1°
freddo
Il
sangue ha un odore alquanto fastidioso, sa di ferro, sa di morte. Ma Sasuke
Uchiha rimane lo stesso li, ad osservare il campo di battaglia dove poco prima
con i suoi uomini aveva combattuto per la vittoria, combattuto contro gli
Hyuuga, e avevano vinto, Sasuke era orgoglioso di quella vittoria, aveva
combattuto con i suoi guerrieri e aveva vinto, ma sapeva anche che quella era
solo una battaglia, una battaglia in una guerra tra clan.
Si
perchè gli Uchiha, gli Hyuga, gli Inuzuka, gli Akamichi e gli Aburame, cioè
tutti i clan più potenti, erano sul piede di guerra, l’unico clan che aveva
tenuto uno stato di neutralità era stato il clan dei Kutoshi e tutti tentavano di tenerselo buono, i
Kutoshi avevano una forza militare imponente, i loro ninja erano i migliori e i
Kutoshi stessi conoscevano tecniche che molti agognavano a
conoscere.
Il
lord sospirò, chiuse gli occhi, aveva vinto, lui il più giovane lord nella
storia del clan, aveva vinto una battaglia contro gli Hyuga, aveva dimostrato
quanto valeva.
“Non
dovresti essere così felice.” Disse una voce dietro di lui, Kakashi, il suo
sensei.
“Bentornato
sensei, come è andata la supervisione?”
Gli
occhi di Kakashi si intristirono e rispose: “Va a riposarti Sasuke-kun, poi
parleremo.”
Il
lord guardò il suo sensei e annuì, si diresse verso l’accampamento ed entrò
nella sua tenda, era giá stato preparato un bagno caldo.
Si
tolse gli abiti da battaglia appogiando l’haburame vicino al letto, poi entrò
nell’acqua calda facendosi cullare dal calore e dal buonissimo odore di oli
profumati. Chiuse gli occhi, davanti ai suoi occhi si presentò di nuovo la
battaglia. Sangue, dolore, morte, lui stesso aveva combattuto come un leone,
aveva dato fondo a tutto il suo chakra, si ricordava ancora il lord della
famiglia Hyuga, Hyuga Hiashi, sgaurdo fiero, pieno di disprezzo, vicino a lui
Neji Hyuga il futuro lord, lo sguardo del ragazzo della stessa età di Sasuke era
diverso, impassibile, neutrale, non provava niente.
Il
moro sospirò, sapeva che questa guerra o l’avrebbe vinta o sarebbe stato
travolto dai suoi nemici come un fiume in piena, era troppo giovane per essere
accettato come lord, lo sapeva.
Sentì
le tende scansarsi leggermente e una ragazza dai capelli rosa (orribili,
orribilissimi!nda) disse: “I generali e il sensei la stanno aspettando mio
lord.”
“Bene,
puoi andare Sakura.”
La
figura femminile se ne andò.
Uscì
dal bagno, si spalmò dei oli profumati sulla pelle e poi indossò un kimono nero
con il segno degli Uchiha sulla schiena, prese l’haburame e si diresse verso la
tenda dove lo stavano aspettando i suoi generali e il sensei insieme a due
uomini vestiti di verde con il segno dei Kutoshi sui cappelli, si inchinarono
profondamente.
Sasuke
li guardò e poi si fece scivolare a terra: “Cosa posso fare per i
Kutoshi?”
I
messaggeri si guardarono e poi uno dei due allungò una pergamena e l’altro
parlò: “Il lord Kutoshi ha accettato di mettere a disposizione le sue camere per
un incontro tra i clan in guerra tra di loro, le chiediamo di accettare l’invito
e di recarsi a Konoha tra una settimana esatta.”
Sasuke
annuì, prese il rotolo e disse: “Dite al lord che verrò sicuramente e
ringraziatelo immensamente per l’invito.”
I
due messaggeri s’inchinarono di nuovo ed uscirono dalla tenda, Sasuke guardò i
suoi generali e il suo sensei e disse: “Avete qualcosa da
dirmi?”
“E
se fosse una trappola?” chiese Kakashi preoccupato.
“Verrete
con me con un decimo del esercito, dovrebbe bastare.”
Kakashi
annuì pensieroso: “Sono curioso cosa ha convinto Kutoshi a fare da intermediario
tra i clan l’ultima volta aveva detto che non ci pensava nemmeno e che non
voleva avere a che fare niente con le battaglie tra i
clan.”
I
generali si guardarono pensierosi, anche Sasuke si accigliò, poteva essere
veramente una trappola, ma non poteva fare altrimenti che
andarci.
“Datemi
il resoconto della battaglia e la situazione.”
Il
primo generale incominciò a parlare: “Abbiamo perso un centesimo dell’esercito,
perdite minime, pochi feriti, siamo stati fortunati.”
Continuò
il secondo generale: “Gli Hyuga non danno segni di voler fare altro, si stanno
leccando le ferite perciò la situazione con loro è in
stallo.”
Sasuke
annuì, per fortuna, un’altra battaglia contro di loro sarebbe potuta diventare
difficoltosa a così poco tempo di distanza.
Infine
parlò il terzo e ultimo generale: “C’è stata una battaglia tra gli Akimichi e
gli Inuzuka che si è risolta con la vittoria da parte degli Inuzuka e tra gli
Aburame e gli Inuzuka c’é una specie di pace provvisoria a seguito della
battaglia che era finita in parità.”
Sasuke
annuì e poi congedò i suoi generali lasciando li solo Kakashi: “Cosa mi consigli
sensei?”
L’uomo
con i capelli argentei sospirò e rispose: “Sasuke, tu devi essere forte, non
farti piegare, mai dimostra loro che per quanto tu sia giovane non sei incapace.
Ricordati che sei un Uchiha, ci sarò sempre io al tuo
fianco.”
Il
moro annuì e poi Kakashi se ne andò, Sasuke tornò nella sua tenda trovando Ino
con in mano un thè, lei s’inchinò e disse: “Le ho portato il
thè.”
Sasuke
annuì, prese la tazza e disse: “Puoi andare.”
La
ragazza lo guardò delusa e poi s’inchinò ed uscì dalla tenda. Sasuke si sedette
sul futon e sussurrò: “Quanto sangue dovrò spargere prima di poter essere
riconosciuto come il degno discendente degli Uchiha?”
Bevette
il thè in cerca di calore, ma non bastava certo una bevanda a riscaldare il
freddo che provava dentro.
La
sua famiglia era morta, uccisa dal fratello maggiore che lo aveva lasciato in
vita per caso, Sasuke era in ritardo cosa che non era mai quando vide il
fratello sgusciare via coperto di sangue.
Certo
c’era sempre Kakashi con lui, ma non era la stessa cosa. Si sentiva solo,
tremendamente solo, voleva qualcuno da abbracciare, qualcuno che lo coccolasse.
Avrebbe potuto chiamare Ino o Sakura ma non era la stessa cosa, lui voleva
qualcuno che amava...