voltò di scatto. Appena qualche
passo lontano da lui un bambino magrolino, non troppo alto, con capelli
castani e occhi sottili di un azzurro cielo sorprendente si dirigeva
verso di lui. Al piccolo sembrò uno dei bambini più belli
che avesse mai visto, perchè per qualche strano motivo a lui non
piacevano le femminucce ma i maschietti, li trovava più
interessanti (e a detta sua anche più simpatici).
-"Credo di si." Harry si strofinò la parte dove aveva ricevuto la botta e si rialzò a fatica.
-"Scusa per la pallonata, non volevo..." Il bambino dagli occhi azzurri
era mortificato e guardava il riccio attentamente, cercando un modo per
farsi perdonare.
-"Sto bene, davvero!" E un sorriso ampio e spontaneo illuminò il volto del piccolo.
-"Come ti chiami?" Chiese l'altro.
-"Io sono Harry"- Si presentò -"E oggi compio otto anni!"
Annunciò fiero, mettendosi una mano sul petto con gesto
teatrale, provocando nell'altro un sorriso intenerito.
-"Io sono Louis, e ho dieci anni compiuti da poco." Disse ridacchiando.
Harry restò a guardare Louis che rideva, era davvero bellissimo,
e le piegoline che gli si formavano vicino agli occhi gli piacevano
particolarmente, erano belle e "diverse", decisamente migliori di
quelle banali fossette che gli spuntavano quando sorrideva.
-"Che stavi facendo tutto solo?" Chiese Louis infine.
-"Facevo una passeggiata, la mamma mi aspetta all'entrata del parco"-
Harry abbassò lo sguardo -"E ora è davvero tardi, dovrei
andare..." Disse, con una nota di nostalgia nella voce.
-"Ah ok, beh, allora... Ciao" Disse Louis un po deluso.
-"Ma se domani ci sei ci rivediamo!" Disse Harry, sperando in una
risposta affermativa dell'altro. Gli occhi del maggiore s'illuminarono
alle parole del riccio e un sorriso spontaneo si fece largo sulle sue
labbra sottili e rosee.
-"Ci sarò sempre!" Rispose.
-"A domani allora." Harry sorrise, si avvicinò al bambino e gli
lasciò un bacio sulla guancia, prima di girarsi e correre via.
Da quel giorno Harry e Louis avevano appuntamento al parco, sempre allo
stesso orario e nello stesso punto, e non mancava giorno in cui i due
bambini non ridevano, scherzavano o si abbracciavano amichevolmente. In
breve tempo divennero inseparabili e ciò che faceva l'uno faceva
l'altro. Si insegnavano cose a vicenda. Louis insegnava a Harry a
giocare a pallone e Harry insegnava a Louis come creare mazzolini di
fiori da poter regalare. In questo modo, velocemente, i bambini
passarono gli anni, creandosi dei ricordi assieme e diventando l'uno
parte dell'altro.
-Otto anni dopo.
Era un caldo pomeriggio estivo e Harry era al parco, ad
aspettare Louis che, come al solito, era in ritardo. Si guardava
attorno beandosi
dei tiepidi raggi del sole che filtravano tra le foglie degli alberi,
ogni tanto chiudeva gli occhi e restava a pensare in silenzio, cullato
da un leggero venticello. Improvvisamente due mani calde gli si
posarono sugli occhi e delle labbra sottili lasciarono un bacio sulla
sua guancia destra.
-"Sempre in ritardo eh?" Disse ridendo, ancora con le mani dell'altro poggiate sugli occhi.
-"Sei il solito polemico... Che saranno mai dieci minuti!" Rispose
Louis alzando gli occhi al cielo, consapevole che l'altro non potesse
vederlo, ma si sbagliava. Harry riusciva a prevedere e a capire ogni
mossa che faceva il compagno, nonostante non lo potesse vedere, infatti
"So che hai alzato gli occhi al cielo Louis Tomlinson!" disse poco dopo
il riccio ridendo e scostando le mani del liscio dai propri occhi.
