Capisci quanto tieni ad una cosa solo quando stai per perderla

di Cecy_y
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CAPISCI QUANTO TIENI AD UNA COSA SOLO QUANDO STAI PER PERDERLA.
 
Non ci potevo credere. Anzi, non riuscivo a crederci: mio padre aveva chiamato la scuola per farmi smettere di giocare a calcio. Voleva che diventassi medico e salvassi la vita delle persone, ma questa non era esattamente l’idea che mi ero fatto sul mio futuro. Per lui ciò che volevo io non contava. Era lui l’adulto e per questo decideva per me. Mi sentivo deluso, triste, ma soprattutto debole. Si, debole perché non potevo fare niente; debole perché non potevo permettermi di andare contro quello che diceva mio padre; debole perché avrei dovuto prendere una strada che sapevo non sarebbe stata mia.
Quello che non riuscivo a sopportare però, era il fatto che avrei dovuto lasciare i miei amici e lo sport che amavo. Restava solamente la finale contro la Corea da vincere e saremo andati nell’isola di Liocott per svolgere il resto del torneo. Io però non avrei più partecipato.
Perché? Perché mio padre mi aveva fatto questo? Sapeva quanto ci tenessi, ma a lui di sicuro non importava. Dopo la morte di mia madre e l’incidente di mia sorella era cambiato completamente. Prima mi sosteneva durante le partite, ma, dopo quello che era accaduto alla nostra famiglia, se sentiva solamente nominare il nome del mio sport iniziava a sgridarmi. Per lui il calcio era solo una perdita di tempo che mi allontanava dal mio vero futuro: la medicina. La cosa bella però era che a me, di diventare medico, non importava proprio nulla. Non volevo andare in Germania ed essere obbligato a studiare per diventare qualcosa che non volevo essere.
Il danno ormai era fatto, ma ad un certo punto mi venne un’idea. Lo andai a trovare in ospedale e gli dissi che avrei lasciato il calcio solo se mi avesse fatto giocare la finale contro la Corea per aiutare i miei amici. Per fortuna accettò e durante la partita riuscii a dare il massimo. Alla fine vincemmo e tutti iniziarono a festeggiare. Anche io ero felice, ma avrei dovuto abbandonare tutto e questo fece tornare in me un forte senso di dolore e tristezza.
Ad un certo punto mi girai ed incrociai uno sguardo, il suo sguardo: mio padre era venuto a vedermi.
Quando disse che non avrei lasciato lo sport che amavo e che avrei scelto da me la mia strada, mi sembrava di stare in un sogno. Un bellissimo sogno.
Calde lacrime di gioia mi bagnavano le guance. La speranza si era magicamente riaccesa dentro di me e mi accorsi che la mia passione per il calcio superava qualsiasi ostacolo.
In quel momento appresi una fatto importante:

capisci quanto tieni ad una cosa solo quando stai per perderla.

 
Angolo autrice:
Salve!
Spero che la mia storia vi sia piaciuta.
Mi è venuta in mente questo pomeriggio e mi sono messa subito a scrivere!
Spero di non aver scritto uno schifo.
Baci,
Cecilia




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