Lady Francy

di Lady Viviana
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Un racconto “noir”
 
Il fumo che saliva a volute verso l’alto, l’ombra che incombeva nella stanza; io, di spalle alla finestra, a capotavola, che osservavo, incantata dalle parole e dal fumo che lentamente si spandeva. Una parola lo descrive: noir. I resti del pranzo veloce sul tavolo, i bicchieri che, a tratti, rilucevano nella poca luce che filtrava dalle tende chiuse. Nonostante la finestra aperta, i suoni di fuori venivano ovattati, quasi inesistenti.
Mi sentivo quasi un quarto incomodo e quarto invitato, invisibile. Si parlava di pallavolo, delle squadre che stavano affrontando nei rispettivi gironi. L’altra Bianca, sigaretta in mano, sembrava nascosta nell’ombra e tutto ruotava intorno ad Andrea,  che con i suoi capelli biondissimi sembrava quasi risplendere in quella cupa atmosfera di un pomeriggio di fine novembre. Silvia ascoltava, la Cate pure; lei era l’interlocutrice. Poi, spente le sigarette che lentamente s’erano consumate, si passò nel soggiorno, buio come e più della cucina. Il divano nero, io, la Cate e Silvia, Andrea nell’unica nota di colore tenue in quel buio, Bianca allo scanner, una spanna più di tutte. Ora si parla delle proprie esperienze sul fumo. Ciò che si dice sembra quasi il risultato di una di quelle ricerche che i media ci sbattono in prima pagina, simbolo della gioventù bruciata di oggi.
Siamo alla periferia di una grande città, sembra un fattore sufficiente ad ammettere tutti gli stereotipi su ciò che sono cinque giovani adolescenti in un freddo e nebbioso pomeriggio di novembre.
 
(Novembre 2009)




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