Note dell’autrice: Questa fanfiction
conterà solo di due capitoli,il primo questo,e il
secondo che sarà l’ultimo.Spero che vi piaccia,commenti
e critiche positive sono sempre molto apprezzate.Per il resto non posso non
augurarvi buona lettura,e sperare che aprezziate
almeno un pochino il mio lavoro.
Spleen
Isabella Cullen.Anche ora,dopo
decenni l’effetto che mi faceva pronunciare quel nome non sarebbe mai
cambiato.
Sorrisi mestamente,giocherallando
con l’anello che portavo al dito.L’anello di brillanti che si
intonava divinamente alla mia pelle
diafana.
Aver sposato Edward mi riempiva di un
gioia e di un fremito elettrizzante.
Lui era mio.E lo sarebbe stato per
sempre.
Sorrisi ancora.Non mi sarei mai abituata al suo aspetto
angelico,ne avrei potuto evitare di sciogliermi come
una gelatina,quando mi riservava il suo speciale sorriso sgembo,quel sorriso
che più di una volta aveva increspato le sue labbra la nostra prima notte di
nozze.
Al ricordo mi venne da arrossire.Era stato …fantastico...
L’esperienza più bella di tutta la mia vita.
Quella notte avevo veramente rischiato
l’autocombustione.Mi sentivo talmente calda da scoppiare,il mio corpo che pareva doversi sbriciolare al minimo
tocco.Ma non era stato così.
Contro tutte le preoccupazioni di
Edward non era successo niente,e si era rivelata per entrambi un esperienza
meravigliosa,indimenticabile.
Certo ora che ero una vampira per
Ed era tutto più facile.Non doveva più controllarsi per il timore di farmi male con un
movimento troppo brusco.Eppure so per certo che quella prima notte,forse perche era la prima,o forse perché eravamo entrambi
emozionati dal matrimonio,era stata unica,uno dei nostri momenti più belli.
Sospirai.Mi stavo abbandonando al dolce flusso dei ricordi e
se non avessi smesso avrei finto per fare
l’amore con Ed, un'altra volta.
-A cosa pensi?-la voce di Edward mi
riscosse dai miei pensieri.
Se fossi stata ancora umana ora
avrei avuto le guancie colorata da un rossore violaceo.
Fotunatamente ero una vampira,non
potevo più arrossire,eppure pensare certe cose sotto il suo sguardo penetrante
e curioso mi metteva egualmente a disagio.
-Mah a niente in particolare…Mi chiedevo solo se
Emmett avrebbe deciso di ammazzarci se avessimo fatto ancora una volta l’amore-
Era scoppiato a ridere.Ed anch’io a dir
la verità.In una casa di vampiri spesso l’intimità e la privacy erano dei privilegi irragiungibili.Tentavo sempre di
ignorare e di concedere agli altri la maggiore intimità possibile,ma non era facile quando i tuoi sensi erano estremamente
sensibili e il tuo udito era in grado di captare ogni singolo sospiro
proveniente dall’interno della casa.
Nel frattempo Edward si era avvicinato a me,e aveva preso a baciare con insistenza una parte del mio
collo.Le sue mani intanto mi carezzavano il profilo delle guancie e si insinuavano sotto i lembi della mia camicetta.
-Emmett ci ucciderà..-
-Scopriamolo-Mi aveva sorriso malizioso,ed
io non avevo potuto non abbandonarmi a mia volta a quel sorriso,mentre pian
piano smettevo di pensare ed univo le mie labbra alle sue,cingendogli il collo
con le braccia,e lasciandomi trasportare dalle sue mani forti e gentili.
Eravamo rimasti abbracciati per quasi tutta la notte.
Avvertivo ancora il corpo di Edward
premere contro il mio.Non lo sentivo più freddo e gelido come un tempo.Ora mi
sembrava normale,tiepido come un umano,anche se sapevo
che in realtà non era lui ad essere diverso,ma che solo la mia concezione del
freddo e del caldo era mutata.
Pareva quasi addormentato.
Gli occhi chiusi,il respiro
regolare,un espressione beata dipinta sul suo volto da angelo.
Era bellissimo.Un angelo dormiente,anche
se sapevo che i vampiri non aveva alcun bisogno di riposare.
Ricordo come all’inizio ero rimasta sconcertata,quando avevo compreso che non avrei mai più avuto bisogno
di dormire.Purtroppo ero stata costretta ad abituarmi anche ad un sacco di altre cose più o meno spiacevoli.
I miei capelli,ad esempio,non
sarebbero mai ricresciuti,ed il cibo umano,la cioccolata,il pesce,ed altre
prelibatezze che mi facevano impazzire,non avrebbero avuto che per me il sapore
della spazzatura.Eppure avrei affrontato queste piccole rinuncie con gioia e
felicità,pur di avere l’immortalità accanto ad
Edward.Simili sottogliezze non mi preoccupavano,perché
in realtà ero stata costretta ad affrontare problemi più grandi.
