Hola a todos!
Non ci credo, sto finalmente
pubblicando qualcosa sugli SHINee! *^*
Che dire? È una fanfiction
scritta a 4 mani con la mia Duckie ( Umpa_lumpa ) e si
può dire che ha fatto più lei che io çç
La ha anche betata! Santissima papera che è <3
Comunque, era da tanto che volevamo scrivere una storia insieme, magari non
troppo impegnativa e così eccoci qua, è un caso che sia uscita proprio questa
coppia e questo prompt però siamo state fortunate!
Lei scrive parecchio sulla 2Min (per farmi felice) e questa è la mia OTP
preferita, perfetto no? I_I
... Non penso ci sia altro
da aggiungere, speriamo che vi piaccia e se vi va di lasciarci qualche parere *sparge cuoricini*
Buona lettura,
Duckie
and Me :3
ps. rimetto i link
della papera, questo è quello di efp mentre questo è quello di wordpress (:
Tre erano i grandi drammi della vita di Minho, secondo la
sua modesta opinione: l’aver perso quella partita di calcetto in quarta
elementare per colpa di un fallo male attribuito, la sua attuale vita
sentimentale con i suoi fin troppi numerosi scompensi –non che si sarebbe mai
abbassato a definirli tali- e, dulcis in fundo, l’aver scelto proprio Jonghyun come suo migliore amico.
-Hey, ma mi stai ascoltando? – domandò seccato, gettando
un’occhiata sul cellulare che stringeva in mano.
Dall'altra parte del ricevitore il più grande sobbalzò
- Sì sì- rispose senza prestare poi
molta attenzione al suo amico, era troppo impegnato a non perdere mentre
giocava al pc.
Minho tirò un lungo, rabbioso sospiro.
-Jjongie
– esordì con un tono pseudo-zuccheroso – se non la pianti di giocare a diablo, vengo lì a casa tua solo per schiaffarti il mouse
giù in gola
-...okay, qual era il motivo della tua chiamata?- rispose
spostandosi dal computer. Non è che temesse molto Minho, ma, quando arrabbiato
per un qualche “serio” motivo, poteva veramente essere pericoloso, e lui alla
sua gola ci teneva... meglio non rischiare.
Il più piccolo, dal canto suo, sembrò soddisfatto di aver
recuperato l’attenzione del suo amico (almeno per il momento).
-Ti parlavo di Taemin… - quando calò per alcuni attimi il
silenzio, si trattenne a stento dall’imboccare la porta e mantenere la sua
promessa – Taemin, ricordi? Il mio fidanzato? Che ti ho presentato ieri, per la miseria?!
-Oh, Taemin, certo! Ehm... qual è il problema?- chiese
Jonghyun staccando il mouse dal pc e nascondendolo sotto al letto- non si sa
mai.
Onestamente, Minho era sicuro che l’altro non avesse la più
pallida idea di chi stesse parlando, ma decise di passarci sopra, sia per la
sua salute che per quella di Jonghyun.
-Hyung…sono in crisi – piagnucolò infossando la testa fra le
braccia, così che la sua voce giunse distorta e a stento comprensibile.
Okay, l’amico si rese conto che forse doveva cercare di
sforzarsi un po' per ricordare cosa il suo migliore amico gli avesse detto in
quella mezz'ora… facile.
Qualcosa con Taemin... e dei ragazzi... Taemin voleva fare
una threesome con Minho? No era escluso.
Ah! I suoi ex, ora era chiaro, Minho e la sua dannata
gelosia e dannata pure la sua voglia di competere!
-Minho-ah, sei davvero un demente, sono ormai storia
vecchia, perché ancora ci pensi?-
-No, tu non puoi
capire – bofonchiò, senza rendersi conto di sembrare una quindicenne
incompresa in piena fase di autocommiserazione – immagina di sentirti ripetere in continuazione
“ah, sei il nuovo ragazzo di Taemin?”! E’ frustrante hyung! Non sai nemmeno
quanto! –concluse piccato.
Se Jonghyun gli fosse stato di fronte, avrebbe goduto dello
spettacolo di quel gigante preso a gesticolare furiosamente in direzione del
vuoto, disegnando chissà quali strane cose nell’aria. Sarebbe stata una scena
alquanto buffa, ma d’altronde Minho era così preso dalla sua agitazione da non
realizzare quanto potesse apparire ridicolo per un osservatore esterno.
