Chi
l’avrebbe mai detto?
_L’ultimo
capitolo_
La
felicità
non è avere quello che si desidera,
ma
desiderare quello che si ha.
Oscar Wilde
Andavo alla
ricerca di una frase che potesse
rispecchiare il mio modo di fare,
di
comportarmi, di agire. Credo di averla trovata.
E’ una
frase di Mary Ellen Chase che rivolgendosi al
pubblico infantile diceva : “Il Natale, bambini, non
è una data. E’ uno stato
d’animo”.
Perché ho scelto questo frase? Beh…per il
semplice
motivo che la penso come lei, perché anche per me il Natale
è un stato
dell’animo, una sensazione, un sentimento forte che scalda il
cuore. Certo per
alcuni è anche… o meglio solo, un momento di
piena ipocrisia, ma per altri come
me, è tutta un’altra cosa.
Ma sapete qual è la cosa che più mi piace del
Natale? La risposta è : tutto ciò che lo precede.
Sì insomma, amo da matti
l’atmosfera pre Natale, con le sue palline colorate, con le
sue luci, con i
suoi alberi addobbati, con le sue calze appese ai cammini, con
l’ansia e
l’eccitazione dei regali. Mi piace tutto questo
perché mi fa provare la
sensazione di vivere , anche se per un breve periodo, in un altro
mondo.
***
Erano appena le
sei e mezza di mattina. Mia madre mi
aveva svegliato già da dieci minuti. Sicuramente, arrivati a
questo punto vi
starete chiedendo: “Ma perché ti sveglia
così presto? Cavoli sei in vacanza!”.
Ebbene come darvi torto, ma il motivo è che ogni
ventiquattro dicembre in casa
Alighieri si è soliti svegliarsi presto per preparare i
famosi biscottini
“divini”. Specialità della mia famiglia,
la cui passione per l’artefice della
Divina Commedia li ha spinti a chiamare dei biscotti con
l’attributo che
precede la commedia più famosa di tutti i tempi.
Così
di malavoglia, scostai il piumone dal mio corpo
e dopo aver infilato le mie pantofole a forma di orsetto, accesi il
cellulare,
notando che mi erano arrivati due messaggi.
Uno era di mio
fratello in cui vi era scritto che
sarebbe arrivato fra un’ora e in cui mi ricordava di
mantenere la bocca chiusa
con i miei genitori e uno di Cristiano.
Wow…chi
l’avrebbe mai detto che si svegliava anche lui
così presto, il giorno della
vigilia?
Lessi il suo messaggio:
“Non
c’è niente più triste nel mondo che
svegliarsi
il giorno di Natale e non essere più un bambino”
(E. Bombeck).
Ma
essere un ragazzo implica che possa uscire con te
con più libertà di quanto ne avessi da piccolo.
Anche
per questo giorno non possono mancare gli
aforismi…tanti auguri, ci sentiamo nel pomeriggio, davanti
alla fermata
dell’autobus che prendiamo per andare a scuola, verso le
16.30.
Cristiano
Risi, pensando
che come sempre non si era smentito
con le sue frasi ad effetto.
Risposi con
l’aforisma che avevo scelto io
prima…quello della Chase e ringraziandolo per gli auguri.
Dopo poggiai il cellulare sulla scrivania, e
prendendo l’occorrente per una doccia, mi catapultai in bagno
con la
consapevolezza che oggi sarebbe dovuto essere un giorno indimenticabile
e che
fra un’ora sarebbe arrivato il mio Riccardo.
***
-Bea, sbaglio o
hanno citofonato?-chiese mia madre
tagliando le carote per il cenone della sera, mentre io sbattevo le
uova per i
biscotti.
Era arrivato Ric…cavoli, adesso a mia madre sarebbe
venuto un attacco di cuore nel vedere suo figlio dopo mesi.
-No, mamma, non sbagli! Vado io!
Posai la frusta da cucina nella ciotola e dopo
essermi pulita le mani con uno strofinaccio, mi avvicinai al citofono,
dal cui
video intravidi il primogenito della famiglia.
Era arrivato.
-Beatrice, chi è?
-Mamma…è…il postino! Lo faccio salire.