I primi tempi il mio autocontrollo
o ciò che ne restava era costantemente minato da un incontrollabile sete di
sangue.
Niente mi aveva preparato a ciò che avevo
dovuto affrontare.Niente.La mia mente umana,non avrebbe mai potuto comprendere
fino a che punto,il desiderio di sangue avrebbe potuto spingermi a compiere
atti mostruosi,fino a distruggere la persona che ero,le mie speranze,i mie
sentimenti pur di appagare quel desiderio.
In effetti la cosa che mi ricordo
più di quel periodo era la sete incessante,pari ad una sofferenza che mi
dilaniava e mi torturava.Volevo bere,volevo saziare la
mia sete,e al diavolo i buoni propositi,al diavolo le povere vittime che
avrebbero costituito il mio pasto.
Volevo solo che il dolore smettesse.Sangue,sangue,sangue.Quel
pensiero mi martellava nella mente,mi faceva impazzire.E,allora potevo solo
immaginare il sapore sublime del sangue umano,il nettare dei
nettari,l’ambrosia di tutti i cibi.
Più di una volta avevo tentato di fuggire.Senza mai
riuscirsi.Edward era sempre stato pronto a proteggermi da me stessa.
Aveva sopportato le mie crisi di rabbia,l’isterismo,la
sete,i sensi di colpa,e anche l’odio,il risentimento che egoisticamente
gli avevo riversato addosso.
Lui non se ne era mai
lamentato.Mai.Senza Edward non ce l’avrei mai fatta.
Ora mi vergogno di me stessa.Mi vergogno per tutti quei
momenti che non oso rievocare,ma che purtroppo non
posso eliminare del tutto,non posso far finta che non fossero mai esistiti.
Come quando avevo distrutto la porta per fuggire,o mi ero lanciata dalla finestra…
Come scusa posso addurre che ragionavo in modo puramente
animale,sempre se ragionavo.
Sospirai tristemente.Edward non ce
l’aveva con me,ma io non me lo sarei mai perdonato…
-Bella tutto bene?-
Edward aveva aperto gli occhi,e mi
osservava preoccupato.Nonostante non potesse leggermi nel pensiero,non aveva mai potuto,sembrava aver sviluppato una strana
empatia nei miei confronti.Sebbene tentassi in tutti i modo
di nascondergli i miei pensieri spiacevoli,lui li intuiva sempre.Era inutile
mentirgli.
-Niente…Pensavo solo ai vecchi tempi.A com’ero
poco dopo la trasformazione-
Non suonavo tanto convincente.La tristezza si faceva largo
attravrso la mia voce fioca.
-Ah-Non riuscivo a decifrare la sua espressione.A differenza
di me quando voleva poteva essere impenetrabile.
-Bella?–
-Si?-
-Posso chiederti una cosa?-Il suo tono di voce si era fatto
cauto,l’espressione del suo viso seria e
preoccupata.Un espressione che non gli vedevo da tanto
tempo.Sembrava essere tornato il vecchio Edward,quell’Edward
sempre restio ad abbandonarsi,tormentato da se stesso e dai sensi di colpa.Non
sopportavo di vederlo così.
-Mi chiedevo…Hai mai dei
rimpianti? Cioè so che è stato difficile per te.Forse
ancora più difficile dato che a differenza di noi avevi ancora una famiglia
alle spalle,degli amici..-
Si era fatto triste.Gli occhi oscurati da un velo di
sofferenza,la bocca con una piega amara.
Come poteva dubitarne proprio adesso?
-Era da tempo che te lo volevo chiedere..Non
sapevo come però.Ma vedi se potessi tornare indietro
rifaresti la stessa scelta,sceglieresti ancora di diventare vampiro,dopo tutto
quello che hai passato?-
-Edward…-iniziai.
-Aspetta non ho finito.Non voglio
che mi rispondi subito.Pensaci.Sul serio,dico.Pensa
agli anni durante i quali non hai potuto avvicinarti
ad un umano senza desiderare di ucciderlo.Pensa ai bambini e alla
famigli a cui hai rinunciato.Per favore rispondimi sinceramente.Voglio
sapere la verità Bella,non mentirmi per paura di
ferirmi o di farmi soffrire.Nonostante tutto,sceglieresti
ancora di essere trasformata in un vampiro?-
Il suo sguardo mi esortava fermo ed impassibile.Ma io non avevo bisogno di tempo.Avevo già riflettutto
troppo su queste domande,quand’ero umana e anche
dopo,mi ero tormentata pensando a ciò che stavo perdendo.