Ci mise alcuni interminabili secondi a calmarsi un poco e
recuperare il respiro.
Solo allora si rese conto di un dettaglio che gli era sfuggito – un particolare
che mandò la calma faticosamente riconquistata a farsi benedire.
-Mi hai per caso chiamato idiota, dumbhyun?
Jonghyun ridacchiò, Minho stava avendo una crisi veramente
inutile.
-Porta rispetto per il tuo hyung! E comunque capisco che ti
possa dare fastidio, ma non credi di star esagerando? Ti ha mai messo al
confronto con loro?-
Il più piccolo decise di concedersi qualche istante per fare
mente locale – sbraitare contro il più grande poteva anche essere divertente,
ma per una volta che gli stava facendo la grazia di starlo davvero a sentire,
era meglio approfittarne.
-…no – si decise infine ad ammettere.
L’adrenalina di qualche attimo prima si era spenta tutto ad
un tratto, il tempo di rendersi conto di essere cotto di Taemin al punto tale
da comportarsi in maniera così stupida. Avvertì l’improvviso bisogno di lasciarsi
andare a peso morto sul divano – un cuscino morbido ad attutire la caduta ed un
sofferto sospiro sulla punta delle labbra.
-Ecco, hai visto?! E' inutile che ci stai a pensare! ti fai
troppe pippe mentali, non fai capire a Taemin che hai, e, cosa più importante,
fai perdere a me del tempo prezioso. Diablo mi sta aspettando!- esclamò non del
tutto serio- era vero che per parlare con lui aveva dovuto interrompere la sua
partita proprio sul più bello, ma era comunque il suo migliore amico e poteva
anche smettere di giocare per un po'.
-Ora perché non te ne esci un po' con lui e torni in te
stesso? Così che siamo tutti più felici?-
-…ti dirò hyung, non riesco a capire se il tuo è un
consiglio da caro amico o solo un espediente per levarmi dalle scatole –
ridacchiò Minho.
I suoi occhi a palla si erano assottigliati in due fessure e
le labbra si erano increspate in un piccola risata prima ancora che potesse
fermarle.
Tra l’altro conosceva Jonghyun da abbastanza tempo da poterselo immaginare
sorridere dall’altra parte della cornetta – caloroso e sincero- e chissà per
quale motivo quel pensiero lo rincuorava ancor più.
-Comunque, hai ragione. Voglio dire…io sono molto meglio di
qualunque ex possa mai aver avuto, giusto? Ed anche se così non fosse, lo
diventerò. Lo diventerò di certo. Non è così?
-Oh ecco che sei tornato in te! Ma non fare cose stupide, o
mi toccherà consolarti se Taemin ti lascerà! Ora, che ne dici di lasciarmi
finire di giocare? Tu non hai altro fare? Non devi vedere il tuo ragazzo o fare
qualsiasi altra cosa che non implichi dare fastidio a me?- disse fintamente
serio, ma stava già andando a ripescare il suo mouse da sotto il letto.
Il diretto interessato fu quasi tentato di rispondere ad
almeno una delle svariate provocazioni dell’amico –“non sono certo io quello che sembra avere il quoziente intellettivo di
un chihuahua” gli avrebbe potuto ad esempio dire- , ma alla fine lasciò
correre, grato dell’aiuto che gli era stato offerto.
Ad ogni modo quando sentì l’altro armeggiare con chissà cosa
dall’altra parte, non poté trattenersi dal lanciare almeno una piccola
frecciatina.
-Hyung, non mi dirai che hai nascosto il mouse sotto il
letto, vero? – le sue parole furono accompagnate da un ghigno malizioso –no,
perché sappi che mi sarei portato comunque appresso il mio per precauzione
Fece appena in tempo ad udire un piccato borbottio – “è così che si ringraziano gli amici?!”-
che la sua attenzione fu catturata da un tonfo sordo proveniente dall’ingresso.
Quindi si affrettò subito a chiudere la chiamata, non solo ricordandosi a
stento di salutarlo, ma anche ignorando di sana pianta qualunque commiato l’altro
potesse offrire.