-"Riesci sempre a scoprirmi eh?" Disse l'altro sorridendo. E quel
sorriso illuminò gli occhi di Harry, perchè nonostante lo
conoscesse da otto anni si stupiva ogni volta. Si stupiva del fatto che
nonostante fosse passato tutto quel tempo gli faceva sempre lo stesso
effetto, gli riempiva il cuore e la mente e gl'impediva il flusso
regolare dei pensieri, in poche parole lo mandava in tilt e ci voleva
una buona manciata di minuti per farlo riprendere.
-"Dai facciamo una passeggiata!" Disse infine il liscio prendendolo per le spalle.
I due ragazzi passeggiarono per un lungo lasso di tempo, finchè
il buio non calò e restarono solo loro in quel parco che tante
volte li aveva ospitati. Un'atmosfera leggera avvolgeva i due giovani,
che in tutti quegli anni non si erano mai trovati in un momento simile.
Qualcosa, nell'ultimo periodo, era cambiato tra loro, prima stavano a
scherzare, ridere, giocare, invece ora passavano il loro tempo in
silenzio, a contemplarsi, perdendosi spesso l'uno negli occhi
dell'altro. Il blu si specchiava nel verde e viceversa, creando una
miscela di colori ed emozioni che i due tentavano di capire, senza
però alcun successo. Anche quella volta i due ragazzi si
ritrovarono in silenzio a fissarsi negli occhi, illuminati solo dalla
fioca luce emessa da un lampione poco lontano.
-"Lou..." Disse Harry, cercando di spezzare il silenzio calato su entrambi.
-"Dimmi Haz." Il maggiore non distolse lo sguardo dagli occhi dell'altro.
-"Che ci sta succedendo?" Louis abbassò gli occhi a fissare le
proprie scarpe per poi rialzarli subito dopo a contemplare il viso
perfetto del ragazzo di fronte a lui.
-"Che vuoi dire?" Chiese perplesso.
-"Voglio dire, perchè stiamo sempre in silenzio? Non ti va
più di stare con me? Una volta scherzavamo, ridevamo, ora invece
mi guardi soltanto, senza proferire parola, io non capisco. Ho fatto
qualcos..." L'indice di Lous si andò a posare sulle labbra
perfette di Harry, quelle labbra che non facevano altro che sputare
parole che arrivavano insensate alle orecchie del maggiore. Sorrise
dolcemente fissando gli occhi verdi del riccio, velati da una nota di
preoccupazione. Come poteva solo minimamente pensare che non aveva
più voglia di passare del tempo con lui? Lui che riempiva le sue
giornate ormai da otto lunghi anni, che lo faceva sentire speciale
anche solo sorridendo e che lo sosteneva per qualsiasi sua scelta o
dccisione, stupida o insensata che fosse.
-"Harry... Come puoi pensare questo?" Disse, cercando di dare voce ai suoi pensieri.
-"Io... Non lo so, non lo so proprio. So solo che però qualcosa
è cambiato, ti sento diverso." Abbassò gli occhi e
serrò le labbra, spaventato dalla risposta che avrebbe potuto
ricevere, lasciando Louis sbigottito.
Forse era finalmente arrivato il
momento di parlare chiaramente.
-"In effetti hai ragione Harry..."- Il riccio ebbe un sussulto a sentire
quelle parole -"Tra noi è cambiato qualcosa. O chissà,
forse sono cambiato io." Disse Louis con un mezzo sorriso.
-"Io... Non saprei come definire questo cambiamento."- Continuò lui
-"E' stato tutto improvviso in effetti, prima scherzavamo ora
passeggiamo in silenzio, prima parlavamo ora ci guardiamo. E' strano se
ci pensi!"- Louis fece una pausa, mentre Harry tentava di capire il lungo giro di parole che faceva il compagno. -"Questo
sai che significa?" Chiese infine.
-"Ehm, a dire il vero no!" Rispose il riccio, con sguardo confuso.
