Io ti aspetto EFP version
Disclaimer: i
dialoghi di questa OS appartengono a Stefan Weindenbacher, sceneggiatore del
telefilm tedesco Countdown – Die Jagd beginnt (bè nei titoli di coda c’è
scritto Dramaturgie, che google traduttore mi dà come drammaturgia. Deduco che
sia lui!), quindi non mi appartengono. Il resto però sì. Non scrivo a scopo di
lucro e blablabla… Ultima cosa, gli episodi citati sono in ordine: 3x08 Romeo
und Julia, 2x07 Entführt (Rapimento) e 3x06 Der Tag danach (Il giorno dopo).
Se volete
avere una colonna sonora durante la lettura, vi consiglio “Ready for Love” di
India Arie, che se avete visto l’episodio 3x08 era la colonna sonora usata nel
telefilm per descrivere ciò che vi apprestate a leggere. http://www.youtube.com/watch?v=moOXLgd519I
IO TI ASPETTO.
Leonie
Bongartz se ne stava seduta sul retro dell’ambulanza fissando il Reno mentre la
polizia fluviale lo perlustrava.
Il
bruciore alla spalla era passato, il proiettile non l’aveva passata da parte a
parte e gli infermieri avevano arrestato l’emorragia. Doveva solo andare in
ospedale a farselo togliere.
Guardava
il Reno, aspettando che la sua vita fosse rovinata per sempre.
Quasi
quaranta minuti prima lo aveva visto sorridere per l’ultima volta. Non voleva
che finisse così. Non era giusto.
Jan
Brenner era sempre stato un poliziotto attento e scrupoloso, come lei. Ed era
anche vero che spesso faceva di testa sua e gli andava sempre bene. Ma l’aveva
visto finire nel fiume su quell’auto insieme al suo vecchio istruttore della
scuola di polizia.
Ed
ora stavano cercando il suo…
No,
non riusciva nemmeno a pensarlo.
-Hanno
trovato qualcosa…- le disse Frings.
Due
sommozzatori avevano guadagnato la riva trascinandosi dietro un cadavere.
-Brenner!
È Brenner!- urlò la donna, correndo verso la riva.
-No,
non può esser…- tentò di fermarla Eva.
-Brenner!-
urlò la donna con tutto il fiato che aveva.
-Leo!-
-A
Brenner non succede mai niente- disse Frings.
La
corsa di Leo s’interruppe quando raggiunse quel cadavere.
Non
era Ian.
-Non
è lui. Lo troveremo molto presto- la rassicurò Eva.
-Devi
andare in ospedale, dai- suggerì Frings afferrandola per un braccio.
Lei
si divincolò infuriata e gli puntò il dito contro: -Non è morto. Hai capito?-
disse risoluta- Brenner non è morto- ripeté scandendo ciascuna parola, come se
dovesse autoconvincersi che fosse così.
Salì
sulla piccola scogliera, gli altri dietro di lei.
Guardò
il fiume e poi l’anello che aveva all’anulare sinistro.
Era
una fedina in argento con incastonati una fila di piccoli diamanti.
Jan
doveva averglielo messo quando lei aveva perso i sensi. Forse credeva che fosse
morta.
Voleva
restare sveglia come la stava supplicando lui, voleva restare aggrappata a
quegli occhi azzurri ma sentiva le forze venire meno. L’ultima cosa che vide fu
una lacrima scendere sulla guancia di lui.
Sfilò
l’anello dal dito. Voleva buttarlo nel Reno? No, non poteva.
Era
la dimostrazione che Brenner la amava.
Lo
aveva sempre saputo, era lei che aveva paura di fidarsi, paura di farsi male.
Lo conosceva, pensava che la sua indole da eterno dongiovanni non l’avrebbe mai
persa.
Ultimamente
aveva visto che lui era cambiato.
Come
qualche mese prima…
Lo
aveva appena beccato alla sua scrivania che frugava nei cassetti.