Ma la risposta era sempre la
stessa.Non avrei scelto diversamente,non avrei
rinunciato ad Edward per nulla al mondo.
-Edward.Fosse fra cent’anni
od un millennio la mia scelta sarebbe sempre la stessa.Dovessi tornare un
milione di volte indietro nel tempo,non cambierei una
virgola di quello che ho fatto.Scieglierei sempre te-
Alzò gli occhi difronte alla mia esagerazione.Sembrava
scettico.
-Che c’è non mi credi?-
-Ora ti credo-dichiarò sorridendo un po’ triste.-Ma
come posso sapere se fra un migliaio di anni non ti
sarai stancata di me?-
-Edward-gli dissi
ridacchiando.-Davvero,è una stupidaggine.Non porei
vivere senza di te.E poi con chi ti potrei sostituire?-
Lo vidi sbuffare divertito.
-Adesso dici così,ma poi
chissà.C’è una fila che attende solo un mio passo falso che ti si
getterebbe addosso.Non avresti problemi a dimenticarmi-
Risi.Il dialogo che stavamo affrontando era assurdo,ma ero contenta.Contenta perché il momento buio era
superato,contenta perché vederlo sorridere mi colmava
sempre di un emozione indescrivibile.Decisi di stare al gioco.
-Ah davvero?E chi sarebbero tutti
questi spasimanti?-
-Non fare la finta tonta Bella.Lo
sai che ci sono centinaia di ragazzi che sbavano dietro di te.Ogni volta devo
ignorare i loro pensieri,altrimenti rischio di perdere
il controllo e commettere una strage.Anche Emmett ora
inizia a fare commenti apprezzati.Quando siamo scesi ha subito buttato
l’occhio sulla scollatura del tuoi jeans.Sarà
che Rose è iperprotettiva,ma appena l’ha visto
ha promesso di fargliela pagare-
Per un attimo non credetti a ciò che sentiì.
-Emmett?-mormorai incredula.-Tu Edward Cullen sei geloso di Emmett?-
Iniziai a ridere isterica.Anche lui dopo un po’ si unì
alla mia risata,scosso dal pensiero ridicolo che aveva
avuto.
Ancora una volta mi ritrovai a pensare a quanto strana fosse la mia vita.Fino ad un attimo fa non avrei mai
immaginato che mi sarei ritrovata con Edward a fare un
discorso del genere.
-Sul serio Edward.Come fa un tipo meraviglioso come te ad
essere così insicuro?-
Lui scosse le spalle imbarazzato,e
per impedirmi di continuare a ridere mi abbracciò e prese a baciarmi
delicatamente.Non mi sarei mai abituata all’effetto che mi facevano i
suoi baci.Mai.
-E comunque-continuai io
interrompendo il bacio.
-Come faccio ad essere sicura che
tra qualche anno non mi rimpiazzerai tu con una biondona tutta curve?-
-Impossibile..-mi sussurro
dolcemente
-Perché impossibile?Riflettici.Se
io posso dimenticarti con il primo di passaggio,chi mi
garantisce che tu non potresti fare lo stesso con qualcun’altra più bella
di me?-
-È impossibile-mi disse lentamente assicurandosi che
comprendessi bene ogni parola-Perché non esiste nessuna più bella di te-
Se fossi stato umana il mio cuore
avrebbe preso a pompare ad una velocità allucinante.
Sapevo di essere bella.Irresistibile
per gli occhi degli umani.Eppure ancora adesso non riuscivo a colmare il senso di inferiorità che provavo verso Edward.Lui sarebbe sempre
stato infinitamente più meraviglioso di me.
-Che c’è?-
-Niente.Sei bellissima.Te l’ho mai detto?-
-Bah solo un milione di volte o due..-Alzai
le sopracciglia fingendomi annoiata.
-Allora mi sa che devo ripetertelo.-
-Mi sa proprio di si-Il suo volto era
a pochi metri dal mio.
Eravamo vicinissimi.Il calore del suo respiro entrava a
contatto con la mia pelle ghiacciata.
-Ti amo-
-Ti amo anch’io-
La mattina successiva arrivò troppo presto.
Avrei volentieri passato tutto il mio
tempo persa a baciare Edward.
Proprio come quando ero umana,la
mia dipendenza da lui non si era assopita,anzi.
Parevo ancora una ragazzina innammorata,anche
se ormai erano più di vent’anni che stavamo insieme.Trascorrere la notte
abbracciata a lui era stato magnifico.Avevo un bisogno spasmodico di tenerezza,di sentirmi sicura,di potergli ripetere all’infinito
quanto lo amavo.
Parlavamo di tutto.Specialmente di libri.Quando non si può
dormire,ogni dettaglio può essere fondamentale per
passare il tempo senza impazzire.