Brava Beatrice! Il postino…? Tsz…vinci il premio
miglior mente inventiva del 2012! Yuppie…
-Il postino? Il ventiquattro dicembre? Fammi venire
a vedere.
-N-No, non c’è ne bisogno!
Non finii nemmeno la frase che mia madre con un
tovagliolo in mano, si avvicinò al citofono, ma con mia
grande fortuna Ric era
già salito.
Dopo qualche secondo il campanello di casa suonò.
-Vediamo chi è questo postino? Deve essere qualche
scherzo…-mia madre aprì la porta, trovandosi un
ragazzone alto e carico di
valigie sulla soglia di casa.
Il tovagliolo le cadde dalle mani e dopo aver
spalancato la bocca per la sorpresa, mia madre aprii le braccia e
circondò il
mio fratellone.
-Mammaaa…sono tornato! Ti ho fatto una bella
sorpresa?!
-Sorpresa? Ma è straordinario…che bello! Non mi
aspettavo proprio che riuscissi a venire per le feste! Tesoro della
mamma…entra
pure!
Riccardo entrò e posando numerosi trolley vicino
all’ingresso, appena mi vide, mi corse incontro e mi
abbracciò.
Era più alto di quanto ricordassi. Probabilmente era
alto più di un metro e ottantacinque.
I capelli neri erano più lunghi ma sempre ribelli e
la carnagione, sebbene fossimo in inverno, era sempre abbronzata. Una
leggera
incolta barba gli sfiorava le guance e il suo sorriso era sempre
più accecante.
Era bello mio fratello, tanto bello.
-Sorellina…come stai? Sei stata brava a mantenere il
segreto!
-Che segreto? Non mi dire che tu sapevi già che tuo
fratello sarebbe arrivato?-chiese mia madre, avvicinandosi a me e
Riccardo.
-Sì mamma, lo sapeva…ma non prendertela con lei,
gliel’ho chiesto io di non dirvi niente! A proposito
dov’è papà? Sono solo le
otto meno venti.
-E’ in bottega, tesoro! Oggi chiudono prima per via
della festività…allora è andato anche
prima! Comunque per questa volta ti
perdono Bea.
-Grazie mamma!-dissi sorridendo sul petto di Ric.
-Sei cresciuta Lucciola, o sbaglio?
-Sì sbagli! Ma che cresciuta e cresciuta…sono
sempre
la stessa. Piuttosto tu sei diventato più alto.
-Sarà…ma sei più carina! E
poi…non sono più alto,
alla mia età non si cresce più in altezza. -disse
sciogliendo il nostro
abbraccio, con un sorriso stampato sul volto.
-Basta parlare ragazzi, ci sarò tempo dopo, ora Beatrice
aiuta tuo fratello con le valigie mentre io continuo quello che stavo
facendo.-
disse mia madre riabbracciando Ric e dirigendosi in cucina.
-Mm…sempre indaffarata vedo! E vedo anche che
continua ad esserci la tradizione dei biscotti!-mi disse respirando il
profumo
dei biscotti preparati da me appena sveglia e infornati da mia madre.
-Già…le cose non sono cambiate, come puoi
constatare!
Io e mio fratello ci sorridemmo e prendendo due
trolley mi avviai nella sua camera, dove dopo poco fui raggiunta da lui.
-Casa dolce casa! Ah…quanto mi mancavano i poster
dei Muse.
-Ci credo…
-E i miei CD, i miei gadget, i miei libri…che
meraviglia! Ma dimmi, come stai? La scuola?
-Io? Bene…tutto a posto! A scuola, idem. Ho i miei
talloni d’Achille, ma con impegno sono sicura che
migliorerò dove devo
migliorare. Tu, piuttosto…il viaggio
com’è stato? Ti sei divertito? E infine ti
sei fidanzato?-chiesi, mentre mio fratello appoggiando il suo giubbotto
sul
letto, si sedette su quest’ultimo, coperto da un piumone con
sovrastampati
palloni e scudetti.
-A me tutto bene! L’università sta andando senza
problemi…prendo sempre dal ventisette in su ad ogni esame e
non mi posso
lamentare. Comunque…non ho una ragazza, ma mi piace una.
