Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Fandom: Dragonball
Personaggi:
C18, Vegeta
Prompt:
Anything you can do I can do better.
L'orgoglio
del principe
I
capelli neri a fiamma di Vegeta si
piegarono di lato e le grosse ciocche compatte tremarono.
“Lattina,
il fatto che per una volta ti
abbia lasciato vincere perché eri una donna non deve farti
fraintendere” sancì.
La battle suit nera gli fasciava stretto il corpo muscoloso.
Gli
occhi del saiyan erano socchiusi e
nelle sue iridi color ossidiana si rifletteva il viso del cyborg.
Le
iridi color ghiaccio di C18 brillarono
e i corti capelli biondi le sferzarono il viso.
“Io
mi ricordo solo un borioso idiota che
urlava con entrambe le braccia spezzate” ribatté.
Vegeta
mise una gamba indietro e sciolse
le braccia incrociate, mise un braccio piegato sopra la testa e un
altro
all’altezza del petto.
<
Sono stato umiliato da te quel
giorno, una cyborg dai tratti femminili. Credevo fossi solo un pezzo di
metallo
che si era messo in testa di essere una vera donna.
Tutti
hanno assistito alla mia disfatta
contro di lei.
Nonostante
fossi finalmente riuscito a
diventare supersaiyan, ed avessi utilizzato le mie tecniche migliori,
alcune
anche completamente nuove, mi avevi completamente spezzato.
Ricordandomi fin
troppo Freezer.
Maledetta!
Quelle parole, quelle
allusioni… Ho passato giorno a lavarmi, a sentirmi
così sporco, a ripetere
quanto fossi una creatura orribile. Ignorando che quelle frasi qualcuno
te le
aveva insegnate, che forse non eri così diversa da me. Che
il Dr. Gero era la ‘tua’
schifosa lucertola carceriere.
Ti
eri divertita a distruggermi pian
piano, le tue tecniche sembravano affinate proprio per distruggere le
mie.
In
fondo, avevi pianificato tutto
analizzando ogni dato, come un computer. Il problema non era il tuo
lato umano,
che io consideravo falso, ma proprio quello da macchina.
Il
calcio con cui mi avevi spezzato il
braccio destro era stato di una potenza inverosimile. Non avevo potuto
impedirmi di urlare, mentre il mio arto, ormai inutile, poteva solo
penzolare
inerte al mio fianco.
Nessuno
ha potuto aiutarmi, sono caduti
tutti, uno dopo l’altro. Eravamo tutti in trappola.
Sei
cambiata così tanto. Adesso hai un
marito, una figlia.
Però,
mia cara lattina, non ho nessuna
intenzione di darti soddisfazione >.
“Tsk.
Tutto quello che sai fare, io posso farlo meglio”
sancì duro.
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