Eppure quel momento era passato.Non
odiavo andare a scuola,faceva parte dei miei oblighi
per preservare l’apparente umanità della famiglia,ma a volte l’idea
di non andarci,di sparire dal mondo,rifugiandoci in qualche posto sperduto solo
io ed Edward si faceva irresistibile.
-Edward?-
-Che c’è?-aveva gli occhi
chiusi,un espressione rilassata sul volto.
Non ero sicura che mi stesse realmente ascoltando.
-Pensavo…Non ti viene mai voglia di abbandonare
tutto?Di fuggire solo tu ed io in un luogo sperduto?-
Non rispose subito.Forse l’avevo stupito.Non era da me
proporre idee così impulsive.In effetti anch’io
mi stupiì di me stessa.Di solito quel compito spettava ad Alice,o al massimo a Rose,che si divertivano ad organizzare
follie e per poi godersi gongolanti la mia reazione sconvolta.
-Bah e dove vorresti andare di preciso?-
-Non so,magari potremmo ritornare
in Alaska..-
-Alasaka?Di nuovo?-Il solito sorriso sghembo ancora una
volta tornò ad increspargli le labbra.
-Poveri pinguini...-sospirò
melodrammatico.
-Smettila Edward,dico sul serio-
-Anch’io.Non posso mica permetterti di sterminare
l’intera popolazione mondiale dei pinguini,senza
almeno tentare di dissuaderti.-
Si,come no.I suoi occhi di topazio
liquido brillavano divertiti.
-Okay se non ti andava di fare un
discorso serio bastava dirmelo.-
Mi alzai dal letto infastidita.Dovevo
ammettere che un po’ mi dispiaceva.
Volevo davvero cambiare aria.Il mio non era soltanto un
capriccio momentaneo.
Sapevo che non avrei potuto sopportare ancora per molto
l’estenuante monotonia della scuola.
Almeno non senza impazzire..Ero
talmente disperata che pur di sconfiggere la noia mi mettevo a sbirciare nei
pensieri dei miei compagni.Non che fosse un buon diversivo,anzi..
Le loro menti erano intrise di
gelosia e di ormoni adolescenziale,le cui fantasie erotiche,purtroppo
riguardavano quasi sempre i membri della nostra famiglia.
Disgustoso.I sedicenni possono essere più pervertiti di
quanto si immagini..
Improvvisamente avvertiì le braccia di Edward
che mi cingevano i fianchi.
Ancora una volta mi stupiì della mia reazione,o meglio della mia mancanza di reazione.Non lo sentivo più
gelido come una volta.
Il suo tocco non mi faceva tremare,o
almeno non a causa del freddo.
Forse era proprio quello,a
differenza delle decine di cambiamenti che avevano influenzato il mio corpo dal
momento della trasformazione,a rendermi maggiormente consapevole di cosa ero
diventata.Non ero più umana.Ora la mia temperatura corporea era fredda come
quella di un cadavere.
Le labbra di Edward si posarono
sulle mie distogliendomi dai miei pensieri.
-Allora dicevamo?-Ancora una volta difronte ai suoi occhi,così dannatamente vicini ai miei,mi sentiì
sciogliere,mentre mi sembrava di avvertire le gambe molli pronte allo
svenimento.
-Mah,niente di importante-
-Non credo.Qualsiasi cosa che ti riguarda non è mai niente
di non importante-
Sorrisi a quell’esagerazione.Ma sapevo che dietro le
sue parole si celava la verità.
Edward era terribilmente infastidito dal fatto che non
riuscisse a leggere i miei pensieri.
Io d’altro canto,riuscivo
seppur raramente,a captare qualche suo pensiero vagante.
Lui,non lo sopportava.Anzi pareva quasi geloso.
-Beh pensavo sai..-Lasciai cadere
il discorso.In fin dei conti non era poi così importante.
-Bella,Bella,-pronunciò il mio nome
mimando una finta disapprovazione.-Lo sai che non ti fa bene pensare..-
-Idiota-Cercai di colpirlo,tentativo
inutile tra l’altro.Anche da vampira,lui
rimaneva sempre più veloce ed agile di me.
-Lo sai che sei impossibile?-
-Lo so-mi rispose sorridendo.Poggiai
un'altra volta le sue labbra delicate sulle mie,per un
ultimo rapido bacio prima di avviarci verso scuola.
Arrivammò giusto in tempo per la lezione grazie alla guida
spericolta di Edward,come lui si premurò continuamente
di ricordarmi.
Certe cose non sarebbero mai cambiate..