-Mhm…interessante…e immagino che a causa del
fatto
che sono la sorella minore non me la descriverai e non mi dirai il suo
nome.
-Esattamente, però il suo nome te lo posso anche
dire. Si chiama Marta.
Marta eh? Stai
rubando il cuore al mio fratellino?
-Capisco...Marta
come la telenovela che vedeva mamma
anni fa. Ma…a proposito di quella telenovela, anche il
protagonista si chiamava
come te! Wow…
-Cosa? Ah,
già…hai ragione!-disse ridendo, al
pensare a ciò che era solita vedere la nostra genitrice e
alla coincidenza che
si era creata.
-Beh…allora ti lascio svuotare i bagagli e
riambientarti in casa.
-Okay, tu dove vai?
-Aiuto un po’ mamma con la cucina, mi vedo qualche
film a tema natalizio e poi…di pomeriggio esco!
-Va bene…ah…dimenticavo, vai ancora al pensionato?
-Sì sì! Ci andrò più tardi,
infatti!... Bene…allora
a dopo!-dissi spostando due trolley vicino al suo letto, e avviandomi
alla
porta.
-Ciao Lucciola…che poi ci dobbiamo vedere un film horror.
- ghignò sadicamente.
-Contaci!-gli dissi ironicamente chiudendo la porta
della sua stanza.
La mattina stava
iniziando bene. E di questo ero
molto contenta.
***
-Quindi vi siete
messi insieme? Oh…wow…chi
l’avrebbe mai detto? Anzi no… io e
Sergio dicevamo che sarebbe successo! E brava la mia Bea.- disse Polly .
La bionda,
infatti mi aveva telefonato “solo” due
ore prima, per sapere tutte le news di cui non era venuta a conoscenza,
a causa
del fatto che il giorno prima non avevo potuto parlarle visto
l’appuntamento
con Samuele.
-Eh già…sei contenta?
-Contenta? Sono stra-mega felice! Hai realizzato il
tuo sogno più grande e…niente sono tanto
emozionata per te.
-Grazie Polly! Ti voglio tanto bene!
-Ma poi che bello il modo in cui vi siete
dichiarati! Il bacio, poi…che emozione!
-Davvero! Il cuore sembrava volesse uscirmi dal
petto! Ma dimmi…a te come vanno le cose con Pietro?
-Bene! E’ un bravo ragazzo, e poi ha detto che sta
iniziando a provare qualcosa di serio nei miei confronti.
-Uuh…Valenti che formula frasi romantiche? Ora è
il
mio turno di dire: chi l’avrebbe
mai
detto?
-Sìì…è fantastico il mio
Pietro, e la cosa più bella
è che si è deciso a chiedere scusa a Vittoria.
Quella ragazza, mi è sempre
piaciuta.
-E’ una bravissima persona! Quindi vedi di far
scusare il tuo tesoruccio al più presto, altrimenti se la
vedrà con me.
-Okay, okay…come vuoi! E Sergio? Sa di te e Mattei?
-Sì prima che chiamassi tu, ho parlato con lui via
sms e per via telefonica per qualche minuto, anche se già
alla festa delle
psicopatica Mariani gli avevo accennato qualcosa.
-Capisco! Guarda non parlarmi della Mariani, quella arpia! Non riesco
ancora a capacitarmi di quello che ti ha fatto! Parliamo di te,
piuttosto!…Nel pomeriggio…esci con il belloccio
dagli occhi
grigi? Andate al pensionato?
-Già...quell' oca giuliva! Sì...esatto, stiamo un
po’ con Sofia ed Amerigo e poi facciamo una passeggiata.
-Mm…vi adoro! Beh…allora essendo quasi le quattro
ti
saluto! Auguri di una buona vigilia a te e alla tua famiglia.
-Grazie di cuore! Auguroni anche a voi! Ci sentiamo
domani mattina a messa, così poi do i regali a te e a Sergio!
-Certo bella! Ciao.
E così chiusi la chiamata con la mia pazza amica, e
incominciai a pensare a cosa avrei potuto indossare per
l’uscita con il mio
ragazzo.
Okay…dovevo ancora abituarmi ad accostare la frase
“mio ragazzo” ad un figaccio del genere.