Taemin fece un mezzo inchino quando Jinki, il coinquilino di
Minho, gli aprì la porta- gli era simpatico quel ragazzo, sempre con il sorriso
sulle labbra.
Si tolse le scarpe all'ingresso e si diresse verso il
salotto dove lo aspettava il suo ragazzo che aveva appena posato il cellulare
sul divano.
-Ehi- gli sorrise facendogli ciao con la mano
-Ehi –sorrise Minho di rimando.
La sua fronte era appena un poco imperlata di sudore,
complici il caldo e l’agitazione di poco prima. Sebbene non avesse fatto nulla
di male, si sentiva come un bambino colto con le mani in fallo.
Era grato che Taemin avesse scelto quel momento per arrivare.
-Ma tu non dovresti essere a lezione a quest’ora? – domandò
curioso, una volta posatogli un leggero bacio sulle labbra.
Taemin arrossì poco sulle guance- non si era ancora abituato
a quei gesti- sorridendogli.
-Sì, ma all'ultimo ci hanno avvisato che il professore aveva
spostato la lezione, perciò ho pensato di passare qui- mentre parlava si era
buttato malamente sul divano, schiacciando probabilmente il telecomando sotto i
cuscini.
-Oh sai che mentre camminavo per venire qui, ho incontrato
DaeJung? Te lo ricordi, quello con i capelli biondi e azzurri? Mi ha fermato e ci
siamo messi a chiacchierare. Chiacchierare…era lui che parlava e io annuivo,
che andavo di fretta! Che vuoi che m'importi di come se la sta passando? Può
anche attraversare i binari di un treno mentre sta per arrivare per quello che
mi riguarda-
Il più grande annuì distrattamente, facendo un piccolo cenno
a Taemin per farlo spostare un poco più di lato.
-No, non lo ricordo – bofonchiò.
Le sue mani un po’ ruvide scivolarono con lentezza sul polso
del compagno e gli occhi seguirono con avidità le sue stesse dita che giocavano
con uno dei svariati braccialetti lì avvolti.
In realtà lo sapeva fin troppo bene chi fosse, ed era
proprio quello il problema.
Sì, ne era consapevole che quella non fosse una tragedia, ma
nondimeno Minho sentì la sua ritrovata serenità scivolare via, confusa fra le
sue ansie, le raccomandazioni di Jonghyun e il terrore che Taemin potesse
leggere il tumulto che lo travagliava nelle sue sopracciglia aggrottate e nella
leggera smorfia che gli storceva la bocca.
Ma perché questi, con tante persone al mondo, proprio un ex-fidanzato doveva incontrare?
Taemin, dal canto suo, non aveva minimamente notato il
malumore del più grande, troppo preso a giocherellare con il cellulare e a
farsi mille problemi su come chiedergli un favore
-Ah, tu dopodomani sei libero?- gli chiese un po’ nervoso senza
alzare lo sguardo –No, perché se sei libero ti dovrei chieder… se però non lo
sei fa nulla, cioè non è niente di così importante…credo, comunque davvero…-
Era piuttosto buffo vedere il suo fidanzato balbettare in
quel modo, con le mani appena un poco tremanti per l’agitazione.
Quel suo strano atteggiamento aveva di certo colto l’attenzione del compagno e
acceso in lui un piccolo di curiosità – un’utile distrazione dai suoi cupi
pensieri.
-Sì, non mi sembra di aver nulla da fare. Avevi in programma
qualcosa?
Il piccolo alzò finalmente lo sguardo fissando la spalla di
Minho
-Uhm, dopodomani arriva mia madre e devo andare a prenderla
alla stazione, e volevo chiederti se ti andrebbe di accompagnarmi- nella sua
voce traspariva ancora del nervosismo e iniziò a giocherellare con le mani del
suo ragazzo pur di calmarsi un po'.
Quest’ultimo tentò di nascondere il suo sguardo perplesso di
fronte a quell’atteggiamento così bizzarro.
Gli riusciva difficile comprendere il perché di tanta agitazione – che poteva
mai essere chiedere un piccolo strappo?
