Salve salvino! Eccomi nuovamente
nella sezione originale, con personaggi non proprio nuovi, poiché si
parla di
Alessia e Gigi, che sono stati dei personaggi fondamentali in Travolgimi,
anche non essendo i veri e propri protagonisti. Ma non mi andava di non
dare
anche a loro un vero e proprio finale. E poi nell'ultima settimana, nel
gruppo, non abbiamo fatto altro che parlarne,
quindi eccomi qui.
Questa storia non si può
leggere senza conoscere Travolgimi, molte cose
e personaggi non si capirebbero.
Preferisco
metterlo in chiaro fin da subito.
Note introduttive:
dopo poco più di due anni, mi ritrovo nuovamente qui a parlare di
questi
personaggi. Una nuova avventura, che riprende sei anni dopo la vera e
propria
storia. Non so bene dove porterà tutto questo, ma spero di riuscire a
dare un
finale degno di nota a tutti quanti.
Buona lettura, spero
di ritrovare tante vecchie persone che mi hanno tenuto compagnia nella
scorsa
avventura.
Ho intenzione di
aggiornare una volta a settimana... oggi è lunedì,
ma vorrei tornare a postare ogni santa domenica. Spero di riuscirci.
Buona lettura :*
Jess.
<< Uccidimi! Ti prego,
fallo! >> Mi siedo sul
divano accanto ad Alex e lo guardo con occhi speranzosi, ma lui –
ovviamente –
mi guarda quasi terrorizzato.
<< Non posso aiutarti: ho due
figli e una moglie
fantastica... non posso rovinarmi la vita per te. >> Finisce la
frase
scoppiando a ridere e io mi affloscio accanto a lui.
<< Che cosa succede? >>
Mi chiede abbassando il
volume del televisore e voltandosi per guardarmi meglio. Sospiro e mi
tiro su a
sedere.
<< La mia
casa... è diventata... non lo so cos’è diventata! Non sembra più casa mia! >> Lo guardo con gli occhi
fuori dalle orbite e noto chiaramente quanto gli sia complicato non
scoppiarmi
a ridere in faccia.
Probabilmente al suo posto io sarei
già piegato in due dal
ridere.
<< È una cosa... >> Lo
stoppo alzando una mano e
chiudendo gli occhi.
<< Ti prego, non dire che è
una cosa normale. Non c’è
niente di normale se la tua cara e adorata fidanzata vuole mettere i
brillantini in bagno e vuole tingere la camera da letto di lilla. Di
lilla,
capisci?! >> Alex apre la bocca per ribattere ma lo fermo
nuovamente.
<< E non dirmi nemmeno che è
una cosa che ho voluto
io, perché sarà anche vero che ho chiesto ad Alessia di andare a vivere
insieme
ma... non le ho detto “rendi quest’appartamento una casa delle
bambole”.
>>
Alex fa solo una smorfia con il
viso e infine sospira senza
più parlare. Mi perdo ad osservare le figure del televisore e ascolto i
rumori
che provengono dalla cucina. Sembra che Elise stia distruggendo
qualcosa.
Mi guardo attorno e non posso non
ammirare la sobrietà di
questa casa.
Sì, nonostante ci abitino anche due
bambini. È tutto così...
normale, sobrio e... ordinato.
Com’è possibile?
<< Come mai è così in ordine?
>> Chiedo
guardando il mio amico che ha alzato un sopracciglio.
<< Perché, scusa, solitamente
sembra di essere in una
giungla? >>
<< No, ma... tutto questo
silenzio. Nessun gioco
disperso per casa... >>
<< Lorenzo è all’asilo e
Alyssa al nido. >>
Annuisco e dopo qualche secondo accendo anche il cervello, colpendomi
la fronte
con una mano.
<< E voi eravate da soli a
casa, durante la pausa
pranzo, e io sono venuto a rompervi le palle! >> Alex scoppia a
ridere e
io mi alzo dal divano andando in cucina.
Elise sta girando qualcosa in un
pentolone, quando mi sente,
mi guarda incuriosita.
<< Potrai mai perdonarmi?
>> Lei aggrotta la
fronte e Alex scoppia a ridere.
<< Che cos’hai combinato?
>> Mi chiede tra il
divertito e il preoccupato.
<< Vi sto rubando del
tempo... non avevo capito che sareste
stati soli e che ne avreste approfittato per... fare... fiki fiki.
>>
Elise scoppia a ridere e scuote il capo.
<< Non preoccuparti Gigi.