***
Dopo aver deciso
per un vestitino sopra il ginocchio
di una tonalità verde, abbinato a degli
stivaletti neri e al mio solito capotto, salutando mia madre e mio
fratello, mi
avviai al luogo dell’appuntamento.
Arrivata, notai
che Christian era già arrivato. Era
appoggiato ad un palo vicino alla fermata. Le sue mani reggevano il suo
immancabile Mp3 e sotto una giacca di pelle nera, leggermente aperta,
intravidi che indossava
una t-shirt di Jim Morrison.
-Ah…eccoti finalmente!-mi disse, cliccando un tasto
sul lettore musicale.
-Ciao anche a te!-gli dissi ridendo.
-Non hai freddo con quelle giacca?-continuai.
-No, no! E’ imbottita…non sono mica uno
sconsiderato.
-Bene…se lo dici tu!
Iniziammo a camminare, fino a quando mi prese per
mano.
-Che musica stavi ascoltando?-gli chiesi
curiosamente.
-Beatles…”Hey Jude”…immagino
che tu la conosca come conosca la band. –mi
rispose.
-Sì…eccome se li conosco! Mi piacciono anche.
Sono
tra le mie band preferite! Ma dimmi…non è strano
che tu li conosca? E che per
giunta indossi una T-shirt di Jim
Morrison?
-Sì, in effetti! Ma qualcuno…mi ha fatto
conoscere
della musica diversa rispetto a quella che ero solito
ascoltare…che in qualche
modo mi affascina.
-Mm…capisco! E chi è questo
“qualcuno”?
-E’ una persona testarda, permalosa, studiosa e
seria, e a cui voglio molto bene.
Al quel punto, girai il volto verso di lui, che ricambiando
lo sguardo mi sorrise, stringendo la stretta delle nostre mani.
-Sai è arrivato Riccardo!-dissi guardando, ora,
davanti a me.
-Ah…sì mi dicesti l’altro ieri che
sarebbe arrivato! E’ contento di
essere tornato?
-Sì…eccome se lo è! Rivedere la sua
famiglia, la
casa dove è cresciuto, la sua stanza…insomma
è molto entusiasta.
-Immaginavo…comunque,
cambiando discorso…ieri com’è
andata con Samuele?
-Bene, molto bene! Sai, il pianista russo era
davvero bravo, sembrava che facesse una magia soltanto spingendo alcuni
tasti.
E poi ho anche parlato con Samuele, che si è confermato una
bravissima persona.
-Capisco…sono contento che tu abbia passato un bel
pomeriggio. Ma dimmi di cosa avete parlato?
-Di un po’ di cose…della scuola, delle
festività e
dei suoi sentimenti per me.
A quel punto la
nostra passeggiata fu interrotta e
come la sera della festa slegò le nostre mani e mi
guardò negli occhi.
-In che senso?
Cosa ti ha detto?
-Non allarmati Cristiano! Mi ha solo detto che in
questi giorni in cui non ci siamo visti, ha avuto modo di pensare e di
capire
che gli piaccio come amica, e gli vado bene solo come tale. E non
pensare che
questa sia la solita frase fatta dal buon amico, che per non far
rattristare
l’amica le dice queste cose, no…perché
mi ha detto che sabato ha visto una
puntata di una telenovela con sua nonna, in cui uno dei personaggi
diceva a un
altro: “L’amore…quello vero,
è sempre corrisposto”! E credo che con questa
frase tu possa dedurre che ha voluto farmi capire che il suo non era
amore, ma
solo una leggera infatuazione! Quindi suppongo tu non abbia
più alcun motivo
per essere geloso.
Dopo che finii di parlare, Cristiano mi riprese per
mano e ritornando a camminare, rimase in silenzio.
-Beh? Non hai nulla da dirmi?
-No! Posso solo dire che confermo la mia idea , che un
po’ di telenovelas farebbero bene anche a noi.
A quel punto scoppiai a ridere, seguita da lui, che
guardandomi con i suoi bellissimi occhi, mi cinse le spalle con un suo
braccio.
-Speriamo che
anche Sofia e Amerigo passino un bella
vigilia di Natale.- disse.