Frequentavamo il liceo della citta.In realtà era
l’unico liceo,dato che la cittadina era troppo
piccola per averne più di uno.Sembrava una Forks in miniatura,una
copia del luogo dove per la prima volta c’eravamo incontrati.Nonostante
fossero trascorsi molti anni,il mio cuore come quello
di Edward era rimasto al paesino uggioso,dove insieme alla mia umanità,erano
seppelliti i nostri ricordi.Allora ero solo una semplice umana,eppure lui,il vampiro più bello e ricercato della scuola si
era innammorato di me,Bella Swan,la ragazzina goffa e cronicamente timida.
Lui aveva scelto me,ed io fin dal
primo istante non avevo potuto resistergli.Appena il mio sguardo si era
incontrato con quello nero ed affilato di lui,avevo saputo
che la mia vita non sarebe stata più la stessa,per sempre.
Come al solito il nostro arrivo
destò l’interesse generale.Tutti si voltarono ad osservarci,chi con ammirazione,chi con gelosia,chi con entrambe le
cose assieme.
Le ragazze invidiavano il mio corpo,e
soprattutto invidiavano la mia relazione con Edward.
Non potevo biasimarle.Anch’io tutt’ora
non riuscivo a resistere al suo fascino.
I ragazzi invecie mi osservavo
ammirati,i loro occhi che facevano letteralmente a pezzi il mio corpo,le loro
menti che iniziavano a fantasticare su irritanti sogni erotici,e quasi quasi mi
aspettavo di veder loro la bava alla bocca o di dovermi difendere per impedirli
di violentarmi.
Naturalmente nessuno si spingeva oltre le semplici
fantasie.I più coraggiosi tentavano di attaccare bottone,ma
io solitamente fuggivo la conversazione,e passavo il più tempo possibile con
Edward,che scoraggiava qualsiasi pretendente indesiderato.
Se nei miei confronti i ragazzi fantasticavano a briglia
sciolta,le ragazze con Edward non avevano freni.I loro
pensieri erano a dir poco odiosi.
Mi sforzavo di non essere gelosa,anche
se a volte era impossibile.
Sopportavo ancor meno i loro pettegolezzi,la
loro curiosità a dir poca morbosa.Non osavano parlarmi,fingendo
disprezzo e superorità,ma appena mi voltavo iniziavano a parlottare con
veemenza maniacale sui possibili segreti dei misteriosi Cullen.
-Non farci caso,sono solo
invidiose…-
Edward me lo ripeteva sempre,ma io
non potevo non farci caso.
Non quando le suddette ragazze immaginavano il mio Edward
nudo,in strabilianti prestazione sessuali.O quando i
ragazzi facevano ammirazioni apprezzate sul mio seno o sul mio fondoschiena.
Ed anche le occhiate continue e bramose,le
ragazzette che ci pedinavano ignare che noi ci accorgessimo sempre della loro
presenza,la curiosità con cui ci assalivano,con cui assallivano me ed
Edward,neanche fossimo celebrità,o fenomeni da circo.
-Piattola ora dodici in arrivo-il sussurro
di Alice mi fece venir voglia di ridere.
Lei era quella che mi capiva di più.Rose amava
stare al centro dell’attenzione,per lei ottenere il compiacimento degli
altri era di importanza vitale.
Una ragazzetta bionda,si avvicinò a
noi.
Era solo una delle tante.Una delle ignare adolescenti che si
erano perdutamente innammorate del mio ragazzo,o di
Jasper anche.
-Ciao Edward-cinguettò allegramente.Edward non la degnò di una sguardo.
I suoi pensieri mi facevano venir voglia di vomitare.
-Perché non mi guarda?Non sono abbastanza carina.In
fin dei conti non sono poi peggio di quella Bella.Che nome ridicolo,le si addicerebbe meglio puttana,per come se la tira si
meriterebbe di peggio,neanchè fosse la regina o il papa-
Strinsi delicata la mano di Edward.Nonostante
il mio aspetto fascinoso e sicuro dentro mi sentvo proprio come allora:una ragazzina,la nuova arrivata costretta sotto i
riflettori altrui.
Le ignorò la nostra freddezza e continuò imperterrita.
-Allora,come mai Jasper non c’è
oggi?-
-Sta male-fù la risposta laconica di Alice.
-Oh che peccato,spero non sia
niente di grave-Ogni volta che parlava sbatteva gli occhi in maniera irritante.
-No,niente di grave-
-Ohhh-Ma quanto ohh poteva
pronunciare in una sola conversazione?
Conoscendola forse era meglio non sapere.
Il suono della campana fortunamente pose
fine a quella conversazione straziante.
Ci avviammò verso l’interno.Purtroppo io ed Edward avevamo un orario diverso.
Non eravamo riusciti a far combaciare per tutte le ore il
nostro programma.
Per mia sfortuna oggi era proprio lunedì.Avevo dimenticato
che odiavo il lunedì.