-"Significa che ormai non c'è più bisogno di certe
sottigliezze, significa che i nostri silenzi valgono più di
mille parole." Il cuore di Harry mancò un colpo. Quelle non
erano parole da Louis, cosa stava accadendo? Instintivamente
abbassò lo sguardo, perchè quello del maggiore era
diventato improvvisamente impossibile da sostenere, e cercò di
respirare normalmente, ottenendo blandi risultati.
-"Harry, guardami." Disse Louis, dopo un momento di silenzio,
-"Non ci riesco..." Sussurrò a fatica il minore, mantenendo gli
occhi bassi. Due dita si poggiarono sotto il mento di Harry,
constringendolo ad alzare lo sguardo da terra e a puntarlo negli occhi
azzurri del compagno.
-"Harry... Io non so cosa sia accaduto tra noi, ma qualcosa è
cambiato. Come ti ho detto abbiamo sostituito le passeggiate al parco
agli scherzi e gli sguardi alle parole"- Louis fece una pausa -"E io...
Io credo di aver sostituito l'amore all'amicizia." A Harry gli si
bloccò il respiro. Aveva sentito bene? Louis, il suo Louis, quel
ragazzo che sognava fin da quando aveva la tenera età di otto
anni, quel ragazzo che trovava perfetto in ogni sua piccola
sfaccettatura e per cui avrebbe fatto qualsiasi cosa, in quel preciso
istante gli stava dicendo che in qualche modo si stava innamorando di
lui? Di Harry Styles?
-"Cosa?" Il riccio riuscì a dire solo questo.
-"Hai sentito bene Harry, io credo di essermi innamorato di te. Non so
come sia successo, è stato tutto veloce, anche troppo, c'ho
messo qualche anno per capirlo, credo, ma ora sono sicuro...
Cioè, sono quasi sicuro, perchè si, insomma, cosa
può essere se non amore?
Quando ti guardo negli occhi una parte di me si va ad incastonare nelle tue iridi verde
smeraldo ed'è per questo motivo che quando ci fissiamo mi sembra
di specchiarmi all'interno di me stesso, quando sorridi e spuntano
quelle tue meravigliose fossette non posso fare a meno di sorridere
anche io, perchè in qualche modo quando tu sei felice lo sono
anche io, ed'è quello che succede alle persone innamorate, no?
Voglio dire, quale persona potrebbe trovare la propria anima gemella
mentre gioca a pallone al parco? Ok, questo non centra nulla, è
vero, però..." Stavolta fu l'indice di Harry a posarsi sulle
labbra di Louis, che per l'emozione era finito per divagare.
-"Zitto e baciami, stupido!" Il riccio disse solo questo prima di
scostare il dito dalle labbra dell'altro per poter farle coincidere con
le proprie.
Fu uno di quei baci semplici e dolci, uno di quelli che poche persone
riescono a dare nell'arco della loro vita, uno di quelli che non si
dimentica più, che anche se casto racchiude dietro
un'infinità di emozioni. Fu uno di quei baci che aspettano di
arrivare anche un'intera vita, ma che quando arrivano ti danno alla
testa, ti lasciano il sapore di quella persona sulle labbra fino alla
fine dei tuoi giorni, ti fanno sentire come se non esistesse paradiso,
perchè il paradiso è quello che stai vivendo in quel
momento mentre fai scontrare le tue labbra con quelle della persona che
ami. E Harry e Louis avevano avuto la fortuna di scambiarsi proprio uno
di quei baci, che sicuramente non si sarebbero dimenticati per il resto
delle loro vite.
-Dodici anni dopo.
-"Darcy! Torna qui, per l'amor del cielo!" Un Louis Tomlinson ormai
trentenne richiama a gran voce la propria figlia al parco, visibilmente
interessata ad altro e poco intenzionata ad ascoltare il padre.
-"Lasciala andare love." Un paio di braccia forti strinsero dolcemente la vita sottile del liscio.