-Già…non capisco certa gente!
Sì…insomma, i figli di
Amerigo e di Sof , hanno lasciato i loro cari in una casa di riposo per
chissà
quale oscuro motivo e non si degnano neanche di fare loro visita.
Guarda…queste
cose mi fanno venire la pelle d’oca.
-Sì…a chi lo dici! Proprio due settimane fa il
mio
ex vicino di casa, mi disse che gli piacerebbe riallacciare i rapporti
con suo
figlio, ma che per decisione di quest’ultimo non si possono
più vedere.
-Ptz…che vergogna! Poi proprio a Natale…scommetto
che queste persone sono le più ipocrite del mondo. Magari
andranno anche in
chiesa domani, ma poi sono delle persone senz’anima.
-Hai proprio ragione. Comunque, parlando di
Natale…quando preferisci che ti dia il mio regalo?
-Di solito tendo ad aprirli o la mattina del
venticinque o la notte di oggi, per cui direi che domani alla stessa
ora di
oggi, dopo il pranzo natalizio, ce li scambiamo.
-Perfetto…fremo dalla voglia di sapere che regalo mi
hai preso. -mi disse.
-Uuhh…devi attendere caro mio! In ogni caso, sono
stra curiosa anche io.
-Uuhh…devi attendere cara mia-mi disse imitando
ironicamente la mia voce.
-Piuttosto…ci siamo dimenticati di una cosa.- disse
rifermandosi al centro del marciapiede.
-Di cosa?
-Di questo.
A quel punto senza che potessi capacitarmi di cosa
stesse dicendo, si avvicinò e piegando lievemente il suo
capo mi baciò.
Un altro nostro bacio, scombussola cuore.
Ma mi chiedo perché mi faceva sempre questo effetto
scombussolante? Era forse la consistenza delle sue perfette labbra, o
forse per
il suo buon profumo di shampoo e del dopo barba? Probabile…
Dopo il bacio, con le gote rosse per l’imbarazzo lo
guardai sorridendogli e poi, prendendoci nuovamente per mano,
riprendemmo il
nostro cammino verso la casa di riposo.
***
Il mattino
seguente dopo essere andata a messa,
salutai Sergio e Polly e diedi loro i regali che avevo scelto. Per
Springsteen
avevo deciso per un orologio da camera del suo idolo mentre per la mia
amica
una trousse a forma di matrioska di una nota marca di cosmetici.
Il primo fu
davvero entusiasta e questo lo dedussi
non solo dalle sue parole di ringraziamento ma anche dai suoi occhi
lucidi e
brillanti per la felicità. Occhi che ebbi anch’io
non appeni aprii il suo
regalo. Un libro che racchiudeva sei romanzi di Jane Austen, la mia
scrittrice
preferita.
Lo riempii di
baci e stritolai lui e la mia amica, la
quale aveva regalato a Spring “Wrecking ball” il
diciassettesimo album del
cantante Bruce. Scelta numerica precisa per far sì che con
gli anni si
ricordasse il Natale che stavamo vivendo nei nostri diciassette anni.
La mattinata trascorse positivamente! Mia madre non
si smentì nel cucinare, infatti mangiai uno dei pranzi
migliori della mia vita.
Mio fratello era felice di essere tornato e del ragalo che gli avevo
fatto, così come io del suo e di quello dei miei genitori,
felici a loro volta di quello che io avevo loro regalato. Infatti avevo
ricevuto un album che racchiudeva musica anni 80 da Riccardo e una
borsa a tracolla da mia madre e mio padre, il quale era piacevolmente sorpreso di riavere suo
figlio in casa.
Nel pomeriggio stetti un po’ con loro , e
dopo aver vinto due partite a tombola, con l’aiuto di mia
madre, consapevole di
me e Christian o almeno di quasi tutto quello che c’era tra
di noi, riuscii a
uscire prendendo con me il regalo per Occhi grigi.
Allo stesso
posto del giorno prima lo salutai,
notando che indossava la stessa giacca da motociclista di ieri sopra
una
camicia nera e un jeans grigio.
-Ehi Beatrice…Buon Natale.- mi disse avvicinandomi.