-Che
stai facendo?- gli domandò
Lui
alzò lo sguardo colpevole, prese un respiro profondo e poi parlò.
-Due
domande. Chi è il padre e perché non sono io-
A
Leo si gelò il sangue nelle vene.
Cosa
stava blaterando?
-Quale
padre? – rispose confusa.
-Andiamo
Leo, non puoi prendere in giro proprio me! Ti senti male di mattina, vai a
cercare dolcetti e cetrioli sott’aceto e…nel cassetto c’era questo-
Le
porse la scatola di un test di gravidanza.
-Ook,
che ci fai alla mia scrivania?- replicò la donna senza scomporsi, prendendo la
scatola e nascondendola sotto delle scartoffie.
-Indago.
Dovevo appurare che fossi incinta-
Lei
sbarrò gli occhi sorpresa.
-Ah
questo…-mormorò guardando la scatola appena nascosta.
-Esatto-
affermò il suo collega.
Decise
di tenerlo sulle spine, per vedere fino a che punto stesse facendo sul serio.
-Allora,
sii contento per me-
Brenner
guardò fuori dalla finestra.
La
rossa si accorse dei suoi occhi lucidi.
-Esplodo
dalla felicità- replicò piatto, guardandola nuovamente negli occhi.
Leo
annuì, anch’essa con gli occhi lucidi.
“Allora
mi ama”.
-Chi
è il padre?- chiese Jan.
-Io…ahem…non
sapevo ti riguardasse- rispose lei imbarazzata.
Non
era lei quella incinta ma una sua amica.
-Andiamo
Leo! Certo che la cosa mi riguarda- Jan le si avvicinò, indispettito dalla
risposta.
Erano
stati insieme solo una volta, tre anni prima. L’unica sera in cui Leonie Bongartz
aveva alzato il gomito, perlomeno in presenza del collega.
Non
c’era stato più nulla tra loro. A parte il “Ti amo” che Leo aveva detto al
biondo collega in stato di incoscienza, qualche settimana prima.
La
discussione venne interrotta da Eva con gli aggiornamenti del caso a cui
stavano indagando.
A
fine giornata, dopo aver risolto il caso, avevano ripreso la loro discussione.
-Veniamo
alle cose importanti. Perché ti sei fatta mettere incinta e non da me?-
-Non
sapevo dovessi chiederti il permesso- Leo continuava a tenerlo sulle spine. Sì,
si divertiva così con Jan.
-Allora
dimmi almeno chi è il padre-
-Indovina-
-Il
fotografo di Barcellona?-
-No-
-Il
bell’africano?-
-No-
-Non
sarà quello della Porsche?-
-No,
neanche lui-
-E
allora chi?-
-Io
non lo so-
Lui
fece una risata sarcastica
-Tu…Tu
che non lo sai?-
-Non
so chi è il padre perché io non sono la madre-
-Che
cosa?- domandò sorpreso.
-Io
non sono incinta-
“Anche
se un giorno ti dirò il contrario” pensò, sperando di non essere arrossita.
-Non
sei incinta?-
-No,
non sono incinta. Il test di gravidanza l’ho comprato per un’amica, mi stressa
per il suo ritardo-
Lo
stupore sulla faccia di Brenner era esilarante, ma non sarebbe stato carino
mettersi a ridere, visto che era tutto il giorno che gli mentiva.
Sorrise
e la baciò sulle labbra velocemente.
Leo
era sorpresa.
-Perché
non me lo hai detto subito?-
-Perché
non ti riguarda. Tu non l’hai mai vista Peggy…-
-Peggy…Peggy?
Alta, bionda, gambe fino al collo?-
La
rossa lo afferrò per il lembi della giacca visibilmente alterata.
-Non
avrai fatto mica qualcosa con Peggy?-
-È
una tua amica? Come diavolo facevo a saperlo?!- fece una pausa- Da quando
sarebbe incinta?-
-Due
settimane-
-Ah
merda! Dai vieni..- e fece per andarsene ma lei lo bloccò.