Due ore senza Edward.
Gli strinsi la mano con maggior tenacia,quasi
sperando che non se ne andasse.
Lui ovviamente se ne accorse.
-Devo andare-Mugugnai un assenso,ma
non mollai la presa.
-Passerà in fretta-cercò di consolarmi.Non servì a nulla.
La mia mano sembrava essersi incollata alla sua.Stavamo
attirando l’attenzione.
-Eddai Bella,non fare così.Ci
vediamo soltanto fra un ora-
-Sarà un ora terribile-sospirai
sconfitta lasciandolo andare.
-Anche per me-
Sorprendentemente posò le sue labbra sulle mie,donandomi un rapido ma intenso bacio.
Avvertiì un coro di “ohhhh” provenienti dalle
ragazze e forse anche dai ragazzi,che osservavano
invidiosi la scena.
Si staccò da me con un triste sorriso,il
suo profumo dolce ed irresistibile che veniva inghiottito tra la
folla.Questione di secondi e la sua figura scomparì dalla mia visuale.
Ero ben consapevole di essere
possessiva,ma non sopportavo allontanarmi di lui.Non sopportavo perderlo di
vista,specialmente se si trovava in mezzo ad un
centinaio di ragazzine scalpatanti.
Con un sospiro rassegnato mi avviai anch’io verso la
mia aula.
Letteratura francese.Meraviglioso.
Tempo fa le lezioni su Charles Baudelaire,uno
dei miei poeti preferiti,mi avrebbero come minimo riempito di entusiasmo.
Dopo però aver ascoltato per un migliaio di volte la
recitazione delle poesie tratte dai “I Fiori Del
Male” e dallo “Spleen di Parigi”,non potevo trovare anche
quest’argomento che tanto avevo amato noioso e ripetitivo.
Il professore poi,con la sua voce
piatta e monosillabica,non rendeva certamente giustizia ad una delle suoi
componimenti più belli e strazanti.
“Quando la terra
è trasformata in umida prigione,
Dove come un pipistrello la
Speranza
Batte contro i muri
con la sua timida ala
Picchiando la testa
sui soffitti marcescenti;”
Che ironia che il professore avesse
scelto proprio quel pezzo in particolare.
Ora come ora rendeva perfettamente lo stato del mio animo.
Un uccellino che tenta vanamente di liberarsi dalla sia
prigione,anche se in effetti il paragone con il pipistrello
era molto più azzeccato.
In fin dei conti,non è forse vero
che nell’ideale popolare il Vampiro veniva comunemente associato ai
pipistrelli?Era divertente.Sicuramente anche Edward l’avrebbe trovato
così.
Mi venne da ridere.Il professore se ne accorse.
“Signorina Swan,dato che
trova così divertente il verso di Baudelaire,perché non condivide con la classe
le sue opinioni.Ci dica,cosa ha voluto comunicare
secondo lei il poeta,con questo pezzo in particolare?”
Un improvviso silenzio era calato.
Il professore ghignava soddisfatto,certo
di avermi colta in flagrante.
“Incapacità di liberarsi,costrizione.Tutto
serve a gettare l’attenzione sulla disperazione dovuta all'impossibilità
di liberarsi,di fuggire.Come l’ala del
pipistrello.L’ala che dovrebbe essere il simbolo supremo dell libertà,in questa caso viene descritta come timida,come incapace di
offrire la liberazione che merita.Liberazione che lo stesso Baudeleire vorrebe
avere.Liberarsi dal proprio tedio,dal proprio
spleen,che gli impedisce di congiungersi al lato divino della propria
esistenza,che tanto anela”
Il mio discorso lascio tutti
ammutoliti.Non se l’aspettavano.
Solitamente non erano abituati alla studentessa che lasciava
di stucco il vecchio professore.
Non me ne curai.Non mi interessavano
i pensieri altrui.
-Molto…Molto bene ehm signorina Swan..Come
stavo dicendo..-
E riattaccò a parlare.Il resto
dell’ora passò nella più assoluta monotonia.
Appena avvertiì il suono della campana mi precipitai
fuori dalla classe,attenta a non rivelare nulla riguardo la mia forza o la mia
velocità sovrumana.
Trovai Edward ad aspettarmi,circondato
da un vuoto che lo rendeva apparentemente solo,anche se al di la della barriera
che lo ammantava,il resto del mondo si muoveva caotico e confusionario.
Mi abbracciò dolcemente per depormi un breve bacio sul lobo
dell’orecchio.
Quel contatto mi faceva impazzire.
-Mi sei mancata-mi alitò
nell’orecchio.Io affondai il viso nella sua camicia,respirando
il suo magnifico profumo.Lui per me avrebbe sempre avuto un odore irresistibile.