-Buon Natale anche a te Occhi grigi.- dissi,
accorgendomi pochi istanti dopo di come l’avevo chiamato.
-Come mi hai chiamato, scusa?-chiese mostrandomi il
suo miglior sorriso sghembo.
-O-Occhi grigi?
-Sì…mi piace…Occhi coca-cola.
-Ah…tu mi chiami così?
-Certo…da oggi sì.
-Piuttosto possiamo scambiarci i regali?- mi chiese
sedendosi sulla panchina della fermata dell’autobus .
Sembrava proprio un bambino, fremente di aprire il
suo regalo.
Come il giorno
prima, per fortuna, c’era silenzio
attorno a noi. Non volava una mosca, forse perché molti
preferivano rimanere in
casa, oppure uscire per le via del centro.
-Okay…prima
il mio o il tuo?-domandai.
-Scambiamoceli e
apriamoli insieme.- rispose.
A quel punto mise la mano nella tasca della sua
giacca e uscì una scatolina incartata con una carta blu con
dei pupazzi di
neve.
E mentre lui mi porgeva il suo regalo io gli porgevo
la busta contente il mio.
Al suo tre li aprimmo…e non potetti che spalancare
la bocca per la sorpresa nel notare dentro la scatola una collanina
argentata
con un ciondolo a forma di cuore.
-Oh…wow…è bellissima.- dissi mentre
lui era intento
a osservare il libro.
-Cavoli…tu sei proprio pazza!-mi disse ridendo.
-Perché?
-Come perché?…E’ il libro dei tre
moschettieri.
Quello in cui c’è la frase di Dumas sulla maschera.
-Eh…già! Allora lo conoscevi già?
-Certo! Comunque è davvero originale come regalo…
mille grazie. Allora ti piace?-disse indicando col capo la collana che
avevo in
una mano.
-Tantissimo.- gli dissi
-Bene…sai il ciondolo è un portafoto, quindi puoi
conservare dentro la foto che più ti piace. L’ho
presa da un negozietto d’antiquariato.-
disse leggermente imbarazzato.
Probabilmente non era solito acquistare quel tipo di
regali.
-Caspico…potresti legarmela al collo?
Senza dirmi nulla mi spostò i capelli su una spalla
e mi legò il suo regalo.
-Grazie di cuore, Cristiano. E’ un regalo
meravigliosamente bello. Però a questo punto devo farti
qualche foto.
-Cosa? No…non sono fotogenico.
-Ma cosa…scherzi? Ma se una volta vidi una tua foto
su facebook!
-Su facebook ce n'è solo uno una, che feci con
alcuni della classe. Era sera e non si vedeva molto bene il mio volto.
-Ma non dire sciocchezze! Sei bello come il sole e
non vieni bene in foto? Forse non c’era il fotografo giusto!
-Vorrei anche ricordati le numerose foto di
classe…comunque…va bene! Ma solo
perché mi hai detto che sono bello come il
sole.- mi disse maliziosamente.
-Allora dove mi metto?-continuò.
-Che ne dici se andiamo al parco dell’altra sera?
Non credo ci sarà tanta gente.
-Okay.
A quel punto riprendemmo il nostro cammino.
Arrivati, notai che come supposto eravamo da soli e
a circondarci c’erano solo negozi dalle saracinesche
abbassate.
-Ora che siamo qui…dimmi fotografa
“giusta”…che
faccio?
-Non fai nessuna posa in particolare!
Divertiti…visto che sei narcisista…atteggiati da
modello, da divo.
Lui potevi benissimo permettersi di vestire i panni
di un ragazzo da copertina.
Dopo qualche istante, iniziò a capire quello che gli
avevo detto, così iniziai a scattare con il mio cellulare
tante foto una più
bella dell’altra.
Altro che non era fotogenico.
Per il mio ciondolo avrei scelto una foto che più di
tutte mi aveva colpita. Infatti questa lo ritraeva appoggiato ad un
albero, con
un raggio di sole ad illuminargli il volto, leggermente contratto per
la luce
ma sempre dannatamente bello.
-Beh…allora,
hai fatto?
-Sì…sì!
-Bene…non voglio vedere nulla, però!-mi disse
avvicinandosi ad una panchina.
