The Crow.

di JannyBlack
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Guardò l’orologio sulla scrivania: 2.25; imprecò tra sè, era raro facesse così tardi nello studio, ma purtroppo i capitoli di Biologia si erano accumulati e domani avrebbe sostenuto l’interrogazione che temeva, non le importava come sarebbe andata, cosa avrebbe detto il professore, ormai non le importava più di nulla, neanche di perdere la stima di quel professore, quel professore che forse più di ogni altro l’ aveva capita e aiutata. Con un gesto secco sciolse la coda permettendo ai suoi capelli ribelli di scendere morbidi sulle spalle, si girò e lanciò uno sguardo a Bruto, il gatto che dormiva acciambellato in mezzo ai cuscini « Tzè, e lui dorme. Ci vuole fortuna anche ad essere gatti!»; si accese una sigaretta, cercando di rilassarsi: compagna fedele in tutte le situazioni, l’unica in grado di farla risalire dal baratro della sofferenza in cui era caduta. Rigirò la Marlboro tra le mani, sembravano così lontani quei giorni, sembravano quasi un incubo di cui si ricordano pochi frammenti, ma ben vividi: pianti, urla, le facce angosciate e preoccupate dei suoi genitori, la rabbia delle sue amiche, incapaci di trovare un colpevole, la delusione dei suoi fan. Paradossalmente, quello era stato un periodo frenetico, forse il più frenetico di tutti i suoi brevi diciott’anni, in cui non pensava, o meglio, pensava male. Alzò la manica del pigiama e sfiorò con la punta delle dita le cicatrici, segni indelebili dell’inferno che aveva vissuto e superato, segni indelebili di una vita che di vita non aveva niente, segni indelebili di un’anima che era caduta nel fango e cercava di uscire. Scosse la testa per non pensare a niente, mentre già nella sua mente cominciava a profilarsi un sorriso di traverso e un paio di occhi azzurri. Corse in bagno e lasciò che l’acqua fredda le investisse il corpo bagnando i vestiti, incurante della sigaretta che piano piano si spegneva nella tenue luce dell’abatjour. Dopotutto lei era come quella sigaretta: l’avevano accesa, avevano dato due tiri, ed era stata abbandonata sul posacenere, spegnendosi lentamente.

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Ed eccomi qua, anche io ho deciso di cimentarmi sul sito di efp, spero che l'esperimento abbia successo! Credo che dal prologo si capisca il minimo, meglio, preferisco la suspence. Questa storia è ambientata sempre a Mystic Fall, ma i nostri bei vampiri sono degli affascinanti umani che recitano nel film che ha portato loro il successo. La storia ruota intorno ad una storia d'amore, tra il nostro big bad vampire e un altro personaggio che introdurrò successivamente, è un personaggio nuovo, completamente estraneo al mondo di tvd.
Per quanto riguarda il titolo, è tratto dal film 'Il Corvo',  un film del 1994 diretto da Alex Proyas ( che consiglio a tutti di vedere), tratto dall'omonimo fumetto di James O'Barr. Il protagonista è Brandon Lee, gran pezzo di figo pure lui! Capirete più avanti il perchè della scelta del titolo per la mia storia.
Per il momento, vi auguro una buona lettura, augurandomi di essere in tanti.
Per qualsiasi cosa non esitate a chiedere!

Ciao, P.
 




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