Appena fui certa di aver riacquistato il controllo della mia
voce,condivisi con lui i miei pensieri.
-Andiamocene-gli sussurrai.
-Cosa?-
-Ho detto andiamocene.Ora,adesso.Voglio
andarmene-
Lui mi sorrise sghembo.Pareva divertito.
-E come mai vuoi andartene,Bella?-I
suoi occhi mi fissavano curiosi.
Io non risposi,non sapendo come
spiegare la mia sensazione.
-Non so-Scrollai le spalle.
Temevo che mi prendesse in giro.Non l’aveva fatto.
-La mia compagnia non ti fa affatto
bene Bella.Tempo fa non avresti mai pensato una cosa
del genere-mi sussurrò malizioso.
-Marinare la scuola.-
Avvertiì la sensazione delle sue labbra
inclinarsi in un lieve sorriso a contatto con la mia pelle.
Mi liberai dalla sua presa e gli deposi
un rapido bacio sulle labbra.
-Allora è un si?-chiesi speranzosa.
Lui sbuffò fintamente esasperato.
Non era stato difficile ottenere il permesso.Fortunatamente
la professoressa di Edward non aveva fatto obiezioni,e
la signora Miller,l’infermiera scolastica aveva rilasciato subito un
certificato di malattia.La presenza di Edward
naturalmente aveva influito.Esercitava un enorme potere di persuasione nei
confronti delle donne.
Per un po’ avevo temuto di doverla sorreggere in caso
di svenimento.
Andammo verso il porto.
Adoravo passeggiare a quell’ora del mattino.I ragazzi
erano a scuola e gli adulti intenti a
lavorare,cosicchè rimanevamo solo noi,io ed Edward e qualche coppia di
vecchietti che passeggiavano mano nella mano.
Quella visione mi riempiva ogni volta di tenerezza.
Ci eravamo seduti su una
panchina,un posto isolato,lontano dalle occhiate indesiderate.
Alcuni l’avrebbero trovato noioso,ma
di certo grazie ad Edward non mi sarei mai potuta annoiare.
Pareva aver deciso di farmi impazzire,e
in effetti ci stava riuscendo.
Con le mani mi carezzava malizioso la schiena,e le sue labbra mi baciavano con il solito tentativo di
farmi perdere il controllo.Come se mi fosse rimasto un minimo
d’autocontrollo.
-Non credi che stiamo dando publico spettacolo?-gli chiesi ansimante.
-Non mi interessa.Che guardino pure-
Aveva sorriso.Un sorriso che non
prometteva nulla di buono.
Aveva continuato a baciarmi,a
carezzarmi,a leccarmi seducente la punta delle labbra.Mi stava facendo di tutto
tranne che spogliarmi,ma se avesse continuato
così,forse sarei stata io a desiderare che mi strappasse i vestiti.
-Edward...-Mi sentivo un idiota.Avrei dovuto implorarlo di
fermarsi.Ma lo volevo veramente?
Le sue mani continuavano a toccarmi provacanti.
Risposta:No,che non lo volevo.
Stanca di nascondere i miei imbarazzanti mugoliì di piacere,gli ero salita in braccio ed avevo iniziato a baciarlo sul
collo.
Che soffrisse lui,adesso.
Mentre con una mano gli carezzavo i capelli,perennemente scompigliati,con l’altra gli slacciavo
provocante il primo bottone della camicia.
-Che fai Bella…Siamo in
publico-notai con piacere che era lui adesso ad essere leggermente ansimante.
Per risposta gli slacciai il secondo bottone.
-Ora te la farò pagare,Cullen-
Continuai a carezzarlo e a baciarlo per un bel po’.Intanto
mi accomadavo sempre di più sopra il suo corpo,e con
mio grande divertimento lui si faceva sempre più rigido ed impacciato.
Bene.
-Bella?Non credi…-un altro bacio.-..Di
star esagerando?-
Mi osservava seriamente preoccupato,gli
occhi da pesce lesso che parevano dovergli uscire fuori dalle orbite.
-Nah non credo proprio Cullen.Ti ho promesso che te
l’avrei fatta pagare.Non posso mica arrendermi così-
E con una mossa fulminea gli avevo slacciato un altro
bottone,lasciandolo a petto nudo.
Se fosse stato umano sarebbe
arrossito.In effetti mi sarebbe piaciuto molto
assistere.
Edward era sempre così perfetto,così
controllato,che fargli perdere le staffe era un esperienza unica.Posai le mie
labbra sul suo collo,ed iniziai a succhiare.
Avrebbe reagito male ad un piccolo
morso?Avevo sempre desiderato farlo.
Anche se ora,forse non era il
momento più opportuno.
-Bella?-mi supplicò,lui.Mmmm non
adesso.Non ora che ero proprio sul più bello.