-Comunque…sai…poi ho chiamato il mio allenatore.-
continuò, mentre riponevo il cellulare in tasca.
-Mhm…che bella notizia! Allora rientri in squadra?
-Sì…ma a patto che tu verrai a tutte le mie
partite.
-Affare fatto!-gli dissi sorridente, andando a
sedermi su un’altalena, che con la luce del sole, mi accorsi
avere la forma di
un pneumatico, molto in stile altalene dei film americani.
Mi dondolai per qualche secondo in cui lo vidi
guardare il cielo, con una mano sulla fronte a proteggerlo dalla luce.
-…Certo che…chi
l’avrebbe mai detto che ci saremmo trovati a vivere
tutti questi momenti
insieme!-esclamò sorprendendomi.
-Già…chi
l’avrebbe mai detto!-risposi guardandolo
attentamente.
Dopo qualche attimo di silenzio, vidi che alzandosi
dalla panchina, si avvicinò all’altalena. Poi si
piegò sulle ginocchia e mi
guardò dritto negli occhi.
-E dimmi…tu l’avresti mai detto che mi sarei
innamorato così tanto di te?
A quel punto
non gli dissi nulla ma gli sorrisi e avvicinandomi al suo volto, lo
baciai
cercando di trasmettergli tutto l’amore che provavo per lui.
***
Già…è
proprio vero!
Chi
l’avrebbe mai detto
che
le cose sarebbero andate come
poi sono andate? Io di certo no…e voi?
THE END
La parola a me! XD
Noo…che
tristezza scrivere quel “The end”…!
Sigh-sigh…:’(
Bando alle
ciance…siamo arrivati all’epilogo di
“Chi
l’avrebbe mai detto”…wow…non
ci credo ancora! Non immaginavo che sarei riuscita
a finire una storia nata così di getto! Spero che vi sia
piaciuta, e che vi
abbia fatto passare dei momenti
piacevoli! Spero di non essere caduta mai nel banale o nello scontato
(anche se
sono sicura che per alcune scene potrei averlo fatto), se cosi non
fosse stato
scusatemi, spero ugualmente che il tutto sia stato di vostro
gradimento. :D
Con lo scorso
capitolo sono arrivata a 66
recensioni, 36
seguiti, 23
preferiti e 14
ricordati. Non sapete quanta soddisfazione mi
abbiate dato, leggendo la mia storia. Grazie mille, davvero! :)
Cristiano
Mattei, Beatrice Alighieri, Polly, Springsteen
sono personaggi che mi rimarranno nel cuore, e con cui forse
ritornerò a
lavorare.
Sì…avete
capito bene…probabilmente ci sarà un seguito di
“Chi l’avrebbe mai detto”, ma questo
dipende dagli impegni e dal tempo che
questo anno di scuola, che si aprirà a breve, mi
porterà!( a proposito in bocca
al lupo a tutti
quelli che come me
inizieranno la scuola, il lavoro o l’università, o
che comunque hanno già
cominciato). Ma dipenderà anche da voi lettori, che spero mi
renderete
partecipe dei vostri pensieri scrivendomi se vi aggraderebbe un sequel.
Un sequel in
cui cercherò di rendere più partecipi Samuele,
Riccardo, Violante (la sorella di Cristiano), il padre di
quest’ultimo e tutti
gli altri e in cui proverò a far vivere ai miei personaggi
nuove vicende!^^
Scritto questo
direi che ci possiamo salutare…vorrei
concludere ringraziando ancora DI CUORE tutti voi che mi avete sempre
seguito e sostenuto.
Un bacio dal
“cast” (in particolare da Cristiano che manda baci
volanti alle sue fan XD)
Novalisss-che
questo mese fa un'anno su EFP -tanti auguri a me -(modalità
serpentese ON per l’ultima volta per
questa storia). :)
Ah…dimenticavo…prima
dell’eventuale sequel,sempre se impegni e studio permettono,
ho in testa una
nuova storia e nuovi personaggi stanno bussando nella mai testa, per
cui, se vi
fosse piaciuto il mio stile tenetemi d’occhio per una nuova
storia, che spero
col tempo di scrivere.
Bacioni a
tutti ^_^