Non puoi dimenticare, papà

di Jaqueline
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Note (perunavoltautili):  Per cominciare, questa è un AU.
I personaggi sono umani ma hanno vissuto tutte le avventure delle loro controparti marine: Nemo è stato rapito, Marlin l’ha cercato, etc.
Nemo ha una pinna atrofica nel film, qui ha un moncherino. 
Questa storia si colloca all’inizio del film, quando rapiscono Nemo. Detto tutto questo, buona lettura 

 
.:Non puoi dimenticare, papà:.


Ha paura.
Nemo scalcia, urla, implora pietà, ma i suoi aguzzini lo tirano per le braccia e lo trascinano via. Marlin sente un suono disgustoso, come di un ramo che si rompe, e si accorge con orrore che uno dei due uomini ha spezzato un braccio a Nemo. Lui, terreo in viso, rantola, cerca un rimedio al dolore, non lo trova, urla di nuovo fino a farsi bruciare i polmoni e graffia con le unghie della mano sana il braccio di uno dei suoi rapitori; le dita lasciano solchi rossi e liquidi lungo la pelle ma l’uomo sembra non sentire il dolore e avanza inesorabilmente in direzione del furgoncino bianco a rombi grigi. Ha solo dieci anni!, cerca di urlare Marlin, la voce gli si impiglia in gola e riesce a emettere solo gemiti strozzati. Nemo lancia un ultimo, disperato grido prima di venire buttato di peso nel retro del furgone. Marlin corre a perdifiato ma il furgone parte sgommando, lasciandolo in mezzo la strada.
Nemo è finito nella rete, non tornerà mai più.


Apre gli occhi.
Sente il sudore colargli lungo la schiena, così freddo che sembra lasciare solchi nella pelle. Si alza di soprassalto e corre verso la camera di Nemo, quasi inciampa nella foga di raggiungere la porta. Quando finalmente riesce a entrare nella stanza, Nemo è sveglio e si sta stropicciando gli occhi; lo guarda confuso, gli occhi semi-chiusi dalla stanchezza, ma a Marlin non importa, perché è lì, con lui, e nessuno potrà portarglielo più via. Lo stringe a sé, Nemo sorride, restituendo l’abbraccio.
– Cosa c’è, papà? – domanda, un poco impaurito, la manina che gli stringe la maglietta fradicia di sudore. Marlin lo bacia sulla testa e gli arruffa i capelli. – Nulla, piccolo, ti voglio bene.
La quiete che regna in quella stanza è irreale, quasi ultraterrena. Nemo pare a disagio nella sua stretta.
– Papà? – lo chiama, timidamente, quasi avesse paura di spaventarlo. Marlin lo guarda, in attesa che parli. – Papà –, sussurra. – Ora dovresti svegliarti.

Marlin si sveglia. Ha paura, corre, cade, si rialza, ma sa già cosa troverà nella cameretta: il letto fatto, nessun gioco fuori posto, solamente il fischio del vento che passa attraverso le persiane. Marlin vorrebbe scappare, imboccare la porta e sparire nella bruma del mattino, così da non soffrire più.
Non puoi fuggire da qualcosa che non c’è, papà.







Altre noticine (questavoltainutili):
Primo posto. Questa storia ha meritato un primo posto. 
Scusate, ancora sto metabolizzando. Davvero, io adoro scrivere per i contest. Mi fanno venire l'ispirazione <3
Ringrazio Marge86 per aver creato quel contest stupendo **
Commenti e critiche ben accetti, come sempre!




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