Taemin aveva forse paura che il suo fidanzato fosse così tremendo da lasciare
sua madre appiedata?
Forse riteneva Minho meno cortese dei suoi ex-fidanzati?
Perché no, lui era un dannato gentleman.
E sì, lo era certo di più di quel tal DaeJung .
Un gentleman, si rassicurò ancora una volta con stizza.
-Certo, perché no? Non è un problema – rispose con una punta
di indifferenza – verso che ora? Così avviso Jinki-hyung di lasciarmi la
macchina.
-Davvero?- un sospiro di sollievo lasciò le labbra di Taemin
ora sorridente e molto più calmo di prima.
-Oh non immagini quanto mi faccia sentire meglio, è che è la
prima volta che presento un mio fidanzato a mia madre e sapere che la cosa non
ti dà fastidio mi fa sentire più calmo!-
Ci volle del tempo perché quelle parole si registrassero
nella mente di Minho, affollata da un confuso turbinio di ansie e malefici
DaeJung.
Ad ogni modo, non appena il suo cervello fu in grado di processare la
situazione, uno sguardo perso fu tutto ciò che riuscì ad offrire al suo
fidanzato.
-Come, scusa?
Era certo che quella fosse stata un’allucinazione acustica o qualcosa del
genere. Aveva sicuramente immaginato tutto e, chissà, magari non esistevano
nemmeno un Taemin o un Daejung.
-Beh sì, mia madre insiste di voler conoscere il mio
fidanzato…gli anni passati non mi sembrava per niente una buona idea, anzi. Ora
invece se tu sei d’accordo, mi piacerebbe presentartela… che ne dici?-
Il tono di voce andava via scemando, finendo con il
diventare quasi un sussurro.
Taemin teneva tantissimo a far conoscere Minho a sua
madre, anche se era parecchio nervoso all’idea. Sperava che il suo ragazzo
riuscisse a calmarlo e che ne fosse felice, ma dalla sua reazione, non lo
sembrava affatto.
Se solo Taemin avesse potuto leggergli il pensiero però,
avrebbe scoperto che lo sguardo imbarazzante da pesce lesso che il suo compagno
sfoggiava nascondeva ben altro.
Minho lo osservava, un poco rapito dall’agitazione del
più piccolo e lusingato da ciò che gli era stato appena detto.
Per quanto stupido potesse sembrare, era certo che il petto gli stesse
scoppiando dalla gioia –e per una puntina di nervosismo- a quella notizia.
Strano ma vero…Jonghyun ci aveva preso con le sue
consulenze amorose.
-…però, se c’è qualche problema, possiamo sempre lasciar
stare…- mormorò incerto Taemin non appena vide la strana espressione del più
grande.
Fu solo allora che Minho si decise a tornare nel mondo
degli esseri umani.
-No! Aspetta! – quasi gridò. Poi, rendendosi conto di
aver un poco esagerato (se l’espressione sconvolta del più piccolo ne era una
qualche indicazione), riprese con tono più basso: - non c’è problema, davvero.
Dovette dare fondo a tutte le sue riserve mentali per
trattenersi dal dire qualcosa di troppo, specie una volta osservato il sorriso
timido che increspò le labbra di Taemin (e forse anche le sue).
Quella strana euforia che gli scuoteva il petto fu tutto
ciò di cui ebbe bisogno per accantonare le sue preoccupazioni in un cantuccio
lontano e la malcelata contentezza che leggeva sul volto dell’altro bastò a
farlo sentire ancora più innamorato di prima.
Forse era un po’ sciocco, ma al momento non gli dispiaceva poi molto.
-Quindi—
-Andiamo al cinema? – lo interruppe Minho.
-Cosa?
-C’è un film horror. Ricordi? Quello che volevi vedere.
Andiamo!
Taemin scoppiò a ridere, abbandonando la schiena sul
cuscino del divano.
-Ma come te ne esci?
Sebbene fosse una sorta di rimprovero, non suonava
affatto come tale, viste le risa che lo scuotevano.
Minho non rispose. Gli offrì solo la sua mano per
aiutarlo ad alzarsi.
Il modo in cui Taemin l’afferrò ed intrecciò le dita con
le sue fu per il più grande una risposta più che sufficiente.