Continuai a baciarlo e premetti leggermente i miei denti
sulla carne.Se ne accorse.
Mi allontanò repentinamente,una
mano che si frapponeva fra noi due.Guastafesta.
-Bella?-aveva la voce spezzata.
-Allora ti arrendi Cullen?-
-Si mi arrendo,basta che la smetti-
Ero scoppiata a ridere.Avevo riso per un quarto d’ora,gustandomi appieno la sue espressione sbalordita.Non
riuscivo a trattenermi.
Finito lo scoppo d’ilarità,ero
stata invasa però da una vergogna dilagante.Oddio che avevamo combinato?In un
luogo aperto per giunta!!
Affondai il viso nel suo petto,imbarazzata
di incontrare gli sguardi di coloro che ci avevano osservato.
-Ci ha visti qualcuno?-
-Direi-Sprofondai ancora di più nel suo petto,tentando di nascondermi.
-Che figura,verremo banditi dai
parchi comunali-
-Come minimo-Sorrise compiaciuto.
-È colpa tua,Cullen-
-Mia?-chiese stranulato.
-Certo,sei stato tu a cominciare-
-Bene quindi sarebbe colpa mia eh?Ricordati di dirlo quando verremo arrestati per publico oltraggio-
Oddio.Il desiderio di sprofondare si fece più forte che mai.
-È stato così orribile?-chiesi con voce timida.
Lui scoppiò a ridere.
-Ma no dai.In fin dei conti li abbiamo solo fatti divertite.Non capita mica tutti i giorni,uno spettacolo del genere-
Mi aveva scompigliato i capelli,ed
anch’io poi non avevo potuto non rimanere contagiata dalla sua
risata.Dopo un po’ c’eravamo alzati dalla panchina e
c’eravamo allontanati.
Non c’avevano arrestato.Anche
se qualche passante alzavo lo sguardo su di noi,e ci
lanciava delle occhiatine furtive.L’avevamo ampiamente meritato.
Trascorsi il resto della mattinata con Edward,stavolta mantenendoci nell’anonimoato,limitandoci a
passeggiare tranquillamente lungo la stradina del porto.
Fortunatamente il sole fioco era oscurato da
grossi nube grigiaste,e non correvamo alcun rischio.
Per dei vampiri una città poco soleggiata
era un dono dal cielo.
L’idea di uscire soltanto di
notte mi faceva rabbrividire.
Al solito incontrammò le solite coppie di vecchietti.Anziani
signore,che camminavano dolcemente poggiate alla
spalla del loro ricurvo marito.
Quella vista mi commuoveva e mi riempiva di un insostenebile
tenerezza,oltre che di un senso di vuota tristezza.
Una parte di me,la parte più malinconica e
sensibile,invidiava quelle coppie,coppie che erano invecchiate e cresciute
assieme,come a me ed Edward non sarebbe mai successo.
Condividevano i ricordi,l’infanzia
dei loro bambini,bambini che noi non avremmo mai avuto.
Questa era la parte più difficile da accettare.Sapere che
non sarei mai potuta diventare madre,mai avrei potuto
stringere fra le braccia mio figlio.
Mi dispiaceva.Forse dispiacere era un termine troppo
riduttivo,per descrivere la stretta al cuore che mi
tormentava ogni volta che osservavo un bambino.
Sapevo che Edward sarebbe stato un papà meraviglioso,così dolce e gentile…
Ma sapevo anche con assoluta
certezza che il mio desiderio non si sarebbe mai avverato.
Sarebbe rimasto sempre e soltanto un desiderio.Sospirai.
-Bella tutto bene?-Edward mi
osservava premuroso.
Anche a lui,la vista di quelle
coppie doveva mettere tristezza.
-Si tutto okay..Stavo
solo…pensando-Cercai di mascherare il tono spezzato nella mia voce anche
se sapevo che sarebbe stato inutile.
Lui mi abbracciò e non mi chiese altro.
-Ti amo Bella,lo sai vero?-
-Lo so Edward,lo so-
Lo baciai,ma l’improvviso squillo
del cellulare di Edward distrusse quel magico momento.
Ancora non sapevo,che da li a
poco,avrei dovuto affrontare i fantasmi della vecchia vita che mi ero lasciato
alle spalle.
Per il momento,mi limitavo a gioire
del calore del debole sole mattutino che mi rischiarava la pelle,e a conservare
il sapore delle labbra di Edward che si posavano sulle mie.
Il titolo Spleen,reso celebre dalle opere di Baudelaire,ignifica letteralmente”milza”
Veniva utilizzato per rappresentare la tristezza
meditativa,la malinconia,il disagio esistenziale.Deriva dalla medicina greca
degli umori:uno di questi era la bile,prodotta appunto
dalla milza.