>> Alzo gli occhi al
cielo.
<< Eh, mi preoccupo eccome!
Siete due genitori,
adesso, e non avete più tutto il tempo che avevate prima... e io...
>>
<< E tu niente, fidati. Ci
siamo visti solo per poter
stare un po’ insieme, in casa, senza marmocchi che urlano e si litigano
i
giochi. >> Mi sorride tranquilla e io mi rilasso.
Elise è così, e da quando è
diventata madre è... cavolo...
è, sì, severa, ma nello stesso tempo dolce.
Autorevole penso renda meglio il
concetto.
<< Beh mi dispiace lo stesso.
>> Mormoro uscendo
dalla cucina non facendola ribattere.
Mi affloscio nuovamente sul divano
e noto a malapena che
Alex mi sta studiando.
<< Se la cosa della casa ti
turba tanto... diglielo.
Non puoi iniziare questa cosa senza essere sincero, se no mandi tutto a
puttane. E non è di certo quello che vuoi, no? >>
<< Ovvio che no. >>
Sospiro. << Ok, gliene
parlerò. >> Mi alzo e lo saluto, ma prima che io possa uscire da
casa,
Elise mi richiama.
<< Sii conciso. E sicuro.
Fidati che è la cosa
migliore. >> Aggrotto la fronte, ma non faccio domande. Oramai ho
capito
che per quanto Elise mi possa aiutare... beh alla fine è sempre un
enigma.
Entro in casa mia con uno sbuffo:
ci sono scatoloni ovunque,
e la maggior parte contiene cose mie. Anche di questo, in effetti,
dovrei
lamentarmi. Cerco Alessia per le varie stanze e infine la trovo in
quella
patronale.
<< Quali altre modifiche hai
deciso? >> Si volta
sorridendomi e mi mostra un piumone per il letto. Come devo comportarmi?
<< Niente di traumatizzante,
come puoi notare.
>> Zitto, Gigi, non commentare.
Mi avvicino e le afferro una mano e
la tiro verso di me. La
stringo tra le mie braccia e cerco di non farle intuire nulla. Alessia
stringe
le sue braccia dietro il mio collo e cerco di deglutire. Alessia mi
conosce
come nessun altro al mondo e mentirle o nasconderle le cose non è mai
stato
facile.
<< Possiamo parlare un
attimo? >> Alessia
sorride alla mia domanda e annuisce.
Io, nei suoi panni, sono certo che
mi sarei già cagato nelle
mutande, convinto di aver fatto chissà cosa di male o di sbagliato.
<< Certo. >> Si
allontana e mi stringe solo una
mano, portandomi a seguirla fino al salotto. Sedendoci sul divano,
cerco un
modo per prendere il discordo ma non so come iniziare.
<< Spara. So che c’è qualcosa
che non va ma... non
stare a rimuginarci, parla e basta. >>
<< Stai facendo diventare
questa casa una casa delle
bambole. Io sono un uomo. Ho ancora gli attributi e non lo voglio un
piumone rosa,
non voglio rinunciare alla mia discografica di 2pac, né tantomeno ai
dvd porno.
Certo... posso toglierli dalla vetrina, ma non buttarli via. E poi...
stai
buttando un sacco di mie
cose! Non hai mai pensato di chiedermelo? E i
brillantini in bagno? Veramente?! Mi hai preso per un uomo castrato? E
il
colore lilla... lo odio. Odio! Odio! >> Sospiro e mi rilasso
cercando di
far diminuire i battiti del mio cuore. Lo so, non dovevo prendere
proprio così
velocemente la palla al balzo ma... non ce la facevo più!
Dopo un paio di minuti, mi giro
verso di lei. Pare
tranquilla. E la cosa non è un bene.
Apro la bocca per aggiungere altro
ma non trovo più la
forza.
<< Io... >> Mormora, e
per un millesimo di
secondo mi passa per la testa che scoppierà a piangere. Ma la mia Ale
non è
così... << Sei un coglione, lo sai? >> Alzo un sopracciglio
e
trattengo un attimo il respiro per non risponderle male.
<< Sì, lo so. >>
Ammetto infine, facendola
sospirare. Allunga il braccio per accarezzarmi i capelli, e per un
nanosecondo
ho il terrore che decida di farmi lo scalpo.
<< Sai perché ho scelto quel
colore del piumone? O il
lilla? O i brillantini? Perché volevo una tua reazione! Ti pare che
farei mai
la camera da letto lilla?