-Dove?-
-P-Peggy…il
test di gravidanza!-
-Oh,
Brenner giuro che ti ammazzo! Che cosa hai fatto?-
Lo
sapeva che era fatto così. Lo amava anche per questo, forse.
Fortunatamente
Peggy non era incinta. Con un grande sollievo per entrambi.
Leo
sorrise a quel ricordo mentre un altro, più recente, si fece largo tra i suoi
pensieri.
Due
settimane prima si era svegliata nel letto di Brenner con un mal di testa
colossale.
Guardò
sotto il piumone: era nuda! E anche Jan lo era!
Che
cavolo avevano combinato?
Quando
si svegliò l’uomo, si accorsero entrambi che lui aveva i polsi ammanettati alla
testiera del letto in ferro.
-Sembra
che ci siamo divertiti- ridacchiò lui assonnato.
Quando
si alzarono notarono un enorme quantità di bottiglie di alcolici vuote riverse sul pavimento e nessuno dei due
ricordava cosa fosse successo.
Credettero
di aver solo bevuto ma la conferma ai loro dubbi arrivò una volta che
perlustrarono il bagno. A terra c’erano della candele bianche quasi del tutto
consumate, petali di rosa rossa, altre bottiglie di super alcolici e un numero
indefinito di preservativi.
-…quattro,
cinque, sei…bè forse qualcosina è successa magari- ridacchiò Brenner
-Oddio
mi scoppia la testa- replicò lei.
Era
successo di nuovo. Per la seconda volta.
Se
lo ricordasse!!
Si
stava dando della stupida mentalmente.
Ma
l’idea di esser stata di nuovo sua, le piaceva eccome. Anche se le sei volte
non credeva fossero possibili.
A
fine giornata i ricordi vennero a galla.
Si
erano ubriacati alla grande dopo la festa di compleanno del commissario Ritter.
Evidentemente
liberi da freni inibitori avevano fatto ciò che desideravano rifare da tempo,
però da sobri!
Entrambi
però si ricordarono di un momento particolare, quello nella vasca da bagno,
quando Jan guardò negli occhi la sua Leo e le infilò un anello a forma di fiore
all’anulare sinistro. Lei gli aveva sorriso e lo aveva baciato.
***
Si
rinfilò l’anello con i diamanti.
-Io
ti aspetto. Abbiamo un conto in sospeso- sussurrò la donna trattenendo le
lacrime.
Si
voltò e raggiunse gli altri. Eva l’abbracciò.
Aveva
paura di non rivederlo mai più, paura che il Reno non le restituisse mai il
corpo.
Ma
da qualche parte in cuor suo sa, che Jan Brenner è ancora vivo.
Deve
solo trovarlo e non ha molto tempo.
I am
ready for love
All of the joy and the pain
And all the time that it takes
Just to stay in your good grace
Lately I've been thinking
Maybe you're not ready for me
Maybe you think I need to learn maturity
They say watch what you ask for
Cause you might receive
But if you ask me tomorrow
I'll say the same thing
Ready For
Love – India Arie
Spazio autrice:
Ciao
a tutti! Credo che la mia sia la prima storia su questo telefilm (però se mi
fossero sfuggite delle storie, segnalatemele perché le voglio leggere!!). Amo
Countdown e il pairing Breo e dato che martedì scorso è andato in onda l’ultimissimo
episodio non ho resistito per dire la mia. Sono rimasta un po’ delusa da questo
finale, non si può rimanere con questo dubbio!! Ridateci Brenner, dead or
alive, ma dateci notizie. Non vedremo mai una quarta stagione da quello che ho
capito.
Niente,
spero vi sia piaciuta e alla prossima!
Ps:
Ringrazio in anticipo chiunque legga e voglia commentare J
CrystalRose.
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