-"Ma, love... Potrebbe farsi male, essere rapita, essere avvicinata da
mal'intenzionati, perdersi e chissà quante altre cos..." La mano
di Harry andò a tappare la bocca di Louis, mentre quest'ultimo
continuava a farfuglire quanto fosse pericoloso lasciare andare da sola
una bambina di otto anni al parco.
-"Pensa se mia madre avesse fatto la stessa cosa che stai facendo ora
con lei, con me. Non ti avrei mai conosciuto!" Louis sorrise e
scostò la mano del riccio dalla sua bocca, voltandosi.
-"Harry, hai mai sentito la leggenda del filo rosso dell'amore?" Disse il maggiore.
-"No."- Lo sguardo di Harry si fece corrucciato, -"Narramela!"
-"Una leggenda giapponese"- iniziò Louis -"dice che esiste un
filo rosso legato per un'estremità al mignolo di una persona e
per l'altra estremità al mignolo di un'altra. La credenza vuole
che queste due persone in qualsiasi modo s'incontreranno e si ameranno,
e solo dopo aver passato più di 24 ore insieme quel filo si
scioglierà e loro resteranno legati dall'amore per sempre. Sei
tu il mio filo rosso Haz, in un modo o in un altro io ti avrei trovato
comunque." Concluse il maggiore avvicinando il riccio a se.
Harry sorrise dolcemente al ragazzo di fronte, carezzandogli i capelli.
In qualche modo ciò che gli aveva detto Louis in quel momento
era giusto, nonostante fossero passati tanti anni, nonostante si
fossero separati tante volte, loro si ritrovavano sempre, spinti da una
forza che il genere umano non potrà mai riuscire a capire.
Nonostante gli anni, le difficoltà e gli ostacoli loro avevano
continuato ad amarsi, rafforzando sempre di più il loro legame,
diventanto ormai indissolubile. Erano riusciti ad abbattere ogni
barriera e ad avere tutto ciò che volevano, un matrimonio
stabile, una casa e una splendida bambina, non era molto, ma a loro
bastava questo per essere felici, il resto era superficiale.
-"Papà papà." La bambina castana si aggrappò alla camicia di Harry.
-"Che c'è principessa?" Le rispose il ragazzo carezzandole i capelli.
-"Ho conosciuto un bambino simpaticissimo!" Disse tra un sorriso e
l'altro Darcy. Harry e Louis si guardarono complici, che la storia si
stesse ripetendo?
-"Si tesoro?" Chiese Louis accennando un sorriso.
-"Si! Ci rivedremo di nuovo domani."- La bambina fece una pausa. -"Noi
ci saremo domani al parco, vero?" Chiese, ccorrucciando lo sguardo.
-"Ci saremo sempre!" Dissero in coro i sue ragazzi.
-"Ma ora dobbiamo proprio andare!" Disse Harry prendendola per mano.
La piccola diede l'altra mano a Louis mettendosi al centro dei due e
lasciandosi dondolare dalle braccia forti dei genitori, continuando a
raccontare della nuova conoscenza fatta.
Così, tra una risata e l'altra, i tre lasciarono quel parco
tanto amato, che aveva donato loro tanti momenti e ricordi speciali e
che sicuramente avrebbe continuato a donarne nel corso degli anni a
venire.
*Spazio autrice*
Tan tan taaaan!!! Dopo anni e anni e
anni e... ok basta. Dunque, dopo anni di attesa rieccomi di nuovo con
una nuova Os fresca fresca sulla mia (nostra) amata OTP. Sono quasi
commossa, c'ho lavorato due giorni ed'è venuta un emerita
caca.... no dai, è carina! Ma questo dovete dirmelo voi, quindi
fatemelo sapere attraverso una recensione... ve ne sarei taaaanto grata
*occhi da orsetto*.
Spero mi arrivi presto ispirazione per una nuova Os "carina" almeno la
metà di questa. Grazie in anticipo e ciao a tutte/i
Ps: vorrei ringraziare mia cugina che ormai mi fa da consulente per
ciò che scrivo e mi ha consigliato per la fine.. Ciao Boo, so
che leggerai, ti voglio bene kfjgngje <3