Cos’è, non mi conosci più? >> Penso di avere la
mascella che tocca terra.
<< Quindi... hai fatto tutto
ciò per portarmi
all’esasperazione? >> Chiedo basito.
<< Sì e no. Diciamo che mi
sarebbe piaciuta un po’ di
collaborazione. >> Sospiro di sollievo.
<< Non farmi mai più uno
scherzo simile! >>
Esclamo con gli occhi sgranati.
Alessia ridacchia. << Non
prometto nulla. Tu, però,
aiutami, ok? >> Annuisco.
<< Quindi i porno rimangono
dove sono? >> Chiedo
sapendo già la risposta.
<< No. Lorenzo sta crescendo
in fretta, e non ho
intenzione di traumatizzarlo. >> Scoppio a ridere e annuisco.
<< Come vanno le cose?
>> Mi chiede Alex mentre
controlla la macchina di Alessia che a quanto pare ha qualche problema.
<< Bene... Alessia è tornata
in sé. >> Annuisce
senza guardarmi e dopo un paio di minuti sospira chiudendo il cofano
anteriore
pulendosi subito dopo le mani con uno straccio.
<< Ieri Elise si è vista con
Sandra. >> Sgrano
gli occhi e lui annuisce con una smorfia.
<< Perché? >> Chiedo a
corto di parole. Alex
scrolla le spalle e sospira nuovamente.
<< Non ne ho idea. Penso sia
stata colpa di Erica, una
loro amica. >>
<< E perché lei si mette in
mezzo? >> Alex non
mi risponde e capisco che non lo sa nemmeno lui. Non so cosa dirgli e
infine mi
alzo dal mio posto e lo affianco appoggiandomi come lui alla macchina.
<< Quanto tempo era che non
si vedevano? >>
Chiedo cercando di razionalizzare.
<< Da quando è nata Alyssa,
quindi poco più di un
anno. Da quello che ho capito è stata proprio Sandra a chiedere ad
Erica se
poteva aggregarsi a lei e ad Elise. >>
<< Non la capirò mai quella
ragazza. >> Alex
annuisce.
<< Nemmeno io. Non capirò
nemmeno come e perché quelle
due siano – dopo tutti questi anni – ancora legate da un filo che non
sembra
sia possibile tagliare. >>
<< Hai paura che torni a far
parte delle vostre vite?
>>
<< No. Oramai hanno entrambe
le proprie vite. Elise è
soddisfatta di quella che facciamo; la conosci... ma Sandra... non lo
so.
Elise ha detto che è stato tutto molto strano, che Sandra è nuovamente
nei
casini perché ha lasciato Matteo per tornare con Andrea e ora si
rivedono. Ho
pensato che l’essersi fatta viva ora, tramite Erica, sia stato solo un
modo per
aggiornare Elise ma... lei non la pensa così. Non lo so. >>
<< A Fabio gliene hai
parlato? >> Alex
ridacchia.
<< Ti pare? Adesso che è
andato a vivere con Vanessa e
sta bene? No. >> Stiamo qualche attimo in silenzio. Sinceramente
a me di
Sandra non è mai importato molto, e nemmeno ad Alex... ma Elise è sua
moglie e
Sandra è la sua migliore amica. O comunque lo è stata.
<< Si rivedranno presto?
>> Alex scrolla le
spalle.
<< Non ne ho minimamente
idea. Elise dice di non
preoccuparmi, che tanto si è fatta viva ora e non lo farà più per
chissà quanto
altro tempo ma... le vuole ancora bene. Si vogliono ancora bene ma
oramai non
hanno più niente in comune, non hanno più rapporto. >> Annuisco
sovrappensiero.
<< Alessia non l’ha mai molto
sopportata. >>
Mormoro ancora perso tra i miei pensieri.
<< Nessuno l’ha mai veramente
sopportata, a parte
Elise e Fabio. >>
<< Ammettilo: >> Dico
divertito. << Hai
paura di trovartela a casa senza preavviso mentre gioca con i tuoi
figli.
>> Alex scoppia a ridere e si tocca i capelli.
<< Non lo so se devo essere
sincero. È la mancanza di
reazione da parte di Elise, che mi preoccupa. Ogni volta che l’ha
vista, è
sempre stata contenta... e poi è rimasta delusa, perché vederla una
volta e poi
non vederla più le faceva capire quanto le facesse male non averla come
parte
integrante della sua vita... ma ora... è tranquilla. Non ha battuto
ciglio, a
malapena mi ha raccontato cos’è successo. >>
<< Pensi ti nascondi
qualcosa? >> Mi guarda con
gli occhi sgranati.
<< No. Penso non sia successo
niente, ma è la sua mancata
reazione che mi lascia basito. >>
<< Beh... >> Dico
lasciandogli due pacche sulle
spalle. << Pensa a una cosa positiva, tu hai me... e Elise ha
comunque
Alessia, magari si è resa finalmente conto che per quanto Sandra posso
comparire e poi scomparire, non gliene frega niente. >> Annuisce
e mi
guarda sorridendo.
<< Com’è possibile che dopo
tutti questi anni, ancora
non ti sei stufato di me? >>
Scoppio a ridere. << Anche se
mi stufassi, dovrei poi
sopportarti lo stesso... sono fidanzato con una cara amica di tua
moglie. Non
ho molte alternative. >> Mi spinge e scoppiamo a ridere per poi
tornare
ad occuparci dell’auto. O meglio... lui si rimette a lavorare, e io gli
rompo
le palle.
<< Mi spieghi una cosa?
>> Mi chiede Alessia,
appoggiandosi al mio petto nudo, mentre siamo sul letto della nostra
camera. O
meglio di quella che dovrebbe essere la nostra camera, se non sembrasse
di essere
in una sottospecie di cantiere.
So già che non finiremo mai di
rimettere in sesto
quest’appartamento.
<< Dimmi. >> Mormoro
passandomi una mano sul
viso, completamente sfinito dalla giornata immensamente lunga che ho
avuto. E
della serata, poiché l’abbiamo trascorsa con Lorenzo e Alyssa per dare
un po’
di pace ad Alex ed Elise.
<< Pensi ancora al
matrimonio? >> La guardo
incuriosito e sento nitidamente il mio cuore battere più velocemente.
Alessia
non tira mai, e ribadisco mai,
in ballo questo tipo di discorso. M’inumidisco
le labbra e osservo per un attimo il soffitto.
<< Qualche volta. >>
Ammetto facendola irrigidire
un secondo.
<< Perché vorresti sposarmi?
>> Mi chiede in un
sussurro e i miei occhi volano a cercare i suoi, che li trovano subito,
attenti
e spauriti.
<< Perché ti amo. >>
Mormoro accarezzandole i
capelli e facendola sorridere. << E perché so che con te la vita
sarebbe
fantastica... e poi mi piace immaginarti con un abito da sposa, mentre
mi vieni
incontro sulla navata. >>
La signora Bettega... sospiro
sognante.
Il suo sorriso non si affievolisce e io mi
sento un po’ troppo un cretino. << Lo so, sono fottutamente
romantico,
mentre te sei fottutamente cinica... ma ci completiamo e ci amiamo
anche per
questo, no? >> Chiedo sorridendo sforzatamente, cercando di non
risultare
più patetico di come mi sento.
Alessia si tira su e si porta
all’altezza del mio viso.
<< Sono otto anni che stiamo
insieme, abbiamo solo
ventisei anni... eppure tu facendo il... fottutamente romantico, mi fai
ancora
sentire una diciassettenne con le farfalle nello stomaco. A piccoli
passi, ok?
E prima o poi ti permetterò di chiedermi di sposarti e io ti risponderò
di
sì... ci stai? >> Annuisco con gli occhi a cuoricino e catturo il
suo
viso avvicinandolo al mio e catturando le sue labbra.
<< A piccoli passi. Va bene.
>> Alessia sorride
contenta e mi sale a cavalcioni.
<< E ora... mio caro e
fottutamente romantico
fidanzato... ti andrebbe di... >>
<< Sì, sì! Sìsìsìsìsì!
>> Alessia scoppia a
ridere e io mi metto seduto bloccandola contro il mio corpo, iniziando
a baciarle
il petto e il collo.
<< Ora sono fottutamente
eccitato. >> Sussurro
facendola ridere nuovamente.
<< Ringraziami per non aver
buttato i porno. >>
Mi sfida e io alzo un sopracciglio.
<< Io ringrazio solo di
averti trovata, poi per il
resto non me ne fotto un cazzo. >> Alessia si addolcisce e
sorride
scuotendo il capo.
<< Sappi che stasera non ti
farò dormire. >>
Scoppio a ridere e mi risdraio portandomela dietro.
Sì, sembra che l’uomo della
situazione sia lei, e io la
donnetta romantica... ma è anche questo che fa di noi una coppia
fottutamente perfetta.
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